Alla ricerca di un teatro di ricerca

Il teatro sperimentale a Pistoia negli anni Settanta

Pubblicato il 30/12/2003 / di / ateatro n. 062

Sin dalle rivolte antifascite genovesi del 1960 una nuova generazione di giovani si fece avanti e da lì per almeno vent’anni fece sentire la propria voce. Quella voce, che oggi piace a molti inquadrare in banali e ideologici stereotipi, forse non fu la miglior gioventù ma certamente cambiò una parte di quel mondo che si era proposta di voler trasformare completamente in maniera collettiva, dialettica e in gran maggioranza pacifica: dalla musica alla scuola, dal cinema alle carceri, dalla psichiatria ai fumetti, dalla religione alla politica moltissimi furono i temi affrontati. Il teatro fu tra questi e non solo a livello internazionale o nazionale: la necessità di rivoluzionarlo andò oltre le classiche città universitarie in cui nacque il movimento che oggi viene definito del “Sessantotto” e tale esigenza fermentò anche in “tranquille” città come Pistoia.
Il capoluogo toscano non è però citato a caso perché a Pistoia nacque, tra il 1966 e il 1968, il primo Centro di Documentazione Nazionale che contemporaneamente documentava ma che era anche al servizio dei Movimenti di quegli anni: la raccolta e la diffusione delle riviste, dei bollettini, dei ciclostilati, dei volantini e dei saggi prodotti dalle varie correnti di quella tellurica, multiforme, onda sociale contribuì allo scambio delle idee di questi “cento fiori” italiani e non solo italiani.
Ed è a distanza di oltre trent’anni che il Centro Documentazione di Pistoia, con l’importante contributo dell’assessorato alla cultura della Provincia di Pistoia, ha iniziato una complessa ricerca sugli anni Sessanta e Settanta estesa all’intero territorio provinciale attraverso la raccolta di una cinquantina di testimonianze orali e alla comparazione con i documenti conservati al Centro o rintracciati presso i privati; un lavoro che porterà alla produzione di un saggio nel 2004 e alla creazione di un archivio digitale che sarà possibile consultare presso il Centro di Documentazione di Via degli Orafi 29.
Da questo lavoro, coordinato dal sottoscritto, sta emergendo una profonda ricchezza di attività e di tematiche svolte e sviluppate in quegli anni, una collettiva poliedricità che difficilmente può essere racchiusa nel cliché del “Sessantotto” fatto “solo” di studenti e operai. Di tale ricchezza abbiamo avuto modo di parlare giovedì 18 dicembre 2003 al Centro Interculturale del Comune di Pistoia, durante il secondo incontro di Agitazioni Culturali, organizzato dalla Cooperativa Pantagruel, dal Centro Interculturale del Comune di Pistoia e dalla Regione Toscana all’interno del progetto regionale Portofranco, strutturato a livello di Provincia di Pistoia in Tracce in movimento 2003 e intitolato Alla ricerca di un teatro di ricerca.

Pistoia, anni Settanta: Stefano Arrighi.

Con questo incontro sul teatro, come per quello precedente dedicato alla musica e quello successivo sulla via pistoiese al fumento, abbiamo cercato di far incontrare le idee, le speranze e i progetti dei giovani degli anni Sessanta e Settanta con quelle dei giovani del nuovo millennio. Il teatro stava infatti dentro i movimenti giovanili di allora e di oggi ed entrambi possono collocarsi nel teatro di ricerca e/o sperimentale. Abbiamo quindi collegato un certo tipo di teatro internazionale qual era quello del Living Theatre con quello sorto con i collettivi teatrali pistoiesi degli anni Settanta. La serata è stata aperta da Anna Maria Monteverdi, che ha parlato delle caratteristiche teatrali e filosofiche del Living Theatre e della “bella rivoluzione anarchica non violenta” come veniva definita da Julian Beck. Dopo di lei la scena si è spostata su Pistoia e le esperienze di teatro sperimentale sorto in città dopo il 1973, una data che segna una sorta di primo riflusso dei Movimenti di contestazione sorti nel decennio precedente. Non è un caso che molti di coloro che faranno teatro sperimentale a Pistoia provenissero da gruppi come Servire il Popolo, il circolo anarchico Franco Serantini o altri gruppi marxisti-leninisti come il Circolo Lenin. L’idea della rivoluzione si trasferisce nel cambiamento dell’individuo e nell’arte, dove vengono rappresentati spettacoli con testi di Heinrich Böll o Fernando Arrabal.

Pistoia, anni Settanta: Andrea Gamboni.

Nonostante a Pistoia ci fossero stati tentativi di teatro politico anche negli anni precedenti (come uno spettacolo per bambini con regia di Pierluigi Zollo e interpretato da molti militanti di Lotta Continua) è Andrea Gamboni che nell’inverno tra il ’73 e il ’74 porta in città le sue conoscenze del teatro povero di Grotowski e del lavoro dell’attore con un occhio verso Giuliano Scabia. Con Gamboni fondano il Collettivo Teatro Documenta Marco Morelli, Massimo Ieri, Alda Niccolai, Stefano Arrighi ed altri ancora. Dopo un paio di spettacoli Morelli e Arrighi creano il Collettivo Teatro Ovunque e cominciano a lavorare, racconta Stefano Arrighi, in stage con l’Odin Theatre, i Fratelli Colombaioni e teatro balinese mentre Massimo Ieri si trasferisce a Roma con la Cooperativa Ruota Libera e poi a Parigi nella compagnia di Yves Lebreton. Luciano Baldini, in arte Baldovino, ha creativamente parlato dell’Arci pistoiese del ’75, da lui diretta, e nella quale entrarono molti esponenti del gruppi di teatro sperimentale cittadino; un interesse per il teatro continuato con il Teatro di Baldovino e con l’esperienza con Leo De Berardinis agli inizi degli anni Ottanta. Vanni Menichi fondò invece il Centro Studi e Ricerche Espressive che seppe “clonarsi” anche in altre città italiane mentre Piero Corso, oggi attore del gruppo di Pippo Delbono, ha descritto insieme a Stefano Frosini il Teatro di Ricerca Affettiva fondato a Pistoia da Ronald Bunzl alla fine degli anni Settanta. Alla serata ha partecipato anche Luca Privitera, della più recente Compagnia Ultimo Teatro e che ha permesso un confronto serrato e di rottura tra il teatro di oggi e quello rappresentato tre decenni orsono.

Studioso pistoiese di storia contemporanea, si occupa di storia dei Movimenti degli anni Sessanta e Settanta e di emigrazione italiana (ha pubblicato Quando la Cina era vicina per i tipi della BFS edizioni, Parlando di Rivoluzione per i tipi del Centro di Documentazione editrice e E tutti va in Francia, in Francia per lavorare per i tipi della Nuova Toscana Editrice). È uno dei responsabili del Centro di Documentazione di Pistoia, collabora con il Centro Pistoiese di Documentazione per l’Emigrazione “Mario Olla” e con il Centro Interculturale del Comune di Pistoia.

Roberto_Niccolai

2003-12-30T00:00:00




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