inequilibrio a Castiglioncello

l'edizione 2007 dal 30 giugno al 15 luglio

Pubblicato il 07/06/2007 / di / ateatro n. 109



X edizione dal 30 giugno al 15 luglio .07
Festival di Teatro e Danza Contemporanei a Castiglioncello

Inequilibrio.07, il festival di Armunia, compie dieci anni e propone dal 30 giugno al 15 luglio, un calendario ricco di spettacoli, di nuove creazioni e di studi di compagnie italiane e internazionali, con una particolare attenzione ai giovani artisti che s’interrogano sui problemi del mondo contemporaneo.
Il castello pasquini si conferma luogo della creazione, dove d’inverno è possibile ideare e provare in un clima di tranquillità e di condivisione, per trasformarsi in estate in luogo di festa, dove si può ammirare il frutto del lavoro della stagione invernale.
Inequilibrio.07 diventa luogo di ascolto e di stimolo del nuovo, luogo dove si confrontano visioni, intuizioni, si sperimentano incroci tra i linguaggi e si afferma comunque una prassi di interrogazione. Le nuove frontiere della ricerca espressiva incontrano nuovi drammaturghi e testi classici. Si parla dell’oggi attraverso il mito e la tragedia e per far questo si piega i classici a riscritture e adattamenti, oppure si scrive direttamente sui conflitti e sulle ferite del tempo presente, spaziando tra Harold Pinter,Martin Crimp,Tim Crouch,William Shakespeare,Sofocle e Rostand, per citarne solo alcuni tra i molti.
S’incrocia Rodrigo Garcia e Antonio Moresco, Peter Weiss e Artaud, Mazzinga e Totò per un teatro che “si sporca le mani” con la realtà quotidiana. In una sorta di avant-spettacolo postmodermo sfila una generazione cresciuta tra robot d’acciaio, ignara di vivere anni di piombo, una generazione immersa nella violenza, nella malattia, nella solitudine, nel consumismo sfrenato di tutto e di tutti, nella notte. Una generazione che però ha voglia di sperare e per esorcizzare tutto questo lo rappresenta anche con ironia, con sarcasmo e con leggerezza.
Le stanze del Castello Pasquini, affacciato sul mare, la tensotruttura, il parco e l’anfiteatro all’aperto, ospiteranno ogni giorno spettacoli a partire dalle 19,00, il pozzo nel parco del castello sarà il punto d’incontro con artisti. Le performance di Danza invece saranno tutte al Centro L’Ordigno di Vada, a pochi Km da Castiglioncello e il teatro Solvay di Rosignano Solvay ospiterà il nuovo lavoro dell’artista bulgara Snejanka Michaylova con l’attrice e regista Silvia Pasello. I diversi spazi saranno collegati da navette messe a disposizione degli spettatori da Armunia. Tra gli artisti che saranno presenti: Accademia degli Artefatti,Alix Einaudi,Paola Bianchi,Anne Mac Rae,Antonio Tagliarini,Ambra Senatore,Andrea Cosentino,Battello Ebbro di Sandro Mabellini,Cantieri teatrali Koreja,CaravanKermesse,Casarsa Teatro e Pleiadi di Lupinelli e Bandoli,Compagnia Katzenmacher di Alfonso Santagata,Compagnia Malebolge,Daniele Timpano,Fortebraccio Teatro di Roberto Latini,Gaetano Ventriglia,Guascone Teatro,Giovanna Velardi,Gog ma Gog,Giovanni Battaglia,Habilè d’eau,Juha Marsalo,Kinkaleri,Laboratorio Nove con uno spettacolo di Luca Camilletti, Massimo Schuster, Maurizio Lupinelli,Mo-wan Teatro,Narramondo,Oscar De Summa,Piccoli Principi Teatro,Roberto Abbiati, Roberto Rustioni, Sacchi di Sabbia, Sutta Scupa, Snejanka Mihaylova e Silvia Pasello, Teatro Minimo, TraversiDanza, Teatro Sotterraneo,Teatro Dionisi compagnia,Teatri della Resistenza,Teatro Kismet Opera.

Durante il Festival il parco del castello sarà animato da un mercatino di artigianato di qualità e di prodotti tipici locali, con bancarelle e spazi dove bere e mangiare che resteranno aperti fino a tarda notte.

