Se 8 milioni vi sembran pochi… Lettere aperte e interviste, solidarietà e invettive sul caso Eliseo

Teatri Riuniti, Pier Carlo Padoan, Giampaolo Spinato, Massimo Sgorbani, Teatro di Roma...

Pubblicato il 12/06/2017 / di / ateatro n. #BP2018 , #BP2018 Codice dello Spettacolo , 161 , FUS

Gli 8 milioni di euro assicurati per il biennio 2017-2018 al Teatro Eliseo grazie a un emendamento bipartisan a firma Giancarlo Giorgetti (Forza Italia) e Sergio Boccadutri (Pd) in Commissione Bilancio della Camera stanno suscitando dure reazioni da buona parte del mondo del teatro. Il direttore dell’Eliseo, Luca Barbareschi riceve anche attestati di solidarietà.
Qui di seguito alcuni documenti e lettere aperte sulla vicenda.

30 maggio 2017: la lettera dei Teatri Riuniti

Gentile Ministro Pier Carlo Padoan,
dopo il finanziamento da 2 milioni di euro elargito al Teatro Eliseo, poniamo alcune domande su quanto da Lei stabilito, e per comodità di esposizione sintetizziamo la questione in oggetto:
Alla fine del gennaio 2017 il Senatore del PD Bruno Astorre presenta un emendamento alla legge di conversione del decreto milleproroghe: vi è scritto che “per l’anno 2017 una quota risorse può essere destinata, nel limite massimo di 4 milioni di euro, in favore del teatro Eliseo, in occasione del centenario della sua fondazione”.
L’emendamento viene ritirato, forse a seguito delle polemiche suscitate.
Il 15 marzo 2017 Luca Barbareschi, gestore e direttore artistico del Teatro, convoca una conferenza stampa dove, denunciando il disinteresse istituzionale per l’Eliseo, annuncia la chiusura imminente del teatro facendo più volte riferimento ad un patto e ad una promessa non mantenuta dal Ministero: “mi erano stati promessi 4 milioni di euro che non sono mai arrivati”.
Nello stesso giorno l’ufficio stampa del Mibact risponde a Barbareschi con una nota in cui il Ministro Franceschini di fatto elude tale promessa. Nella nota si legge: “Il sostegno alla prosa avviene tramite l’approvazione di progetti triennali da parte di una commissione consultiva indipendente composta da esperti e di criteri oggettivi attraverso un sistema comparativo tra soggetti appartenenti a categorie omogenee su tutto il territorio nazionale”.
Nel mese di Aprile – e qui arriviamo al punto – nella manovra correttiva, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, all’art. 22 comma 8 si legge: “In favore del teatro Eliseo, per spese ordinarie e straordinarie, al fine di garantire la continuità delle sue attività in occasione del centenario della sua fondazione è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2017”.
1. Perché il “contributo al teatro Eliseo” bocciato dal Ministro competente, cioè il titolare della Cultura, Dario Franceschini, presentato e poi ritirato dal decreto Milleproroghe, è presente invece nella manovra correttiva di bilancio?
2. Visto che “le motivazioni e le modalità di ogni sostegno pubblico devono essere chiare, trasparenti e soggette a controllo e verifica”, è possibile sapere quali ragioni effettive siano alla base dello stanziamento dei 2 milioni a favore di un singolo teatro privato?
3. I 2 milioni di euro sono elargiti senza che sia stato disposto alcun vincolo particolare. Chi garantisce che tale denaro pubblico non venga sperperato?
4. Secondo Lei, cultore del libero mercato, il denaro pubblico elargito con procedure straordinarie ad una società privata – quindi al di fuori delle norme ordinarie stabilite dal Ministero della Cultura che tutelano lo spettacolo dal vivo – non crea un caso evidente di concorrenza sleale frutto di una legislazione speciale “ad aziendam”?
5. È stato chiesto il parere dell’Antitrust?
6. Nell’articolo 8 in questione si parla del “teatro Eliseo”: a quale soggetto giuridico ci si sta riferendo? Al Teatro in sé o alla società che lo gestisce, che fa riferimento a Luca Barbareschi?
7. E’ al corrente che la società che gestisce l’Eliseo ha già ricevuto larghissime concessioni dal Ministero dei Beni Culturali, attraverso il Fus ma anche attraverso fondi integrativi direttamente gestiti dal Ministro Franceschini? Le cifre elargite nell’anno 2016 per la Casanova srl risultano essere le seguenti: 514.831 euro circa dal FUS; 250.000 euro dal fondo integrativo per i progetti speciali gestito dal Ministro Franceschini; 300.000 euro dalla Regione Lazio e 100.000 dal Comune.
8. Perché lo Stato investe fondi pubblici per uno spazio privato che in soli due anni presenta una perdita tale da minacciare la chiusura, nonostante il ricevimento di finanziamenti così ingenti?
9. E’ stata verificata la sostenibilità di una stagione annuale che oggi il gestore del Teatro Luca Barbareschi dice costare 4 milioni l’anno?
10. Perché Parlamento e Governo dedicano tanta attenzione (oltre che risorse) ad un unico soggetto privato davanti ad un mercato teatrale che, nella sua interezza, presenta una serie di criticità economiche note a tutti e da tempo?
Illustre Signor Ministro, ora sappiamo che è possibile intervenire per Legge, fuori dai ristretti confini del Fondo Unico della Spettacolo. Non possiamo che gioire che il tanto auspicato intervento suppletivo di un Ministero non competente alla Cultura e allo Spettacolo a favore di realtà culturali e teatrali in particolare, sia finalmente una realtà a cui soggetti (che però dovranno essere meritevoli) potranno aspirare.
Certo non possiamo credere che l’intervento in questione sia “ad personam” e rappresenti un singolo “privilegio”. Pertanto vorremmo sapere quali siano i criteri e i requisiti necessari per poter accedere a contributi straordinari come quello in oggetto, poiché criteri e requisiti “devono” esserci.
La Sua storia personale e la Sua competenza sono per tutti noi una garanzia di equanimità, oltre alla immarcescibile convinzione che in questo Paese Diritti e Doveri devono essere uguali per tutti.
La ringraziamo anticipatamente per la risposta che vorrà dare a noi e ai contribuenti che tale somma elargiscono e ci affidiamo alla cortesia e alla coscienza civica dei Direttori dei Quotidiani Nazionali per la pubblicazione della presente “lettera aperta”.
Inoltre oggi con grande sorpresa apprendiamo quanto pubblicato dal sito della Camera: all’art. 22 comma 8 le risorse economiche destinate al teatro Eliseo in base agli emendamenti bipartisan – sostenuti da Pd e Forza Italia – approvati dalla Commissione Bilancio della Camera passano da 2 a 4 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018 “mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica”.

