Che buoni, quante pratiche, che belle idee

L'editoriale di ateatro 75

Pubblicato il 28/10/2004 / di / ateatro n. #BP2004 , 075

Basta leggere la lista delle adesioni, affollatissima e ricca di presenze prestigiose. Le Buone Pratiche stanno ottenendo un successo inimmaginabile. Se venire, un giorno potrete dire: «Sì, c’ero anch’io!».
Basta leggere quello che abbiamo messo nella Banca delle Idee: una serie di relazioni di notevole interesse, a volte sorprendenti, che disegnano uno scenario vitale e variegato.
Basta leggere il programma della giornata del 6 novembre, per capire che sarà un incontro denso e intenso, interessante e appassionato. Abbiamo già inserito nella Banca delle Idee anche le relazioni che ci sono arrivate fuori tempo massimo, cercheremo di trovare qualche spazio nel corso della giornata. E ricordiamo che gli sportelli della Banca delle Idee restano aperti, sia per raccogliere nuove Buone Pratiche sia per aprirsi al dibattito sia per offrire informazione e raccogliere reclami. Perché ci sta venendo un dubbio. Le Buone Pratiche sono davvero così buone? Sono tutte così buone? Non potrebbero diventare migliori? O magari diventare ottime pratiche, come ateatro?
A proposito, noi di ateatro abbiamo deciso di farci un regalo, un bellissimo regalo: un volume che raccoglie Il meglio di ateatro 2001-2003, lo pubblica il principe costante, costa solo 15 euro (per 320 pagine…). E vi facciamo leggere in anteprima la prefazione, così in questo ateatro 75 c’è un bel libro. Anzi, ce ne sono tre, di libri che non possono mancare nelle nostre biblioteche. Perché ci sono anche Il teatro di Robert Lepage di Anna Maria Monteverdi (un progetto di ricerca che proprio su questa webzine si è affilato in questi anni, come racconta la stessa autrice in questo numero) e Gli anni felici di Sandro Lombardi – e se volete farvene un’idea, leggete il risvolto di Dante Isella…
Allora, direte, siamo tutti diventati così buoni & bravi? ateatro si è fatto buonista?
Manco per niente, anzi…Tanto per cominciare, si lancia la mobilitazione contro le scandalose decisioni della Commissione ministeriale. E tanto per restare in argomento, Mimma Gallina è andata a vedere lo spettacolo della commissaria Sabina Negri e ne ha tratto qualche interessante considerazione. Tanto interessante che l’ha subito mandata all’interessata in forma di lettera aperta. Così, se volete, potete leggerla anche voi.
Insomma, come potete fare a meno di un numero di ateatro così vibratile e scoppiettante?

Redazione_ateatro

2004-11-03T00:00:00




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