TourFest2024 | Una magia colorata e senza fine: i mille usi e volti della carta
Festival del disegno a Milano
Liscio, ruvido o di grana satinata, colorato, di cotone o per acquerello. Non importa se vi abbiamo realizzato una grande opera d’arte o se è rimasto chiuso nella cartelletta da disegno di scuola: tutti noi abbiamo toccato un foglio di carta Fabriano almeno una volta.
Quest’anno l’azienda festeggia il 760esimo anniversario dalla sua nascita e celebra il disegno in tutte le sue forme promuovendo l’omonimo festival, che oggi compie nove anni.
Rosso, blu e giallo
Per questa edizione, ospitata nei cortili del Castello Sforzesco di Milano nelle giornate del 14 e 15 settembre, il festival si tinge di rosso, blu e giallo, i colori da cui tutto comincia, con gli schizzi di Luogo Comune, nome d’arte dell’illustratore e mural artist Jacopo Ghisoni.
Tra le mura dell’edificio si respira il profumo della carta e dell’erba fresca, accarezzata dalla brezza mattutina. C’è chi, di buon’ora, raggiunge il Cortile delle Armi ancor prima che i giardini possano essere irradiati dalla luce del sole. In questo luogo storico, ancora silenzioso, si incontrano professionisti, appassionati e curiosi, desiderosi di sporcarsi le mani e ritagliarsi un momento di leggerezza in uno spazio incredibilmente suggestivo.
Articolato in numerose attività, l’evento accoglie grandi e piccini, coinvolti in una serie di laboratori a ciclo continuo. Di fronte a un enorme foglio di carta completamente bianco, il Grande Disegno, ogni bambino lascia il proprio personalissimo segno, colorato e vivace.
Altri, invece, optano per vestire i panni dei grandi artisti, scegliendo di completare alcune opere custodite nel Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco e lasciate a metà, all’interno del laboratorio Memorie d’artista. Dediti alla tela, reinterpretano quadri di cui non conoscono realmente il valore. Per loro la Testa di Leda di Da Vinci non è che un disegno sulle tonalità dell’arancio. Eppure, con grande cura e disinvoltura, immaginano un suo completamento, affiancando la propria opera a quella di Leonardo.
I laboratori: acquerelli e pennarelli, schizzi e calligrafie
Il programma è arricchito dagli Atelier d’artista, laboratori per giovani e adulti tenuti da artiste e artisti italiani e internazionali. Per qualche ora, i partecipanti hanno modo di immergersi completamente nelle attività, guidati da creativi e sognatori che hanno fatto della loro vocazione il proprio mestiere. Tra questi, Mattia Bonora ed Elisa Baccalini – conosciuta anche come Letters of Me – calligrafi che raccontano la precisione e la cura dietro alla pratica del lettering. Il primo – come suggerisce il nome del laboratorio – Funky Letters – propone uno stile di scrittura più eccentrico, rafforzato dall’uso di pennarelli in vinile. Elisa, invece, si dedica alla tecnica e ai trucchi celati dietro l’utilizzo dei pennarelli acquerellabili, strumenti alla base della sua produzione artistica. Il suo è un invito a osare, senza temere la grandezza delle lettere o l’audacia del colore esortando i partecipanti ad affidarsi al proprio estro.
Dello stesso pensiero è l’acquerellista Alberto Madrigal, artista spagnolo a capo del laboratorio Sketches di persone dal vivo ad acquerello. Attraverso qualche aneddoto, il fumettista spiega come a volte i disegni realizzati con l’intento di raggiungere la perfezione si rivelino ridicoli a confronto degli schizzi gettati sul foglio con spontaneità: “Fuori casa non dimentico mai di portare con me il mio taccuino, per raccogliere spunti dal mondo che mi circonda”. Seduto al tavolo di un bar o alla fermata del tram, è solito fermarsi per qualche istante a tracciare su carta personaggi e ambienti che non rimangono in posa, ma sfuggono dietro a una tazzina di caffè ormai vuota o a un tram che si allontana. La rapidità della quotidianità non ammette la perfezione istantanea. Quello che il disegnatore può fare è immaginare il carattere e l’atteggiamento di un personaggio nascosti dei dettagli.
Durante la pratica, Madrigal esorta i partecipanti a lasciarsi guidare dalla propria mano, traendo ispirazione dallo scenario circostante. Dagli occhi grandi di un bambino ai baffoni del signore a passeggio, la china ruba dettagli dove l’occhio la porta. Il risultato è un personaggio unico e inimitabile.
Poco più in là, sotto un portico affacciato sul cortile, Silvia Gasparetto, architetto e docente di storia dell’arte e di arte immagine, presenta al pubblico il volto di Lina Cavalieri, musa ispiratrice del designer Piero Fornasetti. I lineamenti della donna diventano la base del manufatto realizzato dai partecipanti che, trasportati dalla propria fantasia, reinventano quel viso a modo proprio. Lo tagliano, lo scompongono, ci disegnano sopra, sulla scia dell’opera dell’artista milanese.
La magia dei Maestri Cartai
Al Festival del Disegno, i fogli Fabriano non sono soltanto un supporto grafico, ma ricoprono un ruolo da protagonista. Nel Cortile delle Armi, i Mastri Cartai avvicinano il pubblico agli strumenti della tradizionale lavorazione della carta, essenziali per la realizzazione di veri e propri fogli da disegno. Attraverso l’utilizzo del tino del telaio, anche i partecipanti più piccoli scoprono la cura e la lentezza dietro al lavoro artigianale.
l fine settimana all’insegna della creatività trascorre rapidamente tra macchie di colore e ritagli di cartoncino. La festa, tuttavia, non finisce qui. Dal 14 settembre al 13 ottobre 2024, oltre 300 città italiane ospiteranno il Festival del Disegno All Around, con una serie di laboratori coinvolgendo associazioni, enti, scuole, musei, biblioteche, cartolerie e negozi di belle arti diffusi su tutta la penisola.
A conclusione di questo primo assaggio milanese, il disegno conferma il suo prezioso valore.
Abbracciando diverse tecniche e sperimentando strumenti e supporti, ogni persona, più o meno giovane, ha possibilità di scoprire – o ri-scoprire – sé stesso e l’altro. Da un lato, rivolti nella nostra intimità, bussiamo alla porta di quel bambino che ancora ci aspetta con in mano qualche pastello a cera. Dall’altro, apriamo gli occhi sul mondo, parlando rivolgendoci a chi lo abita con un linguaggio universale, quello del segno e del colore.
Soprattutto, riscopriamo la cura che emerge dalle pieghe di una barchetta di carta, da un tratto deciso a matita o dalle sfumature di un acquerello.