#BP2020 | Lo spettacolo dal vivo nello spazio della cultura contemporanea

Un progetto di ricerca a cura di Oliviero Ponte di Pino

Pubblicato il 07/06/2019 / di / ateatro n. #BP2020 , 169

Associazione Culturale Ateatro

nell’ambito del progetto
Le Buone Pratiche del Teatro

con il contributo di
Fondazione Cariplo

presenta

A CHE SERVE IL TEATRO?
LO SPETTACOLO DAL VIVO NELLO SPAZIO DELLA CULTURA CONTEMPORANEA
Un progetto di ricerca a cura di Oliviero Ponte di Pino

La Monnaie, Bruxelles

Fino all’inizio del Novecento, il teatro (compresa l’opera) è stato il mass medium per eccellenza. Poteva parlare a tutti. Offriva intrattenimento e informazione, costruiva identità condivise, era un momento di crescita personale e collettiva, si offriva come strumento di emancipazione, innescava dibattito e pubblico confronto… Attori e cantanti erano le star.
Nel Novecento il teatro è stato marginalizzato dalle nuove tecnologie della riproduzione e della comunicazione: gli schermi e gli altoparlanti di cinema, radio e televisione hanno eroso le sue funzioni e il suo pubblico. Il teatro lirico (e in parte il teatro di prosa) si è museificato.
Per ritrovare necessità e identità, il teatro di prosa ha scelto di valorizzare il proprio specifico: il rapporto diretto tra l’attore e lo spettatore, la compresenza che crea comunità, l’intensità dell’esperienza. Di fronte a canali che volevano parlare a tutti, molto teatro si è concentrato sui pochi che lo sceglievano.
Il nuovo millennio ci vede protagonisti e cavie della rivoluzione digitale. Al “qui e ora” dell’evento teatrale si è affiancata la connessione planetaria della rete, in modalità always on. La realtà aumentata del palcoscenico si è sdoppiata nella scena virtuale delle chat e dei wall dei social network. La loro drammaturgia è gestita da misteriosi algoritmi che decidono come deve configurarsi la nostra maschera, le modalità dell’interazione e quali debbano essere i nostri interlocutori.
In questo inedito orizzonte, il teatro può rivelarsi un residuo sempre più marginale del passato: allora non resterebbe che rassegnarsi alla sua obsolescenza ed estinzione. Oppure il teatro si può reinventare, ancora una volta, a partire dalla tradizione – o meglio dalla pluralità delle sue tradizioni e delle sue pratiche.
Dove si può trarre l’energia per questa rifondazione? Prima di tutto dal confronto e magari dallo scontro con le dinamiche della realtà contemporanea. Abbiamo delineato alcune possibili direttrici di sviluppo, che investono diversi piani: estetico, sociale e politico, mediatico, organizzativo, economico.

Questi temi verranno esplorati attraverso una serie di incontri-confronto, con fromat diversi, tra personalità significative, alcune attive nel mondo del teatro, altre impegnate professionalmente in un altro settore, un’altra professione, un’altra disciplina artistica.
L’intero percorso troverà una sintesi e una restituzione nell’ambito della edizione 2020 delle Buone Pratiche del Teatro e nel volume della collana Lo Spettacolo dal Vivo che testimonierà di questa esperienza.

La prima tappa del progetto

Suq Festival, Genova, 16 giugno 2019, h.18
TEATRO E MIGRANTI: LO STATO DELL’ARTE

Le buone pratiche per valorizzare i talenti e sconfiggere i pregiudizi. Servono, ci sono, ci saranno?
Con Carlotta Sami (portavoce UNHCR per il Sud Europa), Bintou Ouattara, Carla Peirolero (Suq Festival).
Conduce Oliviero Ponte di Pino

L’evento sul programma di Suq Festival

Seguiteci a…

La Scuola d’Estate, Centro Teatrale Santacristina (22-23 luglio 2019): Il filo del pèresente: il teatro tra memoria e realtà
Kilowatt Festival, Sansepolcro (24 luglio 2019): presentazione del numero sull’audience development della rivista “Prove di Drammaturgia”
(…continua)