Dieci anni di Buone Pratiche del Teatro. Documentazione: i riscontri 2004-2013

Il materiale che abbiamo usato per valutare i progetti presentati nel volume Le Buone Pratiche del Teatro

Pubblicato il 06/03/2014 / di / ateatro n. #BP2004 , #BP2005 , #BP2006 , #BP2007 , #BP2008 , #BP2010 , #BP2011 , #BP2012 , #BP2013 , #BP2013_Firenze , #BP2014 , 148

Per analizzare le Buone Pratiche presentate nel corso di dieci anni, abbiamo chiesto agli interessati di verificare le schede sintetiche (che sono pubblicate), ma anche di dirci come è andata a finire. Se i progetti si erano realizzati del tutto, o in parte, o per niente, e che riflessioni si potevano fare ad anni di distanza. Alcuni riscontri sono stati molto sintetici, altri sono arrivati per telefono, altri ancora sono più articolati o significativi e ci sembra utile metterli a disposizione, nella forma in cui sono pervenuti. Riguardano in totale…CONTARE … Buone Pratiche, ma solo 5 non sono state riscontrate (ci sembra indicativo del significato che ha avuto, ha ancora ad anni di distanza, il nostro appuntamento annuale).
Nel complesso, su 140 progetti presentati, 71 (il 50% c.ca del totale) è decisamente riuscito, 55 (il 40% circa), parzialmente riuscito, e solo in 14 casi (i 10%), l’esito è senza dubbio negativo. In alcuni casi -senza entrare nel merito della qualità del progetto in sé, ma solo della sua attuazione- abbiamo dovuto interpretare le risposte: ci sono i depressi e gli ottimisti, progetti recentissimi, altri ampiamente verificati. Ma pensiamo che i possibili margini d’errore siano minimi. Una considerazione da anticipare (rimandando al libro per approfondimenti), è che molte Buone Pratiche “fallite”, o “idee sprecate”, hanno dato frutto in altre attività, o addirittura sono rinate altrove.

#BP2004. Una banca delle idee per il teatro italiano
Milano, Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”, 6 novembre 2004

Itaca, un sistema integrato di cultura, sociale e turismo, progettato e gestito da un’università
Maria Grazie De Donatis (Università degli Studi di Lecce)

Itaca a distanza di 10 anni non esiste più, è diventata l’isola che non c’è, neanche il DAMS esiste più, docenti compresi. I fondi sono stati completamente tagliati. Di contro, il Centro per l’Integrazione dell’ufficio diritto allo studio dell’Università del Salento continua a sostenere tutti gli studenti disabili e a garantire loro non solo l’integrazione all’interno delle varie facoltà ma anche diversi percorsi culturali e turistici. Io, attraverso la mia qualifica ed esperienza di Formatrice e Psicoterapeuta (EAP), continuo a svolgere le Buone Pratiche attraverso il sostegno psicologico a tutte quelle giovani compagnie teatrali che oggi, come 10 anni fa, vogliono ancora affermare la loro identità attraverso la loro diversità, sia essa di genere, di razza, di status sociale.

La Repubblica di Elsinor
Stefano Braschi (Elsinor)

A distanza di quasi dieci anni da quanto detto nell’occasione del Convegno vorrei aggiungere due aspetti :
1) L’interregionalità si è dimostrata un’ottima opportunità sul versante della partecipazione a network europei con Platform11 plus dal 2008 al 2012 in qualità di partner e con funzione di capofila sul progetto Europeo “Boomerang” che si svolgerà tra Europa Canada e Australia dal 2014 al 2016.
2) Elsinor ha sviluppato negli ultimi anni la dimensione della residenzialità presso le proprie sedi di gruppi teatrali e di danza. L’idea è stata quella di aprire la propria casa non solo come spazio fisico, ma anche come condivisione con altre realtà di percorsi artistici.
Per quanto riguarda la seconda domanda non sono a conoscenza di esperienze analoghe alla nostra.

Societas Raffaello Sanzio: la moltiplicazione della specie (teatrale)
Cosetta Nicolini (Societas Raffaello Sanzio)

Benchè la Tragedia sia rimasta in qualche modo come un’esperienza “storica” e un modello studiato a vari livelli non credo sia stato riprodotto da qualcun’altro. Nemmeno da noi per la verità, che in seguito abbiamo sperimentato altri modelli produttivi ma senza più riproporre il processo nomadico della Tragedia. Va da sè che ha arricchito e fortificato la nostra capacità produttiva e costituisce ancora materia di riflessione per noi.

Città in condominio: scritture al presente
Roberto Traverso

L’esperienza di “Città in condominio” è continuata poi anche nel 2005 in collaborazione con Radio Popolare con tre serate in diretta dall’auditorium Demetrio Stratos.

Cantieri Goldonetta (CANGO): i teatri della danza. Un nuovo spazio di progetto a Firenze
Roberto Mansi (compagnia Virgilio Sieni)

La Buona Pratica è proseguita. Oggi Cango è uno spazio riconosciuto a livello internazionale.
Abbiamo una convenzione quinquennale con il Comune di Firenze che scade nel 2017 con un contributo di 60.000 euro. Daniela Giuliano

Progetto Danzaria. Un’idea di promozione dei giovani coreografi
Anna Chiara Altieri (Teatro Giuditta Pasta)

Il progetto è stato realizzato per 7 edizioni ma si è concluso nel 2007 con le dimissioni della direttrice del teatro e non è più proseguito.

Un circuito innovativo
Federico Toni (Tracce di teatro d’autore)

BP terminata 2011 per mancati finanziamenti da parte degli enti locali (La motivazione adddota è che era progetto in pareggio)

Circuiti: uscite di emergenza
Raimondo Arcolai, Pierluca Donin (ANART)

Gli effetti pratici sono stati significativi e per molte compagnie e artisti (es. Sgrosso/Bucci, Vetrano/Randisi, Paravidino, Motus ecc.) si è aperto un mercato prima sconosciuto o quantomeno molto poco frequentato. Di conseguenza cartelloni più ampi rispetto allo standard (eravamo nel 2004) e risposta molto positiva del pubblico.
Per NID PLATFORM (piattaforma della danza italiana) l’edizione pugliese ha ottenuto un ottimo riscontro per tutto il movimento della danza contemporanea italiana. E’ già stata annunciata la prossima edizione che si svolgerà in Toscana (Pisa, Pontedera) dal 22 al 25 maggio 2014. (Raimondo Arcolai)

