Alternanza, arroganza e tradizione locale

Cosa succede al Metastasio?

Pubblicato il 17/03/2010 / di / ateatro n. 126

Sul sito del Metastasio è apparso nei giorni scorsi questo epitaffio:

“Dopo un triennio che ha visto il rilancio del Teatro Metastasio di Prato a livello regionale e nazionale, Federico Tiezzi lascia lo stabile toscano consegnando ai pratesi e alla Toscana la programmazione 2010-2011”.

Prima di cercare di capire cosa è successo e succederà, è il caso di dare qualche coordinata sul recente passato, politico e teatrale:
– nelle ultime elezioni (22 giugno 2009) il Comune di Prato, amministrato da 63 anni dalla sinistra, è passato al centro destra;
– le nomine del direttore artistico del Teatro Metastasio-Stabile della Toscana, Federico Tiezzi, del direttore organizzativo Franco D’Ippolito e del CDA, presieduto da Geraldina Cardillo, risalgono alle precedenti amministrazioni di centro sinistra;
– a Prato il teatro è particolarmente importante, sul teatro si è puntato e investito con convinzione: dalla metà degli anni Sessanta (quando fu ristrutturato il Metastasio e il Comune ne acquisì la gestione diretta) alla breve permanenza di Strehler nel periodo dell’esilio da Milano (era il 1969), fino ai tempi del laboratorio di Prato diretto da Luca Ronconi (1976/79) e del recupero del Fabbricone, e così a seguire fino a oggi: la città di Prato ha avuto un ruolo decisivo negli assetti del Teatro Pubblico in Toscana e nella storia del teatro italiano contemporaneo;
– la fondazione e il successivo riconoscimento come Stabile Pubblico (lo Stabile della Toscana), fondato da Comune, Provincia e Regione (ma con un “azionariato” comunale del 67%, come rivendica la delibera del Consiglio Comunale che ha dettato recentemente gli indirizzi), è del 1998: insomma, il Metastasio ha solo dodici anni. In questo periodo si sono alternati alla direzione Massimo Castri (che lo ha fondato), Massimo Paganelli, Massimo Luconi, José Sanchis Sinisterra, Federico Tiezzi. Probabilmente lo stabile con il più alto tasso di alternanza: un direttore dura in media in meno di tre anni.
Se il mancato rinnovo a Tiezzi (in scadenza) è sicuramente riconducibile al cambio di amministrazione ed è stato assunto con toni di inaudita gravità (pur essendo uno dei frequenti casi di alternanza che caratterizzano l’organizzazione della cultura in Italia, come abbiam evidenziato anche nelle ultime Buone Pratiche), la passione dei politici pratesi per il teatro non era stata avara di interferenze, almeno negli ultimi dodici anni: il terreno è stato ben preparato da una radicata confusione istituzionale.

Veniamo ai fatti. La nomina del direttore artistico di uno stabile pubblico è di competenza del CDA. Tiezzi è in scadenza, i tre consiglieri di nomina comunale a loro volta scadono il 30 aprile. Il Consiglio Comunale ritiene di dover rivendicare sulla Fondazione (dove nomina la maggioranza de consiglieri) una funzione di indirizzo, richiama i consiglieri a un rapporto fiduciario e, con la delibera del 24 febbraio (assente la minoranza di sinistra), invoca: discontinuità rispetto al passato, razionalizzazione della governance, collaborazione e sinergie fra gli enti culturali, economie di scala eccetea, e di consegueza delibera:

1) Alla luce di quanto in premessa esposto, anche con riferimento alle linee contenute nel programma di mandato del sindaco ed in premessa richiamate, di accogliere la richiesta formulata dalla Giunta Comunale e quindi di formalizzare nei confronti del sindaco la seguente direttiva: “operare affinchè i membri del Consiglio di Amministrazione del Teatro Metastasio, in rappresentanza del Comune di Prato, si attengano alle disposizioni impartite dal Sindaco, in relazione alla nomina del direttore artistico della Fondazione e del conferimento, con delega, di eventuali incarichi organizzativi o artistici (art. 20 dello statuto della Fondazione), nomina ed incarichi che devono rappresentare un momento di discontinuità rispetto all’attuale gestione”.
2) Di precisare che la direttiva di cui al punto 1 deve intendersi come atto di indirizzo programmatico impartito dal consiglio Comunale al futuro assetto organizzativo della Fondazione (sottolineato nel testo) e che quindi il mancato rispetto, da parte dei già menzionati membri nominati in rappresentanza del Comune di Prato, delle disposizioni come sopra impartite dal Sindaco, costituirà elemento di valutazione dei medesimi rappresentanti, anche con riferimento al rapporto fiduciario che deve necessariamente intercorrere fra gli stessi e il sindaco.

Il tono è arrogante e la sostanza molto grave: quello che viene negato è un presupposto essenziale di libertà e governabilità delle organizzazioni culturali (e in generale politiche). Un consigliere, una volta designato per le proprie qualifiche tecniche (lo statuto del Metastasio, come del resto i decreti ministeriali, parla di “persone dotate di comprovata professionalità ed esperienza nel campo della cultura teatrale e della gestione amministrativa”), pur rispondendo agli indirizzi generali dell’ente che l’ha nominato, deve essere indipendente nelle scelte di gestione e di merito. Come la scelta del direttore artistico: una delle prerogative dei consiglieri. Come può essere considerata un “indirizzo” l’indicazione precisa di “rompere” con una gestione, tanto da considerarla una condizione del rapporto di fiducia con il Sindaco?
E lo stile? Non sarebbe stato sufficiente, anziché mostrare i muscoli attraverso il più autorevole organismo elettivo della città, semplicemente suggerire ai consiglieri (era legittimo, quasi doveroso) uno slittamento della scelta del nuovo direttore, in attesa della nomina del nuovo consiglio?

Lasciamo al pubblico e ai lettori il giudizio sull’operato di Tiezzi: i dati enunciati in una recente conferenza stampa (vedi il documento del Teatro Metastasio) sono tutti in salita. Dietro ai numeri (di cui ormai nessuno si fida più) traspare la convinzione e l’orgoglio di aver lavorato bene sia nella produzione e coproduzione, sia nella presenza nella città, sia nella distribuzione nazionale; aggiungendo di presentarsi alla scadenza con una programmazione già avanzata per il 2010/11 (vedi la programmazioe del Teatro Metastasio per la prossima stagione).
La giunta intende affidare la direzione a Paolo Magelli (il regista di Prato da molti anni attivo prevalentemente all’estero) e a Massimo Luconi (già direttore e già assessore, nel nuovo organigramma è il direttore organizzativo). Le linee prevedono una compagnia stabile “leggera”, un maggior rapporto del teatro con le Istituzioni cittadine, l’inserimento in circuiti internazionali. (vedi il documento del Comune di Prato). Per la cronaca, non risulta che Magelli e Luconi siano di destra – e nemmeno che stiano passando al centro destra.

Ma a chi compete ora la scelta?
I consiglieri di nomina comunale in carica – ovviamente – si sono dimessi (molti dettagli disponibili in internet), imitati dai rappresentanti di Regione e Provincia, esprimendo quindi dissenso da metodo e contenuti. L’assemblea dei soci è prevista fra una quindicina di giorni, ma nel frattempo ci stanno arrivando le elezioni…
Se ne riparlerà – probabilmente – dopo Pasqua.

Mimma_Gallina

2010-03-17T00:00:00




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