Lost Music Festival a Fontanellato | Nel labirinto tra musica, arte e sperimentazione

Il report per TourFest 2023

Pubblicato il 17/07/2023 / di / ateatro n. 193 | TourFest 2023

Il Labirinto della Masone

Il più grande labirinto esistente al mondo nasce dell’intuizione di Franco Maria Ricci, editore, designer e artista visionario, che ha dedicato alla sua progettazione e realizzazione oltre quindici anni. E’ figlio della scommessa che Ricci fece all’amico Borges, più volte suo ospite nelle campagne di Fontanellato.
Allo scrittore argentino, che nei suoi racconti dipanava labirinti infiniti, Ricci promise di costruirne uno in quegli stessi luoghi. Mantenne la sua promessa: il Labirinto della Masone si nasconde nel mezzo della campagna emiliana, protetto da una macchia di alti alberi che ondeggiano lenti sotto il sole di inizio luglio.
Composto interamente da piante di bambù – più di duecentomila, appartenenti a oltre venti specie diverse, è un’opera d’arte che accompagna il flusso delle stagioni e con questo si trasforma, cambiando la sua veste e i suoi colori nel corso dell’anno e tingendo di verde gli oltre sette ettari della sua estensione. Dal 2015 è stato aperto al pubblico, diventando un centro culturale di riferimento per il territorio. E’ un luogo multiforme, collettore di diverse iniziative: un laboratorio editoriale, un museo che ospita la collezione di opere d’arte di Ricci, uno spazio per mostre temporanee ed esposizioni, una grande biblioteca, e dal 2019 anche un festival.

La terza edizione

Lost 2023

Tra i dedali di questo “edificio creato per confondere gli uomini” (Jorge Luis Borges, L’Immortale) ha preso vita il Lost Music Festival (Labyrinth Original Sound Track). Sostenuto e promosso dalla Fondazione d’Arte Franco Maria Ricci e sotto la guida di Mattia Amarù, fin dal primo momento suo ideatore e direttore, il festival è nato con l’intenzione di raccogliere contenuti che andassero oltre l’editoria e la curatela museale, legati a linguaggi più contemporanei di carattere musicale.
La terza edizione del festival, dal 30 giugno al 2 luglio 2023, ne ha precisato l’identità: un evento dedicato agli appassionati della musica elettronica ma non solo, una piattaforma di ricerca caratterizzata da uno spirito radicale e di sperimentazione. La line-up, curata dalla direzione artistica di Luca Giudici, si è orientata verso le espressioni più all’avanguardia all’intersezione tra mondo musicale e artistico.
Trentadue musicisti da tutto il mondo – Giappone, Regno Unito, Italia, Messico, Danimarca, Egitto, Turchia, Indonesia, Stati Uniti, Belgio, Svizzera, Perù, Canada, Brasile, Francia, Svezia, Cile – hanno esplorato diversi format, in un viaggio di continua scoperta. Dj set, live, performance e installazioni site-specific hanno preso forma tra gli stage nascosti nel labirinto di bambù e ai piedi della piramide, cuore pulsante del labirinto. Un’immersione in un luogo unico al mondo, che si è animato per un fine settimana in un connubio difficilmente dipanabile tra arte, suono e danza. Duemilacinquecento persone arrivate da tutta Italia, da diversi paesi europei e da Australia, Giappone e Stati Uniti hanno preso parte a questo incontro collettivo. Quasi la metà dei partecipanti ha scelto di utilizzare il campeggio gratuito adiacente all’area del labirinto, che ha superato le mille presenze. Rispetto all’anno scorso, il campeggio è stato ampliato e potenziato; è stata inoltre ottimizzata la gestione dei flussi di persone, con una capienza nel complesso ridotta per garantire una migliore esperienza al pubblico, che ha reso possibile non imbattersi in calca o file.