Teatro di confine ovvero ai confini della libertà
Rosita Volani (Associazione Olinda)

Da oltre quindici anni il teatro attraversa il Paolo Pini.
Illuminato in angoli bui o disteso su ampie superfici, spettacoli grandi e piccoli. Alla continua ricerca del luogo giusto. Nel maggio 2008, ha finalmente trovato casa. Lì dove una volta c’era un esercito di bollitori, dove si preparavano i pasti: la mensa, oggi si cucinano storie, i pentoloni hanno fatto spazio al palcoscenico.
Un luogo dove ci sarà molto da raccontare: il TeatroLaCucina.
Perché un Teatro al Paolo Pini
Il Paolo Pini in questi anni è diventato un luogo di ricerca artistica, in particolare in campo teatrale. Molte tra le più interessanti compagnie italiane sono state ospiti della rassegna Da vicino a nessuno è normale.
Perseguiamo l’obiettivo di far diventare il Paolo Pini un cantiere residenziale per artisti, che qui potranno trovare le condizioni e il supporto (tecnico, di accoglienza e visibilità) per sviluppare nuove creazioni nell’ambito del teatro, della danza e della musica. La possibilità di costruire un cantiere culturale, risponde agli obiettivi di Olinda: continuare a investire in progetti di cultura, rispondendo anche all’esigenza della città di fornire residenze teatrali a compagnie del territorio e compagnie ospiti, italiane e straniere. Così come accade in altri luoghi in Italia, dove si sperimentano nuove modalità organizzative e produttive, che possano rendere al teatro il desiderio di ricerca.
L’accoglienza di compagnie e artisti, è fortemente improntata alla residenzialità legata oltre che al nuovo teatro, anche ai servizi alberghieri e di ristorazione d’impresa sociale di Olinda.

L’acquisizione del Teatro Carcano
Nicoletta Rizzato (Teatro Carcano)

La valutazione che diamo è che la strada era obbligata, altri hanno percorso la stessa strada, senza però che ci fosse coesistenza di un progetto produttivo accanto a quello della gestione di una sala. Siamo ancora oggi convinti che ciò che abbiamo fatto dà una completezza alla nostra attività, che il solo profilo produttivo non sarebbe stato in grado di sostenere.

Un teatro chiude. Viva il teatro: “rewind & party”
Nicoleugenia Prezzavento e Fabio Navarra (Nave Argo Associazione Teatrale)

Purtroppo non possiamo darvi buone notizie rispetto alla situazione attuale.
La vicenda che riguardò all’epoca la chiusura del nostro piccolo Teatro “V. Brancati” si concluse con la mia denuncia, e successiva una condanna penale, a me per aver violato la normativa riguardante i locali adibiti a pubblico spettacolo (si accorsero del nostro teatro “clandestino” dopo dieci anni di attività e quando già avevamo annunciato che lo dovevamo chiudere). Notizia di questi giorni invece il bando con cui il Comune di Caltagirone mette in affitto al migliore offerente il Teatro Comunale costruito con fondi comunitari per la qualificazione di un quartiere a rischio e mai utilizzato nei due anni successivi al completamento dei lavori. In allegato vi mandiamo un piccolo dossier in merito. Comunque noi ci siamo ancora e anche su questa vicenda stiamo cercando di promuovere una “buona pratica”… Fabio Navarra

La Cittadella dello Spettacolo
Gianni Valle (Teatro Franco Parenti)

In che misura il progetto è mutato a 10 anni di distanza da allora e se lo consideri attuato
Mi sembra che il progetto sorvolava la forza della questione produttiva teatrale, e forse in quegli anni pur avendola chiara in mente, l’energia che tutto il contorno richiedeva non è stata usata per questo obiettivo.
In quegli anni eravamo concentrati sul resto, ma oggi quello che si rileva  tra le righe,  che non era abbastanza chiaro al tempo, ciò che da un senso al tutto, ha trovato la sua vera natura, quella che all’epoca era un po’ nascosta, sottotraccia.
Nel frattempo la piscina come allargamento del progetto non è solo l’attuazione di quella progettualità ma è un’attuazione rilanciando, perché i progetti non si attuano mai, si rilancia per poterli attuare. In questo senso attuare un progetto rappresenta sempre la sua morte.
Pensi che altre esperienze affini alla vostra (multisala, fondazioni) possano considerarsi in qualche misura “derivate” dal progetto della Cittadella?
I fatti lo direbbero. Il progetto della Cittadella della Cultura non è solo un progetto strutturale, cioè, può esserne un derivato il progetto strutturale, ma la spinta in esso contenuta mi sembra  non sia stata ancora applicata.
Ci sono delle strutture simili ma nessuno ha pensato a dei luoghi che avessero non un numero di spettatori diverso ma umori, caratteristiche, rapporto pubblico-spettacolo completamente differenti.
Il nostro foyer è uno spazio teatrale non  un dettaglio architettonico ma un dettaglio sostanziale.  In questo senso ogni progetto è unico e inimitabile. Dopo di che l’involucro è servito da modello, ma solo l’involucro. (Andrée Ruth Shammah)

Fanny&Alexander, la bottega dell’arte
Marco Cavalcoli (Fanny&Alexander)

Evoluzione: La differenziazione è avvenuta lentamente, soprattutto per quell’elemento di criticità individuato da Trimarchi, ovvero la specificità dei canali di finanziamento, per non parlare delle rigidità dei mercati. La difficoltà più evidente è stata nel riconoscimento come autori di musica da parte del mondo musicale. Questo non ci ha impedito di creare spettacoli musicali (anche in progetti istituzionali di rifondazione del linguaggio dell’opera lirica) e serate dance sperimentali, curare la pubblicazione di libri, intraprendere collaborazioni su percorsi di fotografia, inventare una radio live con un gruppo di studiosi e critici, gestire spazi teatrali privati e pubblici – con inclusa un’attività di bar – e in generale di sviluppare attività artistiche e culturali, molto spesso in collaborazione con altri soggetti, al di là del core business della produzione teatrale. L’idea di bottega ha portato nel 2011 a unire in una cooperativa (e-production.org) i percorsi di 4 compagini artistiche di teatro e danza, facendo da subito nascere un festival e dando l’occasione al Teatro Stabile cittadino di condividere la stagione di teatro. Nella cooperativa i percorsi individuali hanno trovato il terreno ideale per svilupparsi, in particolare in ambito musicale (ricerca, concerti, serate dance) e formativo (laboratori condivisi). Le istituzioni locali hanno premiato significativamente questo prototipo di condivisione, il MiBAC si spera che ci arriverà prima o poi. Dal 2014 la E potrebbe essere la prima impresa di produzione a vedere finanziata dal MiBAC sia un’attività di prosa che di danza.

