E’ primavera! Fioriscono i bandi da ERT a Santarcangelo passando per Monza

con alcune domande a Emilia Romagna Teatro sul bando per la selezione del direttore

Pubblicato il 29/03/2016 / di / ateatro n. 158

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Il bando “per la presentazione di curricula per l’assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato del direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione” è il più recente, e il più atteso, ma sull’Italia teatrale è un temproale di inviti e call. Dopo il picco dell’inverno 2014 – collegato al decreto MiBACT del 1 luglio “nuovi criteri” che ha accelerato o favorito cambiamenti ai vertici di molte fra le principali organizzazioni teatrali – e qualche mese di calma, sembra arrivata una nuova stagione di bandi per la nomina di direttori artistici.
La frequenza dei bandi per l’affidamento in gestione di teatri e sale comunali invece è costante, anche se i termini degli affidamenti sono diversi. La variabile principale sono i contenuti economici: a fronte di comuni consapevoli della necessità di contribuire con una dote ai costi di gestione e alla qualità della programmazione (un po’ ovunque in Italia: fra gli ultimi – e molto chiari – quelli di Meano, in provincia di Trento, e quello di Gradisca, in provincia di Gorizia), non mancano quelli che ritengono che il teatro se la debba cavare da solo o addirittura che le strutture culturali debbano generare profitto a vantaggio delle amministrazioni.
Quella per i bandi è una passione recente e forse proprio per questo non priva di eccessi. E’ ancora poco regolamentata, anche se sempre più spesso viene prevista dagli statuti (recentemente riformati). ateatro.it si è spesso occupata di questa forma di selezione, anche nelle Buone Pratiche del Teatro, segnalando aspetti positivi e le criticità (fra le principali, la scarsa chiarezza dei fini, e dunque la scarsa chiarezza dei termini delle “messe a bando”, e la selezione dei selezionatori). Anche le modalità di selezione scelte di volta in volta sono diverse: solo su CV, CV e linee progettuali, CV e colloqui, CV e progetti triennali…
Ma i teatranti, soprattutto quelli più giovani, continuano ad amare i bandi e a concorrere entusiasti e speranzosi. Anche se inizia a emergere una certa diffidenza, accompagnata dal fastidio per il ricorso eccessivo a questo strumento. Quando il bando non è necessario (e spesso non lo è). la messa a bando sembra un alibi per non decidere o per dare maggiore credibilità a scelte già prese o (tuttora) non sempre di merito.
Tornando alla recente ondata di bandi, molti di essi riguardano l’attribuzione di incarichi professionali per la direzione di un teatro: dovrebbe essere un passo avanti verso programmazioni meno casuali. Un bando recente riguardava la direzione artistica del Teatro San Domenico di Crema e prevedeva la presentazione di curricula e di linee progettuali: la scelta è caduta su Francesco Ungaro, già direttore organizzativo del Centro Koreja di Lecce: cogliamo l’occasione per augurargli Buon Lavoro. Un altro teatro lombardo, il Manzoni di Monza, è in cerca di direttore: il Comune l’ha affidato in gestione (tramite bando), al Centro di Formazione “Scuola Paolo Borsa”, che ha emanato un “Avviso Pubblico per affidamento di incarico professionale di Direzione Artistica” con scadenza a fine gennaio. In questo caso si prevedeva solo la presentazione del curriculum e un colloquio con tutti gli idonei, senza alcuna scrematura. Nonostante l’incarico sia annuale – rinnovabile – e il compenso modesto – ma non in esclusiva – la città di Monza, con la vicinanza a Milano, il vasto bacino d’utenza, e uno spazio con due sale, il bando offre un’appetitosa opportunità professionale. Infatti il 24 marzo sono state pubblciate le liste, con 68 (sessantotto) candidati idonei e convocati. Una piccola folla, attratta anche dal carattere estremamente aperto del bando: nessun riferimento alla storia e a generi o tendenze che possa determinare una autoselezione a monte, fatti salvi i requisiti di esperienza nel campo e la formazione (laurea). Il Festival di Santarcangelo ha lanciato a fine marzo la sua “chiamata per proposte progettuali-direzione artistica” (il festival cercava anche altri ruoli entro il 27 marzo per l’edizione 2016). In questo caso non si cerca un direttore, ma una direzione, che subentri alla direttrice uscente, Silvia Bottiroli. Il criterio di selezione è un progetto triennale (2017/2019): come si legge nella call e si evince dalle dichiarazioni della presidente in occasione della presentazione, il progetto dovrà tener conto della storia e delle linee recenti del festival, in particolare il carattere di festival “di creazione”, internazionale, con attività annuale, e il rapporto con la collettività. La scadenza è il 16 maggio e la scelta è prevista per la fine dell’edizione 2016 del festival. Qualche anno fa il direttore del Festival di Santarcangelo era stato scelto sulla base di un bando internazionale, speriamo che questa volta vada meglio (ateatro.it ne aveva parlato a lungo).