Cordiali saluti
Teatri Riuniti

I Teatri e le Associazioni di categoria:
Presidente Arti (Associazione Reti Teatrali Italiane)
Comitato di Presidenza Anet (Associazione Nazionale Esercenti Teatrali)
Assomusica

Teatro Quirino – Roma
Teatro Ambra Jovinelli – Roma
Teatro Sistina – Roma
Teatro Brancaccio – Roma
Sala Umberto – Roma
Teatro Parioli – Roma
Teatro Vascello – Roma
Teatro Vittoria – Roma
Teatro Golden – Roma
Teatro Dei Conciatori – Roma
Teatro Manzoni – Roma
Teatro Italia – Roma
Teatro Roma – Roma
Teatro Marconi – Roma
Teatro Ghione – Roma
Teatro Nino Manfredi – Roma
Teatro de’ Servi – Roma
Teatro Elfo Puccini Impresa Sociale – Milano
Teatro Ciak – Milano
Teatro Menotti – Milano
Teatro Carcano – Milano
Teatro San Babila – Milano
Teatro Martinitt – Milano
Teatro del Buratto – Milano
Teatro della Cooperativa – Milano
Teatro Duse – Bologna
Teatro Metropolitan – Catania
Teatro Abc – Catania
Teatro Brancati – Catania
Teatro Libero – Palermo
Teatro Diana – Napoli
Teatro Alfieri – Torino
Teatro Erba – Torino
Teatro Gioiello – Torino
Teatro TaTÀ – Taranto

 
30 maggio 2017. La risposta del ministro dell’economia Padoan

Rispondendo alla lettera aperta dei Teatri Riuniti, il ministro Padoan ha ricordato che “l’incremento del contributo è stato inserito nella legge di conversione del D.L. 50 in virtù di un emendamento parlamentare sul quale il Governo ha espresso parere negativo”. In particolare, il ministro ha dato “chiare indicazioni perché dal rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze venisse manifestata con chiarezza in Commissione la contrarietà dell’esecutivo. La Commissione ha approvato l’emendamento di iniziativa parlamentare contro il parere del Governo”.