Produrre con il contributo (del) pubblico: il progetto “Nave fantasma”
Renato Sarti (Teatro della Cooperativa)

Quella pratica ahimè non è proseguita ma proprio a partire da quella iniziativa lanciata con Nave fantasma abbiamo incominciato un rapporto con uno sponsor significativo che poi è durato per anni.
Alla seconda domanda non sono in grado di rispondere. So solo che noi facciamo da sempre le nozze con i fichi secchi (17 mila euro dal Ministero per le produzioni) e che il Teatro della Cooperativa (cioè un teatro che opera nel Territorio o in periferia dir si voglia), ha avviato tutta una serie di collaborazioni di tipo particolare che nel suo piccolo ha creato un modello che ha segnato la vita teatrale milanese e che ha avuto forse qualche seguito. Ma sarebbe troppo complesso parlarne in questa sede.

Un progetto di decentramento e di circuito
Corrado D’Elia (Teatri Possibili)

E’ stato un progetto, nei primi anni 2000, sicuramente importante che ha contribuito a far nascere e crescere diverse realtà territoriali che sono riuscite con l’aiuto del circuito ad avere nel tempo visibilità nazionale e soprattutto una rete di contatti e di distribuzione fondamentale. Con la crisi grande dei circuiti e soprattutto dei comuni e degli enti territoriali che erano per noi la linfa e l’ossatura strutturale, il progetto è stato chiuso.
Sono stati fatti diversi tentativi di aggregazione in rete, più o meno professionali, ma sempre molto diversi dalla nostra idea. Questi progetti infatti rispondevano ad una richiesta di maggior circuitazione dei gruppi aderenti, con lo scambio di spettacoli, logica a cui noi non abbiamo mai aderito, pensando invece soprattutto a creare e rafforzare le realtà territoriali che potessero nel tempo avere la forza di entrare nel mercato con le proprie gambe, senza quindi la scorciatoia-trappola del mero scambio di spettacoli.

Un’ipotesi di stabilità leggera per le periferie
Luigi Marsano (Teatri di Napoli)

Le prospettive sono state disastrose: il progetto si è fermato, dopo lenta agonia, definitivamente nel 2005, e Regione e Comune non hanno mai saldato l’ultima tranche di attività effettuate. Gli spazi individuati e assegnati, (solo sulla carta, perchè cantieri perenni) sono stati completamente vandalizzati e tranne il Teatro Area Nord di Piscinola affidato a Lello Serao per Libera Scena Ensemble, non esistono più.
Dico sempre che il progetto Teatri Abitati pugliese è stato lo sviluppo migliore del nostro Teatri di Napoli, ma sicuramente i pugliesi (e io sono pugliese) sono stati più lungimiranti e concreti, immaginando attività nei teatri veri e non come noi in masserie rurali, palestre e cantieri. Soprattutto hanno messo alle strette le amministrazioni locali. E’ vero però che si svolge tutto in piccoli e medi centri e non in una metropoli difficile come Napoli.

Semi di cooperazione: la rete di tre teatri milanesi
Adriano Gallina (per Teatro Blu, Teatro della Cooperativa, Teatro Verdi)

Un anno di sperimentazione e nessun seguito (io sono andato via dal Teatro Verdi e non mi pare che loro abbiano proseguito in alcun modo).

369° per non girare su se stessi e tornare al punto di partenza: sbagliare sempre meglio
Valeria Orani 


Nonostante diverse metamorfosi, nell’arco di dieci anni 369gradi ha svolto un ruolo rilevante nell’affermazione del contesto produttivo contemporaneo a Roma così come lo conosciamo. Per certi versi il lavoro di questa associazione culturale, nata nel 2003, ha rappresentato una sponda necessaria da un lato per l’affermazione di realtà non ancora parte di una rete, dall’altro per la conservazione e per il potenziamento di un’identità artistica. 369gradi nasce in un momento in cui non esisteva alcun tipo di struttura che fornisse in maniera organica organizzazione e promozione per il teatro di innovazione. 369gradi guarda all’organizzazione e all’impresa indipendente come a un campo sperimentale di innovazione, come “ponte essenziale tra l’espressione artistica e chi la fruisce”
Dal 2009 la neonata 369gradi Produzioni ha rilevato la Benvenuti S.r.l. struttura la cui attività di produzione è sostenuta dal ministero. Oggi 369gradi Produzioni aggiunge un sostegno economico – oltre che organizzativo e promozionale – ad artisti specifici o ai loro specifici progetti.

Una società di servizi per il nuovo teatro
Giorgio Andriani e Daniela Ligurgo (Danny Rose s.c.)

Il progetto Danny Rose è andato avanti radicandosi sempre di più sul territorio pugliese.

Un software gestionale per compagnie teatrali
Michele Cremaschi

Dopo le BP ho incontrato molti teatri interessati, e visto quello che sviluppavano loro per rispondere alle stesse esigenze. Alla fine non si è creato nessun gruppo di lavoro sul progetto in ottica open, e ho sviluppato il tutto da me. Il software è stato effettivamente usato per tre anni da erbamil, dove lavoravo allora. E’ stato abbandonato, credo, alla mia fuoriuscita; non l’ho più ripreso nemmeno io perchè la necessità di molte funzioni utilissime allora – compilazione di documenti cartacei per l’invio a enpals, siae, inail, collocamento – sono venute meno grazie all’avanzata dei portali online di queste stesse che han a poco a poco sostituito il cartaceo. Credo che questa sia l’osservazione più adeguata: ho svolto una mole di lavoro immane che è risultata molto utile alla compagnia di allora, ma che essendo rimasta circoscritta ad essa non penso ne sia valsa la pena fino in fondo. L’ottica open a cui pensavo, se avesse riscosso adesioni, avrebbe potuto far continuare il progetto indipendentemente dai miei tempi. Ed inoltre, siccome la tecnologia avanza e cambia il modo di lavorare – vedi i portali che han sostituito il cartaceo – un tale strumento continua ad avere senso ma è da aggiornare continuamente per adattarsi alle nuove situazioni.

