Launderette Soap

Un progetto teatrale

Pubblicato il 29/09/2003 / di / ateatro n. 055

Laundrette-soap E’ una storia che non si può raccontare in poche pagine; bisogna viverla. E’ una storia complessa e tutt’ora in atto che non si può raccontare in nulla di singolo. E’ somma di comunicazioni, di mezzi di narrazione, di notizie, fatti, avvenimenti; vive del rapporto fra essi, della loro giustapposizione, della costruzione progressiva.
Laundrette-soap E’ un progetto-contenitore che si mostra al pubblico in diverse forme. Sono tessere di un mosaico che lo spettatore monta autonomamente. Ogni pezzo va ad aggiungersi e a modificare il quadro unico, ma ogni pezzo preso anche singolarmente è narrazione a se stante, si basta, non soffre la mancanza del disegno totale. Ogni tessera è comprensibile, autoconclusiva, viva.
Laundrette-soap, per sei sabati consecutivi, sarà anche teatro a puntate. Sei puntate di circa 20 minuti ciascuna in sei luoghi diversi della città di Torino. Teatro in luoghi reali: in piazza, nei pressi di una fontana, in un supermercato, sulle rive del Po, e in ogni luogo dove i nostri personaggi si incontreranno, si daranno appuntamento, vivranno la loro esistenza.
Sei puntate di una storia che tracima dagli argini della rappresentazione e scorre per la realtà della città, le parole le opinioni i dubbi dei suoi abitanti, la radio, la tv, la carta stampata, internet… Una storia che va seguita e inseguita ma che ti viene anche a trovare sotto casa, al bar, mentre fai la spesa. Tutto sta ad avere occhi e orecchi e cuore e attenzione e interesse per comprenderla, nel senso di prenderla con sé. Buon viaggio.
“Alcuni viaggiatori sanno, o dicono di sapere, comunque certamente spargono la voce che Aldo, un tempo, faceva il rappresentante di una fabbrica di bulloni e che in un bar incontrò Giulio in cerca di informazioni. Altri aggiungono che Lucio E’ da sempre che colleziona voci catturate col suo registratorino che lui dice essere invisibile. Diversi giurano di aver visto Giulia recitare in una fiction tv. Il fratello di Giampaolo si chiama Rudi; non so se Rudi abbrevi Rodolfo. INAMODAMENIC, tieni a mente questo nome.
Altri ancora avvertono che questa storia la si sta già narrando.”

IL PROGETTO
Si tratta di realizzare, prendendo i termini in prestito dalla televisione, una sorta di sit-com o telenovela, o forse ancora più precisamente un telefilm (per intenderci sul formato) ma in forma TEATRALE. Ovvero adoperare i codici del telefilm (fondamentalmente la serialità) e trasformarli e trasporli in uno spettacolo teatrale in sei puntate. Sono sei puntate di circa 30 minuti ciascuna, sei spettacoli teatrali da rappresentare in sei diversi luoghi della città di Torino: luoghi reali, non istituzionali dello spettacolo; dunque non teatri, cinema o sale, ma piuttosto una piazza, una fontana in un parco, un supermercato, il lungo Dora, il parco del Valentino, o altri luoghi cari alla città e carichi di storia e di storie.
Ogni puntata sarà autoconclusiva, dunque lo spettatore che dovesse assistere ad una sola rappresentazione sarà messo in condizione di comprendere tutto, divertirsi, partecipare ad un evento teatrale tanto stravagante ed unico quanto intelleggibile nella sua totalità. Ovviamente il cosiddetto meccanismo dell’affezione e dell’attaccamento ai personaggi (che ritorneranno nelle puntate successive, trattandosi di un prodotto seriale) e della curiosità a continuare a seguire la vicenda, saranno ben presenti. Non si vuole penalizzare il pubblico occasionale, anche se si intende creare parallelamente un pubblico affezionato che segua lo spettacolo con assiduità e interesse crescente, e mai la parola ‘segua’ è’ stata usata in maniera più appropriata, in quanto lo spettatore interessato dovrà letteralmente ‘seguire lo spettacolo’ di luogo in luogo, riscoprendo così Torino e i suoi angoli, i suoi negozi, le sue strade, i suoi punti anche sconosciuti. Spettacolo itinerante sembrerebbe la parola giusta per definire il progetto, ma E’ indispensabile aggiungere ìperiodicoî. Le sei puntate non si svolgeranno tutte lo stesso giorno, ma una ogni settimana. Ogni sabato, per sei settimane, a partire dal 13 di settembre fino al 18 di ottobre; e le puntate verranno replicate nello stesso luogo durante tutta la giornata: indicativamente una puntata ogni due ore da mezzogiorno a mezzanotte, dalle 12 alle 12, per un totale di 7 repliche al giorno.
Ma sarebbe giusto anche definirlo Spettacolo Disseminato e Disseminante, perché lascia per la città dei segni, degli indizi, delle anomalie, dei presagi che gli spettatori potranno comporre autonomamente come in una spy-story metropolitana e psico-geografica, come in un immenso mosaico le cui tessere sono da cercare e per comprendere il quale non E’ necessario essere a conoscenza di tutte le tessere. Ma questo verrà spiegato meglio nelle pagine successive.