Dal 30 giugno al 15 luglio 2007, si terrà il laboratorio di fotografia di scena curato dalla fotografa Lucia Baldini.
Specializzata nell’ambito dello spettacolo, Lucia Baldini collabora con Carla Fracci da oltre 11 anni, lavora con compagnie di danza e teatro e con gruppi musicali; si è confrontata con il cinema seguendo il lavoro di Carlo Mazzacurati. Ha realizzato pubblicazioni fotografiche e mostre sul tango argentino, su Carla Fracci e su diversi eventi e spettacoli teatrali. (www.luciabaldini.it).
Il laboratorio si articola in:
Una prima parte teorica in cui si affronteranno tematiche legate alla tecnica fotografica specifica della fotografia di scena e parallelamente tematiche che affrontano l’approccio espressivo alla rappresentazione scenica, nello specifico dell’immagine per il teatro.
Una seconda parte pratica permetterà agli iscritti di fotografare gli oltre 40 spettacoli di teatro e danza, di lavorare sulla documentazione di tutti gli eventi legati al Festival, vivendolo dall’interno.
Il laboratorio prevede l’utilizzo e lo studio sia di strumenti analogici, sia digitali con produzione di immagini nei due supporti. Per questo saranno allestite una camera oscura per la stampa in bianco e nero e una postazione digitale per l’elaborazione delle immagini e la stampa digitale.
Ogni giorno il gruppo di lavoro selezionerà delle immagini, realizzate il giorno prima, che saranno proiettate sulla tenso struttura del Parco del Castello Pasquini, uno degli spazi di maggior visibilità all’interno del Festival. In seguito una seconda selezione di immagini andrà a creare una mostra fotografica collettiva dei partecipanti al laboratorio, all’interno degli spazi espositivi del Castello Pasquini. La mostra verrà inaugurata il 15 luglio, giorno di chiusura del Festival Inequilibrio.07 e rimarrà aperta al pubblico per il periodo estivo.
INFORMAZIONI PRATICHE
Il laboratorio è a numero chiuso e prevede fino a un massimo di 18 partecipanti. Il costo del laboratorio è di € 600,00 a persona per 16 giorni di lavoro.
L’iscrizione andrà effettuata entro e non oltre il 15 giugno 2007. Per informazioni e iscrizioni al laboratorio contattare Angela Fumarola – Armunia angela@armunia.it tel. 0586 754202 o Elena Tedde – Matrioske organizzazione@matrioske.com tel. 0586 753707.


sab 30 giugno ore 21 e dom 1 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Compagnia CasArsA Teatro e Pleiadi
MARAT
da Peter Weiss
a cura di Renato Bandoli
regia Maurizio Lupinelli
aiuto regia Silvia Loddo
PRIMA NAZIONALE
con Michele Bandini, Simone Bernardini, Alessandro Bertocchini, Simone Bianchi, Maria Laura Brutti Liberati, Andreina Canalini, Roberto Capaldi, Emanuela Cattaneo, Daniele Ceretti, Gisa Chiaramonte, Martina Ciani, Angela Compagnoni, Mirco Fabbri, Roberta Ferrari, Elsa Francesconi, Davide Genova, Ilaria Giari, Luca Gola, Christian Guidotti, Marco Lombardi, Leonardo Lancia, Rosanna Lambardi, Mirca Lorenzani, Maurizio Lupinelli, Pierfilippo Macchiavelli, Gianluca Mannari, Francesco Mastrocinque, Federica Monti, Gianni Nardi, Emiliano Pergolari, Luana Perroni, Elisa Pol, Mariapia Pruneti, Federica Rinaldi, Roberta Rosini, Enrica Santini, Valentina Scalpellini, Linda Siano, Diana Spadoni, Adriana Stefanini, Federico Sorba, Cesare Tedesco, Elena Tomaino, Vincenzo Viola.
Educatori: Lucia Tei, Silvia Proserpio, Patrizia Franchi, Franca Giglio, Nathalie Pizzo

“Se proviamo a ribaltare i termini e vediamo l’handicap, o la malattia, come lato notturno dell’essere non ne cogliamo solo gli aspetti che rimandano alla sofferenza, ma anche tutta la sua carica onirica di rivolgimento, di utopia.” Renato Bandoli

