Tecniche e valori di scambio reciproco fra cinema e teatro

La proposta di "Comedy"

Pubblicato il 02/11/2004 / di / ateatro n. #BP2004 , 075

Nella commedia mi piace trovare quell’’armonia tra sentimento ed intelligenza che l’’ironia sa ben dare, per questo motivo con altri ci stiamo impegnando a dar vita all’’associazione culturale Commedia Community, di cui sono l’’attuale vicepresidente, che ha quale scopo la promozione del cinema, dell’’audiovisivo e del teatro in forma di commedia, nonché di tutte le forme d’’espressione artistica che hanno come caratteristica principale l’’umorismo.
Le argomentazioni proposte a questo convegno sulle “Buone Pratiche” sono da riferire al percorso delle iniziative denominate “Comedy” e delle future “Giornate sulla sceneggiatura umoristica di Commedia Community” a partire dall’’anno 2005.
Stiamo ipotizzando una struttura stabile, che riproponga ogni anno un percorso fatto di progettualità e scambi di idee e sebbene ci stiamo radicando sul territorio della provincia di Alessandria, non vogliamo considerarlo un limite bensì una semplice collocazione geografica necessaria.
Infatti il primo evento vedrà un raccordo con strutture che si occupano principalmente di cinema non soltanto in Italia, ma anche in alcuni Paesi Europei.
Non consideriamo in modo esclusivo la commedia che nasce come cinematografica, ma sarà questo l’’elemento di attenzione nelle giornate di studio, nei workshop teorico-pratico per filmakers e negli incontri con professionisti di settore, ovvero gli autori in primo luogo, che si ritroveranno anche con registi, produttori cinematografici e televisivi e dei new media, finanziatori, eccetera.
Luoghi ed occasioni d’incontro per scambiare idee ed esperienze, avendo come modello strutture similari già attive in altri specifici settori, in cui vengono attivati mercati per la ricerca e la proposta di progetti cinematografici (co-produzioni, cessione diritti, vendita sceneggiature, eccetera).
In queste occasioni vengono attuati in particolar modo due percorsi che sono ad un tempo di proposta e di formazione della proposta stessa secondo standard europei, ovvero di messa a punto del progetto (avverto che è necessario avere in mano almeno il trattamento ed aver sviluppato una buona parte della bibbia).
La prima buona pratica che intendo suggerire concerne due metodi di lavoro che vengano adottati in questo genere di mercati, diffusi in Europa, ma che in Italia al momento si limitano agli annuali “Documentary in Europe” che si svolge a Bardonecchia e “Book Film Bridge” che si sviluppa a latere del Salone del Libro di Torino con la particolarità di trattare dei diritti per la trasposizione in film di un romanzo e viceversa.
A questo proposito vorrei suggerire la creazione di un mercato dei diritti o meglio ancora delle idee teatrali, da porre in rapporto di reciproco scambio con editoria, cinematografia, new media, eccetera, quindi sarebbe opportuno avvalersi di strumenti collaudati strumenti quali sono il match-making ed il pitching.
Il “MATCH-MAKING” vuol essere una opportunità offerta ad autori per proporsi formalmente al mondo produttivo essendo formula di collegamento fra la fase creativa e quella della produzione.
Si tratta sostanzialmente di un laboratorio intensivo di preparazione, a cui si accede con progetti specifici, e solitamente dura almeno un paio di giorni sotto la conduzione di alcuni commissioning editors per le opportune revisioni tecniche e di presentazione per la fase finale.
I progetti vengono quindi presentati a registi e produttori in cerca di nuove idee, avviando una sessione plenaria dei partecipanti, finalizzata all’incontro tra autori che si rendendo disponibili per una sessione di domande e risposte, con l’obiettivo di stabilire un contatto con produttori per arrivare ad un primo contratto di opzione sui loro progetti.
“PITCHING” è un’espressione mutuata dal baseball e significa “lanciare la palla”, che nel mondo della produzione televisiva e cinematografica si utilizza per definire il lancio un’idea nella speranza che venga raccolta per essere realizzata.
Nella sostanza si sviluppa nel corso di una giornata con la presentazione pubblica di progetti rivolta a società di produzione cinematografica e televisiva, ma è preceduto da un paio di giornate per un laboratorio di preparazione condotto da esperti produttori e solitamente riguarda progetti selezionati.
Presentazione e discussione per ciascun progetto durano mediamente 15 minuti e l’iscrizione considera ogni singolo progetto che s’intende proporre ed è possibile aggregare ad ogni progetto un secondo partecipante in aggiunta al titolare dell’idea.
Lo scopo è quello di presentare progetti strutturati a distributori e finanziatori, nell’’intento di stabilire intese di co-produzione o pre-vendita.
La seconda buona pratica che intendo proporre riguarda aspetti che più attengono al gusto e quindi anche ai contenuti delle idee, giacché considero come utile il rapporto il reciproco scambio che talvolta cinema e teatro attuano.
Il miglior terreno di confronto è certamente quello della commedia e quindi della scrittura umoristica, tutt’’altro che aliena dall’’eventuale trattazione di argomenti di marcata connotazione sociale e/o politica.
Quel che occorre a tutti noi autori sono la buona pratica e la frequentazione, quindi ritengo necessaria l’organizzazione di seminari work-shop che abbiano quale elemento centrale i vari aspetti di questo rapporto fra teatro e cinema che spesso produce benefici effetti per entrambi i settori dell’espressione artistica (basti pensare ai molti titoli che cinema e teatro condividono felicemente in Francia).