Multimedialita`

Il progetto intende avvalersi di tutti i mezzi mediatici possibili: stampa, radio, televisione, Internet, chat… Questi mezzi non saranno di contorno, di appoggio o meramente riassuntivi, ovvero non serviranno solo ad informare dove e come avverrà l’evento teatrale e neppure a riassumere le puntate precedenti o a raccontare cosa E’ successo. Tutti gli altri mezzi di comunicazione avranno uno scopo integrativo: mostreranno il passato dei personaggi, testimonieranno il reale passaggio nella città dei protagonisti, si potranno scoprire informazioni che durante l’evento teatrale non verranno svelate. Creeranno ìrealtà vere e paralleleî che renderanno il progetto un evento totale.
Sarà costituito un sito Internet apposito che seguirà la vicenda. Qui si potranno trovare le biografie dei personaggi, altre storie a loro correlate (ma non necessariamente facenti parte del plot del telefilm teatrale), materiale fotografico; qui si potrà scoprire il passato di ogni personaggio, si imparerà a conoscerlo meglio. Qui si vedranno anche momenti della stessa vicenda raccontata nelle puntate teatrali, ma non si tratterà di repliche, bensì di brani inediti, utili alla comprensione della storia, ma non indispensabili. Si potranno anche raccontare nuovamente le vicende già rappresentate nell’evento teatrale, ma in questo caso si cambierebbe ottica, punto di vista, e il nuovo racconto andrebbe ad aggiungersi alla storia e non a ripeterla.
I giornali, oltre ad informare sull’evento, potranno contenere ìnotizie realiî concernenti la vicenda (esempio: se un personaggio muore, sul giornale verrà pubblicato il necrologio) e seguiranno dunque l’evento in modo nuovo.
Una (o più) radio seguirà l’evento, sia a livello di informazione (nelle due accezioni appena descritte: informazione sull’evento e notizie ìrealiî interne all’evento) sia come mezzo di divulgazione dei pensieri dei personaggi o di divulgazione di vere e proprie scene del telefilm stesso. Anche queste non saranno repliche della vicenda teatrale, ma scene aggiuntive che integreranno l’intreccio con nuovo materiale.
L’importante è comprendere che l’evento teatrale non è un modo per cercare di arrivare alla televisione, alla radio, al cinema o alle prime pagine dei giornali, ma esattamente il contrario: la radio, la carta stampata, la celluloide, il mondo dell’informazione che integra l’evento e la stessa televisione, sono mezzi per portare la gente a teatro, portare la gente a seguire persone vive in carne ed ossa che inscenano una fiction in una piazza o nel supermercato sotto casa; mezzi per portare il teatro dentro la vita degli spettatori. Accendendo i fari dell’informazione di massa il teatro torna a riguardarci e lo scopriamo più vivo e coinvolgente che mai.