Marat vede in scena attori disabili e non, studenti delle scuole superiori e allievi di Maurizio Lupinelli alla “non scuola” di Ravenna e del progetto Arrevuoto di Scampia (NA).
Maurizio Lupinelli : attore, regista e insegnante con la Compagnia Le Albe, in particolare ha condotto la Non scuola di Ravenna e il progetto Arrevuoto con i ragazzi del quartiere Scampia di Napoli. “Spesso si sente affermare che “il teatro è un’occasione” per gli handicappati. Forse è vero il contrario. Sono le persone disabili a poter essere un’opportunità per il teatro. Nella ricerca di un possibile sguardo tra vita e teatro siamo approdati –spiega Bandoli- ad un opera così radicale e ambivalente come il ‘Marat/Sade’ di Peter Weiss. Nel confronto tra il Signor De Sade e l’Amico del Popolo Marat, Weiss mette in gioco il conflitto tra l’individualismo portato alle estreme conseguenze e l’idea del cambiamento politico e sociale. Cambiamento che può rivelarsi tanto più radicale se commisurato alla grandezza delle vicende umane di persone concrete, con nomi, storie, vite, volti e difficoltà che ognuno conosce…come gli «attori» della Compagnia. Il progetto-conclude- ruota intorno alla produzione di un evento teatrale del tutto speciale che mette in scena oltre 40 persone nella libertà, che il teatro offre, di creare un’altra dimensione dell’umano, in cui trovare un proprio gesto, un proprio luogo d’espressione. Poter dire l’indicibile, affermare l’inaudito, guardare l’invisibile…respirando…Sì, respirando.”
Marat è il primo lavoro sul palcoscenico frutto dei laboratori che vede riuniti i vari gruppi di lavoro: CasArsA Teatro e il gruppo teatrale delle Pleiadi, e quello costituito in occasione dei laboratori e composto da disabili, studenti delle scuole superiori della provincia di Livorno e della non scuola di Ravenna, altre persone delle associazioni coinvolte, lo stesso Maurizio Lupinelli, due attori della compagnia Zoe Teatro, Michele Bandini e Emiliano Pergolari e Elisa Pol.

Sab 30 giugno ore 19 castello pasquini castiglioncello
Gogmagog
QUELLA VOLTA TEATRO II
Due atti unici di Samuel Beckett
Con : Carlo Salvador, Guido Rinaldi, Tommaso Taddei
Voce: Bobo Rondelli
Regia: Tommaso Taddei

“… il giovane gruppo di ricerca toscano GOGMAGOG rende omaggio a Beckett mettendo in scena due pezzi brevi e tra i meno frequentati del maestro, Quella volta e Teatro II. Se il secondo è una gag livida dove due personaggi misteriosi, forse ispettori dell’aldilà, giudicano da polverosi incartamenti se il terzo abbia diritto o meno di buttarsi dalla finestra (…) Il primo è un fulminante esempio di quei rapidi “dramaticule” che Beckett prese a scrivere in maturità ( la definizione è sua e sta a esprimere il ridicolo che c’è in ogni tragedia), Quella volta, vede in scena un attore muto, o meglio il suo viso dipinto di bianco, sospeso nel buio totale. A occhi chiusi, il volto ascolta la voce della sua memoria (qui quella registrata del cantante Bobo Rondelli) che lo colpisce da tre direzioni diverse, restituendo frammenti incongrui di una vita perduta. Quindici minuti rigorosi e struggenti, un’esperienza teatrale estrema difficile da dimenticare”. Simona Spaventa.

