teatro@mediterraneo “Mubarak sembra morto”, ovvero L’importanza di essere arabo

Per ragionare sulla questione egiziana a partire dal testo di Ahmed El Attar

Pubblicato il 27/02/2011 / di and / ateatro n. #BP2011 , 132

Nel quadro del festival organizzato da Outis nello scorso settembre, il 22 e 23 per la precisione, al Teatro Studio-Piccolo Teatro di Milano, per un pubblico non troppo numeroso, ma sorpreso e incuriosito, Ahmed El Attar presentava il suo On the Importance of Being an Arab, una performance teatrale multimediale realizzata con la Temple Independent Theater Company del Cairo.
E’ un monologo complesso, in cui un materiale verbale fluviale e informale si intreccia con il video (l’interprete – lo stesso El Attar – “doppia” le immagini di vita quotidiana proiettate), evocando episodi precisi della vita dell’autore. Punto di partenza del testo è la registrazione di (vere) telefonate, e l’informalità della conversazione in un flusso continuo (senza alternanza delle due voci o ricerca di personaggi), è uno degli elementi di interesse – stilistico e drammaturgico – del testo.
Nella prima scena, El Attar parla con un amico, l’artista visivo Hassan Khan, della visita di Obama al Cairo del giugno 2010; altre due conversazioni – e altri due “video-capitoli” dello spettacolo – riguardano la malattia del padre (quindi il rapporto padre-figlio) e i documenti di identità che la fidanzata deve ottenere. Ma oltre alla forma che vuole, secondo le note di regia, “creare aspettative da parte del pubblico, senza soddisfarle in pieno” (il copione non indulge infatti al racconto e mantiene un andamento frammentario), sono i temi trattati che acquistano ancora maggior interesse oggi, alla luce delle vicende egiziane.
Con l’indeterminatezza e la franchezza della conversazione privata, il testo getta un po’ di luce su una situazione di cui in pochi, e poco, in Italia e in Occidente ci si è occupati: il punto di vista sul discorso di Obama è spiazzante rispetto al nostro diffuso apprezzamento del presidente americano (condivisibile, ma privo di sfumature).
Anche chi opera in ambito culturale ha infatti spesso o quasi sempre avuto fino ad oggi – se pure involontariamente – un punto di vista post-coloniale su questi paesi (quando non di “scontro di civiltà”), che rende difficile capire una situazione di oppressione inaccettabile in cui è cresciuta –indipendentemente da come si evolverà – una società civile matura, complessa e animata da una dirompente energia.
Un altro elemento di interesse deriva dai modi di produzione e dalla dinamicità che rivelano.
Ahmed El Attar è autore, attore, regista, ma anche infaticabile animatore culturale: di grande interesse è stata la sua relazione sui rapporti culturali fra Mediterraneo e Europa e proprio sulla situazione del Cairo al convegno internazionale organizzato da Fondazione Cariplo e associazione Etre a Milano nel marzo 2010). Il centro che ha inaugurato nel febbraio 2005, lo Studio Emad Eddin, è un progetto unico nel mondo arabo nel campo delle performing arts: uno spazio per prove, formazione e residenze, messo a disposizione di compagnie indipendenti, egiziane e in generale arabe, e di progetti internazionali, lo scopo è infatti anche quello di promuovere contatti e collegamenti fra artisti della regione e stranieri.
Gli artisti della Temple Company del Cairo, nell’agosto del 2008, hanno vissuto a Marsiglia per lavorare su questa performance con contributo di “La Friche Belle de Mai” e del “Roberto Cimetta Mobility Fund”. Un’azione preparatoria è stata un laboratorio sulla luce organizzato presso lo stesso Studio Emad Eddin Foundation. La produzione infine è stata possibili grazie a 9th Sharjah Biennal (United Arab Emirates) & Orient productions (Egypt) con il supporto di Dramatiska Institute/SIDA – Tamasi group (Sweden).
(Mimma Gallina)