In concreto: cosa succederà?
Spiegata l’idea di teatro a puntate e affermato l’utilizzo di tutti i media disponibili, diventa ora possibile comprendere l’evento.
Trattandosi di teatro rappresentato in luoghi reali, creeremo una realtà concreta e tangibile dell’intera vicenda.
Tutto partirà già a giugno. I nostri protagonisti – nella loro reale vicenda che si narrerà nelle puntate settembrine – hanno aperto un sito che pubblicizza la loro videoteca. E noi a giugno apriremo il sito della loro videoteca, consultabile da chiunque. Sarà un sito semplice, con grafica vecchia, perché rispecchierà le capacità e le possibilità economiche dei nostri protagonisti. In questo sito si potranno leggere elenchi di film che la videoteca possiede – sarà un elenco di film inventati, verosimili, ma non reali (titoli che letti in sequenza potranno a loro volta raccontare delle microstorie – e, sempre nel sito, ci si potrà iscrivere ad una sorta di mailing list per accedere alla password con la quale poter entrare nelle pagine dedicate al weblog (il diario di bordo) dei nostri protagonisti.Poi c’è la vita di tutti i giorni dei nostri protagonisti, e anche questa partirà da giugno. E’ già partita da tempo, ma solo da giugno sarà visibile:
1. Giulia un giorno di giugno perderà una lettera indirizzata a un suo ex-fidanzato, e noi tappezzeremo Torino con 500 copie scritte a mano di questa lettera. La lettera di Giulia – potremmo addirittura chiamarla “l’originale” – sarà realmente e fisicamente presente nella città di Torino, abbandonata in 500 posti diversi. Ovviamente lo scarto irreale è che noi ne faremo centinaia di copie, però si suppone che chiunque trovi la lettera pensi di essere in possesso di un ìpezzo unicoî; e probabilmente si porterà a casa la lettera, o ne parlerà con gli amici.
Si può anche ipotizzare che di questa ìlettera trovataî si occupi un giornalista della Stampa, giornalista che scriva un pezzo dichiarando di aver trovato questa lettera e di voler trovare il mittente perché gli sembra importante che non vada persa.
Il cortocircuito potrà avverarsi nel momento in cui due persone si troveranno di fronte ognuna in possesso dell'”originale”, oppure dopo aver letto l’articolo. Oppure non accadere. Non è così importante che si scopra l’imbroglio, è fondamentale che presagi reali vengano disseminati nella vita della città.
2. Aldo sono mesi che sta leggendo un libro e regolarmente lo perde, lo perde per strada, su una panchina, su un mezzo pubblico. E noi – sostenendo la pratica del book-crossing – lasceremo in giro decine di copie di questo libro, autografate da Aldo: alcune anche con un bigliettino della moglie Mara ad uso segnalibro. Durante le puntate teatrali di settembre/ottobre, Aldo parlerà di questa sua disavventura: “Non so cosa mi stia succedendo: ogni volta che arrivo intorno a pagina 20, perdo questo libro; E’ la sesta volta che lo ricompro…”. Ecco che ancora una volta la fiction delle puntate teatrali si mischia con la realtà. Un personaggio finto di uno spettacolo perde un libro, e tu lo trovi. Dov’è il limite fra finzione e realtà? Da dove è uscito il libro che due mesi fa hai trovato e che ora sta nella tua biblioteca? C’è forse un buco nello “schermo” della finzione? Cortocircuiti.
3. Lucio – uno dei 5 personaggi – colleziona col suo registratorino dialoghi rubati; Lucio ha a casa centinaia di cassettine di dialoghi di torinesi. Noi non solo faremo ascoltare questi dialoghi all’interno delle sei puntate; noi non solo perderemo in giro per la città alcune di queste cassettine; noi faremo anche ascoltare parte di essi per radio: brevi brani di dialogo rubato nei quali gli ascoltatori si riconosceranno e ai quali chiederemo di immaginarsi una storia, di proseguire il dialogo, di scoprire chi sono gli interlocutori.
4. Magari nessuno se ne accorgerà, ma il biglietto aereo Londra-Torino di Giampaolo, a voler guardare bene, sarà rinvenibile su un bancomat di via Po.
5. Se Rudi scriverà su un muro “Io amo Giulia, tutte le serenate del mondo sono per lei”, magari questa scritta sarà ripresa dalla rubrica della “Stampa” che si occupa di graffiti.
Presagi. La città si riempirà di piccoli e grandi segni di questa storia che si comincerà a narrare molto prima del teatro.
6. E Giulio perderà la fotocopia della sua carta d’identità.
7. E qualche fortunato troverà la foto dell’inaugurazione della videoteca.
8. E qualcun altro – o forse lo stesso – sarà in possesso di una foto che inchioda Giulia alle sue responsabilità.
Questi sono alcuni esempi della vera storia di finzione che si sta abbattendo su Torino. Tutti non li sappiamo neanche noi, ecco perché bisognerà stare attenti, tenere gli occhi aperti.
Questi sono alcuni esempi di quello che accadrà nella prima fase, ovvero da giugno 2003.
Poi c’è la seconda fase, che principalmente sarà incentrata nelle sei puntate di teatro, di mezz’ora ciascuna, che verranno replicate 7 volte al giorno per sei sabati consecutivi dal 13 settembre al 18 ottobre. Ma anche in questa fase il rapporto realtà/finzione proseguirà. I cortocircuiti fra quello che accade il sabato e quello che durante la settimana sarà rintracciabile saranno continui. La plurilettura dell’evento, l’amplificazione di significato attraverso la moltiplicazione di informazioni, sarà anche accelerata dal sito Internet.
A questo punto della storia, la maggior parte degli spettatori saprà dell’esistenza del sito di laundrettesoap.it.