Sab 30 giugno ore 22 e dom 1 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
ANTO’ LE MOMO’
avanspettacolo della crudeltà
Anteprima
di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
consulenza drammaturgica Valentina Giacchetti
collaborazione artistica Lucia Calamaro, Antonio Silvagni
maschere Andrea Cosentino

Antò le momò. L’avanspettacolo è stato la nostra ultima grande stagione teatrale. La libertà e la frammentarietà e i colori vogliono essere un omaggio a un’arte al contempo ingenua e sapiente, popolare nelle ambizioni e sofisticata negli strumenti. Intrattenimento senza complessi di colpa, monumento al presente come punto di fuga gioioso dalla mancanza di prospettive, evasione che per compiersi deve mappare la prigione e scoprirne i punti deboli.
Antò le momò vuole essere avanspettacolo anche in senso letterale, qualcosa che viene prima dello spettacolo vero e proprio. Esposizione dell’incompiuto, processo creativo esibito un attimo prima che diventi forma. Qui tutto accade nell’attimo in cui accade, e può anche non accadere. Qui voglio concedermi il piacere del rischio e dell’improvvisazione, che per me rimane il cuore pulsante del teatro.

sabato 30 giugno ore 20 teatro l’ordigno vada
Ambra Senatore
DOMESTIQUE
Prima Nazionale

danza
di e con Ambra Senatore
Musiche di Brian Bellott, Domenico Modugno
Luci di Alessia Massai

L’ambiente domestico come luogo chiuso: insieme protetto e isolato. Spazio di vita quotidiana, di ripetizione di gesti e anche di intimità e abbandono al gioco.
Una donna lo abita.
Domestique è il secondo quadro di un dittico -primo quadro è EDA-solo del 2004 – che esplora con il corpo l’intimità della solitudine e il desiderio, spesso maldestro, di incontrare l’altro.
Ambra Senatore, nata a Torino, lavora nell’ambito del teatro di danza in Italia e in Francia dal 1997.
Sue creazioni solistiche sono Domestique, 2006-2007, Informazioni utili 2006 -produzione di Interplay-TorinoDanza con il sostegno della casa editrice Einaudi, testi originali di Andrea Bajani-, Merce 2005, EDA-solo 2004; alcune performance.
Collabora tra gli altri con Giorgio Rossi, Jean Claude Gallotta, Georges Lavaudant, Marco Baliani, Michela Lucenti, Roberto Castello.Insegna storia della danza presso l’Università Statale di Milano. Conduce laboratori pratici e teorici.

sabato 30 giugno ore 19 e domenica 1 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Compagnie Juha Marsalo (Finlandia)
PROLOGUE D’UNE SCENE D’AMOUR
danza
Prima Nazionale

chorégraphie Juha Marsalo
interpréti Sara Orselli, Simon Bellouard, Juha Marsalo
musiche Dan Levy
luci Frédéric Moreau
costumi Olivier Mulin

Prologue d’une scène d’amour, del Centre Choréographique National, mette in scena corpi ammutoliti dal desiderio passionale. In quelli stati dove le emozioni svaniscono e animano l’essere con sincerità.
Il punto di partenza di questo lavoro è una volontà di psicanalisi che nasce improvvisamente e costituisce la via d’accesso all’immaginario, per parlare di quello che ci anima. La scittura tende verso l’emozione in modo diretto con la forza psichica del corpo. Presenta degli esseri che non simulano e mette in luce la potenza dei corpi. Si tratta di corpi completamente disponibili, pronti a rischiare, all’altezza dei sentimenti che li abitano. E’ una questione di desiderio, di incontro brutale diretto e frontale.
La potenza dei corpi nasce dall’esplosione delle emozioni. Come appropriarsi dell’altro quando l’amore ci attraversa? Che fare di questo pieno di emozioni che ci sommerge? E’ così nell’incontro che l’emozione è resa visibile dal corpo. Questo confronto installa un ritmo comune nei tre danzatori. I tre individui si cercano, tentano di entrare in contatto. Vogliono appropriarsi del corpo dell’altro come del proprio spazio. Una specie di seduzione si mette in scena, per la dominazione dei corpi che ci rinforza ma che ci sfugge eternamente. Coreografo e danzatore finlandese, Juha Marsalo della sua esperienza in seno alle compagnie di Carolyn Carlson e di Wim Vandekeybus, definisce il suo stile originale, improntato sulla fluidità dell’uno e sul totale coinvolgimento corporale dell’altro.

