Ma se siamo finanziati dal FUS come compagnia e gestiamo anche una sala, perché siamo esclusi dal sostegno alle sale, FUS o extraFUS?

La lettera aperta di Laura Angiulli (Galleria Toledo) e Mino Bertoldo (Out Off)

Pubblicato il 06/11/2020 / di / ateatro n. 174

Riceviamo e pubblichiamo.

Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini
e p. c. Al Presidente della Commissione Cultura Riccardo Nencini

Nel contesto del sistema teatrale italiano c’è una categoria di teatri che sostiene continuata sofferenza nell’attività di gestione delle sale: sono i “centri di promozione teatrale” – ex “stabili d’innovazione “- esclusi dal formale riconoscimento di questo Ministero, e che rappresentano tuttavia una particolare ricchezza – in linea generale – per i territori nel cui contesto operano.
Solitamente si tratta di centri di cultura di vivace concezione, storicamente impegnati in permanente attività; con applicazione di ricerca attiva nell’ambito dei linguaggi dello spettacolo, frequente trasversalità nella redazione dei cartelloni, dedizione al pubblico dei giovani, solide relazioni con scuole e università…
La calamità intervenuta col Covid-19 intensifica lo stato d’indigenza di questo insieme d’imprese lasciando prevedere ricadute disastrose, in termini d’impoverimento di risorse del tutto indispensabili alla continuità di gestione delle attività descritte.
Si fa riferimento alla Sua sensibile attenzione, e all’equità d’intervento di questo Ministero, nel sollecitare che sia resa concreta la possibilità di dilatare l’ambito del decreto, con riconoscimento di risorse anche a ristoro delle imprese segnalate.

Nell’attesa,
distinti saluti

Laura Angiulli
(Il Teatro coop – Stabile d’Innovazione Galleria Toledo)

Mino Bertoldo
(Teatro Out Off)




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