Storie perdute. I 2000 frammenti del teatro greco

In convegno al Teatro Olimpico di Vicenza l'8 e 9 novembre 2024

Pubblicato il 06/11/2024 / di / ateatro n. 201

XIX edizione
Teatro Olimpico di Vicenza
8, 9 novembre 2024


Storie perdute
I 2000 frammenti del Teatro Greco

Talvolta chiamiamo Teatro Greco (“classici”!) un corpus di poche decine di testi di diversa integrità, a fronte di quasi 1000 titoli che sappiamo essere stati effettivamente rappresentati e di più di 2000 frammenti di varianti spesso sconosciute. Se per esempio, invece dell’Edipo di Sofocle si fosse salvato quello di Euripide, dove Edipo forse evita l’incesto e viene accecato per ragioni politiche, la psicologia moderna avrebbe avuto lo stesso sviluppo? Se il Filottete fosse quello dove un Ulisse privo di scrupoli sostiene la sacrificabilità del disabile in nome dell’utile guerresco, avremmo ugualmente fatto di quest’ultimo un modello di eroe?

Pittore di Edipo, Edipo e la Sfinge, Kylix attica a figure rosse, Musei Vaticani

Naturalmente sono suggestioni: è un fatto però che questo patrimonio di frammenti ci consegna la responsabilità di interrogare tutte queste storie perdute come potenziali paradigmi del comportamento umano, almeno quanto lo sono oggi per noi quelle finora trasmesseci (ma da chi, come, e perché?). Laboratorio Olimpico rincontra i classici: non nella forma del feticismo testuale, bensì della reinvenzione – affidata a importanti accademie teatrali italiane e accompagnata da un dibattito interdisciplinare fra esperti e operatori. Quale luogo più indicato del Teatro Olimpico per ospitare questo incontro fra studio e rappresentazione, ricerca e formazione, Storia e immaginazione del futuro

Arkesilas, Kylix a figure nere raffigurante Atlante che regge il cielo e Prometeo incatenato con un’aquila che gli becca il fegato (c. 555 a. C.), Musei Vaticani

Il programma

Storie perdute
I 2000 frammenti del teatro greco

Venerdì 8 novembre

Odeo del Teatro Olimpico

10:00

saluti di
Ilaria Fantin (assessore alla Cultura Comune di Vicenza)
Giovanni Luigi Fontana (presidente dell’Accademia Olimpica)
Cesare Galla (Laboratorio Olimpico)

interventi di
Guido Avezzù (Università di Verona) | Narrate, umani, le vostre storie
Serena Perrone (Università di Genova) | Grammatica comica: ridere con le lettere

lettura drammatizzata di frammenti comici da
Antifane, Poesia; Eùbulo, commedia non identificata
Cratete, Bestie; Teleclide, Amfizioni; Alessi, Lino;
Sofocle, I cercatori di tracce (dramma satiresco)

Angela Zinno (Università di Genova) | La tragedia delle lettere: i suoni in scena
Paolo Puppa (Accademia Olimpica) | Il mito allo spin-off

15:00

Oliviero Ponte di Pino (ateatro.it, Accademia di Brera)
intervista in videocollegamento
Serena Sinigaglia (ATIR)
Clemente Tafuri (Teatro Akropolis)
Simone Derai (Anagoor)

interventi di
Giuseppe Fornari (Università di Verona) | I Cretesi e le forme del Labirinto
Laura Carrara (Università di Pisa) | Storie perdute, storie ritrovate: un nuovissimo papiro di Euripide e il mito di Poliido

lettura drammatizzata di frammenti tragici da
Eschilo, Prometeo liberato; Sofocle, Tereo;
Euripide, Edipo, Alessandro, Eolo

Nicola Ferrari (Università di Genova) | Frammenti/palinsesti: Anne Carson, Pascal Quignard, Tony Harrison
Simone Dragone (Università di Lecce) | Antigone nel teatro di ricerca, dal Living a Barba

Letture a cura di
Adalberto Zanella, Pietro Casolo, Paola Bisson, Laura Festival, Elena Walczer
allievi attori delle scuole teatrali di Vicenza La Piccionaia, Theama, Corsi di Lettura Espressiva diretti da Antonino Varvarà
selezione testi e coaching Antonino Varvarà