Questo sito, che nella nostra finzione diciamo essere di una multinazionale che ha sponsorizzato la videoteca dei nostri giovani protagonisti, sarà in realtà una fucina di informazioni parallele, storie di contorno, segreti dei nostri personaggi.

Questo sito sarà la nostra stessa storia raccontata da cento altri punti di vista, tanto vari da raccontare in realtà altre storie. Qui si potrà trovare il contenuto della borsetta di Giulia; le registrazioni di vecchie telefonate fra Giulio e sua mamma; oppure, di quelle telefonate fra Giulio e sua mamma alle quali abbiamo assistito durante le puntate teatrali ascoltando solo la voce di Giulio in diretta, qui nel sito si potranno ascoltare le registrazioni integrali anche con la voce della madre; qui si potranno leggere i diari segreti; qui si potrà seguire la vita di Mara – moglie di Aldo – che nelle puntate compare una sola volta; qui si potranno vedere degli streaming di pochi secondi tratti dalle puntate teatrali, e anche degli streaming inediti, mai avvenuti dal vivo; ecc.ecc.
Musica
La musica sarà un elemento fondamentale delle sei puntate teatrali. In ogni puntata ci sarà musica dal vivo. Questo non avverrà semplicemente organizzando un concerto, ma i musicisti saranno parte integrante della drammaturgia, verranno integrati nella storia e giustificati dalla narrazione.
Si intende comporre delle musiche originali, e anche delle canzoni.
Dove. I luoghi
I sei luoghi dove si svolgeranno le rispettive sei puntate sono ancora in via di definizione, ma la scelta si muove su basi molto precise. Si intende legare il progetto – o meglio: la rappresentazione – alla vita della città. La novità sta nello assistere a una vicenda che si svolge esattamente in un luogo che preesiste alla vicenda e che continuerà ad esistere dopo la conclusione di essa, e allora esso (luogo) sarà carico di nuove valenze, memorie, significati. Ci sono luoghi, luci, strutture murarie, angoli, ambienti vivi, odori in una città, che il cinema e qualunque altro supporto riproduttivo non sono in grado di restituire nella propria interezza, ma dai quali vale la pena di farsi avvolgere per raccontare una storia. E così i luoghi non rimangono solo scenografie naturali e reali, ma divengono significati e vita.
Per ora i luoghi presi in esame sono Piazza Castello, la fontana delle Stagioni al Valentino, un ipermercato, un fast-food e il lungo Dora.