Luca Barbareschi si difende: le interviste a “Corriere della Sera” (30 maggio 2017) e “la Repubblica” (6 giugno 2017)

Sono numerose le voci a favore del salvataggio dell’Eliseo:
«Ho ricevuto la solidarietà da nord a sud — insiste Barbareschi — tra i tanti, quella di Franco Però, direttore del Politeama Rossetti, Ruggero Cappuccio direttore del Festival di Napoli, Luca De Fusco direttore dello Stabile di Napoli, Alessandro Arnone direttore generale del Teatro Manzoni di Milano, ma anche del professor Carandini, di Giuliano Ferrara direttore del Festival di Spoleto…».
Tra i molti, spunta un produttore di cinema e tv, Pietro Valsecchi che racconta:
«Avevano proposto a me, prima che a Luca, di gestire l’Eliseo, ma ho capito che mi sarei infilato in un cul de sac economico e ho rinunciato. Barbareschi ha un carattere difficile, ma è uomo di teatro capace: ben vengano i soldi per un teatro che è patrimonio di tutti e per sostenerlo ci vogliono idee ma anche i mezzi».
Dall’intervista di Emilia Costantini a Luca Barbareschi, “Corriere della Sera”, 30 maggio 2017

“Non hanno consapevolezza del nostro lavoro. Prenda i miei colleghi: vanno in Parlamento a sparlare degli altri, parlano di physis. Sa invece come li ho convinti io? Sono andato a parlare con ognuno di loro in Commissione Bilancio. Avevo contro il governo. Se questo finanziamento fosse passato con Berlusconi al potere avreste evocato la P2…”
(…)
Per De Capitani, condirettore del Teatro Elfo-Puccini di Milano, così saltano tutte le regole.
“La salvezza dell’Eliseo è la piena sconfitta di quelle associazioni che negli ultimi trent’anni si sono occupate di teatro: Agis, Federvivo, Platea. Mi sono rivolto direttamente alla politica dimostrando con i fatti che davanti a interlocutori credibili e con le giuste motivazioni la stessa politica risponde”.
Con questi soldi si comprerà il teatro? (Ride).
“Paghiamo un canone di locazione di oltre 400mila euro l’anno. Motivo per cui stiamo studiando da tre anni una formula di acquisto dell’immobile che sarà un investimento privato, fatto con la mia società immobiliare”.
(…)
Suo suocero, Andrea Monorchio, è l’ex Ragioniere generale. Qualcuno ventila un suo ruolo. È così?
“Chi lo ha scritto sarà querelato. Mio suocero è in pensione da anni”.
Dall’intervista di Concetto Vecchio a Luca Barbareschi, “la Repubblica”, 6 giugno 2017.

8 giugno 2017. La lettera aperta al Presidente del Senato Pietro Grasso dei due drammaturghi Giampaolo Spinato e Massimo Sgorbani