La scommessa di una rete per uscire dal sommerso
Marco Andreoli (Ubu Settete)

Per quanto riguarda un riepilogativo delle rassegne eccolo qua:
Ø La 1^ edizione è avvenuta a Marzo 2003 al Blue Cheese Factory (quartiere Testaccio).
Ø La 2^ edizione è avvenuta ad Ottobre 2003 al Teatro di Villa Lazzaroni (quartiere Alberone).
Ø La 3^ edizione è avvenuta a Novembre 2004 al Rialto S.Ambrogio (Rione Campitelli).
Ø La 4^ edizione è avvenuta a Novembre 2005 di nuovo al Rialto S.Ambrogio.
Ø La 5^ edizione è avvenuta a Novembre 2006 sempre al Rialto S.Ambrogio.
Ø La 6^ edizione è avvenuta a Novembre 2007 in due settimane tra Teatro Furio Camillo (prima settimana) e Rialto S.Ambrogio (seconda settimana).
Complessivamente, quindi, le sei edizioni hanno visto:
·      58 compagnie, di cui 39 di area romana e 19 ospiti
·      portare in scena 111 produzioni teatrali;
·      circa 3050 gli spettatori.
Poi abbiamo fatto altre rassegne sotto il nome ubu rex ma non erano festival indipendenti come ubu settete, bensì vetrine di lavori dello stesso consorzio. Una di queste vetrine, dal titolo Consorzio Ubusette, è stata ospitata in stagione al teatro Palladium di Roma nel 2010. Poi naturalmente ci sono i vecchi numeri di ubusettete rivista, tuttora scaricabili dal sito ubusettete.it e da dramma.it
Attualmente le compagnie sono 4: amnesia vivace (io), Olivieri Ravelli teatro (Fabio Franceschelli), Kataklisma (Elvira Frosini), teatro forsennato (Dario Aggioli). 
Compagnia storica e cofondatrice, anche se ora non ne fa più parte, è stata il circo bordeaux (Marco Andreoli).
Daniele Timpano

“Parole di teatro”: sinergie di competenze per una migliore visibilità del teatro
Valeria Ottolenghi (ANCT Associazione Nazionale Critici di Teatro)

Per le risposte: che il critico – come colui che vede più spettacoli continuando ad approfondire la propria culturale teatrale – possa/ debba (con la sensibilità etica di evitare di scrivere delle attività che promuove) utilizzare la sua competenza su più fronti (consulente, direttore artistico, membro di commissioni…) è ormai opinione diffusa. Meglio: prassi consolidata… Al punto che sarebbe utile rielaborare in forma più articolata la questione?

Tecniche e valori di scambio reciproco tra cinema e teatro
Claudio Braggio (Monferrato Comedy)

Esisteva soltanto il Progetto Comedy (da cui il titolo esatto dell’intervento), che poi dopo la giornata di Milano si è effettivamente scisso in due parti:
1) Commedia Community (che ha lavorato soltanto su immagine e musica, i videoclip)
2) Progetto Comedy che ha sviluppato invece i temi dichiarati, pur se ha mutato poi il nome in Monferrato Comedy – se vuoi maggior precisione potremmo scrivere Progetto Comedy (ora Monferrato Comedy) – questa è la parte che ci interessa e usare questa citazione permette di ricostruire in modo esatto il percorso.
Monferrato (o Progetto) Comedy ha curato la prosecuzione dei temi dapprima con l’associazione Storie del Monferrato e quindi anche con l’associazione Monferrati (questo risponde al quesito sull’attuazione e sulla prosecuzione della Buona Pratica).

Il nuovo cinema che viene dal teatro. Dall’Emilia Romagna un progetto per il cinema italiano
Marco Cavalcoli (Associazione Lus)

Evoluzione: Il progetto si è interrotto dopo alcuni anni. Gli enti locali hanno accolto con troppa prudenza la proposta, offrendo un sostegno di base, ma non favorendo per esempio il progetto di far nascere una Digicittà del cinema da costruire a Bologna come alternativa pionieristica digitale alla Cinecittà romana. La mia personale idea è che alla ricchezza culturale della nostra Regione corrisponda una struttura di interessi costituiti ben articolata, ma poco dinamica, che ha difficoltà a dare fiducia ai soggetti che hanno le potenzialità per indurre cambiamenti significativi nelle linee guida culturali della Regione e non sono però integrabili nel sistema di relazioni consolidato. Il primo progetto di film è stato avviato, ma dopo alcune difficoltà è stato sospeso. Nello stesso periodo la nomina del fondatore di Downtown Pictures e presidente della Lus, Marco Müller, alla direzione della Biennale del Cinema di Venezia ha privato l’associazione di una figura chiave di cerniera tra artisti e produttori.
La crescita artistica e organizzativa in campo cinematografico maturata dai soci in quegli anni ha poi portato Zapruder a presentare i propri film alla Mostra del Cinema di Venezia e in altri festival internazionali.

Una collaborazione fra Università e enti locali al Teatro delle Commedie di Livorno
Concetta D’Angeli (Università degli Studi di Pisa)

La Buona Pratica è stata realizzata, sì, per alcuni anni, durante i quali il progetto è stato mantenuto, magari con delle varianti che però non hanno mai alterato l’impianto di base. Nel 2007 all’incirca il progetto s’è interrotto perché il Comune di Livorno ha deciso di amministrare diversamente il luogo in cui l’iniziativa si svolgeva. Il piccolo Teatro delle Commedie è stato quindi affidato a un gruppo teatrale della città, poi è passato di mano e, a dirti la verità, non so molto della sua storia successiva. Quel che so per certo è che nessuno dei successivi gestori ha ripreso finora il nostro progetto né le nostre suggestioni.

