La banalità del porno

XXX della Fura dels Baus

Pubblicato il 01/03/2009 / di / ateatro n. 050

Il titolo dello spettacolo, visto al Teatro Smeraldo di Milano domenica 23 febbraio, riflette esattamente quello che mette in scena: pornografia. Se lo scopo della performance era quello di portare nel teatro “colto” le immagini della “bassa” cultura porno l’intento è riuscito ma se l’intenzione era quella di scioccare, provocare o attualizzare i temi del marchese De Sade il risultato è in gran parte deludente.

Nudo integrale, sesso esplicito, scopate amplificate da riprese video di cazzo/fica/culo in primissimo piano, eiaculazioni e coinvolgimento erotico di volontari presi dal pubblico (come in ogni spettacolo hard core che si rispetti) sono gli ingredienti di questo spettacolo della Fura dels Baus. Il tutto montato sulla falsa riga di una “educazione della giovinetta” di sadiana memoria che diventa il “casting” di un loro spettacolo.
Peccato che manchi la profondità delle riflessioni del marchese che riportate ai giorni nostri, e ambientate in un domestico studio di ripresa video, diventano poco più che provocazioni da TV spazzatura.

Uno spettacolo che ha poco da dire a chi si è tolto lo sfizio e la curiosità del porno (magari da ragazzino), ma di sicuro impatto per chi non ha mai voluto guardare quelle immagini esplicite, o provato a navigare tra la miriade di siti porno che offre la rete: provare la “vertigine” dell’immaginario espresso dalla pornografia. Ed è proprio questo il punto debole dello spettacolo. Infatti assume tutti gli stereotipi di quell’immaginario (sostanzialmente maschilista) senza segnalarne i limiti e gli inganni e nemmeno le recenti evoluzioni liberatorie. Per esempio non si accenna nemmeno lontanamente alla teoria del transgender.
E che dire della banalità dell’uso del video? Usato sostanzialmente come in qualsiasi ripresa porno non si prova quasi mai ad elaborare un uso della macchina da presa che “giochi” creativamente sul rapporto possibile tra corpo, immagine e sessualità, o tra immagine ed eccitazione; ma viene spesso usata come trucco mescolando immagini registrate alla ripresa dal vero: un vero peccato.
Insomma se avete voglia di vedere un normalissimo spettacolo hardcore con alcuni spunti “artistici” potete andare tranquilli. Ma se volevate capire qualcosa di più sul funzionamento del vostro immaginario erotico (magari anche scandalizzandovi) o dei suoi possibili rapporti economico/sociali o dei suoi recenti sviluppi liberatori (oltre i generi sessuali, e non parlo dell’omosessualità) … allora è meglio lasciar perdere: in fondo si tratta “solo” di un buon tradizionale porno show.

6 marzo 2003

Giacomo_Verde




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