Reinventare i luoghi della cultura: il libro, la mappa, i materiali

Reinventare i luoghi della cultura contemporanea
Nuovi spazi, nuove creatività, nuove professioni, nuovi pubblici
a cura di Cristina Carlini, Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino
FrancoAngeli, in uscita a novembre 2017, 19 €.

Reinventare i luoghi della cultura contemporanea

Con i contributi di
Umberto Angelini, Paolo Aniello, Ada Arduini, Davide Bazzini, Emanuela Bizi, Alessandro Bollo, Fanny Bouquerel, Nicola Capone e Andrea De Goyzueta, Nicola Ciancio, Giovanna Crisafulli, Paolo Dalla Sega, Davide D’Antonio, Filippo Del Corno, Domenico Di Noia, Roberta Ferraresi, Pietro Floridia, Bruna Gambarelli, Marco Gambaro, Ilaria Giuliani, Dalia Macii, Alessandro Mazzone, Luca Mazzone, Massimo Mazzone, Stefania Minciullo, Andrea Mochi Sismondi, Davide Lorenzo Palla, Carla Peirolero, Fabio Pascapè, Felicita Platania, Alessandro Pontremoli, Renato Quaglia, Andrea Rebaglio, Francesca Serrazanetti, Giulio Stumpo, Antonio Taormina, Massimiliano Tarantino, Carlo Testini.

Gli spazi della cultura stanno cambiando. I cinema, i teatri, le biblioteche, i musei erano luoghi deputati a un’unica funzione. Emergono nuove tipologie di spazi, che accolgono diverse discipline e soprattutto diverse funzioni: dall’intrattenimento alla formazione, dall’affiancamento delle start up alle residenze per artisti (e non solo), alla vendita di prodotti e a vari servizi. Hanno spesso una vocazione sociale e svolgono un ruolo importante nella riqualificazione urbana e nei processi di integrazione. Negli ultimi anni in tutta Italia decine e decine di ristrutturazioni di spazi dismessi hanno scelto questa direzione di sviluppo.
Dopo l’avvento del digitale, questa evoluzione riflette un diverso atteggiamento del pubblico nei confronti della cultura, ma anche profondi cambiamenti della vita sociale, della convivialità e della nostra stessa identità: si abbassano le barriere tra vita pubblica e vita privata, tra tempo libero e tempo del lavoro.
Reinventare i luoghi della cultura, frutto di due anni di ricerca e di incontri nell’ambito delle Buone Pratiche del Teatro, indaga un cambiamento che investe sia la collettività sia gli individui. Molti dei creatori di questi spazi, provenienti da varie zone d’Italia, raccontano le loro esperienze, innovative e spesso partecipative. Vengono chiamati in causa diversi saperi: quelli relativi allo spettacolo, ma anche urbanistica, architettura e design, senza dimenticare l’impatto di questa “rivoluzione del luoghi” sulla politica culturale delle pubbliche amministrazioni.

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