L’agri-cultura delle Sementerie Artistiche di Crevalcore: un’utopia teatrale dopo il terremoto

Con la rassegna Le notti delle Sementerie nel teatro di paglia

Pubblicato il 27/08/2020 / di / ateatro n. 173

A meno di quaranta chilometri da Bologna, nella pianura inondata dall’oro dei girasoli e del grano, si trova una realtà teatrale speciale, uno spazio agriculturale di creazione, formazione e residenza artistica: le Sementerie Artistiche di Crevalcore, compagnia e residenza teatrale fondata da Manuela de Meo e Pietro Traldi.

ph. Giulia Castelnovo

In questo spazio immerso nella quiete della natura estiva, delicato e insieme pieno di vita, si è conclusa da poco la V edizione de Le notti delle Sementerie, rassegna estiva teatrale che quest’anno ha proposto dieci titoli dal 23 luglio al 22 agosto.
Arrivando alle Sementerie ci si sente accolti come a casa, in un luogo ospitale che crea subito incontro, voglia di sedersi a un tavolo insieme agli altri. I giardini sono circondati da alberi e da viti. I muri degli edifici sono dipinti di un blu lavanda che porta subito i ricordi all’atmosfera estiva della Grecia o della Provenza. Ogni angolo è curato, dalle spighe di grano che segnano l’ingresso al teatro al chiuso, ai piccoli cartelli scritti con il gessetto su lavagnette, ai vasi di gerani a delimitare le aree esterne, al salice piangente sotto il quale due sdraio e un tavolino creano una dolce alcova ombreggiata. Ci si può rilassare su un’amaca arcobaleno o prendere da bere e ordinare uno spuntino al piccolo bancone blu sotto il pergolato che crea armoniosamente comunità.

ph. Giulia Castelnovo

Vicino c’è un laghetto che disseta l’orto dove vengono coltivate verdure e alberi da frutto. Dal cielo terso e colmo di sole, l’atmosfera si trasforma al tramonto, quando vengono accese piccoli lumi sopra i tavoli accanto ai divanetti azzurri all’aperto. Lentamente arriva il pubblico, ci si incontra, si chiacchiera con un bicchiere di vino, attendendo lo spettacolo che andrà in scena nel suggestivo teatro di paglia costruito dietro il granaio.
Due grandi colonne realizzate con alte balle di fieno segnano l’entrata al teatro di paglia che ogni estate, da cinque anni, ospita gli spettacoli della rassegna Le notti delle Sementerie. Tre grandi silos pieni di grano fanno da scenografia. Attorno solo campi di girasole, silenzio e due barbagianni a sorvegliare la magia che va in scena.
Le Sementerie Artistiche nascono dopo il terremoto del 2012 negli spazi dell’Azienda Agricola Valle Torretta, fondata negli anni Sessanta e attiva soprattutto nella ricerca sulle sementi. Manuela de Meo e Pietro Traldi, che in quegli anni stavano lavorando, tra gli altri, con César Brie, decidono di fondare una loro compagnia e dare vita al progetto delle Sementerie Artistiche. Grazie ai fondi stanziati per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto, prende piano piano vita la realtà teatrale. Alcuni edifici dell’azienda agricola vengono trasformati in spazio teatrale, offrendo un esempio di architettura nel paesaggio in cui coabitano produzione artistica e azienda agricola. Il teatro e la sala prove vengono costruiti in uno degli stabili danneggiati dal terremoto su progetto dell’ingegner Roberto Bissani, che ha realizzato anche la ristrutturazione degli altri edifici che ospitano oggi una foresteria e la cucina. Da allora l’Azienda Agricola e le Sementerie Artistiche convivono sviluppando progetti paralleli di coltura e cultura: l’azienda produce ancora sementi di girasole (accanto ad altre coltivazioni alle quali si è in parte riconvertita), le Sementerie Artistiche producono teatro.

