La Rete Critica a Vicenza: report

Una intervista a Oliviero Ponte di Pino

Pubblicato il 31/10/2012 / di / ateatro n. 141

Il Teatro Olimpico di Vicenza nacque alla fine del Cinquecento come uno straordinario esperimento teatrale. Non deve dunque sorprendere che l’Accademia Olimpica, grazie alla intuizione di Roberto Cuppone, abbia invitato per una intensa e affollata due giorni di incontri e discussioni chi si muove nella frontiera più avanzata dell’attuale sperimentazione scenica: la Rete Critica, ovvero gli artefici dei blog e dei siti che si occupano di teatro e che sono ovviamente interessati alle esperienze teatrali più avanzate.
Il 27 e 28 ottobre, grazie a una serie di interventi e relazioni, “La Rete Critica a Vicenza” ha dato spazio a un vivace confronto tra i protagonisti di diverse esperienza innovative, oltre che assegnare il Premio Rete Critica, che da voce a questa galassia virtuale.

Alla fine della pausa caffè…

Quali erano gli obiettivi dell’incontro di Vicenza?

In primo luogo, tentare un’analisi della situazione attuale, con una attività informativa e critica sul teatro sempre più ricca, variegata e vivace, grazie a decine di siti e blog: qualche tempo fa proprio su “Venezia Musica” aveva tentato un primo censimento. Il teatro e la mediasfera stanno cambiando rapidamente, con l’avvento del web 2.0. Sta cambiando anche il pubblico. Dunque deve cambiare anche la critica. Il problema non è più, da tempo, la differenza tra critica su carta e critica in rete, ma come l’una e l’altra stiano mutando, come si stiano integrando e come possano entrare in rapporto con i lettori-spettatori teatrali. Questo nodo è stato affrontato da alcune delle relazioni, anche partendo dall’inchiesta sulla critica teatrale condotta nei mesi scorsi da “Venezia Musica”.

Che ruolo può, o deve avere oggi, la critica in rete?

La critica in rete continua a svolgere le diverse funzioni della critica tradizionale:

– una funzione informativa; al livello più banale, per usare un’espressione coniata da Roberto Canziani, il critico online può essere uno “show-advisor”, un po’ come i turisti che lasciano i loro giudizi su alberghi e ristoranti; insomma, consigli per gli acquisiti; come per tutti i consumi culturali, sono sempre più numerosi quelli che prendono le loro decisioni in base a quello che leggono in rete;

– una funzione critica, ovvero il giudizio sugli spettacoli su cui erano incentrate le classiche recensioni; tuttavia il teatro è cambiato: in primo luogo, ormai da decenni, gli spettacoli che stimolano il lavoro critico sono in genere spettacoli innovativi, problematici, spesso provocatori; in secondo luogo, il recente inserimento dei nuovi media e di dispositivi portabili come smartphones e tablets, e in genere la tendenza al coinvolgimento dello spettatore perseguita da molti artisti, finiscono per porre lo spettatore e dunque il critico in una posizione diversa; il critico svolge anche una funzione formativa nei confronti del pubblico: questi blog, che si assumono la responsabilità del loro giudizio, rappresentano dei “corpi intermedi” rispetto alla democrazia diretta (ma anche pericolosa) dei “Mi Piace”;

– una funzione di studio e approfondimento, e documentazione, di quello che sta accadendo; è un aspetto interessante, viste anche le possibilità di archiviazione consentite dal digitale: per questo è stata importante la presenza a Vicenza di Gerardo Guccini, in rappresentanza della commissione del CUT (ovvero i docenti universitari di teatro) che si occupa delle riviste.

Ovviamente la rete allarga notevolmente le possibilità di intervento critico: basti pensare alla facilità di produrre e diffondere contenuti multimediali, ma anche alle possibilità di condivisione di contenuti e di dibattito offerte dai social network. Tutto questo da un lato pone dei problemi di linguaggio, dall’altro può anche influire sull’evento teatrale in sé: c’è già qualcuno, come Frank Bauchard, che parla di spettatore 2.0.

E per il futuro?

Stiamo pensando a proseguire la discussione su diverse linee:

– il Premio Rete Critica: rivedere la formula, anche aggiornando il censimento di chi si occupa di teatro sul web;

– fare rete: cercare di coordinare le attività dei vari siti, per dare loro più forza senza intaccare la loro identità: ci sono già esperienze che vanno in questa direzione, come Rete Critica e la rassegna stampa realizzata dal Tamburo di Kattrin, ma si può certo fare di più, a cominciare da dossier tematici da realizzare in collaborazione;

– la sostenibilità: esaminare le strategia economiche dei siti (banner, crowdfunding, residenze presso festival, raccolta pubblicità, vendita e-books, eccetera), per individuare strategie più efficaci, anche prendendo ispirazione da chi opera in altri settori; per realtà basate in buona parte sull’impegno volontario, questo è un nodo decisivo, anche per le implicazioni deontologiche;

– il linguaggio: esaminare dal punto di vista sia teorico sia pratico le esperienze più innovative e interessanti;

– il rapporto con gli uffici stampa di teatri, festival eccetera, per cercare di facilitare il lavoro di tutti.

Avete anche assegnato il Premio Rete Critica…

Sì, a conquistare il voto dei blogger teatrali è stato Daniele Timpano, autore e protagonista di Aldo Morto. Tra gli utenti di Facebook ha invece spopolato l’attrice Simona Malato, protagonista del Riccardo III. ma aldilà del risultato finale, mi pare sempre molto interessante la cartografia disegnata dal Premio, che coordinano insieme a Massimo Marino, Annamaria Monteverdi e Andrea Porcheddu, grazie alle molteplici voci e alle diverse sensibilità che raccoglie Rete Critica.

Lo storify di Altre Velocità.

2012-10-31T00:00:00




Tag: critica teatrale (85), Oliviero Ponte di Pino (2)


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