#sanremo 2017 | Maledette Cover ovvero Come parlarne da esperto senza aver visto la terza serata

Pubblicato il 10/02/2017 / di / ateatro n. 160

Picco di share 16 milioni per l’ostetrica novantenne! Dei 7000 che ha fatto nascere, Rocco Tanica ricorda che 40 sono di Albano. W l’Italia!
Cari amici vicini e lontani, in Sala Stampa con i colleghi di blablablawebtv.com ce la spassiamo… si fa per dire.
Beati voi che vivete ancora una vita vera, fuori da questo frullatore mediatico.Siete andati a teatro, al cinema al ristorante? Avete guardato un film su Netflix? Avete seguito, senza nemmeno conoscerlo, il consiglio di Crozza? Niente paura, in cinque minuti saprete tutto quello che serve per diventare un esperto di #sanremo2017.

Metafora cibo. Avete presente quando la nonna fa una buona cena con gli avanzi che trova in frigorifero? Carlo Conti non è uno chef (stasera, venerdì, arriva quel simpaticone di Cracco): è una di quelle massaie che misurano a mano gli ingredienti e senza aver fatto la spesa cucinano un meraviglioso Tiramisù, con uova, creme e savoiardi buoni e giusti.

Serata delle Nuove proposte. Habemus finalisti, tutti uomini, tutti uguali, tutti barbetta, salute e gioventù. Tifiamo per Lele e Maldestro perché sanno parlare e suonano da tempo. Con loro Lamacchia e Guasti.
Per attaccare discorso al caffè: “Una bella serata calibrata, perfetta. Mettere in bocca delle cover, neanche le più facili, a quei cantantini, li fa brillare.”
Oppure potete obiettare: “Certo che con gli interpreti originali era tutta un’altra cosa…”
Potete anche insistere: “Inaspettatamente cadono i grandi, i big”.
Già, la Mannoia fa un De Gregori romantico “Sempre per Sempre”, purtroppo Fiorella si emoziona e risulta fragilissima. Elodie o Melodie? O Memole? Fa “Quando finisce un amore” di Cocciante, quello che inizia sottovoce e alla fine grida isterico.
Il professor Giorgio Simonelli, mio maestro in Cattolica, semiologo e studioso della televisione cita una battuta di Alighiero Noschese: “In televisione tutto è perduto fuorché l’Ospite d’onore”. Insomma, se vuoi far riuscire una cena, invita gente simpatica.
Sparate a caso sulla bravura di una delle ospitate: Delon-Belmondo. A beneficio dei più giovani, sono due figlie/nipoti di grandi attori francesi anni Settanta, altro che i diafani Bernabei e Braschi.
Apre la serata “Lo Zecchino d’Oro”: il Valzer del Moscerino, 44 Gatti, le Tagliatelle di Nonna Pina… E’ come quando gioca la Nazionale: siamo tutti italiani!
marieleApprofondimento colto e artistico: lo Zecchino è arrivato a Sanremo per la prima volta ieri, ma la storica fondatrice e direttrice del Piccolo Coro è Mariele Ventre.  Il Parco a lei dedicato non è qui, ma a Sestri Levante, mi ci ha portato il mio amico Paolo, appunto di Sestri, una statua la ritrae mentre fa cantare i pesci del mare.
coroAltri ospiti d’onore. Una centenaria in Sala ha cantato Quel mazzolin di fiori. Non ridete, è vero. Peccato che le case di riposo mettano gli ospiti a letto alle 18.