On the Importance of being an Arab
Tape 1 Hassan Track 15

Hey come va?
Tu! Che mi dici?
Obama è al Qubba Palace.
Abbiamo veramente segnato un punto storico!
Sì… Il mondo intero ci sta guardando, pieno d’affetto e di sostegno.
E ci ammirano per il nostro ruolo strategico nel mondo arabo, anzi, del nostro ruolo chiave nel mondo intero.
L’inizio della civiltà e 7000 anni di storia, Hassan… 7000 anni.
Tut Ankh Amon…
No, è Samir Ragab, il giornalista del quotidiano repubblicano.
Vuoi dire quel leccaculo della Tele
e dei giornali?
Di quei tipi la televisione è piena.
Non c’è niente da fare. È Ahmed Samir.
Veramente squallido quel tipo.
Sì, il tipo del cappello bianco.
Sì, è proprio Ahmed Samir… credo,
ma non sono sicuro.
A proposito, Mubarak sembra morto.
Sembra un cadavere.
Non sto scherzando, sembra proprio un cadavere.
Obama sembra un ragazzino vicino a lui.
Così giovane e pieno di vita, vicino… a una mummia.
È veramente orribile.
Abbastanza assurdo.
Non capisco. Cosa stanno aspettando?
Probabilmente lo mummificheranno,
una volta morto e lo presenteranno al mondo.
Il primo Presidente mummificato al mondo.
Sembra morto. Te lo giuro,
sembra un cadavere
Probabilmente ha un burattinaio alle spalle.
E quando sarà finito lo butteranno in soffitta.
Ma seriamente, è quasi ridicola la parata che hanno fatto per Obama.
Hanno fatto una parata dall’aeroporto,
piena di macchine e cavalli a fargli da scorta.
No, Obama non andava a cavallo.
Sì, era su un cavallo come un cowboy.
No, era in macchina, ma c’era un plotone di guardie a cavallo che scortavano la macchina presidenziale.
È veramente da malati.
Siamo una nazione così malata.
Una vista schifosa, veramente.
Dove pensa di essere? A Camp David???
Neanche a Camp David avrebbero montato uno spettacolo così.
O pensa di aver vinto la Seconda Guerra Mondiale?
Che vada affanculo, veramente.
Non ha ancora fatto niente.
È così… No era dall’aeroporto al palazzo presidenziale.
C’erano 30 o 40 macchine blu a scortare la macchina presidenziale.
E dopo c’erano Obama e le sue 16.000 guardie.
E intorno 15 cavalli che facevano da scorta,
6 a destra, 6 a sinistra e 3 di fronte.
La parata li ha portati fino al palazzo Presidenziale.
Non so neanche dove diavolo sia il palazzo di Qubba.
È vicino a Heliopolis.
Sempre la stessa merda, continuamente.
Hanno detto di Obama e del Popolo islamico e ci abbiamo creduto come polli.
Obama in un momento diventa la cosa migliore del mondo, in assoluto.
È ovvio che ha le sue ambizioni politiche.
Si sta scoprendo che alla fine non gli interessa l’Egitto, né il mondo arabo, e ha deciso di colpo di cambiare la sua politica estera.
Non posso credere come possano diventare i “nativi” a volte.
Sì, è vero. È che il governo cerca di salvarsi.
Questa è la più grande leggittimazione di questo fottuto sistema maledetto.
Fanculo.
E improvvisamente, l’Università del Cairo diventa il centro dell’educazione, della cultura e dell’illuminazione.
Due anni fa, tutti questi criticavano l’Università perchè non era fra le prime 500 nel mondo.
Allora era un dilemma, ma ora…
Ho sentito che hanno messo a posto l’Università e pulito tutto intorno.
Dovremmo invitare Obama a visitare il resto del Cairo.
Sì, così dovrebbero pulire tutto.
Lo inviteremo nei sobborghi di Manshiet Nasser. Ah, quasi mi dimentico…
La signora Mubarak si è già occupata
del Manshiet Nasser e ne ha fatto il quartiere ideale!
Potrebbe andare a Sharabbeya.
Il Manshiet Nasser e il Boulak el Dakrour non sono gli unici due da mettere a posto.
C’è Darb el Ahmar, Bab el Shereya,
e la piazza di Attaba… che schifo…
Guarda, il meglio del meglio, ed è ancora merda.
Sì, Gabal e Akhdar o quell’altra zona.
Io conosco la piazza di Attaba, Bab el Shereya e Darb el Ahmar suck.
A proposito, il centro sarà
completamente deserto oggi.
Che fai oggi?
No, al contrario, oggi è un giorno
ideale per lavorare
Al lavoro, in un ufficio tranquillo.
Bè, mi sono stancato.
Voglio andare in Inghilterra e ricominciare da capo.
E vivere una nuova vita.
Voglio andare in Inghilterra, così posso diventare…
Voglio scrivere.
Devo scrivere i miei progetti su un pezzo di carta.