Dom 1 ore 22,30 e Lun 2 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
Roberto Abbiati
RICCARDO L’INFERMO
Il mio regno per un pappagallo

molto liberamente ispirato al “Riccardo III” di William Shakespeare drammaturgia Roberto Abbiati e Francesco Niccolini
Collaborazione tecnica Alessandro Calabrese e Luca Salata si ringrazia per la produzione Armunia

Sognano i clown? ed hanno mai incubi?
E che incubi può avere un clown?
Un delirio? forse, ma siamo nel mondo dei clown, dove tutto è concesso. Così, Roberto Abbiati, clown milanese, reinterpreta le gesta del più sanguinario degli eroi shakespeariani, Riccardo di Gloucester, saltando da Londra alla Brianza, dall’inglese al dialetto delle campagne lombarde, “Il mio regno per una pappagallo” mischia brandelli shakesperiani alla storia quotidiana e ospedaliera di un attore/clown, con le sue paure e i suoi incontri, quelli veri, con le persone, con la malattia, con chi ieri c’era e stamani al risveglio non c’è più. Un lungo sogno, un po’ buffo ed un po’ malinconico. “E’ impossibile costruire un discorso sensato intorno a questo Riccardo III, forse non si riesce neanche a capire la trama, forse non si comprendono neanche le parole, e anche il corpo spesso si rifiuta di raccontare si accartoccia, da queste storture salta fuori il personaggio più vero quello con l’esigenza di raccontare, di vivere, di non morire. E’ disastroso e sozzo di sangue, eppure gioca come un bambino. O forse i bambini giocano come lui.

lun 2 ore 22,30
Associazione Sutta Scupa castello pasquini castiglioncello
SUTTA SCUPA
elaborazione drammaturgica Giuseppe Massa
regia Giuseppe Massa, Giuseppe Provinzano, Fabrizio Ferracane
con Giuseppe Massa e Giuseppe Provinzano
voce Elena Amato

“Sutta scupa: sotto pressione, dover forzatamente scegliere, essere a un bivio. Investigare il mondo del lavoro contemporaneo, come si è modificato, e soprattutto quali cambiamenti culturali, politici, sociali hanno imposto di riflesso alla nostra società tali modifiche; analizzare gli effetti che la precarietà, (o flessibilità che dir si voglia), ha prodotto sull’essere umano. Il teatro non può non farsi carico di questa esigenza, di questo bisogno d’analisi, di questa urgenza. Ecco il punto di partenza da cui abbiamo intrapreso il nostro viaggio dentro la precarietà, dal punto di vista del soggetto politico che in primis ne vive sulla sua carne gli effetti che essa produce: il sottoproletariato urbano. Le modalità con cui quest’ultimo si relaziona ad essa, l’incontro-scontro generato da questo connubio, è ciò che ci interessa sviscerare. Un connubio che ha il sapore del grottesco, dell’ “assurdo”, se si prende atto che nel “nostro” Sud precarietà per lo più significa assenza di lavoro, e che per la stragrande maggioranza della gente è solo uno strambo e moderno modo con cui chiamare la disoccupazione, una sorta di sfaccettatura di questa condizione di “non potere”. Disoccupazione: problema “arcaico”, (diremmo quasi, non senza ironia, ancestrale), di cui si aspetta, per l’appunto da tempo immemore, la soluzione”.
(Sutta Scupa)
L’associazione Sutta Scupa nasce dall’incontro di Giuseppe Massa (1978) e Giuseppe Provinzano (1982). Giuseppe Massa lavora come attore dal 1997, prima con il regista palermitano Claudio Collovà e quindi con Antonio Latella (Querelle, 2002 e Bestia da stile, 2004), e con Matteo Bavera (La gatta di pezza di Franco Scaldati, 2006). Giuseppe Provinzano si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Biondo Stabile di Palermo nel 2003 e partecipa successivamente a laboratori tenuti da Antonio Latella, Yuri Kordonskij, Marco Baliani e Emma Dante. Come attore ha lavorato nel Candelaio di Luca Ronconi (2001), nel Fiore del dolore di Pietro Carriglio e in Questa sera si recita a soggetto di Massimo Castri (2003).

lun 2 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
Kinkaleri
THE HUNGRY MARCH SHOW // BETWEEN A CARROT AND I
danza
Progetto e produzione Kinkaleri
Con Matteo Bambi, Marco Mazzoni

