La ricerca ri-unita?

Alcune proposte

Pubblicato il 15/02/2004 / di / ateatro n. 064

caro oliviero,

è stato un bene vedere che mimma gallina sia intervenuta sulla questione teatro, erano molti anni che, troppo occupata dalla direzione del mittelfest, non interveniva più… me la ricordo da 30 anni di frequentazioni agis.
non voglio addentrarmi troppo sull’Eti, perché a seconda di chi la dirige, la dirigeva, l’ha diretta anche in tempi lontani, nessuno e’ mai intervenuto veramente per chiarire che l’80/90% del budget restante dopo i costi del personale, è sempre servito per sostenere chi di SOSTEGNI non aveva bisogno e cioè il complesso sistema del rapporto con i circuiti e le compagnie più affermate, sempre protette e favorite. I cosiddetti progetti speciali, il sud, etc. sono serviti per farsene un “fiore all’occhiello” per favorire alcune compagnie, direzioni agis sperimentali, alcuni artisti raccomandati, non c’è mai stata una vera progettualità discussa con gli artisti e le varie componenti del teatro di ricerca. Sono sempre stati discorsi tra i pochi, di volta in volta affacciatisi sulla scena politico/affaristica del fare teatro. Io mi limito a segnalare che per anni ho chiesto, inascoltato anche dai miei colleghi stabili e di giro, della ricerca:

– di formare tra Teatri stabili di innovazione (circa 25) e compagnie un Progetto unitario di informazione e diffusione delle opere artistiche;

– di negare, ai circuiti e all’’Eti, la possibilità di completa autonomia nelle scelte, invitandoli ad una percentuale del 35% da offrire alle compagnie di ricerca, con una rotazione annuale, anche per le maggiori compagnie di giro o per i teatri stabili, o altro, ballerine, televisivi, etc.

– di misurarci tutti, sul mercato, in teatri di almeno 500 posti ad incasso, e quindi verificare realmente anche queste cosiddette fruibilità e attenzioni del pubblico. Sempre per citarmi posso indicare uno spettacolo As you like it di w.shakespeare con la mia regia e scene di andrea taddei con manuela kustermann e paolo lorimer, massimo fedele , etc, che ha avuto la possibilità di venire rappresentato a Trieste, al teatro Rossini, al Teatro stabile di Torino, Carignano, a Reggio Emilia etc, dove a fronte di un pagato di 6.000,00 euro gli incassi erano del doppio (12.000,00 euro), dunque un grande vantaggio economico per gli imprenditori; il risultato, anti economico e deludente, è stato la chiusura alla nostra compagnia nella stagione seguente, niente più piazze, e questo avveniva circa 8 anni fa, da allora abbiamo serie difficoltà a girare anche con Le Trachinie che abbiamo presentato quest’anno…

Voglio dire che la situazione denunciata da Fanny & Alexander che offrono il loro spettacolo a 7.000,00 euro (francamente un po’ spropositato…) non mi meraviglia, perché se non si denunciano le lobbies dei Circuiti e il loro accordo con l’Eti e i teatri stabili, non se ne uscirà mai.
Servirebbe inserire nella legge per il teatro un obbligo percentuale, un obbligo a girare ad incassi in teatri con più di 500 posti, una turnazione delle produzioni. Anche i Teatri stabili di Innovazione dovrebbero creare un Progetto comune con le Compagnie di Ricerca, se 25 teatri e spazi ospitassero ciascuno 10 compagnie avremmo già una grande possibilità per tutti (ovviamente questo farebbe nascere un bisogno di selezione, necessario e doveroso sulla valenza artistica, non di stile, dei prodotti culturali). Un Progetto simile dovrebbe trovare adesioni e sponsor anche dall’Eti e dagli stessi circuiti e anche dai Teatri Stabili. Ma quando ho proposto questa operazione, in una recentissima riunione della Tedarco, che non se la passa troppo bene quanto a Presidenza e direttivo sfasciati..) ho visto un inconscio gesto di repulsione e sbigottimento… e poi il silenzio. Nessuno dei cosiddetti soci del Teatro d’arte e artisti anche non nell’agis riesce a superare lo scoglio delle appartenenze, dei clan, delle esclusioni, che poi in effetti sterilizza e paralizza ogni iniziativa.
In Italia siamo agli inizi di una possibile era della solidarietà e del lavoro comune nell’interesse della produzione culturale. Quanto alla nostra ospitalità all’Eti, ripeto ancora una volta: meno male che c’è il Vascello, in questi 2 anni sono state ospitate 50 compagnie che hanno trovato un loro pubblico attento e caloroso. Certo si può fare di più, ma solo se ci uniamo in un progetto comune. In definitiva propongo di

INFORMARE TUTTI: COMPAGNIE D’ARTE, ARTISTI, COREOGRAFI, ETC. E SCRIVERE AI DIRETTORI DEI TEATRI STABILI DI INNOVAZIONE/PER RAGAZZI/TEATRI CHIAMATI RESIDENZE, E CHIEDERE UNA GRANDE ASSEMBLEA TELEMATICA DOVE RIUSCIRE A METTERE A PUNTO UN PROGETTO “LA RICERCA RI – UNITA?” CHE VEDA PARTECIPI L’ETI, I TEATRI STABILI, GLI STABILI DI INNOVAZIONE E RAGAZZI/I CIRCUITI TEATRALI E LE COMPAGNIE D’ARTE E D’INNOVAZIONE.

ABBIAMO STRUTTURE, CAPACITA’, GENIALITA’ SUFFICIENTE PER METTERE INSIEME UNA COSA COSI’ SEMPLICE?

POI SCRIVERO’ UN BEL SAGGIO SU:

PROGETTO ARTISTICO E POLITICA DEL LINGUAGGIO

CHE VI MANDERO’.

Caro Giancarlo,
nella tua lettera accenni a una GRANDE ASSEMBLEA TELEMATICA. E’ esattamente quello che stiamo cercando di fare in queste settimane con l’appello ateatro parlate ora o tacete per sempre.
Insomma, il sito è a disposizione, stiamo pubblicando gli interventi man mano che arrivano alla redazione all’indirizzo info@ateatro.it (e se avete fretta, se temete le nostre censure – che non ci sono – se volete rispondere a qualche stronzata c’è sempre il glorioso Forum Nuovo Teatro Vecchie Istituzioni…)
Redazione ateatro

Giancarlo_Nanni

2004-02-15T00:00:00




Tag: Ente Teatrale Italiano (38), ETI (40), Innovazione (2), nuovoteatro (38)


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