Chi c’è a casa tua così presto?
Ah, è il ragazzo del supermercato, che porta la spesa di ghee, zucchero e burro.
La mia creatività ha raggiunto un nuovo livello!
Vero?… Sono totalmente d’accordo.
È così… Dovrei lavorare.
Come commentatore alle visite del Presidente.
Sì. È la cosa più importante… Sì, naturalmente.
C’è un ragazzo Sudanese in TV proprio ora,
che sta facendo le sue previsioni sulla visita di Obama.
Si chiama Dr. Rabei…
Sì, quello che ci si aspetta dalla visita di Obama…
Obama è come un mago…
Sì, è come Babbo Natale.
L’uomo che migliorerà tutto, incurante dell’interesse americano e della politica estera.
Sì, sì… suo padre non è musulmano?
Quindi dovrebbe essere un po’ dalla nostra parte.
Sì, certo… Barak Hussein Obama.
Assolutamente.
Basta solo che vada a pregare
nella Moschea di El Azhar e tutto sarà perfetto.
Dopo diventerà un credente.
come quella scena di quel film arabo degli anni settanta, l’alba dell’Islam.
Vedi, questa è cultura… Questa è raffinatezza.
Seriamente, però… La lotteria al Centro d’Immagine Contemporanea era così…
Mi stancano tanto questi artisti con la loro presunzione.
Che si fottano loro e la loro arte.
Veramente siamo degli sfigati. Avremmo dovuto trovare un posto in banca.
È così stressante avere a che fare con loro.
Sono dei borghesi, è la cosa peggiore che è successa all’arte nei paesi del terzo mondo.
Quando l’arte diventa borghesia.
È uno schifo.
Hai visto Tarek Aboul Fotouh ieri?
E cosa ti ha detto?
Proprio… me ne sono accorto.
Il tipo che organizza la Biennale e tutta quella roba “importante”.
Veramente, che cazzo… Siamo veramente sfigati
Sarebbe stato meglio essere nati nel periodo
di Abbasid con Shahrayar e Shahrazad, e tutte quelle schiave sexy.
Gli artisti che erano vicini allo Stato.
nel periodo Islamico, al contrario di adesso, vivevano come Re.
Fino ad offendere il Sultano,
che era un tagliateste.
Ho chiuso con il lavoro.
Non viveva a Londra?
Oh… Amr Khaled, il presentatore evangelista è un miliardario.
Voglio dire, ha una casa di produzione a Londra,
ed è il proprietario del suo programma.
È un tipo furbo.
Ha capito come funzionano le cose.
La storia della TV evangelista è tutta roba Americana.
A proposito, ci sono un sacco di analogie.
fra gli egiziani e gli americani… Sì, il documentario Jesus Camp.
Abbastanza inquietante.
Sì… È spaventoso.
Veramente spaventoso… Questa tendenza religiosa arretrata.
In realtá siamo una società di destra.
Voglio dire, ne hanno parlato sui giornali per qualche mese dell’idea
delle esecuzioni in piazza.
Parlo sul serio.
Ma non hanno visto mai un film.
o letto un libro di storia?
Non hanno visto le torture e i massacri del medioevo nei film di Hollywood?
La testa se ne va e la folla incomincia a gridare ancora più forte.
È completamente da barbari.
Ma questo non fa paura alla gente.
Al contrario, aumenta la tendenza alla violenza.
che vediamo nella nostra società.
Specialmente con la tendenza alla violenza, che vediamo nella nostra società.
Ha quasi raggiunto il limite.
Un uomo potrebbe uccidere sei persone su un autobus per avere un pezzo di pane.
È così. Devi essere prudente.
Ho smesso di litigare con i tassisti.
Solo nel caso in cui un tassista,
prima di tornare a casa da sua moglie, decida di tirare fuori il suo fucile AK-47 e mi spari!
Dimenticare… che bello.
Veramente, ho voglia di scrivere.
Arriverà… Non so cosa, ma arriverà.
Oh e naturalmente voglio mettere in scena.
Un musical con qualche attore egiziano super famoso.
Che dici della Carmen?
Con l’attrice Samah Anwar.
Sì, credo… No, non l’attrice Simone… Sì!
Senti, Isabelle mi sta chiamando dalla Francia. Ti chiamo dopo. Ciao.