Nella tradizione di esso (1999), Due anzi una macchina (2002), SERIEb (2003-04), The hungry march show continua il percorso di ricerca attraverso l’improvvisazione; il progetto si sviluppa nell’elaborazione linguistica sempre in divenire, determinato dalla scelta di sottotitoli ogni volta diversi che fungono da traccia narrativa.
Il tentativo è quello di riappropriarsi del senso del fare trasformandolo in elaborazione immaginifica per esaltarne il furore e la propria potenza evocativa. Ancora un percorso a due dove le soggettività dei singoli entrano prepotentemente nella rappresentazione e dove l’esperienza diviene soggetto della rappresentazione stessa, un luogo dove le storie vengono narrate; narrazione come cronaca, descrizione, relazione, esposizione, resoconto, romanzo. “Lo spettacolo non ha bisogno di contesti chiari o storiografici, mi infurio quando cercano di spiegarmi il contrario, nessuno lo sa e non è certo male non saperlo, è una delle poche cose intrise di mistero dove meno riconosci e più percepisci.”

mart 3 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Malebolge
TUMORE , UNO SPETTACOLO DESOLATO
Prima Nazionale
Scritto e diretto da Lucia Calamaro
Con: Monica Mariotti e Benedetta Cesqui
Co-procuzione del Rialto Sant’Ambrogio, Roma

A Virginie Larre, storica dell’arte, brillante, bevitrice, imbranata e molto comica amica mia, questo requiem.
Se la malattia non fosse intervenuta, nella stagione 2006-2007 Virginie sarebbe stata a Roma come borsista a Villa Medici.
Ma é successo.
Allora a Roma, ci sarà di lei solo questo mio ricordo.
E mi piace credere che mentre qualcuno lo vede, mentre sarà in scena, l’ombra in cui lei adesso si muove, sarà forse un po’ meno fitta, sfiorata dall’eco di questo fare.

merc 4 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Giovanna Velardi
PUPIDDA OU L’EXIL
danza
Coreografia e interpretazione Giovanna Velardi
Regia di Nicolas Slawny

Linguaggio coreografico e teatralità, Pupidda traccia il percorso iniziatico di una donna in esilio.
Una giovane ragazza dopo un tragico episodio familiare parte dalla sua isola e scopre il mondo . Guarda al s passato e alla cultura che la richiamano.
Una identità fatta di gioia e violenza. Pupidda evoca la bambola di zucchero che si offre in sicilia durante la festa dei morti.
Pupidda ugualmente richiama la festa sacra di Priapo dove si celebrava la fecondità; Processioni di streghe che scacciano gli spiriti maligni muniti di un bastone di legno, il «Fallo». Mangiare la bambola di zucchero , rito cannibalesco, permette di trovare una nuova energia. Tutta la potenza dell’infanzia nella sua fase orale e fallica , fase della scoperta del mondo attraverso il corpo; stimolazione dei sensi, piacere degli organi, bocca, sesso. Nutrito da queste evocazioni Pupidda trova questa energia di vita del corpo e dello spirito, questa pulsione vitale.

merc 4 e giov 5 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Katzenmacher
TREMENDO/MERAVIGLIOSO
ideazione e regia di Alfonso Santagata
Studio

La resa della realtà attraverso la scrittura di scena di un linguaggio che esprime l’energia del corpo e il suo pensiero è negli ultimi tempi applicata ad una sorta di ‘saga del male’, tutta giocata tra le pieghe di un contemporaneo, spettacolarizzato, a tratti grottesco, senza più limitazioni morali, in una serie di intrecci in cui sono contemporaneamente presenti paradosso, cinismo, dramma e ironia; dove il male si presenta in forme sempre più subdole: ridicoli mostri drogati dal sogno del denaro, che vendono tutto il possibile e l’impossibile dall’aria a cimiteri sottomarini, sogni che precipitano nell’incubo; prigionieri illusi, gaudenti che hanno seppellito la passione e l’amore, schiavi dell’apparire. Un male senza più forma, irriconoscibile e perduto, che allibisce, senza scandalizzare.
A partire da autori quali Montesano, De Silva, Balestrini, Ferrandini, De Luca ed altri il mio nuovo progetto è di rendere in scrittura scenica questo agitato panorama di sensi e relazioni, non in chiave di commedia umana ma nel tentativo di scoprire il brulicante formicaio di questa sorta di avanspettacolo post-moderno; come opera buffa e dramma messi insieme. Alfonso Santagata
Da questa idea Alfonso Santagata modellerà lo spettacolo che debutterà a Castiglioncello con la compagnia e con i partecipanti al laboratorio da lui tenuto a Armunia.