Occorre organizzare incontri di lavoro fra sceneggiatori e commediografi, ma sarebbe bene far lavorare insieme autori di cinema e di teatro in progetti comuni.
La formula del workshop offre possibilità di sviluppo pratico, anche nel caso in cui non conduca ad un progetto professionale, ma v’’è pur sempre la possibilità concreta di esercitarsi in tutte le fasi produttive che vanno dalla scrittura alla pre-produzione, dalla realizzazione dell’’opera all’’editing, in modo da comprendere la totalità del meccanismo che accompagna la nascita di un’idea.
Il lavoro di scrittura, revisione, adattamento secondo standard europei avrà la duplice finalità di renderli leggibili ad interlocutori di settore e conformi alle direttive dell’Unione Europea in materia di finanziamento dei progetti cinematografici.
In questi incontri ci si dovrebbe occupare anche del recupero della memoria (ponendo un accento particolare alla cosiddetta “commedia all’italiana”) oltre a considerare quanto viene realizzato in Europa in materia di commedia cinematografica, proponendo attenzione ed analisi per mezzo di proiezioni, dibattiti, incontri con autori e produttori (sino all’individuazione di significativi “case histories”, quindi progetti cinematografici che hanno ottenuto successo di pubblico e/o di critica, a cui si cercherà di carpire, con la loro collaborazione, i segreti di quel successo).
Il mercato, la circolazione delle idee viene favorita alla scopo di alimentare il mercato con proposte (soggetti, trattamenti, eccetera) aventi la finalità di creare le condizioni per la loro vendita (opzioni, cessione, sviluppo), che sarà pur sempre trattata in modo diretto dai diretti interessati.
Far agire insieme autori di teatro e di cinema sarebbe anche un moto per avviare un dialogo fra culture, da cui si possono attingere spunti per le storie, giacché una delle forme di crisi della cinema e del teatro è appunto quella legata alla creazione, ovvero all’’aridità delle cosiddette “vene artistiche”, come pure alla mancanza di confronto fra idee, ma soprattutto fra culture diverse.
Intendiamo quindi cercare risposte alla crisi di idee esplorando i territori di confine e di contaminazione non soltanto fra queste due arti, pur dedicando particolare cura all’’ambito della scrittura.
Favorendo sempre la concretezza, poiché l’’ambizione è quella di veder realizzati i progetti cinematografici e teatrali che saranno oggetto di studio, senza perder di vista quella connotazione culturale presente nella commedia quale strumento di analisi e rappresentazione della società.
Mi avvio alla conclusione del mio intervento col suggerimento della terza buona pratica, con cui esorto autori di cinema e di teatro a tenere in debita considerazione i moderni molteplici aspetti del fare televisione anche dal punto di vista narrativo.
La diffusione dei sistemi di registrazione (DVD) e delle nuove modalità di fruizione televisiva(digitale, satellitare, on-line), ci fanno considerare tutt’’altro che balzano il pensiero della creazione di collane dedicate al teatro ovvero di programmi e addirittura di reti televisive tematiche, che magari sfruttano la principale particolarità della televisione ovvero la ripresa diretta.
Mi riferisco in modo generale al digitale terrestre ed alle cosiddette televisioni di strada o similari, ma con spirito pratico sono rivolto al canale digitale terrestre che presto verrà posto in essere a Torino dalla Rai in collaborazione con Università e molti importanti soggetti pubblici e privati.
Una televisione giovane fatta insieme ai giovani ed a loro essenzialmente rivolta, ma senza quelle intermediazioni e particolare cure che usualmente sfoderano quanti pensano che i giovani siano soprattutto una matura e succulenta quota di mercato e non già dei soggetti in fase di formazione culturale.
Nella ricerca di format da sottoporre anche a questa nuova struttura, naturalmente occorre considerare la commedia, teatrale e cinematografica, quale strumento ottimo per l’osservazione della realtà, libera nell’invenzione di soggetti e linguaggi.
Appare così adeguata l’’organizzazione di momenti di riflessione, di confronto, di scambio che siano punto d’incontro tra professionalità del cinema e del teatro e della televisione, favorendo la formazione continua e gli scambi culturali soprattutto in previsione dello sviluppo di progetti
I contenuti dovranno essere focalizzati su:
· Drammaturgia, ovvero abilità narrative e struttura del testo;
· Forme di narrazione e la contaminazione fra generi;
· Crescita professionale e informazione per quanto concerne la scrittura;
· Flessibilità culturale e sensibilità ai temi della società;
· Conoscenza delle moderne tecnologie cinematografiche e televisive;
· Conoscenza del mercato europeo;
· Promozione dell’industria culturale europea e internazionale.
Un progetto che si rivolga all’’Europa, individuando quei soggetti che operano in modo professionale o intendono farlo come autori, sceneggiatori, commediografi, registi, produttori e impresari, eccetera.
Una buona proposta?
Semplicemente delle buone pratiche?
O piuttosto desideri che il prossimo anno si avvieranno a divenire realtà grazie all’impegno ed alla determinazione nella ricerca del cambiamento, anzi di governo della crisi in atto.
Ecco perché in chiusura di intervento avanzo la proposta di aprire delle filiali riconosciute di questa nascente “Banca delle idee per il teatro italiano”, ciascuna con una vocazione ben precisa e quindi che quella cinematografica venga stabilita nel Basso Piemonte ed eventualmente con sede nella Città di Alessandria.

Claudio_Braggio

2004-11-02T00:00:00




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