“La Cultura non è un giocattolo per garantiti”
Presidente, in quanto persone che lavorano a vario titolo nel mondo della cultura e del teatro, ma prima di tutto come cittadini, facciamo appello alla Sua specchiata carriera di uomo delle istituzioni, da sempre in prima linea per la Giustizia, il corretto funzionamento e la difesa delle regole condivise contro qualsivoglia atto lesivo dello Stato democratico, per porre alla Sua attenzione e sensibilità la seguente questione.
Nella manovra che prende in esame misure finanziarie definite di urgente interesse nazionale è al voto un contributo “straordinario” (art. 22, comma 8) a favore di un teatro privato (l’Eliseo di Roma), la cui attività è stata già sottoposta alle norme di una legge dello Stato e sovvenzionata secondo i parametri applicati a tutti gli altri teatri italiani.
Questa misura eccezionale viene richiesta per un singolo caso senza che vi sia alcuna urgenza nazionale, mentre urgenti sarebbero interventi per i teatri di tutto il Paese, per l’Eliseo – il cui valore storico e artistico non è qui messo in discussione – come per i tanti che a loro volta si trovano in difficoltà, rischiano di chiudere o hanno già chiuso.
Confidiamo che, nell’esercizio delle Sue funzioni, Lei possa porre le sopracitate obiezioni prima di un voto che, se favorevole, renderebbe esecutivo un provvedimento che riteniamo iniquo e con il quale il Parlamento, che rappresenta l’intera cittadinanza, risulterebbe utilizzato a vantaggio di un soggetto privato e non in vista dell’interesse comune e collettivo.
L’aggiramento di regole rispettate con fatica dai più, e persino l’idea di una Cultura concepita come un giocattolo per privilegiati e garantiti che ne deriverebbe, calpestano fin d’ora la dignità e i quotidiani sforzi di migliaia di persone che operano nelle filiere creative, produttive e distributive del settore, esacerbando il clima di sfiducia nelle istituzioni che logora da troppo tempo il Paese e che solo la volontà integerrima e coraggiosa di chi come Lei le rappresenta può aiutare a contrastare.

Giampaolo Spinato – scrittore
Massimo Sgorbani – drammaturgo

(è possibile aderire a questa petizione)
http://giampaolospinato.it/lettera-aperta-al-presidente-del-senato-pietro-grasso/

