Lo spettacolo made in Italy a Expo 2015? Le Cirque du Soleil!

Una lettera aperta al Ministro Dario Franceschini riaccende la polemica sulle progettualità culturali della manifestazione

Pubblicato il 24/11/2014 / di / ateatro n. 151

La notizia non è nuova, risale al febbraio 2014. A occupare il teatro dell’Expo con i loro spettacoli non saranno gli artisti italiani. Nella grande vetrina del 2015 non valorizzeremo il melodramma o la Commedia dell’Arte, e men che meno eccellenze milanesi come la Scala o il Piccolo Teatro. Non ci sarà spazio per il neorealismo o per i vecchi e nuovi Premi Oscar. Lo spettacolo-simbolo di Expo 2015 è stato appaltato al Cirque du Soleil, senza se e senza ma.
Inizialmente era una sorta di incarico esplorativo. All’epoca aveva protestato solo Roberto Bolle: “È giusto che siano gli artisti di casa nostra i protagonisti di questa vetrina mondiale così importante. La cultura italiana va valorizzata, noi artisti siamo pronti” (“La Stampa”, 4 aprile 2014). Per il resto, un silenzio assordante, ma non sorprendente. Un analogo silenzio da parte dell’intellettualità milanese aveva accompagnato la nomina a “delegata culturale” di Expo di una personalità assolutamente estranea alla cultura cittadina come Alessandra Borghese (l’incarico è stato tagliato con l’arrivo della giunta Pisapia).
Va tenuto presente che il Cirque du Soleil è stato scritturato da Expo spa, ma ci sono altri soggetti impegnati a dare spessore culturale a Expo 2015, che finora è andata in prima pagina quasi esclusivamente per le speculazioni immobiliari, le tangenti e le infiltrazioni mafiose.
Ci sono i padiglioni nazionali, che hanno un loro programma culturale (quello del Padiglione Italia è affidato a un manager culturale di lungo corso come Paolo Verri, che ha nel curriculum tra l’altro le Olimpiadi di Torino 2006 e la nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019).
Ci sono i progetti degli enti locali. Anche qui non sono mancate le polemiche. A fine agosto (e dunque fuori tempo massimo per qualunque seria iniziativa culturale) il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha arruolato Vittorio Sgarbi come “ambasciatore” della Regione per le belle arti, con lo slogan: “Vogliamo i bronzi di Riace” (i bronzi non arriveranno, e il sindaco Pisapia si è risentito dell’invasione di Maroni sul territorio comunale). Un’altra iniziativa “di prestigio” della Regione è stato il Terra & Acqua Tour di Davide van de Sfroos, che dal suo sito spiega: “Terra & Acqua, un viaggio per scoprire la Lombardia, le sue bellezze, le sue culture e le sue tradizioni. In ogni tappa organizzeremo la giornata in modo da far conoscere a tutti, ma davvero a tutti, l’Expo e dare l’occasione al territorio di mettersi in vetrina con le sue caratteristiche ed eccellenze. Tra queste eccellenze intendo anche quegli artisti ‘a chilometro zero’, che cantano della loro terra ma non sono super conosciuti”.
Dal canto suo, il Comune di Milano ha lanciato Expo in Città, “un servizio gratuito a supporto degli operatori che hanno interesse a svolgere un’iniziativa ma non sanno dove rivolgersi per trovare una sede appropriata”, con apposito tutorial per chi vuole proporre eventi: insomma, non ci sono soldi per i progetti, ma si offrono sedi e promozione/comunicazione a chi voglia esibirsi nei sei mesi del’esposizione universale, in un palinsesto ideato dall’Assessore Filippo Dal Corno e coordinato dal Piccolo Teatro. Il presupposto implicito è che la progettualità e l’offerta culturali cittadine siano già di per sé sufficienti a soddisfare le richieste dei 22 milioni di visitatori attesi nel prossimo anno. La dura realtà è che mancano i denari per sostenere progetti culturali e spettacolari di ampio respiro.
Molto critico nei confronti di Expo 2015 è stato Antonio Calbi, che ha lasciato dopo sette anni l’incarico di dirigente del settore spettacolo del Comune di Milano per assumere la direzione del Teatro di Roma. Nell’estate 2014, alla giornalista che gli faceva notare che “per ora l’unico evento teatrale ufficiale in programma è il Cirque du Soleil”, rispondeva: “Che banalità. E che peccato. Quello che ho visto in questi anni ha dell’incredibile: dossier cambiati, concept iniziale stravolto… Ce la caveremo, all’italiana, ma è un’occasione mancata. Quando vedo i pupazzoni di Dante Ferretti ispirati all’Arcimboldo, sbianco: adatti a una sagra di paese, non certo all’Expo di una capitale del design e dello stile” (“la Repubblica”, 26 agosto 2014).

