Nasce il Coordinamento nazionale teatro in carcere

La fondazione il 16 gennaio a Urbania

Pubblicato il 03/04/2011 / di / ateatro n. 133

Costituito domenica 16 gennaio 2011 a Urbania nell’ambito del Convegno “Immaginazione contro emarginazione” organizzato dalla rivista “Teatri delle diversità”, il Coordinamento nazionale teatro in carcere si presenta ufficialmente nella sua veste legale.
La formula prescelta dai firmatari il documento costituente è quella del “Comitato di scopo”. Ne sono promotori Donatella Massimilla rappresentante del Centro Europeo Teatro e Carcere di Milano, Gianfranco Pedullà rappresentante del Teatro Popolare d’Arte di Firenze, Vito Minoia rappresentante del Teatro Aenigma di Urbino che ne assume la presidenza e legale rappresentanza pro-tempore. I primi sottoscrittori fondatori sono: Michalis Traitsis (Balamós Teatro di Ferrara), Grazia Isoardi (Compagnia Voci erranti di Cuneo), Gabriele Boccacini (Stalker Teatro di Torino), Elisabetta Baro (Compagnia Cast di Torino), Francesco Mazza (Argómm Teatro di Milano), Maria Cinzia Zanellato (Tam Teatromusica di Padova), Giorgia Palombi (Maniphesta Teatro di Napoli), Anna Gesualdi e Giovanni Trono (TeatrInGestAzione di Napoli), Maria Teresa Delogu (Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli). Almeno altre 30 sono le compagnie teatrali, operanti in altrettanti istituti penitenziari dell’intero territorio nazionale, che, avendo partecipato ai lavori che hanno preceduto l’incontro costituente potrebbero unirsi ai fondatori, sottoscrivendo la propria adesione entro il 16 aprile 2011, come da statuto.
Il Coordinamento nasce per offrire progettazione, relazione, luoghi di confronto e di qualificazione del movimento teatrale sorto all’interno delle carceri italiane in questi anni. Sarà impegnato in modo particolare nella promozione di un censimento e di un monitoraggio costante dei profili e delle identità operative delle singole esperienze vissute, nella creazione di relazioni e contatti fra queste, nella realizzazione di un archivio con tutta la documentazione raccolta nonché di una vera e propria banca dati e nell’organizzazione di momenti pubblici di confronto e di scambio a livello nazionale ed internazionale.
Si occuperà, inoltre, di gestire lo scambio di informazioni e creare canali di comunicazione mediante siti internet o altri strumenti elettronici e cartacei, della formazione di formatori nonché della promozione di relazioni con le istituzioni nazionali e regionali.
Per un miglior raggiungimento dello scopo sociale e per poter delineare, con riferimento ai diversi temi, obiettivi programmatici comuni, sono stati formati tre gruppi di lavoro: “Formazione/Informazione, documentazione”; “Relazioni con le istituzioni regionali e nazionali”; “Iniziative di confronto a livello nazionale e internazionale”. In una logica inclusiva, inoltre il Comitato stimolerà la nascita di nuovi coordinamenti regionali che avranno rappresentanza nell’assemblea generale del coordinamento nazionale.

Confronto tra operatori divisi in gruppi di lavoro al Convegno di Urbania, © Foto di Franco Deriu.

