Dell’Utri direttore culturale del Teatro Lirico

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Pubblicato il 08/02/2003 / di / ateatro n. 049

Dai quotidiani del 6 febbraio 2003:

“Abbiamo interpellato l’Avvocatura dello Stato per sapere se potevamo andare avanti, essendo il garante indicato per il progetto culturale una persona in quel momento indagata dalla magistratura. L’avvocatura ci ha risposto che questo non era influente per la valutazione. E abbiamo proseguito”. (Severino Salvemini, membro della commissione “tecnica” che ha giudicato i progetti e docente alla Bocconi).

“Più ancora del fatto che Dell’Utri sia imputato in un processo per concorso esterno in associazione mafiosa e che abbia già una condanna alle spalle, è grave il marchio politico che si porta dietro. (…) E’ l’inventore di Forza Italia, così almeno ci viene raccontato dagli agiografi di Berlusconi. (…) So che ha la biblioteca di via Senato, che finanzia spettacoli, per quello che si sa ha la passione per i libri antichi e i soldi per comprarlo. (…) Adesso sta mettendo su una rete di circoli culturali che hanno però finalità e matrice politica. Vuole riorganizzare la destra in termini culturale”. (Giovanni Raboni)

“La scelta di Dell’Utri non è stata una scelta del Comune ma del gestore privato che si è aggiudicato l’appalto. Questo non vuol dire che mi dissoci dalla scelta”. (Gabriele Albertini, sindaco di Milano)

“Ma proprio la sinistra parla la lottizzazione? Ma guardi in casa propria, a Milano quando ha governato e monopolizzato tutto, ha fatto tabula rasa”. (Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano)

“Una grottesca infinita ballata, una follia. Perché allora non fare Bossi responsabile della cultura italiana?”. (Dario Fo)

“Insomma, questi privati che mettono 20 miliardi per riaprire il Teatro Lirico, avranno il diritto di nominare il direttore che gli pare? Il teatro milanese è dominato dalla sinistra, questa è la prima nomina del centrodestra. E poi Dell’Utri porta in dote la più grande biblioteca di teatro in Italia, quella di Paolo Grassi.” (Andrée Ruth Shammah)

“Per l’offerta culturale Milano è ormai una ex capitale europea. Le grandi opere infrastrutturali non bastano, occorrono progetti di eccellenza in campo culturale. E occorrono idee nuove. Che al momento non si vedono. (…) Bisogna incalzare i miei amici Dell’Utri e Rampello, chiedere che cosa intendono fare per risollevare le grandi istituzioni della città. (…) ..il Piccolo: perché gli negate i fondi e lasciate in miseria Ronconi, il più gran de regista italiano? (…) Milano è una città piena di energia, ci sono tantissime persone brave, competenti, ma soffocate nella loro volontà di fare politica non certo dai Dell’Utri o dai Rampello, ma da una certa sinistra ulivista, che snobba energia fresche e giovani per dare il posto di deputato a Tizio o lo scranno di consigliere comunale a Caio. E’ chiaro che alla fine prevale la potenza di fuoco mediatica del Cavaliere.” (Massimo Cacciari, da “la Reèubblica”, 7 febbraio 2003)

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