La line-up: musica e performance artistiche

Lost 2023

La selezione musicale ha spaziato tra generi e sonorità, intrecciando un racconto polifonico e multiforme. Ritmi a tratti spezzati si sono mescolati ad atmosfere cupe soprattutto durante le ore notturne, alternandosi ad altre maggiormente introspettive e dilatate durante il giorno e alla sera.
Etichettarla è volutamente difficile, il solo fil rouge è la presenza di artisti accomunati dal tentativo di spingere sempre più in là i confini del proprio processo di esplorazione e ricerca, musicale e artistica.
Flowdan, Dj Python, Lucinda Chua, Giant Swan, Daniela Lalita, Doon Kanda – storico collaboratore della produttrice venezuelana Arca, sono stati solo alcuni degli artisti che per tre giorni si sono avvicendati tra live più riflessivi e altri all’insegna di una contagiosa energia, in un flusso armonico e ininterrotto dalla mattina fino alla notte.
Il duo indonesiano Gabber Modus Operandi, esploratori di un genere ancora indefinito, che attinge alla musica tradizionale balinese, il gamelan, mischiandola con punk ed elettronica, ha scatenato il pubblico rendendolo un’unica anima pulsante all’interno del labirinto. L’artista sperimentale peruviana Daniela Lalita ha offerto un live evocativo, in una scenografia sospesa di nastri bianchi e tessuti costruita appositamente per l’esibizione. E ancora il dj set del giapponese Yousuke Yukimatsu, proveniente dalla scena underground asiatica, ha chiuso la notte di venerdì alternando tracce tra disco e musica elettronica, il progetto musicale GabberEleganza, con i suoi beat a oltre centottanta bpm, per finire con l’ambient rarefatto della francese Malibu, che ha accompagnato le prime luci del mattino del sabato.
La domenica il produttore e dj svedese Dinamarca ha ricreato un’atmosfera caraibica, con due ore danzanti tra reggaetton, cumbia e baile funk. Hanno chiuso il festival il live di Vipra Sativa, e il dj set di Aitch. La line-up musicale quest’anno è stata inoltre accompagnata da una sezione di eventi extra, che ha arricchito l’esperienza. Ruben Spini – artista multimediale noto per la creazione dei visual di Caterina Barbieri – ha presentato all’interno del Museo il suo progetto speciale Ultravioletto, con una lettura performativa di poesie e di alcuni dei testi più preziosi conservati nella Biblioteca, e ha curato un’installazione site-specific di fili d’oro intessuti tra gli archi dei bambù. Il collettivo artistico Sant3 Molest3 è stato protagonista di una performance lungo il labirinto, all’ombra dei bambù chiusi ad arco sui corpi danzanti. Infine, le sessioni musicali immersive curate da Enrico Malatesta, Glauco Salvo e Giovanni Lami hanno aggiunto una dimensione suggestiva al festival: i concerti si sono svolti all’interno dell’Oasi verde adiacente al Labirinto, creando un’atmosfera unica in cui il pubblico è stato cullata dalla musica e dal fruscio delle fronde degli alberi.

Il festival e l’ecosistema

Lost 2023

Il festival si svolge in una cornice dal delicato equilibrio naturale.
L’area camping è stata realizzata nel pieno rispetto dell’ecosistema che circonda la struttura, testimonianza di un’attenzione alla sostenibilità che dalla prima edizione è una cifra essenziale del festival, come dimostrano le partnership con Legambiente e EmiliAmbiente.
Quest’ultima ha fornito l’acqua gratuita del festival, disponibile tramite appositi erogatori disposti in diverse postazioni, scelta purtroppo non scontata nel panorama dei festival musicali.
L’offerta alimentare è stata arricchita da un punto dedicato alla vendita esclusiva di frutta, e da un banchetto riservato alla cucina vegana: oltre all’elemento di inclusione insito in questa scelta, le materie prime alla base di questo tipo di alimentazione portano con sé un minore impatto ambientale rispetto a quelle di altre filiere. Inoltre, tutta l’area food ha offerto prodotti selezionati il più possibile a chilometro zero.

Suggestione ed enigma nel Labirinto

Lost 2023

I tre giorni del Lost rappresentano una parentesi nell’estate torrida, un’immersione musicale mai scontata all’interno di una cornice unica. I tre palchi non si sovrappongono mai e a turno richiamano il pubblico. Le installazioni dentro il labirinto riconnettono i visitatori con la natura. Gli stage immersi tra i bambù evocano l’atmosfera di una giungla insospettabile nel mezzo della pianura parmese. La piramide principale si eleva come punto di ricongiunzione e faro per orientarsi. Il labirinto respira a ritmo, guidando il flusso di persone che tenta di districarsi tra i suoi sentieri.
Il Lost è un festival immersivo, capace di proporre una selezione musicale sperimentale e all’avanguardia, con l’immaginario esoterico e a suo modo misterioso evocato dal labirinto che diventa stimolo per lo spettatore a lasciarsi confondere dall’ascolto fino a perdersi e ritrovarsi. E’ un rituale collettivo che si può vivere solo nella dimensione fuori dal tempo dei festival musicali, in grado di generare un senso di aggregazione tra più di duemila individui che per un periodo breve e allo stesso tempo infinito diventano un unico corpo: un microcosmo creato dall’incontro e dall’ibridazione tra suoni, arte ed energie, che rappresenta uno spazio di resistenza alla routine quotidiana. Una potente esplorazione – per usare le parole del fondatore del Labirinto – di “tutto ciò che si trova ai margini della normalità”.