Sí, Padre, buongiorno
Cosa fai?
Dove sei?
Ti ha chiamato il padre di Nevine?
Ho bisogno di parlarti…
Adesso non posso, devo andare
a ritirare la carta d’identità.
E poi devo tornare a sistemare alcune cose in casa.
E ho bisogno di soldi
Pronto?
Ti stavo dicendo che ho bisogno
di una parte dei soldi che mi devi.
Ho bisogno di parlarti
Cosa fai domani?
Perchè non passi a prendermi in ufficio dopo la banca?
O possiamo vederci nel mio appartamento,
se preferisci.
Papà, devo fare un milione di cose prima del matrimonio.
Mancano solo quattro giorni e ho bisogno di vederti.
No, ci metterei una vita a passare dal Club.
Fa veramente caldo, perché non vieni tu?
Vieni a casa.
In ogni caso, domani passerai dalla banca, in centro.
Sarai a pochi minuti sia da casa che dal mio ufficio.
Va bene, non venire in ufficio se non vuoi.
Vieni a casa.
Perchè non vuoi venire a casa?
Perchè non te la senti?
Non capisco.
Con te è sempre lo stesso.
Non c’è mai…
Ti sto forzando a fare cosa, esattamente?
Ma comunque domani sarai in centro!
Che documenti?
Il contabile non li ha visti.
Li ha fotocopiati, li messi in una busta e me li ha inviati a Londra.
Non ha visto niente e non sa niente.
Quale riciclaggio sporco?
Non ha visto niente e non sa nemmeno l’inglese.
Solo perchè qualcuno ti ha detto -non so cosa- così adesso sono responsabile?
Papà, anche la gente che ti sta attorno ha le sue necessità, forse a volte puoi prenderlo in cosiderazione.
Non mi sposo tutti i giorni.
Hai deciso di stare – dove?
Volevi andare via?
Non starai andando via per colpa mia!!!
Non capisco.
Ci sono invitati che vengono dall’estero
e tu non vuoi venire?
Ha senso che tu rimanga.
No, non è solo una mia opinione.
Va bene Papà.
Il mio cammino! Quale cammino? Cosa vuoi dire?
Per tua informazione, ho risolto quella questione…
Pagherò soltanto la metà.
Ha senso, ma non lo sapevo.
Non lo sapevo.
Voglio dirti una cosa.
Non lo sapevo. Non lo sapevo. Ho reagito secondo quello che sapevo.
Mi sembra che mi abbia detto tu quelle cose.
Perchè tu hai esperienza.
Nevine me lo diceva fin dal principio ma io non ci credevo.
Me lo ha detto, non abbiamo fatto la festa di fidanzamento.
Così divideremo il costo del matrimonio.
Pensavo che dicesse così per far pagare suo padre.
Così ho detto di no.
Se avessi saputo che aveva ragione, avrei agito diversamente fin dal principio.
Ti voglio dire una cosa.
Non fa differenza se venga da te o da me.
Non fa differenza, non fa differenza.
Non fa differenza.
Ti giuro che non fa nessuna differenza.
Io posso dire che tu sei il padre.
Che sei felice che io mi sposi.
E che vuoi chiedere come vanno le cose.
Papà, non chiedi mai di me.
Come sei esattamente con me?
Non mi chiami mai per sapere come sto o cosa faccio.
E perchè non lo farai?
Ok, va bene.
È quello che ho fatto per anni.
Dovrei chiamare io perché sono tuo figlio.
Ma tu non mi chiami mai, né chiedi di me, anche se sono dall’altra parte del mondo.
E tu non sei obbligato a farlo
nemmeno una volta
Non capisco.
Come non è un problema?
Certo che è un problema.