Valenti

E’ certamente apprezzabile che l’ERT – che è Teatro Nazionale – utilizzi uno strumento trasparente come il bando per lanciare un’altra call internazionale (invece dello nomine politicamete pilotate dei CDA, o le opache “chiamate dirette” di una rosa di prescelti). E’ interessante anche la procedura adottata, piuttosto complessa, che però suscita qualche questione interpretativa (in attesa delle FAQ che verranno sicuramente pubbliciate sul sito).
Il primo passaggio è la “valutazione comparativa” delle professionalità sulla base dei CV. Per quanto riguarda il titolo di studio, si richiede laurea del vecchio ordinamento o specialistica/magistrale per il nuovo ordinamento, e titolo equivalente per gli stranieri.
PRIMA DOMANDA: ragionando sulla situazione della formazione italiana nel settore, potrebbero essere ammissibili un diploma della Silvio d’Amico prima che fosse equiparata a Università, o della Scuola Paolo Grassi? O anche una formazione acquisita sul campo? come spesso hanno gli operatori teatrali, soprattutto gli artisti (e che a volte non ha niente da invidiare a una laurea).
Ai candidati “in possesso di adeguato curriculum formativo e professionale” si chiederà un progetto triennale incluso bilancio. Gli aspetti del CV oggetto di valutazione riguardano: esperienza e competenze “tecnico-artistiche specialistiche nell’ambito della arti performative”, conoscenza del panorama italiano e internazionale, competenze amministrative e gestionali, “esperienze nell’interazione positiva con il tessuto culturale del territorio”.
SECONDA DOMANDA: trattandosi di un bando internazionale, la competenza richiesta fa riferimento al territorio dell’Emilia Romagna (nel qual caso la rosa dei candidati si ridurrebbe davvero a pochi soggetti), o alla capacità-esperienza (da dimostrare) di stabilire relazioni positive non con uno specifico territorio, ma con il territorio come ambito socio-culturale, quindi con un qualsiasi territorio? Infine “i candidati il cui progetto sarà valutato positivamente saranno invitati ad un colloquio”. Il bando contiene alcune linee guida cui il progetto deve rispondere: qualità progettuale rispetto al complesso delle attività, attenzione alla “partecipazione e all’incontro con lo spettatore”, ai giovani artisti, alla multidisciplinarietà, al radicamento territoriale. Ma “Le linee guida del progetto triennale saranno indicate più nel dettaglio successivamente alla selezione dei candidati sulla base dei curricula”.
TERZA DOMANDA: cosa significa di preciso? le linee guida potrebbero variare in rapporto ai candidati selezionati?
Comunque vada, al direttore uscente Pietro Valenti – in carica da 22 anni – è stato chiesto di affiancare il nuovo direttore per il passaggio delle consegne e di organizzare nel 2017 le celebrazioni del quarantennale di Ert.




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