DOCUMENTO PREPARATORIO CONDIVISO DAI PROMOTORI

Il prolungarsi nel tempo di esperienze teatrali nelle carceri italiane di oltre quindici, vent’anni e di tante altre più recenti legate a nuove compagnie teatrali, ha sviluppato un tessuto di esperienze diversificate fra loro; esperienze condotte da uomini e donne del teatro professionista italiano che sono andati a lavorare nelle carceri italiane e non solo.
Questi percorsi hanno consentito una progressiva creazione di metodi d’intervento, stili, linguaggi inediti.
È nato così qualcosa di nuovo, di completamente originale: un tipo di teatro fondato sull’ascolto dei luoghi in cui opera, sulle biografie delle persone coinvolte, sulla reinvenzione continua dei linguaggi della scena secondo i limiti dati dalle strutture e dalle condizioni eccezionali di questa particolare forma di lavoro teatrale. Spesso i limiti sono diventati armi vincenti. Spesso abbiamo visto forme teatrali fortemente intrecciate fra sperimentazione e tradizione scenica italiana e europea.
Un teatro che privilegia la scrittura scenica sia quando affronta testi o autori classici della cultura europea (da Don Chisciotte ad Alice, da Pinocchio a Shakespeare, da Genet a Eduardo De Filippo) che quando procede attraverso forme di autodrammaturgia.
Nelle carceri italiane è nato un teatro di scrittura scenica in forme fra loro differenziate: dalle case circondariali (dove è più difficile garantire continuità all’esperienza) alle case di reclusione, dalle carceri femminili ai minorili fino alle strutture psichiatrico giudiziarie si è cercato di coniugare l’utilità per i detenuti di queste esperienze laboratoriali e produttive con la creazione di un teatro di evidente valenza artistica e comunicativa. La “diversità” di queste esperienze rispetto al teatro istituzionalizzato non appare come una moda teatrale quanto come una condizione genetica che ci consente di delineare un ambito di lavoro teatrale (indirettamente anche educativo), una zona pratica della scena contemporanea, ricca di implicazioni sociali e civili.
Si tratta di un lavoro artistico – fatto di metodi artigianali e laboratoriali – che è, inevitabilmente ricco di ricadute sociali: nella dinamica fra il “dentro” e il “fuori” del carcere nel senso di ospitare spettatori nelle strutture carcerarie in occasione delle repliche, di andare a rappresentare nei teatri ufficiali gli spettacoli prodotti in carcere ma anche – sia pure per una minoranza di ex-detenuti – di continuare a fare anche fuori dal carcere i mestieri del teatro (come attori e come tecnici).
In questo senso il teatro in carcere getta un ponte fra il “dentro” e il “fuori” degli istituti di pena e si colloca – nella logica originaria del teatro pubblico europeo quando ipotizzava e praticava l’idea di un teatro d’arte al servizio delle comunità, un servizio pubblico da svolgere con autonomia e libertà creativa. Non a caso il teatro in carcere adotta abitualmente tecniche e riferimenti artistici che guardano alle avanguardie artistiche del Novecento esprimendo una creazione teatrale che – attraverso l’invenzione della regia – usa lo spazio, il movimento, l’improvvisazione, il gesto vocale e corporeo. Un teatro che va oltre la prosa e che utilizza linguaggi nei quali le culture e le lingue possono incrociarsi, creando nuove alchimie sceniche. Il teatro in carcere appare come un’esperienza teatrale, insieme, popolare e di elevata qualità artistica.
Negli ultimi anni i processi sociali e le scelte culturali dell’Italia odierna rendono gli Istituti di pena soggetti ancora più deboli e in difficoltà strutturali anche per mancanza di fondi. I problemi sono i più vari:
1) sovraffollamento del carcere;
2) conseguente carenza di personale;
3) orientamenti e decisioni che spingono verso il rischio di un ritorno ad un carcere non rieducativo ma prettamente esecutivo della pena (con negazione di fatto della Legge Gozzini);
4) presenza sempre maggiore di detenuti non italiani (con evidenti problemi di povertà, difficoltà comunicative, etc.);
5) presenza sempre maggiore di giovani che per piccoli reati (ad esempio detenzione o piccolo spaccio di stupefacenti) riempiono le patrie galere e, purtroppo, spesso imparano il mestiere proprio in questo contesto.
In questo contesto e nell’attuale momento storico il teatro appare sempre più difficile, sempre più lontano quando non osteggiato dietro al paravento delle difficoltà economiche degli enti pubblici.
Per tutti questi motivi abbiamo voluto la creazione di un COORDINAMENTO NAZIONALE TEATRO IN CARCERE capace di offrire progettazione, relazione, luoghi di confronto e di qualificazione del movimento teatrale sorto all’interno delle carceri italiane in questi anni.

Elenco completo delle esperienze di Teatro in Carcere che hanno espresso interesse ad aderire al progetto alla data del 16 gennaio 2011 (a fianco la città in cui operano in carcere)

1) TEATRO AENIGMA – Pesaro
2) CENTRO EUROPEO TEATRO E CARCERE – Milano
3) TEATRO POPOLARE D’ARTE – Firenze/Prato
4) COMPAGIA STABILE ASSAI – Roma
5) ASSOCIAZIONE BALAMOS – Venezia
6) ASSOCIAZIONE VOCI ERRANTI – Saluzzo
7) PUNTOZERO TEATRO – Milano
8) STALKER TEATRO – Torino
9) LUIGI MARANGONI – Rovigo
10) OPERA LIQUIDA – Milano
11) CAST – Torino
12) THEATRE DE L’OPPRIME’ – Parigi
13) ARGOMM TEATRO – Milano
14) TEATRO 41 – Spoleto
15) ASSOCIAZIONE STED – Modena
16) TAM TEATRO – Padova
17) KING KONG STUDIOS – Roma
18) MANIPHESTA TEATRO – Napoli
19) TEATRIINGESTAZIONE – Aversa
20) ARTESTUDIO – Roma
21) IL CARCERE POSSIBILE – Napoli
22) SALVATORE GUADAGNUOLO – Napoli
23) TEATRO DEL PRATELLO – Bologna
24) TEATRO NUCLEO – Ferrara
25) COOPERATIVA GIOLLI – Reggio Emilia
26) TEATRO KISMET OPERA – Bari
27) OFFICINE OURAGAN – Palermo
28) TEATRO LA RIBALTA – CENTRO STUDI ENRICO MARIA SALERNO – Roma
29) ESTIA TEATRO – Milano
30) GIULIA INNOCENTI MALINI – Brescia
31) GIALLO MARE MINIMAL TEATRO – Empoli
32) LA BOTTE E IL CILINDRO – Sassari
33) KRILL TEATRO – Firenze
34) TEATRO DEI VENTI – Castelfranco Emilia
35) MARIKA MASSARA – Bari
36) IL CARRO DI TESPI – Porto Azzurro
37) ASSOCIAZIONE SOBBORGHI – Siena
38) CENTRO TEATRO INTERNAZIONALE – Firenze
39) ALESSIO TRAVERSI – ARCI Livorno
40) DARIO LA FERLA – Siracusa
41) APPUNTI DI VIAGGIO – Rimini
42) STULTIFERA NAVIS – L’Aquila/Charleville Mezieres

Coordinamento_nazionale_teatro_in_carcere

2011-04-03T00:00:00




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