L’editoriale 042

Continuiamo a lamentarci

Pubblicato il 11/09/2002 / di / ateatro n. 042

Continuiamo (giustamente) a lamentarci della situazione del teatro italiano, dove tuttavia continuano a accadere molte cose belle e interessanti. “ateatro” non si nega lamentazioni & mobilitazioni (anzi). Però cerca anche di valorizzare i segnali positivi e di offrire un punto di riferimento al teatro vivo che si fa oggi in Italia, indipendente e aperto al contributo di tutti.
Per cominciare, un appuntamento importante. La riunione di Castiglioncello, tappa fondamentale del percorso Nuovo teatro vecchie istituzioni, è stata fissata per il 23-24 novembre: avrete ulteriori info sul forum, ma intanto fissatevi la data e ringraziate x l’’organizzazione Armunia & Massimo Paganelli.
Poi ci sono gli spettacoli.
Alla Biennale hanno debuttato Le Metamorfosi di Giorgio Barberio Corsetti da Ovidio: uno spettacolo bello e importante (che si replica a Roma a fine mese). Accanto a qualche spunto di riflessione sul lavoro di Giorgio, abbiamo pensato di mettere un omaggio al circo attraverso 4 immagini di Jacopo Benassi.
Il Festivalletteratura di Mantova (un’’iniziativa di grande successo anche per quanto riguarda la formula organizzativa, la struttura finanziaria e il rapporto con il territorio) si è decisamente aperto al teatro. A modo suo, naturalmente, con una serie di proposte scelte con intelligenza e prestando grande attenzione alle caratteristiche della manifestazione. Non tanto per privilegiare un legame diretto con la dimensione letteraria (anche se lo spettacolo-recital di Vincenzo Cerami, Lettere al metronomo, lavora proprio in questa direzione, esplorando la forza della poesia “detta” in rapporto alla poesia “letta”).
A caratterizzare le scelte di Luca Nicolini & Co. è piuttosto il modo di porsi degli spettacoli rispetto al pubblico: una leggerezza e un’ironia che a volte si spingono verso il comico, dunque un approccio “amichevole”, ma per poi dire come molto serie – a volte decisamente impegnate. La rinuncia a qualsiasi aura sacrale – Festivalletteratura è basato sull’incontro umano, prima ancora che letterario, con gli scrittori – per creare invece una complicità con lo spettatore. Un gioco di virgolette in cui entrare e uscire di continuo. La stessa maschera poetica indossata da Vincenzo Cerami (accompagnato in scena dalla voce di Aisha Cerami, per gli stacchi-intermezzi su partitura di Vincenzo Piovani)), tra il neghittoso e il malinconico, l’iroso e l’indignato, in quel suo giocare con lo scorrere del tempo (o il vuoto del tempo), i suoi graffi ironici e grotteschi, lavorano proprio sul rapporto con il pubblico, su una complicità fatta di adesione e distacco, ironia e complicità.
Sugli spettacoli mantovani, due ingrandimenti: il primo è una riflessione (o meglio alcune domande) sul tema del comico in musica, a partire da Guarda che luna!, l’’omaggio a Fred Buscaglione con Gian Maria Testa, Rava & Bollani più Banda Osiris. Ecco, ci piacerebbe se la provocazione venisse ripresa da qualche musicista – o meglio, da qualcuno che lavora sul rapporto tra teatro e musica. Sempre da Mantova, pubblichiamo il testo (inedito) di Alessandro Bergonzoni per il Coma Reading realizzato da Sandro con Gabriele Romagnoli, Simona Vinci e ??? (a propo, è il debutto registico di Riccardo Rodolfi: bravo & inboccallupo).
Il Coma Reading (ormai lo sapete, ateatro ha parlato ampiamente dell’edizione 2001) è una iniziativa teatral-spettacolare a favore della Casa dei Risvegli di Bologna, una nuova struttura destinata ad accogliere pazienti in coma e vede impegnati vari artisti. Anche Marco Baliani impegna la propria competenza teatrale a favore di un’’altra “buona azione”: se n’’è andato in Kenya, a lavorare con i ragazzi di strada di Nairobi.
Ancora, Elena Russo Arman risponde al quiz sull’autoritratto dell’attore da giovane, proseguendo un’inchiesta iniziata qualche mese fa.
Per tnm, Anna Maria Monteverdi ha scritto una recensione che è molto più di una recensione. Per cominciare è una sintetica ed esemplare storia del multimedia, che individua alcuni importanti nodi teorici; e poi ribadisce uno dei punti fermi di ateatro: il lavoro sulla contaminazione tra le arti come pratica fondante della nuova scena, dagli inizi del Novecento a oggi.

Redazione_ateatro




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