merc 4 giov 5 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
ECCE ROBOT
Prima Nazionale
cronaca di un’invasione
di e con Daniele Timpano
ispirato liberamente all’opera di Go Nagai
musiche originali di Michela Gentili e Natale Romolo
eseguite da Michela Gentili, Francesca La Scala e Valentina Cannizzaro
ispirate liberamente all’originale colonna sonora di Michiaki Watanabe

Un attore ricostruisce la trama di un vecchio cartone animato giapponese. Ispirato liberamente all’opera di Go Nagai (Goldrake, Jeeg Robot, Space Robot, Jet Robot, Il Grande Mazinga, Mazinga Z etcetera) lo spettacolo ripercorre per frammenti l’immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla TV nell’Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse, dell’ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni. Una partitura costruita a partire da ritmi, motivi e singole note delle colonne sonore originali (di Michiaki Watanabe) accompagna musicalmente la parola ed il gesto dell’attore.
Tra resoconto delle trame dei singoli episodi dei cartoni giapponesi (con particolare attenzione per la sceneggiatura di Mazinga Z) e ricostruzione storica di un’invasione (quella dei serial nipponici nei palinsesti pubblici e privati, ma anche quella della televisione dentro le nostre teste), lo spettacolo è il divertito ed autocritico racconto di una generazione che, ignara di vivere negli anni di piombo, cresceva tra robot d’acciaio.

merc 4 ore 21 e giov 5 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Cantieri Teatrali Koreja
IL CALAPRANZI
A chi toccherà stasera?
di Harold Pinter traduzione di Alessandra Serra regia di Salvatore Tramacere con Angela De Gaetano, Maria Rosaria Ponzetta, Fabrizio Pugliese, Fabrizio Saccomanno scene, luci e suono di Lucio Diana e Salvatore Tramacere realizzazione scene di Mario Daniele
“The dumb waiter” , ovvero “Il Calapranzi”, scritto da A. Pinter nel 1957, fa parte della prima stagione drammaturgica dell’autore, dove quasi tutte le opere sono metafora di un solo meccanismo, quello della violenza: violenza sotterranea, quasi impalpabile, ma che manifesta con scatti improvvisi tutta la sua furia oppressiva. Attraverso l’utilizzo di linguaggi periferici e invenzioni sceniche, ci si misura con un testo che ben si adatta alla nostra contemporaneità inquieta, spiata, telecomandata a tal punto da insidiare e minacciare l’individuo stesso. Nella messa in scena il pubblico viene chiamato ad una partecipazione voyeristica, complice un meccanismo spaziale che guida e manipola la visione dello spettatore. Attraverso soluzioni tecnologiche e punti prospettici particolari, la percezione sia sonora che visiva dello spettatore lo porta a divenire complice pienamente partecipe del dramma, protagonista involontario di ciò che è chiamato a guardare: coinvolto e forse colpevole.

merc 4 – lun 9 luglio ore 22 al pozzo- castello pasquini
Théâtre de L’Arc-en-Terre (Francia)
STORIA DEI PALADINI DI FRANCIA
lettura ad episodi
Prima Nazionale
Autore anonimo, regia e interpretazione Massimo Schuster
Anni fa, in tournée a Palermo, andai a trovare il mio amico Mimmo Cuticchio in quel suo laboratorio di via Bara che è una specie di caverna di Alì Babà zeppa di paladini, donzelle, grifoni, giganti e infedeli vari. Mimmo già ben conosceva il mio amore per il teatro dei pupi e per il cuntu, che di quel teatro fu il genitore. La sera cenai a casa sua. Dopo cena, mentre bevevamo uno di quei buoni caffé che si bevono in Sicilia gustandoci un cannolo, Mimmo mi regalò un libro, intitolato Storia dei paladini di Francia, che aveva sì una bella copertina blu carta da zucchero con in mezzo l’immagine di un paladino che uccide un drago, ma non portava nome d’autore né anno di stampa. La sera stessa, nella mia camera d’albergo, mi misi a leggere ed è solo dopo varie ore, crollando ormai dal sonno come le mura di Trebisonda erano crollate sotto gli attacchi di Orlando, Rinaldo e compagni, che mi diedi per vinto. È che quel testo era una meraviglia. Un capolavoro. Una leccornia. Una chicca. Una bigné con la crema. Da allora io quel libro me lo sono letto e riletto più volte. E poi un giorno mi sono detto che tutto quell’amore che sentivo per quelle frasi strampalate e per quelle sfilze di nomi astrusi volevo spartirlo con altri, con un pubblico. È quel giorno che è nato questo spettacolo.

