Il nuovo disco e il nuovo spettacolo di Giangilberto Monti (con l’involontario debutto di Oliviero Ponte di Pino nel rutilante mondo della musica)

Renato Curcio e Mara Cagol ovvero Un po' dopo il piombo

Pubblicato il 08/10/2007 / di / ateatro n. 113

Tratto dal suo ultimo spettacolo, esce in distribuzione unicamente digitale il nuovo album di Giangilberto Monti, Ce n’est qu’un début, ispirato al noto slogan del maggio ’68 (Non è che l’inizio). In undici canzoni una riflessione sugli anni Settanta, dalla nascita della contestazione giovanile nella facoltà di Sociologia di Trento alla genesi delle Brigate Rosse, ma anche ricordi, amori, speranze e tanta voglia di futuro.

IL DISCO
In uscita su i-Tunes e nei principali shop digitali nell’autunno 2007, questo disco di inediti in italiano, il primo dopo molti anni, è tratto dall’ultimo spettacolo dello chansonnier milanese, Un po’ dopo il piombo. Con la collaborazione agli arrangiamenti del chitarrista Massimo Germini e un sound ormai consolidato – tra jazz, folk e canzone d’autore – gli stessi musicisti che hanno accompagnato dal 1997 la ricerca di Monti sulla canzone francese (il contrabbasso di Marco Mistrangelo, la batteria di Johannes Bickler, il pianoforte di Diego Baiardi) e altri ospiti: la piva emiliana di Jessica Lombardi, la ghironda di Caroline Tallone, la fisarmonica di Roberto Carlotti, e altro ancora… il tutto mixato da Massimo Faggioni. Tra i brani dell’album, Dopo il piombo è tratto da uno scritto del critico e studioso teatrale Oliviero Ponte di Pino, su musica del pianista jazz Gaetano Liguori, mentre La mia razza, firmata con Mauro Pagani e composta per Mia Martini nei primi anni Novanta, viene per la prima volta eseguita dall’autore. L’uscita dell’album precede di poco la ripresa dello spettacolo su Milano, dopo i successi di Genova e Roma della stagione scorsa.

LO SPETTACOLO
A metà degli anni Sessanta Renato Curcio e Margherita Cagol detta Mara si incontrano, si conoscono, si innamorano, si sposano e danno vita alla più nota formazione politica armata degli anni Settanta: le Brigate Rosse. Durante quegli anni cambia la scuola, il lavoro, la politica e il paese intero. E´il mito della rivoluzione e della felicità, del maggio francese e dei suoi slogan – Ce n’est qu’un début – ma anche dei cattivi maestri e delle pistole che sostituiscono i fiori. Ed è anche il racconto di un nuovo modello di università nata in una delle città più tranquille del paese, Trento, dove la follia prevale lentamente sulla voglia di libertà, si propaga a macchia d’olio e spegne anche la storia d’amore e di rivoluzione di Renato e di Mara, quando i carabinieri la uccidono in un conflitto a fuoco, il 5 giugno 1975. Da lì in poi gli anni di piombo e una strisciante guerra civile, spazzeranno via i sogni e i colori di generazioni di italiani, che ancora oggi vorrebbero capire cosa è successo e perché.

GIANGILBERTO MONTI
Artista milanese con trent’anni di carriera alle spalle, sempre in bilico fra musica e teatro, dopo la sua lunga ricerca sulla canzone d’autore italiana (Dizionario dei Cantautori, Garzanti, 2003) e l’album sui maudits francesi Léo Ferré, Boris Vian e Serge Gainsbourg, da lui adattati in italiano (Maledette Canzoni, Carosello Records/Warner) ritorna sul mercato discografico ma in versione digitale, perchè se i dischi si vendono sempre meno, non è detto che la musica sia ancora sfinita.

www.giangilbertomonti.it
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Fortalamo

2007-10-08T00:00:00




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