Perché
Il teatro, dato più volte e in momenti storici diversi per morto, non morirà, mai. Ci sarà sempre qualcuno che si metterà a raccontare ad altri una storia, che rappresenterà per gli altri una vicenda. Un uomo vivo che incanta altri uomini vivi nello stesso spazio e nello stesso tempo. Gli altri mezzi sono corollari, sono nuove tecniche per narrare e affascinare. Creare un telefilm dal vivo che per 42 giorni si sposti per sei puntate in sei luoghi diversi della città seguito e integrato da ogni forma di comunicazione, significa usare tutti i mezzi possibili per portare la gente a vedere una storia, a vedere un teatro più vivo che mai (tanto che entra e si insinua nella mia realtà di tutti i giorni attraverso la radio, la televisione, la rete telematica, i quotidiani), significa dare nuova linfa al teatro e restituirgli la dignità di forma comunicativa primaria e primigenia.

Quando

L’evento parte già a giugno, sarà l’occupazione principale di Torino d’estate.
Poi si concluderà con le sei puntate, per sei sabati consecutivi, dal 13 di settembre al 18 di ottobre. Sette repliche al giorno, ogni due ore, dalle 12 alle 12, ovvero da mezzogiorno a mezzanotte.

La storia. Breve sinossi

Inamodamenic insegna Cinemadomani letta al contrario, dall’interno di una videoteca mentre si aspetta che entri un cliente per noleggiargli il film della sua vita.
ANTEFATTO:
Nel 1998, Giulio, Giulia e Giampaolo (trentenni) e Aldo (quarantacinquenne) aprono assieme un’attività commerciale: una videoteca. La loro attività ha alti e bassi. Giampaolo si occupa poco della videoteca e infine va a Londra a studiare. In videoteca per quattro anni, tutti i giorni, sta con loro per tutto il giorno Lucio, un giovane ragazzo con un ritardo cognitivo che la madre, lavoratrice, E’ contenta di sapere in compagnia.
LA NOSTRA STORIA A PUNTATE
si apre con il fallimento definitivo della videoteca appena avvenuto.
I nostri protagonisti si ritrovano con un centinaio di milioni di debito e senza lavoro.
E’ la storia di giovani che provano a vivere la propria vita, che cercano lavoro, che attraverso l’amicizia e la forza del gruppo superano le difficoltà del nostro mondo di oggi. Insieme si buttano alla ricerca di un lavoro, scontrandosi con tutte le difficoltà dell’Italia del 2003: corsi di formazione, lavoro interinale, scarse possibilità, lavori assurdi, pressioni dei genitori. C’è il loro rapporto personale, c’è il rapporto con la città di Torino, c’è il rapporto con il mondo degli adulti e del lavoro. C’è il divertimento del cavarsela in una situazione tragicomica. C’è da passare assieme trenta minuti al giorno per vedere come andrà a finire.

Chi siamo

O Zoo No nasce nel 1996 come Associazione Culturale. I soci fondatori sono Benedetta Francardo, Massimo Giovara, Paola Rota e Roberto Zibetti.
Dal 1996 al 2000 produce i seguenti spettacoli:
Come le lumache sull’erba, di Alberto Milazzo con Lorenzo Fontana, Benedetta Francardo, Andrea Romero e Roberto Zibetti, regia di Alberto Milazzo
Voilà, Boheme dal libretto di Illica e Giacosa per la Boheme di Puccini con la regia di Massimo Giovara
Han Shan dall’opera di Jack Kerouac, di e con Massimo Giovara
Il mondo nuovo da A. Huxley, con Benedetta Francardo, Barbara Bonriposi, Carlo Ottolini, Enrico Messina e Cristiana Daneo, regia di Roberto Zibetti
Il caso Sofri di Luigi Di Majo, con Massimo Giovara
ME da ìIl giovane Holdenî di J.D.Salinger, con Roberto Zibetti e Alberto Losano, regia di Paola Rota e Roberto Zibetti
Laundrette Soap di Roberto Zibetti e Valentina Diana, con Benedetta Francardo, Valentina Diana, Alberto Losano, Nicola Ormezzano e Roberto Zibetti
La domenica della vita da Queneau, con lilli Valcepina, regia di Paola Rota e Andrea Violato
Stream of Consciousness di Andrea Roncaglione con Piero Ferrero, Andrea Romero, Marco Viecca, Simona Nasi, Massimo Giovara. Regia di Massimo Giovara
East di Steven Berkoff con Bolo Rossini , Benedetta Francardo, Alessandro Genovesi,Massimo Giovara, Roberto Zibetti e Paolo Serazzi . Regia di Paola Rota e Massimo Giovara
Tracce di Anne di Martin Crimp, con Benedetta Francardo, Bolo Rossini, Alessandro Genovesi, Lilli Valcepina, Elisabetta Vergani, Chiara Pauluzzi,Massimo Giovara, Paolo Serazzi. Regia di Paola Rota.

