Taglio del 20% ai fondi per lo spettacolo: a rischio 10.000 posti di lavoro

Il comunicato stampa del 10 dicembre

Pubblicato il 13/12/2004 / di / ateatro n. 078

Il maxi emendamento alla legge finanziaria 2005 proposto dal Governo taglia i fondi per lo spettacolo del 20%, circa 100 milioni di euro.
Cinema, opera, prosa, musica e danza, già ampiamente sottofinanziati rispetto alle necessità e rispetto a tutti i principali Paesi europei, con questo ulteriore taglio pesantissimo, vedono messe a rischio non solo le attività, ma soprattutto i posti di lavoro. Una stima prevede la perdita di almeno 10.000 unità/lavoro, per effetto diretto (minore livello di sostegno alle imprese) e indiretto (inevitabile consistente contrazione del mercato). E tutto ciò senza aver ancora potuto verificare l’impatto negativo sul settore conseguente ai tagli operati verso le Regioni in questa finanziaria.

Alcune cifre: i fondi per lo spettacolo vengono finanziati attraverso il FUS (fondo unico per lo spettacolo) e il Lotto, per una somma nel 2004 di 580 milioni di euro. La proposta descritta dal Governo prevede un intervento complessivo di 472 milioni di euro, con una perdita di oltre 100 milioni di euro sul 2004, ma una riduzione addirittura del 60% rispetto al 1985, anno di istituzione del FUS (l’’Italia è l’’unico grande Paese europeo a non raggiungere per la cultura nemmeno l’1% del PIL in termini di investimenti e contributi, considerata la soglia di adeguatezza).

Il Governo, se dovesse mantenere questo taglio, si assumerebbe la responsabilità di dare un colpo mortale a un settore che nel suo complesso rappresenta una delle immagini, forse la più forte e significativa, dell’’Italia.
Solo qualche giorno fa, il Primo Ministro, membri del governo e autorità dello Stato erano al Teatro alla Scala a magnificare l’importanza della cultura italiana, ma nello stesso momento hanno dato il via a una manovra che metterà in ginocchio economie di imprese ed economie di famiglie di lavoratori dello spettacolo.

Se poi dovessimo immaginare quali saranno i primi tagli che il Ministero competente opererà, quanto avvenuto nel 2004 rappresenta l’evidente anticipazione: taglio indiscriminato alle piccole produzioni, soprattutto legate all’innovazione teatrale, smentendo una delle dichiarate volontà del Governo di sostenere, nel sistema italiano, innovazione e ricerca.

Tutto ciò avviene mentre si annuncia una inaccettabile condizione di vuoto legislativo per il teatro a partire dal 1 gennaio 2005: per la prima volta non c’è, al momento, alcuna norma che fissi regole e criteri, non c’’è alcun principio di relazione tra lo Stato e gli operatori.

Chiediamo al Governo di ripensare strutturalmente il suo intervento a favore dello spettacolo, non solo ripristinando i finanziamenti tagliati, ma individuando nuove risorse che permettano il rilancio del sistema dello spettacolo in Italia. Chiediamo al Governo di intervenire insieme alle Regioni, alle Province, ai Comuni e agli operatori, per dare regole certe, trasparenti e moderne all’intero settore dello spettacolo.

Ci appelliamo al Presidente della Repubblica perché intervenga a sostegno delle richieste dello spettacolo italiano, perché si faccia garante di un settore vitale e creativo dell’’Italia, di chi sempre è chiamato a rappresentare il nostro Paese in Italia e all’’estero.

Teatri d’Arte Contemporanea

Direttivo_Tedarco

2004-12-13T00:00:00




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