STATUE EXPO DAYS

STATUE EXPO DAYS

Le polemiche si sono riaccese a fine ottobre, dopo l’annuncio del programma del Cirque du Soleil, che proprio in questi giorni era a Milano con un altro spettacolo, Quidam, e che ha già animato il padiglione canadese a Shanghai per l’Expo 2010 (insomma, i cinesi – che sono il grosso degli acquirenti dei biglietti di Expo 2015 – l’hanno già visto a casa loro…). Lo show AllaVita! si annuncia come “un importante progetto culturale ed educativo per l’Italia e per il mondo”, verrà rappresentato dal 6 maggio al 23 agosto 2015 nello spazio dell’Open Air Theater, che è in grado di accogliere 11 mila persone su prato e gradinate. Costo dell’operazione (si dice): sei milioni di euro per l’esclusiva.
Evidentemente da qualche parte i soldi si trovano…
Dell’appalto al Cirque du Soleil, evidentemente assai gradito dai grandi operatori turistici internazionali e dai direttori marketing, si inizia a discutere in rete, a partire dall’appello firmato da Piero Maccarinelli e postato tra l’altro su change.org. Lo proponiamo come occasione di riflessione e dibattito, in primo luogo al mondo culturale milanese.
(n.d.r.)

Al Ministro dei Beni e delle Attività culturali
On.le Dario Franceschini

E p.c.
Al Direttore Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale, dott.ssa Anna Maria Buzzi
Al Direttore Generale per lo Spettacolo dal vivo, dott. Salvatore Nastasi
Al Commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, dott. Giuseppe Sala
Al Direttore Generale Event Management EXPO 2015, dott. Piero Galli

Loro sedi

Illustre Signor Ministro,

Gent.li Sig.ri,

in relazione alla scelta di utilizzare Cirque Du Soleil “per rappresentare l’universalità del pubblico che visiterà Expo Milano 2015″, ci permettiamo di esprimere rammarico sull’opportunità di promuovere lo spettacolo dal vivo con un’organizzazione avente sede in Quebec, questo al fine di sollecitare il Ministero in una maggiore e più convinta opera di valorizzazione degli artisti italiani. Al di là del coinvolgimento di maestranze e artisti italiani, l’EXPO è da sempre considerata una rara occasione promozionale soprattutto per il paese organizzatore, in questo caso l’Italia che, sobbarcando i costi di questa organizzazione, dovrebbe essere il primo paese a trarne anche i benefici. Pertanto,

CONSIDERATO

che EXPO 2015 è l’occasione per fare dell’Italia una grande vetrina del suo patrimonio materiale e immateriale

che l’Italia è esempio nel mondo in quanto a eccellenze artistiche e discipline di spettacolo dal vivo, come il teatro, la musica, la lirica

con la presente i cittadini firmatari

CHIEDONO

di voler considerare come più utile un diretto coinvolgimento delle eccellenze italiane in luogo di artisti di altri paesi.

Fiduciosi in un favorevole accoglimento della presente, porgiamo

Distinti saluti.




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