La ricerca teatrale nelle foto di Riccardo De Antonis

Luce fisicità e spazio del teatro, Titivillus, Corazzano-Pisa

Pubblicato il 08/03/2004 / di / ateatro n. 065

Titivillus ha appena pubblicato Luce fisicità e spazio del teatro. Le punte più avanzate del teatro di ricerca internazionale tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta.
Si tratta di un libro fotografico (collegato anche alla relativa mostra a cura del Civico Museo Biblioteca dell’’Attore di Genova, ora visitabile al Teatro Quaranthana di San Miniato diretto dal regista Andrea Mancini) con gli scatti di Riccardo De Antonis da alcuni degli spettacoli e alcuni dei protagonisti – attori e danzatori della seconda avanguardia teatrale e della postavanguardia. Carmelo Bene, Caroline Carlson, Peter Brook, Richard Foreman, Squat theatre, Pina Bausch, Laurie Anderson, fino ad arrivare agli italiani Memé Perlini, Falso Movimento, Magazzini Criminali.
Riccardo De Antonis è figlio d’’arte: il padre era uno dei ritrattisti più famosi di Roma e fotografo di fiducia di Luchino Visconti. Riccardo, come si legge nel testo introduttivo scritto da Alessandro Tinterri, viene attratto dal teatro di ricerca e individua subito una propria e originalissima idea di fotografia teatrale: “Mio padre fotografava per documentare lo spettacolo, su richiesta della compagnia. Io ho portato avanti una mia ricerca sulla fotografia che considero come un prodotto artistico autonomo, non subordinato all’’uso che ne deve fare la compagnia, con cui in teoria non devo avere necessariamente un contatto. Fotografo durante lo svolgimento degli spettacoli, con il pubblico in sala, a volte senza neppure alzarmi dalla poltrona, se non ho troppe persone davanti. La mia ricerca consiste nel riportare sulla fotografia la sensazione che il teatro dà nella sua interezza, colta nel rapporto tra luce, fisicità e spazio”.
Oltre 400 sono gli spettacoli documentati da De Antonis per un totale di 5000 scatti tra il 1978 e il 1985. Il nostro occhio è rimasto impressionato dal rosso brillante delle vesti cardinalizie del Cricotage di Kantor, dalle mille proiezioni del Circo magico di Svoboda, dalla Carlson vestita di bianco con i lunghi capelli argentati che in 11 onde sembra galleggiare sulla scena buia, dall’’espressione di Beck-Creonte in Antigone davanti al cadavere del figlio Polinice steso a terra, dall’’architettura fatta di veneziane di Crollo nervoso dei Magazzini.

Anna_Maria_Monteverdi

2004-03-08T00:00:00




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