#BP2005. Il teatro come servizio pubblico e come valore: lo spettacolo dal vivo tra economia, politica e cultura
Mira, 13-14 novembre 2005

Piccoli episodi di fascismo quotidiano
Sandra Angelini (Motus)

E’ molto sorprendente ri-leggere a distanza di quasi 8 anni queste parole perché ora paiono profondamente pertinenti con tutto il nostro percorso successivo. La scelta di lasciare la nostra sede ha coinciso infatti, e fra l’altro, con il proliferare di nuovi luoghi per residenze: non a caso la prima presentazione site-specific di “Piccoli episodi di fascismo quotidiano” ha inaugurato l’Arboreto di Mondaino, spazio che poi ha ospitato molti altri nostri periodi di ricerca e workshop ed è divenuto punto saldo di riferimento per tante altre realtà che – come noi – prima di giungere “allo spettacolo” hanno bisogno di momenti intermedi di libertà e “collaudo” per formati non “commerciabili”… Ma non solo. Tutti i nostri successivi progetti, da “Ics. Racconti crudeli della giovinezza” a “Syrma Antigones”, sino al recente, e tutt’ora in corso, “Animale politico 2011>2068”, hanno avuto lo stesso andamento esploso e molteplice, fatto di viaggi, periodi di residenza e workshop in varie città italiane ed estere, culminati anche in molti eventi unici  (da Scampia ad Halle Neustadt in Germania per “Ics”, Atene per “Alexis”, New York per “The plot is the revolution” e poi Gent, Bruxelles, Montreal e Tunisi per “Nella Tempesta”…).
Il dinamismo-nomadismo è diventato nostra filosofia di vita e resistenza nel panorama italiano sempre più refrattario alla natura via via più dichiaratamente politica e ancorata alle tensioni del quotidiano che le nostre scelte artistiche, proprio a partire dai “Piccoli Episodi”, hanno assunto. Ora i nostri ultimi progetti hanno come partner solo grandi centri di produzione Europei e spazi per residenza italiani; ad esempio “Nella tempesta” si è “appoggiata” alla tenuta dello Scompiglio a Vorno, all’Arboreto di Mondaino, alla centrale Fies di Dro per un workshop e a vari luoghi occupati, come il Teatro Valle, l’Angelo mai a Roma e Macao a Milano… Con queste nuove realtà stiamo costruendo inedite modalità di confronto e collaborazione produttiva: ad esempio il “tavolo comunicazione” di MACAO ha curato anche la grafica e la comunicazione per “Nella Tempesta”, con il Valle stiamo lavorando a un futuro progetto di quasi “gemellaggio” per l’autunno prossimo… In breve, stiamo immaginando forme altre di condivisione produttiva di un percorso, (al di là della relazione puramente economica)… E stiamo anche cercando di mettere questi luoghi in dialogo con i Festival esteri che ci ospitano: a Maubege nel marzo prossimo – al festival VIA –  ci sarà un Focus sul teatro Valle. E’ interessante rilevare molto più interesse per questi esperimenti di autogestione all’estero che in Italia… ma è un vecchio discorso. Anche a seguito del prolungato dialogo con noi, ora questi luoghi si stanno aprendo a inattese collaborazioni con molte altre realtà teatrali. E questo è un ulteriore capitolo su cui sarebbe interessante aprire una riflessione… Per quello che riguarda le residenze negli spazi “deputati” non aggiungo tanto: c’è stata una vera esplosione di questa pratica, su cui penso abbiate da poco argomentato – anche criticamente – al riguardo. Ripeto che per noi, la scelta dello spostamento continuo è nata da una esigenza poetico-politica molto chiara. E tutti gli spettacoli che abbiamo poi prodotto ne portano le tracce nella stessa drammaturgia.
Ciò che non si è avverato è la nostra presa di distanza dai palcoscenici: tutti i progetti hanno sì visto nascere forme ibride per spazi non teatrali, anche aperti, (come i contest sull’Antigone ad esempio, o il recentissimo “Caliban Cannibal” – nato a Santarcangelo e che ha appena debuttato alla Friche di Marsiglia – ma non ci bastava: rischiavamo di rinchiuderci nell’elitarismo dell’evento per pochi, limitando la nostra presenza ai soli Festival… Abbiamo quindi sentito il desiderio di proporre – nel contesto di ogni progetto – anche  “uno spettacolo” per grandi palcoscenici proprio per confrontarci con un vasto pubblico non necessariamente vicino al teatro di sperimentazione. La natura di spettacoli come Alexis o Nella tempesta, lo richiedono, proprio perché è anche sulla criticizzazione della relazione con gli spettatori che lavorano… L’obiettivo era andare proprio nei Teatri Stabili, ma come è risaputo, le “stagioni” – anche di quelli di Innovazione – continuano ad essere blindate nei nostri confronti: solo l’AMAT ha “rischiato”, (con successo) nella stagione passata inserendo “Alexis” in molte stagioni marchigiane, riscontrando degli inattesi pienoni di pubblico, fra l’altro… ma anche questo è un vecchio discorso: fortunatamente questo confronto continuiamo ad averlo all’estero dove il teatro è teatro e il pubblico vede un giorno noi e il giorno dopo uno spettacolo di prosa senza scandalizzarsi.
Abbiamo invece perseverato nella ri-scrittura per frammenti di testi, evitando formule rappresentative ma “usando” le parole per comporre nuove tessiture drammaturgiche, “riesumandole” per metterle in cortocircuito con le ferite del quotidiano, attraverso messe in scena sempre più virali e stratificate, dove il teatro documentario si innesta e contamina a sua volta con slittamenti poetici e meta-teatrali. E’ curioso però sottolineare che il lavoro si smantellamento del testo dei “Piccoli episodi” o di “Rumore Rosa” ci ha lentamente sospinto da una iniziale rarefazione ad una presenza sempre più marcata della parola, un vero rovesciamento!.

Un festival naturale: “L’ultima luna d’estate”
Luca Radaelli (teatro invito)

Direi che in questi otto (?) anni le cose si sono sviluppate. I Comuni coinvolti sono ora 15, le risorse sono leggermente aumentate (benché sempre scarse), sono aumentati di conseguenza i giorni di programmazione. Quindi la BP è ancora in corso. C’è stata sicuramente qualche contaminazione: Il giardino delle Esperidi per esempio è in qualche modo il fratello più giovane dell’Ultima luna d’estate, e c’è continuo confronto con chi programma eventi estivi che spesso prende a prestito qualche tratto del nostro percorso.

I castelli del Canavese e l’autonomia della cultura
Alfredo Tradardi (Associazione Itàca)

Io mi sono dedicato dal 2006 a pieno tempo alla questione palestinese, riuscendo ogni tanto a fare anche qualche cosa di teatro, ad esempio Il mio nome è Rachel Corrie con Remondi e Caporossi, a Biella nel giugno 2006 o Mohamad Bakri ne il Pessottimista, il 15 marzo 2009, o francois kahn in Musica lontana, marzo 2012, senza riuscire a dare una continuità e a smuovere a Ivrea una situazione allucinante, una città spettrale in cui il teatro comunale è stato privatizzato a beneficio di alcuni faccendieri. Ora ho ripreso contatto con alcuni gruppi, ad esempio la compagnia Marco Gobetti, la compagnia Anticamera teatro e altre per resistere, resistere, resistere, in questi tempi oscuri.

