“Dionisi” cercano azionisti per nuova produzione

Una buona pratica? Una pratica praticabile?

Pubblicato il 12/03/2006 / di and / ateatro n. 096

Uno studio di Opera Notte, il rumore che fa la città di notte” di Renata Ciaravino
e il progetto di produzione sarà presentato il 19 marzo a Milano, Fabbrica del Vapore.

COMPAGNIE DI PRODUZIONE:
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE, GLI ANELLI DEBOLI DELLA CATENA.

”Al di sopra del cartellone, al di sopra dei lavori presentati e della loro realizzazione, al di sopra dei particolari che logicamente incontreranno la futile discussione, veniteci sempre incontro in questo nostro diuturno atto d’amore per il teatro, siateci amici con i vostri consigli, col vostro plauso e con il vostro appunto, con la vostra partecipazione.”
Paolo Grassi

Gli ultimi anni di vita del Teatro di Prosa italiano hanno dimostrato la sostanziale incapacità o impossibilità da parte delle strutture teatrali italiane di sostenere dal punto di vista produttivo e distributivo spettacoli di nuove compagnie teatrali, intendendo per nuove tutte quelle realtà non riconosciute dal Ministero che rischiano molto spesso di cadere nel dimenticatoio, nonostante portino avanti, spesso in modo autonomo, spettacoli e progetti culturali di notevole interesse.
L’auto imprenditorialità delle nuove compagnie teatrali italiane, non è rigorosa perché difficilmente riesce ad inserirsi in un mercato reale, e risulta spesso fine a se stessa, piccola, ridotta ad una dimensione locale.
La Compagnia Teatrale Dionisi, propone per questo motivo una nuova via di produzione, una nuova possibilità per far nascere uno spettacolo e per consentirgli di avere vita anche dopo il debutto, di vivere delle proprie repliche, partendo proprio dai punti deboli della catena, la produzione e la distribuzione.
L’’IDEA di produzione
Opera Notte, il rumore che fa la città di notte è il prossimo testo di Renata Ciaravino, nuova idea di allestimento della Compagnia Teatrale Dionisi.
Il testo in forma di studio, è stato presentato alla prima edizione del Premio Dante Cappelletti, ricevendo una menzione speciale per la drammaturgia.
La produzione dello spettacolo non è mai stata affrontata, per le solite problematiche legate alla disponibilità economica, nella visione che nessun teatro ha disponibilità di investimento sufficiente per rendere possibile un lavoro di allestimento di due mesi con attori e musicisti.

A questo punto però, anziché fare la solita piccola produzione che farà una piccola tournèe, abbiamo pensato di provare a ragionare su altre possibilità: è vero che nessun teatro avrà mai un’alta disponibilità, ma è possibile che trenta teatri ne abbiano poca; e allora ragioniamo su quello che realmente c’è.
L’idea è quella di coinvolgere il numero maggiore di situazioni teatrali e musicali, che diventino direttamente cooproduttori e azionisti dello spettacolo con un minimo investimento.
Comprando una o più repliche dello spettacolo il teatro stabile di innovazione, il teatro comunale, il Comune o la rassegna, diventerà automaticamente cooproduttore e azionista dello spettacolo, pagando il cachet dello spettacolo maggiorato di una percentuale “x” che servirà per la produzione.
In questo modo sarà possibile produrre lo spettacolo e nello stesso tempo garantirne la circuitazione. Questa idea di produzione presuppone ovviamente, una parte di “rischio imprenditoriale” per i soggetti che decidano di diventare azionisti dello spettacolo, comprando delle repliche ancora prima che lo spettacolo sia pronto e sostenendo un progetto a scatola chiusa, basando la scelta esclusivamente sul valore culturale del progetto.
Sappiamo però che nello stesso modo, anche le produzioni che presuppongono investimento di un solo soggetto sono a rischio, ma non per questo non si fanno. La rete produttiva e distributiva che dovrebbe esistere tra gli enti, in questo caso viene avviata da una compagnia, da chi produce e ha come unica finalità la produzione; creare una rete di sostenitori è forse un nuovo modo di dare significato agli enti stessi.

Al Cooproduttore
Nelle cooproduzioni classiche, i soggetti partecipanti si dividono i borderaux delle repliche. In questa tipologia di coproduzione risulta difficile, se non in eventuali casi particolari su lunghe teniture, per cui i soggetti partecipanti sono da considerarsi più azionisti che veri e propri cooproduttori.
Lo spettacolo verrà promosso e pubblicizzato, facendo apparire su tutti i materiali i nomi (dove è possibile anche i logo) di tutti i cooproduttori.
Il progetto verrà seguito in tutte le sue fasi da un ufficio stampa per promuovere lo spettacolo, ma soprattutto la tipologia di produzione. Considerando il tema dello spettacolo, stiamo cercando di coinvolgere dei media partner che possano amplificare l’idea del progetto.
La comunicazione vorremmo che fosse più vicina all’amplificazione mediatica della musica: Opera Notte è uno spettacolo, ma anche un concerto.

Il progetto è ancora in via di definizione. Il 19 marzo, in occasione della personale sulla Compagnia Dionisi alla Fabbrica del Vapore per la rassegna Vapori Zerosei, la compagnia presenterà un ulteriore studio dello spettacolo, con nuove parti di testo e nuovi personaggi, rispetto alla prima versione presentata in precedenti occasioni. In quella serata la compagnia presenterà il progetto produttivo in compagnia dei primi sostenitori del progetto.

Maggiori informazioni contattando la compagnia: Alessandra Maculan
www.dionisicompagniateatrale.it; alessandra@dionisicompagniateatrale.it

Da una mail di Franco D’Ippolito su Opera Notte
“Carissimi,
ieri sera ho visto un primo studio di circa 20 minuti (in occasione del Scena Prima Fringe Festival al Verdi di Milano) della nuova produzione della Compagnia Dionisi e mi ha colpito molto. Per la qualità straordinaria del testo (una conferma del valore di Renata Ciaravino), per la capacità di trattare microstorie con leggerezza, eleganza, ironia e forza critica, per la bravura (anche questa una conferma) delle attrici, per il possibile buon esito di pubblico che si intravede. La struttura dello spettacolo è nella cifra delle Dionisi, fra continui salti ritmici e poetici (ma, rispetto a Disco 80, con un ‘corpo’ più solido e strutturato).”
Franco
QUALCHE NOTA SUL PROGETTO ARTISTICO
Abbiamo dovuto cominciare ad ardere per pensare “opera notte”. Per scriverlo e farlo, dobbiamo esplodere come ragni traverso le stelle. Come in un rave o dentro una poesia. Senza paura. Come accogliere un proiettile che trapassa, ma non uccide. Non puoi fare altro purtroppo quando parli dell’ombra (la notte) e quando parli alle persone, non puoi fare altro quando progetti la tua individuazione dentro un’opera rock. E’ un testo sulla notte. Ma è anche un¹idea viscerale di teatro, un pop raffinato, declinato con parole contemporanee per contemporanei. Un’ascesa, un sacrificio, una scopata, qualcosa che puoi capire, qualcosa che puoi condividere, qualcosa dentro cui puoi piangere. Ricapitolare nell’atto della rappresentazione le vite che hai vissuto di notte, nell’ombra, quelle che hai incrociato, quelle che vorresti vivere e non puoi più perché deprivato di coraggio, quelle che non possono più tornare”.

(to be continued)

Renata_Ciaravino,_Valeria_Talenti_e_tutti_i_dionisi

2006-03-12T00:00:00




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