Sabato 9 novembre

Teatro Olimpico

17:00

Cretesi, o dell’istinto
con gli allievi attori delle scuole teatrali di Vicenza La Piccionaia, Theama, Corsi di Lettura Espressiva diretti da Antonino Varvarà
drammaturgia e coordinamento a cura di Antonino Varvarà

Bellerofonte, o della blasfemia
con gli allievi attori della Accademia Teatrale “Carlo Goldoni” del Teatro Nazionale del Veneto
drammaturgia e coordinamento a cura di Jacopo Zerbo

Filottete
di e con Paolo Puppa

Edipo, o della profezia
con gli allievi attori della Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma
drammaturgia e coordinamento a cura di Pino Petruzzelli

direzione Roberto Cuppone
da un’idea di Cesare Galla

in collaborazione con
Oliviero Ponte di Pino
ateatro.it (Le parole del teatro – un lessico per gli spettatori)

comitato scientifico
Simone Dragone, Ester Fuoco, Angela Zinno

ufficio stampa Alessandra Agosti
progetto grafico Paolo Pasetto
servizi tecnici Stefano Bodinetti

Partners di progetto
ateatro.it
Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma
Accademia Teatrale “Carlo Goldoni”, Teatro Nazionale del Veneto
Biblioteca Civica Bertoliana
Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura, al Turismo e all’Attrattività della città
il Falcone – Teatro Universitario di Genova
si ringraziano le scuole di teatro de
La Piccionaia, Theama, Corsi di Lettura Espressiva diretti da Antonino Varvarà

Il papiro con frammenti di due tragedie perdute di Euripide, Polyidos e Ino, ritrovato nel 2022 presso la necropoli egiziana di Filadelfia. La traduzione è stata pubblicata dalla rivista “Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik” (agosto 2024)

Una delle due tragedie racconta la storia di un bambino che muore. È il figlio di Minosse, e il padre è disperato. Minosse è un re, figlio del dio supremo, Zeus, e di Europa. Come è possibile che il destino gli riservi una sorte così assurda e crudele? Suo figlio, Glauco, morto bambino, caduto in una giara piena di miele. Minosse si rivolge a un indovino famoso, perché lo trovi. E, una volta trovato il bambino, gli chiede che lo resusciti. La nuova scoperta rivela molti frammenti tratti da questa scena. L’indovino è indignato. Come Edipo e Tiresia, come Davide e Natan, re e profeta si scontrano. Minosse incalza il profeta: “Vedi? Il delfino comanda sulle onde del mare, comanda tra gli uccelli la forza dell’aquila, Zeus ha il potere supremo in cielo, e sulla terra ce l’hanno i re: tu sei inferiore; sei sotto il mio potere; devi sopportare quello che ti impongo”. L’indovino rifiuta: “Sarei un folle se violassi le leggi degli dèi”; “Tu vai oltre il tuo limite, senza controlli; la colpa è della ricchezza”. L’indovino ricorda le leggi dell’universo: “Sappilo bene: tutte le cose che la natura fa sorgere devono nascere e morire; tutto, col tempo, nasce e di nuovo muore”. Giunge persino ad accusare Minosse: “Io nego che tu sia figlio di Zeus; questa è una falsità che ha sparso tua madre; non puoi essere figlio di Zeus tu che sovverti le leggi stabilite e sconvolgi le norme divine per la tua arroganza. Infatti, se la tirannide o le case ricche d’oro potranno [far ritornare a vivere] chi ha lasciato la luce del sole [l’ordine del mondo sarà sconvolto]”. Qui finisce il nuovo frammento. Noi sappiamo che Minosse farà rinchiudere l’indovino nella tomba con il ragazzo morto. E l’indovino, proprio sottoterra, scoprirà un’erba magica, e farà rivivere il bambino.
Ma il papiro di Euripide, prima di venire gettato nella tomba egiziana, è stato tagliato in modo che restassero solo queste due colonne di scrittura della tragedia. Non sapremo mai se è stato messo come ricordo, come meditazione sull’inevitabilità della morte. Ma è stato trovato insieme a un altro foglio: una ricevuta di semi per le piante del tempio. Forse chi ha scelto questi versi di Euripide non voleva pensare all’immortalità. Ma pensava al ciclo della vita: tutto ciò che la natura produce, deve nascere e morire. Come suo figlio, come le piante del tempio che torneranno a vivere, anche mentre il figlio giace nella tomba.
(Luigi Battezzato, “Il Sole-24 Ore”, 29 settembre 2024)




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