Teatri del Centro–Sud in rete
Lello Serao (TAM Teatri d’arte Mediterranei)

Il progetto è ancora in piedi, abbiamo continuato a produrre il Festival di Formia compreso quest’anno anche se in forma estremamente ridotta considerata la perdita di finanziamento da parte del Comune di Formia. Noi da quest’anno per la nostra irriducibilità abbiamo messo in piedi anche un nuovo organismo che si chiama Rete dei Piccoli Teatri Metropolitani e abbiamo lanciato un nuovo progetto dal Titolo Politeatro con lo slogan “Uocchie c’arraggiunate” tratto da una famosa canzone di Eduardo, con l’emissione di una card  che consente agli spettatori di cinque teatri ( Piccolo Bellini, Teatro Elicantropo, Teatro Area Nord, Interno5/Start e Teatro de Poche) di poter usufruire delle programmazioni come se fosse un unico teatro con 56 titoli a disposizione e con una scontistica uguale in tutti i teatri, abbiamo unificato il prezzo di accesso portandolo a 15 euro mentre i possessori di card entrano a 10 euro se over 30 e 6 euro se under30, abbiamo unificato la pubblicità e la promozione e stiamo pensando all’attivazione di alcuni servizi per lo spettatore come il trasporto in autobus. L’idea è quella di ridare centralità allo spettatore e favorirne quanto più possibile la circolazione. Il progetto è ambizioso ma ieri abbiamo fatto la conferenza stampa di presentazione e la risposta è stata eccellente.

Un’associazione per la danza e le arti contemporanee in Toscana
Martino Baldi (ADAC)

L’attività di Adac è proseguita in questi anni negli ambiti che erano stati delineati nelle BP.
Negli ultimi tre anni Adac ha concentrato la sua attività sulla promozione coordinata delle attività delle compagnie toscane e degli spazi in residenza abitati dalle compagnie. Il progetto di promozione ha dato origine a Dotline; una vera e propria stagione teatrale interamente dedicata alla danza e alle arti performative, articolata in molti spazi in luoghi diversi della Toscana, che proprio nei prossimi giorni giunge alla sua terza edizione. Rimando per ulteriori dettagli ed informazioni al sito di Adac: www.adactoscana.org Roberto Mansi

Gli spazi e l’identità del circo contemporaneo
Gigi Cristoforetti (festa Internazionale del Circo Contemporaneo di Brescia)

Cosa significa crescere? Se significa una diversa consapevolezza diffusa intorno alla legittimità artistica del Circo contemporaneo, o se misuriamo il numero di persone che sanno distinguere circo contemporaneo e tradizionale, possiamo rilevare una situazione diversa. Ma se parliamo dell’interesse delle istituzioni… A parte la scomparsa del Festival di Brescia, allora la Biennale di Venezia dava spazio al circo, e Roma aveva un festival. Oggi no.

Lavoro culturale al femminile
Ida Rocca (La Mimosa)

Abbiamo attivato da tempo una collaborazione con Bergamo Formazione- Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo. In vari seminari organizzati ogni anno da Bergamo Formazione proponiamo anche video appositamente elaborati con film dove il cinema attraversa i temi in oggetto e li presentiamo con azioni teatrali ogni volta adeguate al tema. Nadia Savoldelli

Altre Velocità
Lorenzo Donati (Altre velocità)

La pratica è stata realizzata ed è tuttora in corso. Le azioni attraverso cui la pratica si manifesta mutano, e aumentano sempre di più le occasioni che vedono al centro il nodo della formazione, rivolta sia ad altri, giovani che intendono avvicinarsi all’esperienza dello sguardo critico, sia a se stessi, nell’ottica di un percorso di studio, auto-formazione e scambio con artisti e operatori che non si arrende ma punta sempre a rimettere in discussione i propri metodi e strumenti di lavoro.
Dal 2005 a oggi, è possibile affermare che l’esperienza di Altre Velocità si stata pionieristica di un modo di lavorare, in particolare per quanto riguarda la concezione di un osservatorio critico di festival che opera contestualmente su carta e web. Possiamo vedere come soprattutto gli oggetti, i contenitori siano stati strumenti assimilati, mentre i metodi sopravvivono nella diversità. Lo specifico di Altre Velocità è il diverso peso che si attribuisce ad ogni mezzo, ed è peculiare la scommessa sull’approfondimento che di volta in volta si mette in campo, soprattutto nell’ottica dell’accostamento di discipline extra-teatrali. Altro formato che è stato perseguito da altre realtà è il modello di laboratorio per spettatori nei festival, pratica da cui ha origine la stessa associazione: nata nel 2005 in seguito a un’esperienza di laboratorio e redazione con Massimo Marino, il gruppo Altre Velocità ha rinnovato anno dopo anno quella stessa formula, che poi è stata ripresa anche da altre generazioni e nuclei di critici.

