Biancaneve e ballo liscio, panini con la salsiccia e zucchero filato! Ma quanto ci mancano le feste popolari di una volta…

Fake Folk del Teatro Biblioteca Quarticciolo dal 23 al 26 settembre 2021 al Parchetto Modesto di Veglia a Roma

Pubblicato il 14/10/2021 / di / ateatro n. 180

Foto di Andrea Caramelli

Lo spettatore che si è recato alle 20.30 al Teatro Biblioteca Quarticciolo ha capito subito che non stava per partecipare a una serata come le altre: all’ingresso in teatro gli è stato chiesto di compilare un modulo con le proprie generalità ma, alla domanda se fosse richiesto ai fini del tracciamento, si è sentito rispondere

«No, è per la riffa».

Il nutrito drappello di spettatori viene condotto attraverso le vie del quartiere fino al Parchetto Modesto di Veglia, dove già a distanza viene accolto dai sax e dai tamburi della Rustica X Band. Il parchetto è uno spazio speciale, inaugurato ad aprile 2021 dalla Comunità Educante Quarticciolo, che ha deciso di “adottare” e restituire alla comunità un fazzoletto di verde accogliente e pubblico. Dopo il breve e sentito concerto della banda (con l’immancabile Bella Ciao) gli spettatori sono già nel mood della festa e si accomodano sulle sedie. Dallo spazio allestito già traspare un’interessante commistione di elementi: dinnanzi al pubblico vi sono un gazebo, due schermi per proiezioni e altrettanti palchi, il tutto coronato da luminarie da luna park.

Foto di Andrea Caramelli

Lo spettacolo si muove sulla falsariga di una cronaca di paese trash che documenta una fantomatica sagra storica del Quarticciolo: aperto da Andrea Cosentino con i personaggi della sua Telemomò (tra cui il politico locale, l’anziana massaia, il vecchio rocker), ci guida attraverso un mix esplosivo di parodistiche “tradizioni di una volta” e interviste agli abitanti del quartiere, sulll’onda della nostalgia di una socialità che ruotava intorno alla piazza e alle festività della comunità. Tra continui ammiccamenti ai decenni passati, arriva pure Biancaneve (Alessandra De Luca), icona di perfezione che diventa una Madonna addolorata portata in processione, con tanto di sguardo fisso (sul suo smartphone) e declamazione al megafono della sua storia. La fiaba diventa una chiave per riflettere sull’ossessione estetica del nostro tempo attraverso la presa diretta e l’utilizzo di filtri per i social che modificano live voce e volto dell’attrice. Emerge così anche la natura tragicamente misogina della fiaba. Lontano dall’essere mero espediente di forma, l’utilizzo degli stilemi della comunicazione dei social aggiunge un ulteriore livello narrativo immediatamente accessibile al pubblico.
A spettacolo iniziato sono numerosi gli abitanti del quartiere che, attirati dalla musica e dalle risate, si avvicinano per assistere e decidono di restare, catturati dai ritmi, dai colori e dalla familiarità dei personaggi stereotipati: diventa così evidente il significato di un evento come questo in un quartiere periferico e sotto molti aspetti difficile come il Quarticciolo.
Immancabile il gioca jouer finale in versione sagra («per l’interazione col pubblico»), con tanto di premiazione per il fortunato vincitore della sopracitata riffa – peluche e biglietti per il teatro. L’ironia che pervade la sistematica distruzione della festa patronale porta tuttavia alla luce un desiderio profondo: recuperare quanto di autentico e umano la comunità poteva vivere attraverso la dimensione della festa e del rito.
Concluso lo spettacolo, il pubblico può concedersi l’iconico panino con la salsiccia e lo zucchero filato in uno stand apposito, riconquistandosi lo spazio del parco e condividendo un momento di convivialità.

Foto di Andrea Caramelli

 

Fake Folk

con Andrea Cosentino, Alessandra De Luca, Lorenzo Lemme, Nexus, Dario Aggioli

ideazione e drammaturgia Andrea Cosentino

collaborazione alla drammaturgia Alessandra De Luca

suono e musica dal vivo Lorenzo Lemme

design realtà aumentata e movimenti scenici Nexus

montaggio video e coordiamento tecnico Dario Aggioli

scene Antonio Belardi

costumi Anna Coluccia

parrucca Eugenio Prezioso

produzione Cranpi e Teatro Biblioteca Quarticciolo

in collaborazione con ALDES

con il sostegno di Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio




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