10 giugno 2017. La lettera aperta del Teatro di Roma

Illustre Presidente Gentiloni,
Illustri Presidenti Boldrini e Grasso,
come sapete, lunedì 29 maggio scorso, alla Camera dei Deputati, è stato approvato un emendamento inserito nella “manovra correttiva” della Legge Finanziaria che regala ben 8 milioni di euro in 2 anni al Teatro Eliseo di Roma, un contributo pubblico concesso fuori da ogni regola e contro il parere del Ministro del Bilancio Padoan e del Ministro della Cultura Franceschini. Ciò che è accaduto è un vero e proprio atto di “sfascismo”, permetteteci il neologismo, uno sfregio nei confronti della nostra già fragile Democrazia.
Garantendo una cifra così cospicua di danaro pubblico, in modo del tutto discrezionale, a un teatro privato e che oggi, dopo un cruento cambio di gestione, continua nella sua forma giuridica a essere un’impresa privata (e che a sua volta gestisce un teatro di proprietà privata), gli Onorevoli Deputati hanno: 1. inferto un colpo ferale alla regola dell’equità di trattamento delle diverse istituzioni culturali del Paese; 2. messo in luce la mancanza di visione complessiva del sistema teatrale della Nazione; 3. vilipeso il Decreto Franceschini, che dal luglio 2014 regola il settore dello spettacolo dal vivo.
Disorienta il fatto che gli Onorevoli Deputati si siano lasciati irretire, con colpevole superficialità, da due loro colleghi, uno del Pd e uno di Forza Italia, firmatari di un provvedimento ad personam, destinato prima che a un’istituzione di interesse culturale, a un impresario privato, che risponde solo a se stesso, a differenza delle istituzioni culturali pubbliche.
Il sostegno e il soccorso alla cultura è doveroso e necessario ma deve rispettare leggi e regolamenti. Nel caso specifico l’iter adottato viola palesemente tutto questo e risulta del tutto forzato: inserirlo nella manovra correttiva, che in Senato sarà verosimilmente approvata con la fiducia, ne garantisce il buon esito.
Il quantum, poi, è vergognosamente fuori scala per un teatro la cui nuova gestione è partita soltanto a fine 2015 ed è già in affanno. La tragica commedia che si è consumata alla Camera ha hypocrites di professione e comparse ingenue: la garanzia della copertura in bilancio assicurata dal viceministro all’Economia è verosimilmente stata interpretata dagli Onorevoli Deputati come un via libera all’avallo del contributo straordinario rivendicato dal nuovo patron del Teatro Eliseo. Il risultato è un puro utilizzo privato del potere pubblico.
Vi domandiamo se gli Onorevoli Parlamentari abbiano contezza delle numerose istituzioni e imprese culturali in stato di sofferenza del Paese, chiuse o sull’orlo del fallimento? Sanno gli Onorevoli, che un Teatro Pubblico come lo Stabile di Catania è praticamente fallito? Che il Teatro Valle, il più antico teatro della Capitale (1727), di proprietà pubblica, a oggi può contare su un quarto del fabbisogno economico necessario al suo restauro? Sanno che Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, non ha un teatro agibile e le altre infrastrutture necessarie a non sfigurare a livello internazionale, a un anno e mezzo dall’evento? Sanno che il Teatro di via Nazionale a Roma, rivendica un contributo pubblico annuo per la sua gestione, oltre agli 8 milioni straordinari per ripianare i debiti, assai superiore a quello che ricevono molti teatri pubblici, i quali continuano a perseguire le proprie missioni, rispettando, con ardito sforzo, i parametri fissati per loro dalla legge?
Ogni museo, auditorium, cinema, teatro, biblioteca che chiude è un colpo inferto alla nostra civiltà, che della cultura ha fatto un valore e un bene imprescindibile. Nell’aiuto di Stato a un singolo teatro, a vocazione privata, non c’è alcun eroismo perché con esso vengono lese equità, trasparenza, equilibri, dando un nuovo esempio di cattiva politica, di subalternità al richiedente di turno travestito da guascone.
Non si creda, dunque, di aver onorato l’Articolo 9 della nostra Costituzione: al contrario, con lo strabico voto alla Camera esso è stato reso vacuo, perché, oggi, ognuno è legittimato a rivendicare qualsiasi cosa, ad agire in ordine sparso, ricorrendo a scorciatoie e stratagemmi, ad appoggi e conoscenze dirette, pur di ottenere l’ingiusto a fini squisitamente personali. Magari per acquistare un teatro privato da privato cittadino, senza dover dar conto a chicchessia. Ma con fondi pubblici.
Quante altre imprese culturali private sono in difficoltà e non beneficiano di aiuti di Stato elargiti “fuori sacco”? Perché un intervento ad hoc per il Teatro Eliseo e per gli altri no? Perché cedere alle lusinghe furiose di un ex parlamentare – trasformatosi ora anche in direttore di teatro, accanto alle attività di produttore per la tv e il cinema, e che bene conosce non solo i corridoi e le stanze dei poteri ma anche le pieghe di un bilancio di Stato -, e non avere orecchi per altri?
In Europa si tratterebbe di concorrenza sleale, di posizione di vantaggio, mentre da noi è pratica spudoratamente resa lecita. A furia di procedere a colpi di emendamenti, di Milleproroghe (un nome, un programma!), di manovre correttive, si delegittima la linearità della politica: sono strumenti col tempo distorti e abusati al limite della costituzionalità e dove possono esservi nascosti, in modo opaco o occultati fra infiniti altri emendamenti, interventi che scompaginano un intero sistema, incentivano al non rispetto delle leggi, invitano a usare il ricatto e l’urlo.
L’emendamento a favore dell’Eliseo ha tutta l’aura dell’abuso di potere, di ruolo, di spreco di danaro pubblico: chi garantisce che l’investimento vada a buon fine? E qual è il fine ultimo?
Con questo gesto iniquo si è inoltre svilito il ruolo e il lavoro delle associazioni di categoria: Agis, Federvivo, Platea. E non ci si risponda che ora, grazie a questo emendamento ad aziendam, tutte le imprese culturali e artistiche del Paese potranno ricorrere agli stessi aiuti straordinari perché sappiamo bene che questa via non è praticabile, tanto sul piano economico tanto sul piano giuridico.
La regola civile insegna ad agire in lealtà e nel rispetto delle regole, sale primo di una società democratica. Noi, nonostante tutto, ci crediamo ancora e vogliamo continuare a onorare la nostra personale e comune etica.
L’amarezza è tanta, ma grande è anche la certezza che urge voltare pagina una volta per tutte, con una legge, in fase di elaborazione, che contempli e regoli anche il soccorso alle imprese culturali in difficoltà.
Vi chiediamo, dunque, cortesemente, alla luce di quanto accaduto, di vigilare ancora più serratamente sui meccanismi che regolano il lavoro del Parlamento, e di ricondurre a rigore, trasparenza, equità, legittimità le azioni degli Onorevoli Deputati e Senatori, da tutti noi eletti nostri rappresentanti.

Emanuele Bevilacqua e Antonio Calbi
Presidente e Direttore del Teatro di Roma Teatro Nazionale

…CONTINUA…




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