#BP2006. La questione meridionale a teatro
Napoli, 7 dicembre 2006

Palermo: il cartello dei cinque teatri d’arte
Clara Gebbia

Il progetto, finanziato dal Ministero e in parte minore dagli Enti Locali ha avuto durata triennale ed ha costituito motivo di scambio e crescita per alcuni dei soggetti coinvolti, pur mantenendo ognuno la propria autonomia artistica. Il progetto non è poi stato rifinanziato. Inoltre il mondo culturale palermitano è stato scosso dalla scomparsa, negli ultimi anni, di Michele Perriera e Franco Scaldati, grandissimi uomini di cultura e tra i promotori dell’iniziativa.
Non abbiamo notizia di ‘Cartelli’ direttamente ispirati a questo, ma l’esigenza di condividere le esperienze non solo artistiche ma organizzative e soprattutto di interrogarsi sulla legge regionale ha fatto nascere in Sicilia nuovi circuiti (ad esempio il circuito Latitudini). (MATTEO BAVERA, TEATRO GARIBALDI)
Palermo ha vissuto per prima, in Italia, la politica dei tagli della destra e poi di questa incerta sinistra. Ma la cosa più grave degli ultimi anni è stata la scomparsa di Michele Perriera e Franco Scaldati. Due grandissimi uomini di Cultura e di Teatro che hanno dovuto cedere il proprio prestigio e la propria sopravvivenza alla mediocrità dello star system italiota, che non li ha sostanzialmente capiti e ascoltati nel loro crudo racconto del paese e di Palermo. Tuttavia, e lo ha riconosciuto per primo Michele Perriera, il progetto dei Cinque Teatri d’Arte è l’ultimo progetto teatrale compiuto e partecipato della città. Comunque un esempio di coinvolgimento di artisti e istituzioni
Comunque un esempio di coinvolgimento di artisti e istituzioni, tra le tante occasioni mancate, anche nelle ultime stagioni, dai “rinnovatori”. (Elisa Puleo Cuticchio ,Associazione Figli D’Arte Cuticchio)
il Cartello dei 5 teatri è stata un bellissima esperienza durata 3 anni. Il Cartello ha ottenuto un finanziamento ministeriale e solo grazie a questo c’è stato un interessamento degli enti locali, del Comune che ha partecipato in minima parte e della Provincia che partecipato solo per un anno. Un ruolo di rilievo lo ha avuto invece la Regione Siciliana con l’Assessore Leanza cha ha compreso l’importanza dei finanziamenti al teatro e ne ha portato avanti la legge, che pur con tante imperfezioni, resta un tentativo di superare l’arbitrio elle erogazioni.
I progetti fatti con il Cartello sono stati indipendenti artisticamente, ogni struttura ha mantenuto la sua autonomia artistica, ma siamo riusciti a realizzare varie cose (mostre, laboratori, spettacoli) sempre confrontandoci gli uni con gli altri e il livello di scambio a livello umano, artistico e organizzativo è sempre stato molto vitale.
Preso atto che eravamo strutture completamente differenti tra di noi, abbiamo percepito che rispetto alla città le finalità erano le medesime e anche molte problematiche che accomunavano e strutture erano le stesse. Personalmente come struttura, anche attualmente,  ci sentiamo molto più vicini al Teatro Libero più che ad ogni altra compagnia di opera dei pupi. Quell’esperienza da un punto di vista burocratico e amministrativo si è conclusa. Inoltre Michele Perriera e Franco Scaldati non ci sono più, e anche il Teatro Garibaldi adesso è occupato, quindi non ci sono più gli elementi che componevano il Cartello. (Beno Mazzone, Teatro Libero Di Palermo)
L’Associazione Temporanea di Scopo CINQUE TEATRI D’ARTE ha svolto il progetto PRIMOTEATRO nel corso di un triennio: 2007-2008-2009. Il progetto è stato sostenuto dal Ministero, dalla Regione e, solo il primo anno, dal Comune di Palermo. Capofila la Regione Sicilia, che ad oggi dovrebbe liquidare circa 12.000,00 euro del 2007, che il Ministero aveva liquidato alla Regione per l’A.T.S. 5 teatri d’arte e che Equitalia ha trattenuto per una morosità della Regione verso l’Inps. Una storia che la Regione non ha più voluto risolvere.  Scrivo questo solo per chiarire quale fosse stato l’interesse reale della Regione Sicilia… Concluso il triennio, il progetto non è stato più finanziato, ma anche i cinque teatri, molto diversi per vocazione, aziendalità, poetiche, e qui mi fermo, non sono stati in grado di proseguire il lavoro comune, che in effetti non era stato per nulla soddisfacente anche nell’esperienza triennale fatta. Dopo, ed è storia più recente, Perriera e Scaldati non ci sono più, Bavera non so più dove lavora, Teatro Libero e Cuticchio continuiamo il nostro percorso, ma senza  collaborazioni. In Sicilia purtroppo la sinergia fra i teatri, e non solo fra i teatri, è molto difficile, soprattutto, a mio avviso, per il fatto che c’è troppa confusione tra teatri professionali e teatri amatoriali.

Teatro e università al Sud
Maria Luigia Bove (Campus Teatri, Università della Calabria)

La sintetica scheda rispecchia un progetto cui ho lavorato quando ero delegata del Rettore per il Teatro all’università della Calabria. La Buona pratica – il progetto Campus Teatro – non solo non è stata avviata, perseguita, ma quanto oggi si fa nei due teatri dell’università di Arcavacata ribalta radicalmente il progetto elaborato. (Valentina Valentini)

Ambiente e radicamento culturale
Marcello Cappelli e Ivano Di Modica (Mandara Ke)

In quanto a quella rete il tutto si è realizzato all’incontro con diverse esperienze in giro per l’Italia con repliche e spettacoli a Marghera, Brindisi, Taranto, Manfredonia e le cittadine del nostro territorio coinvolte nell’industrializzazione. Questo è riuscito a creare, più che una rete, una contaminazione (permettimi il termine a doppio senso…) dei comitati presenti nei territori e lo spettacolo rappresentato in varie iniziative ha permesso una trasmissione di storie e l’affermarsi che la storia dell’industrializzazione ha avuto sistemi e modi da parte degli industriali molto simili, una vera e propria  strategia di occupazione dei territori. Questo ha permesso ai comitati di incontrarsi in battaglie per il territorio, con scambi di delegazioni nei momenti più importanti. Naturalmente nessun finanziamento ma in questo abbiamo assistito a un proliferare del documentario video di denuncia e soprattutto all’autoproduzione degli stessi, noi spesso portavamo in giro insieme allo spettacolo il primo documentario sul tema in Italia prodotto dal basso e questo è stato uno stimolo incredibile per la nascita di decine di documentari sul tema.
In quanto a noi, che da fine del 2006 non collaboriamo più con la Mandara Ke, quel lavoro sull’industrializzazione e i suoi cambiamenti ha portato Alessio ad incontrare i pescatori della città con la realizzazione di uno spettacolo, frutto di 3 anni di ricerca, di un documentario e un libro. Un lavoro sul recupero della memoria attiva attraverso la narrazione che stiamo esportando in giro per il mondo attraverso dei progetti sullo storytelling.
Il resto della nostra storia l’ho pienamente raccontata alla Buone Pratiche di Catania.

DAMM: Un centro sociale per le compagnie napoletane
Sergio Longobardi (Compagnia Babbaluck)

Il damm ha rappresentato senza ombra di dubbio una buona pratica. E anche la Compagnia Babbaluck, da cui sono poi nate una serie di esperienze (arrevuoto e punta corsara ne sono una costola per esempio) che hanno visto e vedono coinvolti molti dei suoi ex componenti a titolo ovviamente  personale. La inserirei a buono titolo come collettivo di BP a Napoli tra il 1998 e il 2009… Adesso continuiamo su Parigi.