Roberto Zibetti lavora come attore professionista dal 1990. In teatro ha lavorato con Luca Ronconi (Gli ultimi giorni dell’umanità, Aminta), Massimo Castri (La disputa), Elio De Capitani( Risveglio di primavera) Giorgio Strelher (Il campiello) e con Klaus Michail Gruber ( Splendid).
In cinema ha lavorato con Bernardo Bertolucci ( Io ballo da sola), Dario Argento (Nonhosonno), Ligabue (Radiofreccia). E’ uno dei soci fondatori dell’associazione ‘O Zoo No
Valentina Diana, diplomatasi alla Civica Scuola d’arte drammatica ìPaolo Grassiî, lavora in teatro come attrice dal 1992 insieme a importanti registi italiani ed europei, tra i quali: Giorgio Marini, C.Remondi e R.Caporossi, Marco Baliani, Isabelle Pousseur, M.De Vita Conti, Walter Manfré, Elio De Capitani, Renato Gabrielli, Giorgio Barberio Corsetti, Francois Kahn, Alfonso Santagata, Gabriele Vacis. Nel 1994 partecipa al corso di perfezionamento ìLe lingue del teatroî indetto dalla Regione Toscana e dalla U.E., durante il quale lavora con Denise Marleau, Barbara Nativi, e soprattutto Thierry Salmon, con il quale lavorerà a Modena in ìStudio sul brindisiî.. Nel 1999 fonda insieme a Maria Grazia Comunale e Andrea Collavino il gruppo ìYurodivije Teatroî con il quale mette in scena Il marito di Akulka e successivamente ìLe due zitelleî, da T. Landolfi. Attualmente lavora ad un suo progetto di spettacolo: ìENZOî, di cui cura interamente testo allestimento e interpretazione, presso Teatranza artestudio Moncalieri, Torino.

Carlo Giuseppe Gabardini: nato nel 1974, diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica ìPaolo Grassiî nel 1997, ha lavorato come attore al teatro dell’Elfo (La dolce ala della giovinezza di Lorenzo Loris; Sogno di una notte di mezza estate e Tango americano di Elio De Capitani), al teatro Verdi di Milano (Otello di Kikko Noci Brambilla), al CRT (Fatima Blus di Luca Labarile), al Teatro Regio di Torino (I diavoli di Loudun di José Carlos Plaza), al Teatro Settimo di Torino (Fenicie di Gabriele Vacis), per la A.Gi.Di di Paolo Guerra (Romeo & Juliet di e con Paolo Rossi). In cinema ha recitato ne Il Mnemonista di Paolo Rosa. In televisione E’ stato autore e attore di sketch comici all’interno della trasmissione Scatafascio di e con Paolo Rossi (Italia 1, 1998) e della trasmissione RIDO (Raidue, 2000). In radio E’ stato attore nella sit-com Inglese perfetto, naturalmente con Lella Costa e Beppe Severgnini. E’ autore di due monologhi teatrali che hanno debuttato rispettivamente nel gennaio e nel marzo del 2000: Acqua porca-Storia dell’ACNA di Cengio e Caio Giulio Cesare.
E’ coautore degli ultimi quattro spettacoli teatrali di Paolo Rossi: Storie per un delirio organizzato 2001 (scritto con Paolo Rossi, Riccardo Piferi, Stefano Benni); Stasera si recita Moliere (scritto con Paolo Rossi); Storie per un delirio organizzato 2002 (scritto con Paolo Rossi, Riccardo Piferi, Stefano Benni); Il signor Rossi e la Costituzione (scritto con Paolo Rossi).

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