Il ventre di Palermo

Sulle tracce di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Pubblicato il 10/07/2002 / di and / ateatro n. 038

“Sono dieci anni che Falcone e Borsellino non ci sono più.
Hanno lasciato tante domante e una certezza:
mai rassegnarsi a convivere con la mafia.
Per capire la mafia, per combatterla, per sconfiggerla,
bisogna capire Palermo,
bisogna ascoltare chi sa ascoltarla,
bisogna spostare continuamente lo sguardo da fuori a dentro,
rovesciarlo dall’alto verso il basso.

Per capire Palermo, forse oggi non rimane che affidarsi ai suoi artisti, ai suoi poeti, seguirli, spiarli, coglierli nel loro fare, mentre si sporcano le mani con la vita,
alla ricerca di radici e visioni.
Sono loro che ridanno linfa e dignità a chi abita la città sventrata, rimossa, negata.
Sono loro che conoscono sofferenza e illusione, riscatto e rassegnazione.
Sono loro che con le armi della poesia e del teatro,
sanno attraversare il cono d’ombra che la mafia proietta sulla città”.

Lo spettacolo è dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tenta di seguire le loro tracce con la convinzione che solo raccontando Palermo è possibile capire il senso prima del loro lavoro e poi del loro sacrificio.
A partire dalla mappa della città si ripercorrono luoghi reali e simbolici che sono stati teatro delle loro vite: dall’oratorio nel quartiere della Kalsa, dove si sono conosciuti da bambini, fino alle aule di Palazzo di Giustizia dove hanno cementato la loro amicizia nella lotta contro la mafia.
Il racconto mette in relazione due punti di vista: quello esterno ed estraneo – di chi conosce Palermo e la vita di Falcone e Borsellino solo grazie alla televisione – e quello radicato nella città, di chi la abita da sempre e da sempre ne vive sulla pelle le contraddizioni.
Ecco, allora, che il Palazzo di Giustizia può essere visto sia come l’ultimo baluardo della difesa dei valori della convivenza civile, come un fortino assediato da Cosa nostra e da un tessuto sociale connivente, sia come il simbolo della separazione tra Stato e popolo, come una saracinesca tra la città delle istituzioni pubbliche e il mercato arabo del Capo schiacciato e messo ai margini proprio con la costruzione del Tribunale.
Nello spettacolo questa relazione viene proposta attraverso il repertorio televisivo (proiettato su schermi) – che rimanda all’immaginario collettivo e, spesso, a luoghi comuni – montato in alternanza a un coro teatrale interprete di lampi lirici e riflessioni che affondano le radici nello spirito antico della città, la città dei quartieri e dei mandamenti, un tempo cuore pulsante, oggi organo rimosso.
Protagonista dello spettacolo è Franco Scaldati che ripercorre la mappa, tornando sui luoghi segnati dal passaggio di Falcone e Borsellino e ci guida nel suo teatro fatto di vita e poesia, realizzato con attori e abitanti coinvolti nelle strade dell’Albergheria.
Franco Scaldati per la prima volta interpreterà suoi testi in lingua italiana – tradotti da Antonella Di Salvo – alternati a canti e abbannii in dialetto palermitano.
“Co-protagonisti” dello spettacolo sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che partecipano al racconto con brani scelti non tanto per il valore giudiziario, ma per la loro capacità di cogliere gli aspetti profondi del fenomeno mafioso, le sue radici nella comunità, le origini storiche, la cultura e la filosofia che stanno alla base di Cosa nostra e del contesto in cui si nasconde e prolifera.
A questo si aggiunge l’aspetto umano, privato: nello spettacolo vengono riproposti passi di interviste poco note in cui affiorano pensieri e paure che coinvolgono la famiglia e gli amici dei due magistrati e testimoniano il loro presentimento di dover fare presto i conti con la morte.
Nel testo cronaca e poesia si incontrano attraverso teatro e televisione per dar vita a un progetto che continua la ricerca già avviata in questi anni da Felice Cappa con alcuni dei protagonsti della scena italiana: con Dario Fo per Marino libero! sul caso Sofri, con Marco Paolini per Vajont e I Tigi-Canto per Ustica, con Marco Baliani per Corpo di Stato sull’assasinio di Moro e con Gabriele Vacis e Laura Curino per la saga degli Olivetti.
Lo spettacolo, come i precedenti, avrà un’edizione televisiva, un’edizione radiofonica e un allestimento teatrale che andrà in tournée nella stagione 2002-2003.
 
LA SCHEDA
CRT Artificio presenta
Il ventre di Palermo
Sulle tracce di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Uno spettacolo di Felice Cappa e Franco Scaldati
con Franco Scaldati
regia di Felice Cappa

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