Dario Galli

In quello stesso 2012 Pietro e Manuela conoscono l’architetto Dario Galli e la sua squadra “ArchitetturaAgricoltura”. Ne nascono una grande amicizia e una forte collaborazione. Dario e il collettivo di architetti curano l’allestimento interno del teatro e progettano e realizzano tutti gli spazi esterni.
Nel 2016, al termine dei lavori e in occasione della festa di inaugurazione del teatro, Manuela e Pietro decidono di dare vita a una rassegna teatrale estiva. Per presentare uno spettacolo nel nuovo teatro al chiuso tuttavia era necessario costituirsi formalmente come associazione di promozione sociale, in quanto lo spazio, a livello catastale, è rimasto un magazzino agricolo. L’iter burocratico necessita tuttavia ancora del tempo e da qui nasce l’idea di realizzare un teatro di paglia, all’aperto, dove portare in scena lo spettacolo: da un problema si genera così la soluzione.
Manuela e Pietro scoprono la Rete dei Teatri di Paglia (attiva dal 2011) e così, in modo ancora molto sperimentale, costruiscono un primissimo teatro di paglia per la festa di inaugurazione del teatro al chiuso. Dall’anno successivo sarà l’architetto Dario Galli, insieme con i suoi collaboratori, a disegnare e realizzare il teatro di paglia, ogni anno diverso. La forma del teatro di paglia viene infatti ridisegnata e rimodellata ogni estate, trasformandosi anche per rispettare le esigenze tecniche degli spettacoli proposti. Quest’anno si è aggiunta l’esigenza di garantire il distanziamento tra gli spettatori, dando al teatro una forma ancora diversa e nuova. Dario Galli progetta e traccia ogni anno il disegno del teatro, che viene poi costruito da quattro architetti della sua squadra e dai volontari delle Sementerie Artistiche.

I volontari delle Semeterie Artistiche

A settembre il teatro viene smontato e le balle ritornano alla loro funzione originaria: vengono vendute o regalate per nutrire gli animali. Un teatro che scompare dunque, che esiste solo nel presente, come l’essenza stessa del Teatro, e che torna a essere campo su cui, il prossimo anno, verrà ridisegnato il segno effimero dell’uomo.
Non solo il teatro, ma tutti gli spazi esterni e interni delle Sementerie Artistiche sono in continua evoluzione, in movimento, trovando di anno in anno una nuova identità. Dario e la sua squadra collaborano costantemente a dar loro una forma sempre nuova. Questa trasformazione si realizza soprattutto nei mesi estivi, quando oltre al teatro, vengono ridisegnati i giardini e quando arrivano i volontari che partecipano alla realizzazione della rassegna Le notti delle Sementerie. Attorno alle Notti, negli anni si è creato infatti un gruppo e uno staff artistico, tecnico e di volontari, che insieme rendono possibile questo festival. È anche questa partecipazione attiva e creativa del gruppo, che viene ampiamente percepita dal pubblico, a rendere la rassegna speciale. Si avverte come dietro ci sia una forte idea di comunità di persone che partecipano al progetto credendoci in prima persona. Come il signor Angelo, che ha seguito un primo di corso di teatro di Pietro e Manuela anni fa; si è innamorato di questa realtà teatrale tanto da trasferirsi qui, dove ora lavora per l’azienda agricola ed è diventato l’”angelo custode” del luogo. Continuando naturalmente a seguire i corsi di teatro delle Sementerie, che rimangono la sua passione.

ph. Giulia Castelnovo

Accanto ai ruoli storici di Marco, il tecnico, e di Federica, che coordina la cucina, ogni anno arrivano a realizzare il festival volontari diversi: attori, allievi dei corsi di teatro che si tengono qui durante l’inverno, amici e persone legate al progetto delle Sementerie. Come la musicista argentina Candela Marzinotto, che quest’anno ha curato la logistica, l’allestimento degli spazi e l’ospitalità. Da una delle esperienze più significative per Manuela e Pietro, la condivisione di un percorso artistico con César Brie dal 2010 al 2014, è rimasto e il rapporto artistico con l’Argentina e il legame con il Banfield Teatro Ensamble di Buenos Aires. Dal 2012 la compagnia Sementerie Artistiche collabora con il Banfield Teatro Ensamble, dove Manuela e Pietro hanno realizzato le loro prime produzioni e dove lavorano tutt’oggi come attori e insegnanti: ogni due anni i due artisti vanno a fare ricerca, spettacoli e laboratori nel teatro diretto da Ignacio Gomez Bustamante. Lo scambio è reciproco: Le Notti delle Sementerie hanno infatti la co-direzione artistica di Ignacio Gomez Bustamante, ospitato ogni anno in residenza durante la rassegna, ad eccezione di questa edizione a causa delle restrizioni agli spostamenti imposte dall’epidemia COVID-19.