Ogni persona ha situazioni particolari.
Il padre ha un ruolo da svolgere, come il figlio.
Ho quarant’anni e mi parli come se fossi un adolescente.
Sono un uomo adesso.
Ho già avuto una famiglia e adesso ne inizio un’altra.
La tua storia del “Io sono l’unico
che può parlare” non funziona più.
No papà, non è normale.
Non ha niente a che vedere con ciò che è normale.
La cosa normale è che la gente parli.
A volte un padre fa uno sforzo.
Mentre altre volte è il figlio a sforzarsi, e così via.
In alcuni casi, il padre deve fare uno sforzo e chiedere di suo figlio.
È ovvio che i figli devono chiamare i genitori
Ma in alcune circostanze il padre deve sforzarsi.
E così tu sei nella tua piena facoltà mentale,
non sei…
Non è un crimine, nessuno ha detto che è un crimine ma…
Ok, ma la cosa più importante adesso è che ho voglia di parlarti e organizzare le cose.
Dobbiamo vedere il matrimonio,
chi riceverà gli ospiti. Ci sono dettagli che devo essere sistemati.
Vorrei vedere i dettagli, così potremmo…
Sai quando arriva lo zio Ahmed?
Non viene?
Mi ha chiamato due giorni fa,
e mi ha detto che sarebbe venuto.
Mi ha detto che era andato a cena con un medico, amico suo, e che hanno parlato.
Puoi spiegarmi quali sono le tue condizioni di salute?
Fino ad ora non ho capito niente.
Che cos’hai?
Hai una cirrosi al fegato?
Quanto è grande la parte colpita?
Ok.
A parte questo, qual è la situazione?
Hai il cancro?
No, te lo sto chiedendo, hai il cancro?
Il cancro è una cellula che uccide le altre cellule.
Sì, sì, esattamente, sì.
C’è una grande differenza.
Sono due malattie diverse… Forse in sei mesi.
Qual è il trattamento per questa malattia?
Come la chemioterapia?
Voglio chiederti una cosa.
Come sai che non hai il cancro?
Un’altra cosa, cosa ha detto il dottore, qui in Egitto?
Non ti ha detto che è un cancro?
Glielo hai chiesto direttamente?
Ok, va bene.
Sì.
Cosa ha detto?
Bene e qual’è la soluzione, quindi?
Sì, lo so, il fegato pulisce il sangue.
Sei pronto per il trapianto?
Perché no?
A Ramadan Khater hanno fatto la stessa operazione 8 mesi fa.
Sì, il fegato si rigenera.
Il dottore che ha operato Ramadan ha preso un pezzo di fegato da un’altra persona.
Ha detto che, più o meno in un anno,
il fegato torna alle sue dimensioni normali.
Ok.
Non capisco esattamente cosa dice il dottore.
Ti ha detto che la malattia continuerà.
Quanto tempo? cinque anni? di più?
Per prendere precauzioni per la cura,
o per cosa esattamente?
Il tuo stato d’animo, Vorrei che tu…
Stare tutto solo non è la soluzione,
per sollevare il tuo stato d’animo.
Ti dirò una cosa.
Alla tua età dovresti goderti la vita.
Non ti dovresti isolare dal mondo per migliorare il tuo stato d’animo.
Dovresti essere felice e non preoccuparti.
La soluzione per sollevare il tuo stato d’animo non è mettere le preoccupazioni da parte, ma eliminarle completamente.
Ok, va bene.
Devo andare a ritirare la carta d’identità.
Sì, ho una conoscenza.
Normalmete ci vogliono tre giorni.
Ma conosco una persona e l’avrò in 24 ore.
Devo andare prima che chiudano.
Ok, ti chiamerò.
Ti chiamo quando torno.

