#BP2016 | Distruggere o costruire? Parlare o ascoltare? Polemizzare o confrontarsi?

La riforma del FUS raccontata da "Hystrio"

Pubblicato il 29/02/2016 / di / ateatro n. #BP2016 , Passioni e saperi

Raccontare la politica e l’economia dello spettacolo credo sia importante, ma difficile e parecchio noioso. Le cose poi si complicano se si maneggia un periodico trimestrale come Hystrio, che, per sua intrinseca natura, ha strumenti svantaggiati per (in)seguire l’attualità, ma certo tempistiche più adatte all’approfondimento.
Quando e come affrontare dunque su “Hystrio” il tema della riforma del Fus?
Quando è stato facile: a fine luglio 2015 si sono conclusi i lavori della Commissione Prosa, abbiamo atteso e raccolto materiali nei mesi successivi e pubblicato un dossier sul numero di Hystrio di gennaio-marzo 2016, con l’intenzione di mettere un primo tassello sostanzioso e poi procedere con altre eventuali puntate di aggiornamento, certo più snelle, nei numeri successivi.
Stabilire come trattare l’argomento senz’altro è stato più complesso. Distruggere o costruire? Parlare o ascoltare? Polemizzare o confrontarsi? All’interno di questi binomi abbiamo scelto di dare la precedenza all’ascolto, all’informazione e al confronto costruttivo fra tutte le parti in causa, senza esercitare alcun tipo di censura.

Non entro nel merito dei contenuti, ma è certo il dossier di Hystrio che più ci ha fatto vedere i sorci verdi, a me e a Diego Vincenti, che lo abbiamo curato. Le ragioni di ciò sono però abbastanza interessanti da analizzare, perché raccontano in filigrana l’atteggiamento del teatro italiano di fronte alla riforma del Fus e ai suoi esiti.
Ecco quindi qualche esempio dal backstage del dossier hystrionico.
Cominciamo dalle istituzioni: Salvo Nastasi ci ha risposto che non aveva niente da dire, ormai proiettato sul suo nuovo incarico, peccato che il DM sia figlio suo e che, all’occorrenza le parole le aveva eccome; ci sono voluti tre mesi di tenace pedinamento per ottenere interviste a Ninni Cutaia e a Lucio Argano; dall’Agis ci hanno fatto sapere che non ci avrebbero aiutati a intervistare i presidenti delle associazioni di categorie perché avevano deciso di tenere un low profile (ma qui poi ci siamo arrangiati in proprio). Certo, le tre “perfide” domande che ponevamo a tutti (punti di forza del DM? criticità? cosa cambiare?) erano davvero provocatorie e terrorizzanti!
E quindi i teatranti: Sergio Escobar prima ha detto che ci avrebbe fornito un documento del febbraio 2014 in cui, come Cassandra, prevedeva gli sfracelli del DM in arrivo, ma poi si è tirato indietro pure da quel gesto (difesa dell’autonomia del Piccolo prossima ventura?); abbiamo lanciato la “crudele” inchiesta di cui sopra sulle nostre pagine fb, ma chiedendo risposte a un indirizzo email, non volendo volutamente attivare il solito pollaio da pseudo-dibattito fb: risultato 3 risposte. Per contro, molti teatranti, ma solo su nostro invito personale, hanno risposto con generosità, anche esponendosi notevolmente.

Questi atteggiamenti erano purtroppo lo specchio di quanto stava accadendo: tutti pronti a parlare e a sparlare nei corridoi e nei salotti, ma poi fuggi fuggi generale quando si chiedeva di prendere una posizione pubblica e sulla carta. Perché, se le istituzioni sono nel bene o nel male compatte, i teatranti sono come al solito divisi, ognuno pronto a risolvere la propria questione con la telefonata giusta, con la parolina bisbigliata nel corridoio opportuno di qualche ufficio, con class action che sono più una divisione di parcella dell’avvocato che l’unione di forze e di ideali. Insomma, come sempre in Italia, mors tua vita mea, l’individualismo regna sovrano. Che poi è il miglior modo per non ottenere alcun cambiamento. Ecco, in questo ci siamo imbattuti nel voler raccontare quei 18 mesi che vanno dall’1 luglio 2014 al 31 dicembre 2015.

Per chi volesse approfondire, dal momento che le copie cartacee di questo numero di Hystrio (n. 1.2016) sono pressoché esaurite, c’è la possibilità di scaricare il pdf sfogliabile dal nostro sito (www.hystrio.it) oppure di chiederlo in redazione (segreteria@hystrio.it).




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