Un Mediterraneo interattivo

Le nuove videoinstallazioni interattive di Studio Azzurro a Castel S. Elmo di Napoli

Pubblicato il 28/10/2002 / di / ateatro n. 044

Il 19 ottobre, nel suggestivo e labirintico castel Sant’’Elmo sulla collina del Vomero, si è inaugurata la mostra “Meditazioni Mediterraneo”: cinque videoinstallazioni interattive ideate e realizzate da Studio Azzurro, prodotte dalla Maison Hermès in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Napoli. Un viaggio d’immagini e di suoni nella mappa del mediterraneo, in particolare nel faccia a faccia tra il Golfo di Napoli e la costa nordafricana. Un viaggio che sarebbe piaciuto a Fernand Braudel, il primo storico a mettere in luce la vitalità complessa, dirompente e assai longeva delle civiltà del Mediterraneo. Una stratificazione di identità culturali e linguistiche, ma anche -– come suggerisce Studio Azzurro -– di materie, suoni, colori, odori e gesti. All’’ingresso della mostra, in una sala circolare, 16 monitor scandiscono con ritmo rapido e dettagli di mani e materie lavorate, le impronte video dei mestieri artigianali che plasmano l’’humus di una civiltà minacciata, ma non ancora estinta dalla globalizzazione. Una mappa diaproiettata di questo mediterraneo introduce il visitatore al percorso vero e proprio, è l’’ingrandimento di uno dei disegni progettuali di Paolo Rosa che traccia le traiettorie dei venti, ma anche delle vie del sale, della seta, delle spezie e delle armi. Anche in questa mostra, viene confermato e sviluppato il carattere distintivo della ricerca artistica di Studio Azzurro, che attraversa ormai da un ventennio i territori delle arti visive, del video, del cinema e del teatro, senza farsi intrappolare in nessuno di essi, cercando invece – e spesso trovando –una chiave originale d’’intreccio dei diversi codici espressivi. L’’occasione espositiva diventa allora una messa in scena dei linguaggi, dove lo spettatore diventa attore di un percorso percettivo e cognitivo inedito e interagisce con i percorsi creativi degli autori, aperti alle vitali metamorfosi del senso e dei sensi. La strategia è limpida: creare nei luoghi prescelti una rete videosonora di cattura dell’’essenza degli elementi naturali e dell’’opera degli uomini del mediterraneo, aggregando i nuclei tematici in micronarrazioni (i gesti che danno forma alla materia, il confronto/scontro tra gli elementi, l’’intreccio babelico delle lingue che si sublima nel canto, etc.), poi fare un rigoroso lavoro alchemico di distillazione e trasformazione dei materiali con un’innovativa postproduzione digitale, infine ricomporre nell’’interfaccia espositivo le tappe di quel viaggio, allestendo una costellazione di paesaggi “sensibili” (interattivi) che ci chiamano dentro l’’immagine e il suono e provano a fare di noi, almeno per un momento, dei viaggiatori sinestetici. Ripercorriamo queste tappe.

1. “Il vento porta i profumi”.
E’ forse la videoinstallazione più poetica e originale della mostra. Qui il video interpreta il paesaggio e un finissimo lavoro di postproduzione digitale ne ridipinge luci e colori, ma anche ne plasma la materia, come se l’immagine di per sé immateriale trovasse una nuova consistenza mutante. L’agente di questa mutazione è uno sciame d‘api virtuale (attivabile dallo spettatore) che “attacca” il paesaggio, sfigurandolo. Nei quadri che si susseguono su doppio schermo, appaiono deserto e campi e un’immagine emblematica del percorso di Studio Azzurro: quella di un pittore che dipinge “en plein air” un paesaggio mediterraneo, le sue pennellate scivolano sul cielo. Qui pittura, fotografia, cinema, video e computer si stratificano in una sola immagine in costante trasformazione. E’ ovviamente un omaggio a Van Gogh, e anche al “sogno” cinematografico di Kurosawa che faceva rivivere il grande pittore olandese dentro il suoi stessi quadri. Non a caso, l’immagine simbolo della mostra, che compare sulla copertina del libro-catalogo e sulle locandine, è un cavalletto in riva al mare che supporta un mirino elettronico, citazione vertoviana ma anche omaggio alla pittura “en plein air” che da Van Gogh in poi s’immerge nel paesaggio per rubarne l’anima.
 
2.“Il vuoto scritto dalla luce”.
Attraversando una traccia luminosa interattiva, le inquadrature su doppio schermo di un deserto o di una spiaggia con ruderi, si avvicinano bruscamente, quasi risucchiandoci nel vuoto della grande sabbia e della grande acqua.

3. “La terra genera l’aria”.
Attirati dal vapore e dal fumo che scaturiscono dalle ferite incandescenti del Vesuvio (su una videoproiezione verticale creata da tre schermi), il peso del nostro passo fa vibrare l’’immagine, indizio inquietante dell’instabilità della terra, vibrazione tellurica generata da vibrazioni tattili e sonore, che rievoca le avventure di uno strano vulcanologo, un ascoltatore di vulcani.
 
4. “Il colore si annoda al suono”.
Ancora il nostro passo può calpestare un tappeto “sensibile” (dove dei sensori nascosti attivano le videoproiezioni), e mutare così una tavolozza di colori e sapori che attraversano le porte dei sensi e creano una spirale di suoni, un canto.
 
5. “L’’acqua si ferma nel sale”.
Un’’altra videoproiezione interattiva su due schermi, rivela come il deposito del sale sia la relazione alchemica tra mare e terra.
Al centro di questo circuito, su una delle ripide scale che portano ad affacciarsi sul golfo di Napoli, Studio Azzurro ha voluto creare una dissonanza (che forse avrebbe meritato maggior rilievo simbolico) all’’interno di questo sua sinfonia audiovisiva del mediterraneo: “Eveline”. Cinque “cartoline” video in bianco e nero che ripropongono la terribile documentazione dello strazio contemporaneo: la marcia infinita dei profughi affamati, le case distrutte dalla guerra con il massacro dei civili, la cementificazione del paesaggio, i carri armati nelle strade, le navi carretta dei clandestini. Un menu del dolore che continua a essere servito quotidianamente sullo schermo sempre troppo distratto e indifferente delle nostre case. Ed è anche con quella sofferenza che noi dovremo imparare ad essere più interattivi.


Meditazioni Mediterraneo
In viaggio attraverso cinque paesaggi instabili
Castel Sant’’Elmo, via Tito Angelini, 20 – Napoli
Dal 20 ottobre al 17 novembre 2002
Apertura tutti i giorni, tranne il lunedì, 9-18
Catalogo pubblicato da Silvana Editoriale
Sito web: www.studioazzurro.com/mediterraneo.

Andrea_Balzola




Tag: Paolo Rosa (14), Studio Azzurro (14), tnm (8), videoteatro (8)


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