Ciao…
Sto sistemando l’appartamento con Farag e poi andrò a incaricare il buffet.
Sì… Era veramente pieno di gente.
Era un caos, un disastro.
Te lo giuro, era assurdo.
Prima sono andato a salutare l’ufficiale di polizia, che lì è il capo.
Mi ha mandato quel tipo, Fathy, per fare le carte.
E gli ha detto di venire con me.
Così sono andato con Fathy, prima al piano di sotto, dove un agente ci ha detto
che il generale Anwar, con cui aveva parlato prima, aveva dato ordini di fare tutte le carte d’identità nel palazzo di fianco.
Così siamo tornati un’altra volta di sopra, dove Fathy mi ha mandato all’altro palazzo con un fattorino, che dicesse al funzionario
che venivo da parte del generale Anwar.
Mm… sì, così sono andato lì con il fattorino… è stato un attimo.
Che situazione… avresti dovuto vedere la gente… Onestamente io…
È l’ultima volta che faccio una cosa simile.

Mi vergogno proprio.
Avresti dovuto vedere la gente lì…
Alcuni erano invalidi…
c’erano donne anziane… donne che piangevano… che scena…
C’erano centinaia di persone,
probabilmente che aspettavano in fila da 3 o 4 ore.
Sono entrato dentro, mi sono seduto
di fronte al funzionario per 10 minuti di orologio, mi ha dato la ricevuta e tutto era fatto.
Cosa è successo dopo?!!
Così ho preso la ricevuta…?!!
In che senso mi ha aiutato…?!!
Se avessi seguito la normale routine, probabilmente avrei finito a mezzanotte
Senza tener conto dello stress
e dell’umiliazione
Sì… Così i miei documenti sono praticamente pronti.
In teoria dopo tre giorni, così dice la ricevuta… Adesso dovrei chiamare Ashmawy…
E andare domani alla polizia.
dal suo amico funzionario, Ihab.
Pronto, ci sei? Sì le carte sono state verificate e dovrebbero essere a posto.
Gli ho detto che ne ho bisogno urgentemente.
Mi ha detto che molto probabilmente la cosa sará veloce.
Così aspettiamo… abbiamo due possibilità, adesso.
Sicuro, per oggi non c’è modo di averla.
Non me l’ha detto.
Mi ha detto un paio di giorni.
Nevine, non posso gestire questa cosa adesso.
Ascolta… Nevine… Non lo so.
Prima devo chiamare qeul dannato avvocato per sapere quando quel cazzo di Seicco
ha bisogno della mia carta d’identità per il matrimonio.
Mi ha detto che ha sistemato la cosa
con lo Sceicco, e che gli possiamo dare la carta d’identità domani o martedì.
Adesso chiamo l’avvocato.
Così la cosa è risolta.

Sì, mi senti?… Gli ho spiegato tutto.
Sì, gliel’ho detto.
Lo Sceicco ha bisogno della carta d’identità
tre giorni prima.
Te l’ho detto, ha detto domani o dopodomani.
Potrei fare un salto domani.
a vedere com’è la situazione.
Potrei andare da questo Ihab e vedere come vanno le cose.
In futuro sarà più facile avere il documento in questo modo.
Non puoi immaginarti la situazione.
Devi solo affrontarlo… Tu sai come gestire queste cose.

Ti ho chiamata, ma non hai risposto…
No, tu mi hai chiamato adesso.
Io ti ho chiamata un’ora fa.
No, no… no…
Non mi hai chiamato subito dopo che ti ho chiamata io.
In ogni caso, potrei andare domani mattina, nel pomeriggio o fra un paio di giorni.
E vado a ritirare la carta d’identità,
miracolo…
C’erano almeno 2000 persone lì, aspettando da 4 ore, per avere i loro documenti.
Sembrava quasi una rivolta. Tutte quelle persone a prendere d’assalto gli uffici per avere i documenti.
Quasi rimaniamo lì!
Non potevamo uscire.
E il funzionario che controllava
gridava alla gente.
C’erano migliaia di persone.
C’era una ragazza che piangeva,
una donna che urlava e un altro ragazzo che faceva non so cosa. Era veramente assurdo, stressante e si moriva di caldo.

Gli impiegati avevano pile di documenti e moduli di fronte a loro.
La mia è stata messa in cima alla prima pila.
L’impiegato ha sbrigato la mia pratica subito dopo aver finito quella di una donna.
Sì, ha tolto la parola divorzio
dal vecchio documento, ma il numero di carta d’identità rimane lo stesso.
Ha solamente cambiato lo stato civile.
Nevine, potrei venire domani mattina…
Non ci sono problemi, solo che oggi non posso tornare.
Chi…?
Chiamerò l’avvocato e vedremo come fare.
Non ti preoccupare, sistemerò tutto oggi…
Ok
Sì… Non ti preoccupare me ne occupo io.
Non ti preoccupare, si sistemerà tutto.
Nevine, per favore… Adesso non posso.
Va bene, vestiti e vieni.
Ok.
Va bene… Ciao.

(traduzioni di Simone Alberto Bearzi per le parti dall’inglese, e Akram Idries per quelle dall’arabo)

Mimma_Gallina_e_Ahmed_El_Attar

2011-06-02T00:00:00




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