ph. Federico Fred Ardizzoni

L’ispirazione e la suggestione argentina più importante per la compagnia Sementerie Artistiche è l’idea di un teatro come luogo sociale e di aggregazione, non come spazio nel quale si viene unicamente ad assistere uno spettacolo. Lavorando con César Brie prima e con Ignacio Gomez Bustamante poi, Manuela e Pietro hanno cercato di portare in Italia questo modo di creare comunità attorno al teatro. Il pubblico delle Notti non viene solo per vedere gli spettacoli proposti, ma per vivere lo spazio comunitario che si crea, per incontrarsi prima e dopo gli spettacoli. L’atmosfera che il gruppo di volontari crea, costituita visibilmente di amicizia e condivisione, insieme all’architettura degli spazi, rende questo festival speciale.
Altro elemento di interesse è il forte radicamento della realtà teatrale nel territorio. Un legame che si è costruito lentamente. Manuela e Pietro non avevano infatti legami culturali particolari con questa zona. Hanno entrambi studiato (si sono formati alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi) e lavorato a Milano.

ph. Giulia Castelnovo

Quando si è presentata l’opportunità di creare uno spazio teatrale dopo il terremoto, si sono trasferiti alle Sementerie, facendo la grande scommessa di dare vita a un progetto da zero in un territorio per loro sconosciuto. Hanno iniziato quindi a conoscere e farsi conoscere e hanno avuto successo. Il pubblico delle Notti e della rassegna invernale delle Sementerie arriva da un raggio di trenta/cinquanta chilometri, dalle città di Bologna (per un 50%), Modena, Ferrara e dai comuni vicini più piccoli. E naturalmente dal comune di Crevalcore, con il quale le Sementerie ha una convenzione.
Ha aperto Le notti delle Sementerie 2020, il 23 luglio, lo spettacolo Sempre domenica di Controcanto Collettivo, vincitore In-Box dal Vivo 2017. La rassegna è proseguita con Gianni di Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani e il ritorno di Luigi D’Elia con Cammelli a Barbiana, racconto sulla scuola di don Lorenzo Milani, sempre molto intenso. Ha debuttato poi The Show, la nuova produzione di Sementerie Artistiche con Elisa Denti, la regia di Luigi D’Elia su testo originale di Manuela De Meo, che abbiamo visto il 1° agosto. Un’interpretazione colma di energia, ritmo incalzante, ironia e profondità. Un tema non nuovo per il teatro ma affrontato attraverso una drammaturgia originale: Adele è una ragazza come tante, un po’ insicura, timida, goffa ma con “una bestia interiore assopita sotto il disagio”. Per scherzo le amiche la iscrivono a un corso di wrestling. Dal mondo della Virgin, dove si sentiva costantemente fuori luogo, si ritrova inaspettatamente a condividere con le sue nuove compagne e l’allenatore la scoperta di una nuova Adele. Si diverte al nuovo corso, molto, si lascia andare e si sorprende di avere tutta la voglia di mettersi in gioco. Si libera da costruzioni e dal giudizio degli altri e si scopre libera, forte, ironica.

ph. Federico Fred Ardizzo

Il festival è proseguito con il concerto dei Gipsy Caravan, in collaborazione con il Comune di Crevalcore e la rassegna Sere Serene, e il ritorno di Manzoni senza filtro, altra produzione Sementerie Artistiche. In programma il 13 agosto Histoire du soldat, spettacolo di musica e narrazione che ha visto insieme nella realizzazione e sul palco le Sementerie Artistiche, Atti Sonori e l’Orchestra del Baraccano. È tornato alle Sementerie Matthias Martelli con Il Primo Miracolo di Gesù Bambino da Mistero buffo di Dario Fo e Franca Rame, seguito da Gianfranco Berardi con Amleto Take Away e il Teatro dei Gordi con Sulla morte senza esagerare. Ha chiuso questa edizione il concerto di Spira mirabilis, progetto nato nel settembre 2007 per volontà di alcuni giovani musicisti professionisti già attivi nelle più importanti realtà musicali europee.
La compagnia Sementerie Artistiche produce spettacoli, tiene percorsi di formazione, organizza un’altra rassegna teatrale invernale, ospita workshop e residenze artistiche e realizza progetti di integrazione culturale in rete con altre associazione del territorio.




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