#sanremo2017 | Ricordi canzonette & storytelling

Le emozioni della prima serata di #sanremo2017 arrivano (anche) dal passato

Pubblicato il 08/02/2017 / di / ateatro n. 160

Si parte con i campioni del passato, volti vecchi e nuovi, ma non i “soliti” Modugno e Ramazzotti o Cinquetti, bensì i brani che hanno resistito e sconfitto il tempo, veri highlights. Peccato che qualche data non fosse corretta, ma il bianco e nero emoziona, in un attimo siamo nel dopoguerra, Nilla Pizzi melodia grande e bel canto, la tradizione del melodramma ci porta via, un susseguirsi rapidissimo di scatti e note ci porta alla rinascita, al boom, e poi Rino Gaetano e Anna Oxa… Lo schermo si colora, le emozioni sono vive. “Io mi Ricordo” diventa “Io C’ero”, “Ho il disco”. E’ il trionfo delle preziose Teche RAI.
All’inizio era il salone del Casino, proprio nel ‘77 per un banale incidente di allestimento si decise di trasferire il Festival al Cinema Ariston. Siamo ancora nell’era RAI: Pippo Baudo e Loretta Goggi, Albano e Romina (e i Campioni del mondo del 1982!), gli ultimi posti di Vasco, “quello che le donne non dicono”, poi Mia Martini e Patty Pravo. Un rewind velocissimo. Il volto triste di Luigi Tenco.
Cinquant’anni fa quella tragica sera, il colpo di pistola, Dalida che grida, Luigi non c’è più, una favola che dice della gloria e della polvere, delle stelle e delle ombre.
Buio. Una corona di luci accende l’eroe di oggi che parla di allora, il ponte è stabilito, il passato parla con il presente. Avviciniamoci, devo sussurrarvi una storia.
La storia è sulla bocca di Tiziano Ferro, teso, serio appassionato. “Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare”, in un verso lo svelamento della falsa retorica dell’amore palesemente “anti-festival”. Anzi, il contrario: notti insonni a cercare un desiderio che riempia il vuoto.
Anche all’eroe degli Stadi Tiziano sfugge una lacrima, rompe la quarta parete, attraversa il proscenio, viene verso di noi e se ne va.
Il contatto è stabilito. Esplodono l’orchestra e la scenografia firmata Riccardo Bocchini, carillon di luce e tecnica, coloratissimo fiore pop up. Siamo uniti a scrivere la nuova pagina, 2017, qui e ora. Ma… uno sguardo indietro e ancora Tenco: “Vedrai Vedrai, vedrai che cambierà…”, un messaggio rivolto all’Italia in questo difficilissimo presente. Consapevoli di essere arrivati fin qui, possiamo concederci un brindisi e andare avanti. Leviamo i calici dopo l’ouverture di questa nuova puntata dell’operetta Festival.
Ora la scena si è accesa siamo pronti ad iniziare, apriamo le danze, che la festa cominci!




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