#BP2019 | Codice dello Spettacolo, riforma del FUS, attenzione alle strutture teatrali media e piccole, lavoro: l’intervista al ministro Alberto Bonisoli

In esclusiva per la giornata del 30 marzo 2019 Per una politica dello spettacolo dal vivo

A partire da alcune sue dichiarazioni, il mondo del teatro si aspettava una proroga dei termini per i decreti attuativi della legge 175, i cui termini sono scaduti a dicembre e ha invece optato per una legge delega nuova. Perché questa scelta? Che cosa intende mantenere e che cosa cambiare del cosiddetto Codice dello Spettacolo?

Semplicemente un disegno di legge delega non può essere prorogato. Abbiamo provato a trovare una soluzione che consentisse di risparmiare tempo ma nelle pieghe dei regolamenti non abbiamo trovato nulla. Mi lasci dire, però, che i decreti attuativi non si sono fatti perché quando sono arrivato, a giugno inoltrato, dei decreti attuativi non era stata scritta neanche una riga e non avremmo mai potuto scrivere per materie complesse come tutte quelle che riguardano lo spettacolo dal vivo, i decreti in appena sei mesi.

Quali sono le sue priorità in materia di spettacolo e di teatro un particolare?

Il teatro fa parte della tradizione culturale italiana a pieno titolo. Ed è dunque fondamentale che viva, non che sopravviva. So anche, che tranne qualche rarissima eccezione, senza lo stato l’intervento delle istituzioni, Stato, Regioni, Comuni, il teatro non si salva. Io credo che una cultura popolare come questa debba diventare più diffusa in ogni territorio. Per questo, tra i miei obiettivi, c’è un’attenzione particolare alle strutture teatrali medie e piccole.

Il contratto di governo parla di “Riforma del sistema di finanziamento del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS)” e su questo punto lei è tornato in diverse occasioni, quali sono gli indirizzi principali della riforma che vorrebbe varare?

Ho già qualche idea ma devo rispettare il Parlamento che sta approfondendo l’argomento. In Senato è in via di conclusione un’indagine conoscitiva sul Fus. A breve sarà resa nota la relazione. Su quella lavoreremo per riscrivere l’algoritmo. Ma ci dedicheremo anche a rivedere qualche parametro. Fermo restando che una quota di discrezionalità, visto l’ambito di cui parliamo, deve necessariamente rimanere.

La legge 175 dedicava un passaggio al riordino e alla tutela del lavoro nel settore. Pensa di affrontare questo problema?

Anche questa è una priorità nella mia agenda. Nei giorni scorsi ho incontrato i sindacati dello spettacolo dal vivo e ho annunciato loro come intendo muovermi per risanare un problema annoso. Dai loro comunicati successivi all’incontro ho avuto l’impressione che siano usciti molto soddisfatti. Ma lo saranno ancora di più quando scopriranno che dalle promesse si passerà ai fatti.