Trieste Next | Il festival della scienza e il gran teatro delle domande
Il report per TourFest 2023
Trieste Next. Il festival della ricerca scientifica
Trieste, oltre che per la bora, il confine a due passi e la scontrosa grazia raccontata da Saba, è ormai da decenni un importante polo per la ricerca scientifica, grazie alla presenza sul territorio di diversi centri di ricerca ed enti dedicati alla formazione degli scienziati di domani. Da ormai 12 anni Trieste Next. Il festival della ricerca scientifica rappresenta un momento di festa e di incontro tra la cittadinanza e scienziati locali e internazionali che escono dai proprio luoghi di lavoro abituali e affollano le vie del centro cittadino.
Il festival, che quest’anno ha preso il via venerdì 22 settembre in una Piazza Unità d’Italia gremita di bambini e adolescenti, è promosso da ItalyPost, Università di Trieste, Comune di Trieste, Sissa, OGS e Area Science Park, con la copromozione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la collaborazione degli enti di Trieste Città della Conoscenza; il Festival è curato da Goodnet.
Il festival delle domande
Tema della dodicesima edizione, “Un mondo nuovo. Scienza, cultura e innovazione per un futuro sostenibile”, richiamandosi al celebre romanzo di fantascienza di Aldous Huxley. Come il grande autore si interrogava su quale potesse essere il futuro dell’umanità, in questi tre giorni, grazie alle circa 300 personalità non solo del mondo scientifico, ma anche culturale e imprenditoriale, si sono cercate risposte alle grandi del contemporaneo: il cambiamento climatico, lo sviluppo tecnologico e l’intelligenza artificiale, l’emergenza energetica, le scoperte in ambito sanitario, le esplorazioni spaziali. Trieste Next è prima di tutto un’occasione per mostrare ai non addetti ai lavori, accorsi numerosi ai 250 appuntamenti, come la ricerca scientifica sia capace di fornire certezze solo dopo un lungo processo composto da interminabili domande, e anche qualora vi siano delle risposte, queste non saranno mai il definitivo punto di arrivo.
Come spiega Chiara Valerio, intellettuale poliedrica con una formazione da matematica, nel suo ultimo libro La tecnologia è religione, presentato domenica 24,
studiare scienza è il contrario di capire tutto, anzi è ricordarsi, a ogni passo, che tutto non si può capire e che alcune cose […] non sono spiegabili, ma possiamo esercitarci a ipotizzare, immaginare, semplificare il mondo per comprenderlo e aiutare gli altri a farlo.
In questo processo Trieste Next rappresenta un importante tassello per permette che alcune di domande escano dai circoli ristretti del mondo scientifico per incontrare un pubblico variegato di studenti, appassionati e curiosi. Quello a cui si assiste tra un talk e l’altro è un lavoro maieutico di alfabetizzazione, indispensabile per comprendere le grandi trasformazioni alle quali siamo testimoni.
Un’attenzione particolare ai più giovani
Trieste Next non è solo il festival delle domande ma anche quello delle nuove generazioni. Tradizionalmente la mattinata del venerdì viene dedicata alle scuole, con una sessantina di appuntamenti dedicati. Molte famiglie hanno poi passao il fine settimana a scoprire il Villaggio della conoscenza, allestito in Piazza Unità, dove tra l’esposizione di reperti provenienti dallo spazio, laboratori, attività didattiche ed esperimenti, è palpabile l’emozione e l’interesse dei piccoli visitatori.
Per aprire un dialogo con le nuove generazioni in formazione, viene inoltre organizzata la Trieste Next Accademy, che permette a 400 studenti universitari nazionali e internazionali di partecipare in maniera preferenziale agli eventi e di godere di momenti di conviviali assieme ai relatori e ai professionisti che collaborano per la realizzazione del festival.
Infile, la realizzazione del festival è possibile anche grazie al lavoro volontario di 180 giovani, principalmente universitari, riconoscibili nei luoghi del festival grazie alle loro magliette azzurro brillante e all’entusiasmo con cui partecipano a questa festa.
Science Book of The Year
Novità assoluta di quest’anno è stata l’istituzione del premio Science Book of the Year, dedicato all’astrofisica e divulgatrice scientifica Margherita Hack, triestina d’adozione scomparsa dieci anni fa. Obiettivo del premio è testimoniare l’importanza della divulgazione scientifica. La cinquina finalista è stata selezionata tra quindici titoli preselezionali dalla Giuria scientifica, presieduta dal rettore dell’Università degli Studi di Trieste Di Lenarda, e annunciata lo scorso luglio. Il vincitore, Capitalismo carnivoro. Allevamenti intensivi, carni sintetiche e il futuro del mondo di Francesca Grazioli (Il Saggiatore) è stato scelto da una Giuria dei lettori composta da 300 appassionati di divulgazione scientifica, coinvolti grazie a una call lanciata la scorsa primavera.
Una boccata d’aria fresca
Le undici edizioni precedenti, un buon rapporto con la municipalità e con l’Università hanno fatto di Trieste Next un appuntamento chiave dell’autunno triestino, con circa 50.000 presenze in totale, anche se qualche sedia in più sarebbero stata utile alle persone a volte accalcate fuori dai gazebi del Villaggio della conoscenza.
Viene voglia di sognare una Trieste che fa pace con il mondo della cultura, con una programmazione a misura di cittadino e non di turista. La città ha bisogno di un’offerta culturale di qualità, che non si limiti a mostre blockbuster troppo care e a un paio di grandi concerti l’anno. Servono momenti di confronto e innovazione, in cui guardare al futuro e non a un passato fatto di grandi glorie e ferite che fanno ancora fatica a rimarginare. In questo panorama, Trieste Next regala una boccata d’aria fresca.