L’editoriale

Scrivere di teatro su internet

Pubblicato il 01/09/2002 / di / ateatro n. 041

Quale tipo di scrittura possiamo usare oggi per parlare di teatro?
Quotidiani e settimanali (ovvero la stampa che raggiunge il grande pubblico), salvo casi eccezionali, conoscono principalmente due forme di comunicazione e informazione sul teatro, ciascuna con i propri codici e regole: la recensione e l’’intervista, entrambe con forti vincoli di spazio ma anche con tutti gli obblighi che derivano da una missione informativa. Negli ultimi anni lo spazio per le recensioni è andato diminuendo, a favore delle interviste – ovvero di informazioni diffuse direttamente dagli interessati – diminuendo dunque la qualità dell’informazione indipendente.
Le riviste di teatro – che hanno tempi di realizzazione assai più lunghi, una diffusione minore e crescenti difficoltà di distribuzione – fanno ricorso sistematico alla recensione, ma possono sperimentare altri generi: per esempio l’inchiesta o saggi di più ampio respiro.
In tutti i casi, però, si tratta di una comunicazione fondata su un presupposto di autorevolezza – più evidente nelle riviste in vario modo legate all’accademia, ma implicito in tutte le comunicazioni che usano la carta come hardware – che impone modalità di comunicazione inevitabilmente rigide e strutturate, sia nella forma sia nel rapporto con il destinatario.
La carta stampata prevede il diritto di replica, nella forma di lettere alla direzione o alla redazione, ma questa comunicazione bidirezionale prevede anch’essa una precisa ritualità e codici di accesso impliciti ma ugualmente limitati.
Internet offre rispetto alla carta stampata alcuni vantaggi: non ci sono per esempio limiti di spazio; la pubblicazione è istantanea (e permette dunque di intervenire sull’attualità) e gratuita, e al tempo stesso permette di costituire con il tempo archivi assai vasti (nel giro di pochi anni, olivieropdp e ateatro hanno messo a disposizione centinaia di saggi, articoli e interviste, consultabili in ogni momento); rispondere e intervenire è assai facile (attraverso i forum, dove è possibile pubblicare istantaneamente); il principio di autorità conferito dalla carta stampata è molto indebolito, e l’autorevolezza va conquistata personalmente, in campo aperto.
Di conseguenza su internet anche le forme possono essere molto più libere e aperte (ma non è difficile trovare dei precedenti anche sistematici: il Patalogo, per esempio, è stata senz’altro una palestra aperta alle innovazioni). Internet sottopone qualunque opinione allo scrutinio pubblico e alla discussione, senza mediazioni.
(C’’è un piccolo inconveniente, per ora è tutto gratis, vi beccate questo ben di dio senza sborsare un cent, ma la perfezione non è di questo mondo – e poi noi siamo ricchi dentro.)
ateatro sta provando a esplorare le possibilità offerte da questo nuovo medium, applicate a un oggetto come lo spettacolo dal vivo, con la massima libertà possibile. E qualche regola.
La prima regola è quella di non seguire le norme inventate per comunicare bene su internet. La seconda è avere ogni volta qualcosa da dire – insomma, confrontarsi con il teatro come oggetto di emozioni e di pensiero. La terza è che, per vedere se è possibile, bisogna provarci. E ci proviamo. Chissà, pian piano potremo inventarci una redazione, e magari inserire più immagini, più audio, più video.
Nel frattempo ci stiamo divertendo – e speriamo che vi divertiate anche voi che ci leggete.

Redazione_ateatro




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