SPECIALE ELEZIONI La cultura e lo spettacolo nel futuro delle nostre città

Un'inchiesta di www.ateatro.it

Pubblicato il 16/04/2011 / di / ateatro n. 134

Il 15 e 16 giugno si terranno le prossime elezioni amministrative, che interessano diverse città importanti. Per l’’occasione, www.ateatro.it sta conducendo un’’inchiesta per valutare lo spazio che le diverse forze politiche dedicano alla cultura e in particolare al teatro.
In passato, soprattutto in occasione delle elezioni politiche del 2006 e del 2008, www.ateatro.it aveva già condotto una ricerca analoga. Può essere signficativo notare che nella campagna elettorale del 2006 la cultura aveva avuto un ruolo significativo nei programmi elettorali dei partiti e delle coalizioni, mentre due anni dopo la parola “cultura” pareva quasi diventata tabù: forse non è un caso che dopo il voto del 2008 (che di fatto ha segnato anche la bocciatura del “modello Veltroni” a Roma) siano arrivati lo sciagurato ministero Bondi, le dichiarazioni di Brunetta e Tremonti sugli intellettuali e sulla “cultura che non dà da mangiare” e i conseguenti tagli al settore.
Nella nostra mini-inchiesta, non possiamo avere ambizioni di completezza: abbiamo dunque cercato di concentrarci su alcune realtà significative, restando aperti ad altri contributi.
A un primo sguardo, i nodi sono numerosi e spesso legati alla specificità delle diverse situazioni. Al di là dell’ovvia difficoltà a gestire una generalizzata diminuzione di risorse, ci sono anche temi di carattere generale. In questo scenario, emergono diversi modelli, che semplificando possiamo esemplificare da un lato con il “metodo Pisapia”, che parte dall’ascolto delle diverse realtà presenti sul territorio e delle loro esigenze e proposte, e dunque dal tentativo di attivare e rilanciare energie e progetti presenti a livello locale; dall’altro con progetti come “Ravenna capitale europea della cultura 2019”, ovvero un modello che punta al grande evento di portata internazionale, in grado di caratterizzare e rilanciare la città (non va peraltro dimenticato che Milano ha sostenuto con un forte impegno finaziario un festival come MITO, e si sta preparando all’’Expo 2015 – che per ora è più un problema immbiliare che un progetto culturale).

LE CITTA’
Milano: il “metodo Pisapia” e le “cose fatte” della Moratti
Torino: Piero contro Michele
Ravenna: Capitale della Cultura 2019?
Cosenza: la differenza tra destra e sinistra
Napoli: (soprav)vivere di cultura?
Bologna: come rilanciare il “marchio Bologna”?
Trieste: marketing territoriale o ambizioni da capitale della cultura?
Cagliari: Massimo contro Massimo
Reggio Calabria: investimenti o fare sistema
Catanzaro: il più giovane candidato sindaco di un capoluogo di provincia
Siena: una capitale per Rozzi e Rinnovati

Redazione_ateatro

2011-04-16T00:00:00




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