Valle d’Aosta uguale Sud?

BP2020 Il gioco del Riequilibrio

Pubblicato il 09/04/2020 / di and / ateatro n. #BP2020 , 172 , FUS

Nella Relazione sull’utilizzo del Fondo Unico per lo Spettacolo e sull’Andamento complessivo dello spettacolo del 2018 emanato dall’Osservatorio dello Spettacolo (Articolo 6 della Legge 30 aprile 1985, n. 163), ogni regione italiana ha un colore diverso pari all’intensità con cui fluiscono i contributi FUS in quel determinato territorio. Nella stessa relazione la Valle d’Aosta è completamente trasparente.
Quasi come se non facesse neanche parte dell’Italia. Se si vuole giocare al riequilibrio territoriale, la prima, urgente, riflessione – che deve attivare noi e i nostri conterranei – è che le regioni italiane sono venti.
Accettiamo volentieri il gioco. Siamo la compagnia teatrale Palinodie, una realtà nata in Valle d’Aosta nel 2012, qui abbiamo messo radici, in un costante moto da e verso. Vorremmo mettere in campo le proposte che seguono.

Tre milioni di euro
Se avessimo a disposizione 3 milioni di euro, cioè un po’ meno dell’1% del finanziamento complessivo del FUS (nel 2018 sono stati 343.941.798,25€ i fondi stanziati), il nostro desiderio sarebbe di inaugurare un Teatro Nazionale, oppure un Teatro di Rilevante Interesse Culturale nella città di Aosta, il capoluogo. Si tratta certamente di una visione ambiziosa, che necessiterebbe di tappe intermedie, ma siamo convinte che sarebbe l’unico segnale capace di stravolgere il nostro territorio dal punto di vista teatrale: un vero investimento sul destino culturale della regione.
Durante la prima istanza, il budget servirebbe anche per contribuire (insieme ad altri cofinanziamenti europei, regionali e di fondazioni private) a creare il luogo, la casa del teatro; interverrebbe quindi sia sul contenitore, sia sul contenuto. Date le peculiarità della Valle d’Aosta sarebbe necessario trattare sui parametri quantitativi richiesti, come è già accaduto per quanto riguarda i teatri di minoranza linguistica, date le particolarità geografiche, storiche e soprattutto demografiche del caso valdostano.

Centomila euro
Con 100.000,00 € vorremmo creare un ciclo di rassegne in quota, nella speranza che questo possa aprire la strada a una programmazione più solida e strutturata e generare un movimento di interesse trasversale, o ascensionale, dato il carattere montuoso della nostra regione. Ogni rassegna dovrebbe agire come un fertilizzante e rivitalizzare un’area della regione durante i mesi più freddi e quindi anche difficili. Immaginiamo un format condensato: per ogni rassegna tre spettacoli e alcuni eventi di incontro, sperimentazione e scambio. Spettacoli e momenti di audience engagement volti a creare da zero, per chi è alla prima volta, o a consolidare un rapporto di fiducia, tra il pubblico valdostano e il teatro. A seconda dei comuni scelti, in alcuni casi lavoreremmo in spazi non convenzionali prestati al teatro, in altri trasformare dei luoghi polivalenti purtroppo privi di fascino e di identità. Vogliamo dare seguito a una sperimentazione di direzione artistica allargata e partecipata, che già stiamo verificando all’interno di altri processi creativi e culturali curati dalla compagnia. Il focus del progetto ha come protagonista la nuova drammaturgia
con spettacoli di produzione regionale, nazionale e internazionale.
Il presupposto per realizzare questa azione culturale è la campagna di sensibilizzazione che vorremmo realizzare con il budget di 10.000,00 €, oltre che la nostra esperienza in ambito di programmazione e divulgazione teatrale. A partire dal disegno emerso dalla profilazione dei dati raccolti, andrebbero quindi definiti i luoghi più sensibili e cruciali: alcuni comuni del fondo valle, quelli più raggiungibili e popolati, e alcune terre alte, che raccontano l’anima della nostra regione.

Diecimila euro
Con 10.000,00 € a disposizione metteremmo in atto una campagna di sensibilizzazione sul teatro: affissioni di manifesti, volantinaggio fuori dalle scuole, posta in buca. Alla stregua di una campagna sulla raccolta differenziata, provocatoria il giusto. Una comunicazione che sappia accendere la curiosità della Valle d’Aosta verso il teatro, un linguaggio artistico poco frequentato.
Tre obiettivi principali:
-Stupire: cos’è il teatro senza meraviglia?
-Informare: come posso andare a teatro se non so dove trovarlo?
-Scoprire: c’è un pubblico potenziale?
Non ci limiteremmo soltanto alla campagna di comunicazione, ma raccoglieremmo dati utili e
sistematici per la conseguente riorganizzazione del settore.
Una peculiarità della Valle d’Aosta è il dato demografico, appena 120.000 abitanti nell’intera regione. Praticamente i residenti nel quartiere di una grande città, solo che invece di trovarsi concentrati in un’area piccola e intensamente abitata, sono dispersi in un territorio più ampio, attraversato da alte montagne. Per questo immaginiamo una campagna di dimensione regionale, che riesca a entrare in contatto con tutte quelle persone che potrebbero scoprirsi, o riscoprirsi, interessate al teatro.
Alla diffusione dei materiali cartacei andrebbero affiancati l’attivazione di profili social e un sito
internet, con dei questionari online.
Nella nostra visione, la conclusione di questa azione corrisponde all’avvio del progetto delle rassegne in quota. L’elaborazione dei dati raccolti, la profilazione del pubblico e la valutazione della campagna stessa ricadrebbero quindi economicamente nel budget dei 100.000,00 € e ne segnerebbero l’inizio e i presupposti.
I tre budget, un po’ come i tre desideri ereditati dalla fiaba, sono per noi tre ponti. Uno consequenziale all’altro. Tutti di rigenerazione e di unione. Speriamo di costruirli e percorrerli tutti.

Stefania Tagliaferri
Verdiana Vono
www.palinodie.it




Tag: Il gioco del riequilibrio (8), squilibrio territoriale (53)