ven 6 ore 23 e sab 7 luglio ore 19,30 castello pasquini castiglioncello
RICCARDO III
o del Potere
di e con Oscar de Summa
II potere logora chi non ce l’ha. Giulio Andreotti
Prima Nazionale

Riccardo non è niente in sé, e proprio per questo può diventare tutto.
Si adatta alle forme, cambia aspetto e modi, per essere esattamente ciò che serve, ciò che è necessario per conquistare e mantenere il potere. Per il Re il potere è una cosa che si può prendere in mano e mettere sulla testa.
“Intarsiata dai maestri orafi d’Inghilterra, con le pietre più preziose mai conosciute…”, la corona è un oggetto di passione. Ed essa lo attrae, lo ammalia, lo fa procedere come colui che non vede e non vuole altro. Riccardo III è schiavo della Cosa e da schiavo innesca l’inquietante meccanismo della storia, convinto di poterlo governare fino alla fine. Ma c’è qualcosa che blocca gli ingranaggi del meccanico movimento che fa avanzare il Re, perché questo povero buffone risoluto a divenir scellerato, non ha fatto i conti con le parole oracolari della sua coscienza, che si rivela in sogno a predirgli la fine. Pur essendo sicuro di averla estirpata, essa, come una fenice, risorge sempre di nuovo per ricordargli la sua miserabile condizione, il suo buio esistenziale.

ven 6 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Malasemenza
I CAN’T GET NO SATISFACTION
da Ricordi dal sottosuolo di Fedor M. Dostoevskij
con Claudio Alfaroli, Francesco Cortoni, Silvia Garbuggino, Marco Sanna, Francesca Ventriglia.
regia di Gaetano Ventriglia

Se il mondo mi ripugna, con le sue leggi, comprese quelle oggettive, quelle cosmiche; se gli uomini mi fanno schifo, con le loro idee utilitaristiche e la ricerca di un benessere squallido, io mi rifugio quaggiù nel mio cantuccio.
Questo dice l’ ”eroe” di questi ricordi. Forse ancora non sa di essere un comico.
Nel sottosuolo posso riaffermare la mia libertà, l’indipendenza del mio volere, la mia irriducibilità al “due più due quattro”.Piccol
Ma lui sa benissimo, e noi lo vediamo con lui, che il sottosuolo è il luogo del risentimento, dell’inerzia, della malattia che si nutre compiaciuta di se stessa. Una trappola tutta mentale. Ho un’intelligenza superiore, un’anima che sa capire la bellezza, faccio schifo, sono meno di un insetto etc etc : ora sa di essere un comico, anche se di cattivo gusto. A tutti i personaggi di Dostoevskij è data un’altra possibilità, la possibilità di una crisi (che è l’opposto dell’autocommiserazione) e di un passaggio, ma bisogna accettare l’intera esperienza umana, l’enorme fardello dell’amore. Alcuni di loro ce la fanno, altri no. Qui l’altra possibilità è Liza, una prostituta sperduta arrivata a Pietroburgo da una sperduta cittadina dell’immensa provincia. Lei capisce tutto, sa amare, porta la crisi, porta la spada. Il nostro “eroe” la umilia e resta nel sottosuolo, invischiato da se stesso e dal misterioso servo Apollon, con la sua potenza oscura e indecifrabile.
L’ “eroe” dei ricordi non ce la fa; ma Dostoevskij ha già un’altra storia dentro di sè, che di lì a poco racconterà a tutti : la storia di Raskolnikov e di una prostituta, Sonja. “Voi certo, signori, pensate che io voglia fa

Ufficio_stampa

2007-06-07T00:00:00




Scrivi un commento