Cesare Garboli, un maestro

(Viareggio, 1928-Roma, 2004)

Pubblicato il 12/04/2004 / di / ateatro n. 067

Cesare Garboli, scomparso ieri a Roma, è stato uno degli ultimi maestri, l’unico abbastanza libero (e autoironico) da poter intitolare uno delle sue raccolte saggistiche Scritti servili (1989). Critico e scrittore – anzi, «critico scrittore» di straordinario spessore – nel corso della sua carriera ha spesso incrociato il teatro: basti ricordare le sue recensioni per il «Mondo» e il «Corriere della Sera», raccolte da Ferdinando Taviani nel volume Un po’ prima del piombo (1998), le traduzioni shakespeariane per Carlo Cecchi (che sono al tempo stesso autentici saggi critici, ricchi di soluzioni geniali, e al tempo stesso invenzione di una lingua naturalmente teatrale), o ancora la sua lunga frequentazione molièriana, dal volume Molière. Saggi e traduzioni (1986) alla più recente curatela de La famosa attrice, pamphlet seicentesco contro la moglie dell’attore-autore.

Leggi su ateatro una riflessione sui Ricordi tristi e civili, lo sconsolato testamento politico di Cesare Garboli.

Leggi la recensione di Ferdinando Taviani al Tartufo di Molière nella traduzione di Cesare Garboli.

Redazione_ateatro

2004-04-12T00:00:00




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