Per Queen Mary: finalmente si sono trovate storie al margine. Lady Mary sguazza nell’epica dei drammi personali, avvoltoio sulla preda, tipo la novantenne ostetrica, ma è sublime pure il Tango coi bidoni della spazzatura, la musica che salva, le favelas.
Siamo su www.ateatro.it e su www.trovafestival.com: attenti, questa è per voi!
Un Arcobaleno per MIKA! Solo e per sempre, il dialogo con l’orchestra è magistrale: bravo, sciolto, gentile… Ricorda George Michael.
Gossip. Si parla di Mika come successore di Conti, che potrebbe anche però -novello Omero – dirigere una squadra di aedi che conducano l’Odissea sanremese 2018. Nota: Omero non esisterebbe, Iliade e Odissea sono frutto di narrazioni orali. Il poeta cieco avrebbe solo messo insieme la storia. Scusate la semplificazione. Del resto la mitica signora Dacomo Discalzi, professoressa di Latino e Greco al Liceo Plana di Alessandria (quello di Umberto Eco!) ci insegnò che per conoscere i classici basta leggere l’introduzione degli Elefanti o dell’edizione UTET, a volte bastano anche gli Oscar Mondadori. Adorabile maestra di vita.
Tiramisù. Certamente uno share enorme anche ieri. Oltre 10 milioni.
Politica e attualità scottante. Fondamentale: vince la gara delle Cover Ermal Meta (Amara Terra Mia di Modugno-Bonaccorti, Enrica, che ha preso il posto della Carrà  a “Pronto Raffaella”, 1984). È perfetto per tutti. Primo tema: un albanese italiano, migrazioni, tensioni, ottimo per le discussioni di politica internazionale da bar, se siete bravi oratori tirate dentro da qui le recenti Lezioni americane del Presidente (?) Trump. Un titolo rubato a Calvino, mica a Salvini, che twitta come un matto #sanremo2017. Siate un po’ snob. Se lo citano, chiedete con aria innocente:
“Ma Salvini non era quel marchio di diamanti di Casa Damiani?”

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Quelle brave: Paola Turci, Un’emozione da poco della Oxa prima maniera, punk, quel delizioso pazzo di Ivan Cattaneo l’aveva conciata così, voi ve la ricorderete diafana biondo chiarissimo.
Chiara, la ex rossa che viene dai talent, resiste dopo cinque anni e sta facendo carriera. Diamante di Zucchero se la mangia un po’, ma questo stile da Malika, senza essere Malika, non le giova.

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Speciale per “Avvenire” e “Famiglia Cristiana”. Santificate le feste, popolo cattolico. C’è materia per catechismi e oratori. Non vi dovete vergognare: il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, esperto biblista ed ebraista, già Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano e docente di esegesi dell’Antico Testamento alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, tifa per la Mannoia su twitter. Me l’immagino a casa, in pantofole, mentre riflette sul Karma Occidentale del mite Gabbani.
Crozza fa Papa Francesco: il Romano Pontefice, ultimo sovrano assoluto dell’orbe terracqueo, ha fatto un intervento per il Superbowl americano. Quello con Lady Gaga appesa lassù. Ha chiamato in diretta a UnoMattina Franco Di Mare, come dice la mia amica Virginia è uno che ha letto due libri e si crede intelligente. W Francesco, ma che nostalgia Benedetto con le scarpe rosse di Prada.
Le canzoni, maledette cover: “Gabbani il nostro” ancora spacca con la sua Susanna, finalmente un po’ di sesso, la ragazza ribelle, una donna vera, che si diverte tra Portofino e Saint Tropez. W Adrianone! W l’amore!!!
La maledetta cover è una caduta a picco per Sergio Sylvestre, che stecca e sbaglia il tempo, il gigante s’è afflosciato. Peccato, perché scegliere di cantare Vorrei la pelle nera è stato un colpo di genio.
Lasciamo stare le storpiature di Battiato, Michele Bravi fa la Stagione dell’amore e Don Backy, D’Alessio fa l’Immensità, scusaci anche tu Ornella Vanoni. Peccato per le cover che non abbiamo sentito perché i big erano in pericolo. In sala stampa abbiamo ascoltato Il cielo è sempre più blu di Nesli e Alice Paba.
Fuori i duetti, lo sapete già. Ma come mai Nesli, che è così graffiante e bravo, si è messo con una signorina che sembra scappata da un centro commerciale e mi sembra che non sappia articolare proprio le parole?
Continuano la gara: Bianca Atzei, Ron, Giusy la commessa e Clementino, che avrebbe fatto Svalutation, è proprio un mattatore, un attore come vedete su un video esclusivo per questo sito.

Livello 2 Moda
Il giovane Tommaso Pini ha fatto correre qualche brivido. Somiglia a Capitan Harlock o a SuperMario. Arriva in scena Maria De Filippi ed è sempre più bidella… ooops assistente scolastica. È il turno di Ermal Meta, Edward Mani di Forbice. Dopo il vestito di Carnevale della prima serata, Lodovica Comello ha scelto una pettinatura anni Cinqanta e siccome sa fare tutto balla canta presenta, vuole fare Pinocchio, ma la vedrei impiccata all’albero.
Tutto il resto è total black.
Tra meno di due giorni torno alla vita vera. Sanremo penso che un gusto così non ritorni mai più!

Le puntate precedenti: Luca Monti vi racconta tutto #sanremo2017.




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