Un progetto di formazione internazionale per Napoli
Roberto Roberto (Alf Laila)

Molta acqua è passata sotto i ponti da quel 2006. Le criticità nella città si sono acuite: un’amministrazione comunale fatiscente, una Regione gestita dalla peggiore politica italiana ed il monopolio di un Festival di Teatro padronale e monopolista, sono la cattiva e pratica realtà, fulgido esempio delle politiche culturali nostrane. La nostra associazione, con sede a Napoli, ora opera soprattutto con l’estero e con il resto d’Italia, eppure, con altri artisti ed operatori, stiamo lavorando alacremente alla fondazione, nel cuore del centro antico di Napoli, di un’importante centro indipendente sulle performings arts, di cui mi piacerebbe parlare nella prossima edizione di “Le buone pratiche del teatro”.
Alf Laila fino al 2011 ha portato 5 spettacoli di Brook a Napoli, sviluppato vari progetti internazionali e sta coproducendo, con il suo braccio operativo Laila srl, due spettacoli con e di Daniel Pennac.
Attualmente è composta in maggioranza da under 35, ex allievi di Forma Azione Scena (vedi scheda).
Altri allievi dello stesso corso sono attori in compagnie professionali (Servillo, De Filippo), o hanno fondato altre associazioni in Campania (Manovalanza, En Art, Cooperativa Immaginaria). Alcuni sono emigrati.
La Regione, prima del cambio di guardia, mise Forma Azione Scena in una graduatoria interna fra i migliori 20 corsi di formazione degli oltre 700 finanziati con fondi europei in 6 anni.
Progetto pilota riuscito? Forse troppo, perché la Regione ha cancellato la formazione teatrale dalle sue azioni. Abbiamo cercato di far capire al nuovo Sindaco – con l’aiuto del suo ex assessore alla cultura Antonella Di Nocera – la necessità di aprire una civica scuola delle arti sceniche del Sud. Nel 2012 il progetto è stato avviato al Teatro San Ferdinando con altre strutture, il Ministero lo ha scelto come progetto speciale assegnando 100mila euro, ma… qualcuno al Comune ha sbagliato (intenzionalmente?) le pratiche, e il progetto è stato sotterrato. Il Ministero ha ripreso i suoi soldi, l’assessore competente è stato rimosso e sostituito con un uomo di apparati e finalmente i “grandi eventi” e le disumane velleità politiche (vedi Forum delle culture) hanno ripreso il sopravvento sulle buone e “vecchie” pratiche dell’artigianato teatrale di respiro internazionale. La formazione teatrale al Sud resta una chimera, salvo che un M. De Fusco non si decida a dar vita ad una sua pubblica scuola regionale come ultimo sfregio alla umana sopportazione.

#BP2007. Emergenza!
Milano, 1° dicembre 2007

École des Écoles: il metodo del confronto
Bruno Fornasari (Accademia dei Filodrammatici)

École des Écoles sta proseguendo la propria attività, il prossimo incontro sarà a fine ottobre a Londra, con una programmazione biennale. La rete si è allargata a nuove scuole (purtroppo però Teatro di Pisa e Silvio d’Amico non fanno più parte del progetto, quindi l’unica rappresentanza italiana è quella dell’Accademia dei Filodrammatici) e abbiamo amplificato l’interazione tra docenti attraverso un advisory board (consiglio artistico) che elabora progetti a tema. Il progetto GRUNDVIG – adult learning ha sostenuto uno dei nostri programmi ed è in fase di valutazione per il prossimo biennio. Purtroppo il sito definitivo della rete sarà online solo a fine ottobre, intanto, se può servire, ecco un link con altri dettagli:
http://www.accademiadeifilodrammatici.it/home.php?lang=ita&id_home=3&id_sez=18

Cantieri Culturali per gruppi e giovani operatori: emergenza, visibilità e selezione
Teresa Bettarini (Officina Giovani)

Circa gli sviluppi di Officina Giovani posso dire che dal 2009 lo spazio è passato dalla gestione dell’Assessorato alla Cultura a quella dell’Assessorato alle Politiche Giovanili.
La figura del responsabile della programmazione è stata sostituita da un tavolo tecnico di giovani che cura la programmazione. Il programma si è focalizzato più sulla funzione di “spazio di incontro” che su quella di “cantieri culturali”. Se il programma del triennio precedente si era concentrato sulla formazione, lo scambio generazionale, il sostegno dei gruppi emergenti, la programmazione adesso ha un taglio più “giovanilistico”: molte serate di musica, concerti, una rassegna di teatro che ospita prevalentemente compagnie non professionali. I corsi di formazione spaziano su varie tematiche: dallo “yoga della risata” al “fumetto”.
Credo che la peculiarità di Officina Giovani in quegli anni risiedesse anche nel clima che si era creato, un clima di energia creativa, di scambio fra generazioni e fra esperienze artistiche diverse. Un clima che ricordava per un verso il Centro sociale e per altri la Factory. E’ giusto sottolineare che il triennio 2006-2009  è stato anche il periodo nel quale sono emerse molte giovani compagnie e molti gruppi di artisti “creativi”. Officina Giovani li ha ospitati e sostenuti nei loro primi passi. Molti si sono poi affermati nel panorama nazionale, altri sono scomparsi dalla scena. La politica di ospitalità avrebbe dovuto svilupparsi, come premettevo anche nel mio intervento, e dar luogo a delle residenze e a dei progetti di formazione più strutturati. Programmi che altre strutture stanno portando avanti, anche se la crisi ha spento molte energie e smorzato molte aspettative.

Teatronet: una rete per promuovere scambi e distribuzione
Rosi Fasiolo (teatro.net)

Vi informo che Teatronet è ancora in corso, ci sono stati vari cambiamenti nel corso degli anni come per esempio l’introduzione del minimo garantito come compenso per le compagnie, l’attivazione di una vetrina annuale che si tiene ogni anno in uno spazio diverso,  di un Festival e di un bando di concorso a Siena nel mese di marzo. Quest’anno abbiamo introdotto una nuova BP: tutte le compagnie socie hanno partecipato ad una settimana di residenza collettiva ospiti di un comune delle alpi carniche (Arta Terme).  In questa settimana sono stati offerti alla popolazione 4 laboratori diversi, un appuntamento quotidiano di letture sceniche, concerti serali e una giornata conclusiva con spettacoli itineranti costruiti sul luogo (site specific). Non mi risulta che esistano altre reti nazionali dedicate al giovane teatro di innovazione.

ILa selezione dei visionari
Luca Ricci (Kilowatt Festival)

La prima – quella dei Visionari – è ancora in corso, con adattamenti rispetto a quel modello iniziale (adesso scelgono 9 spettacoli invece di 5; il festival si fa solo a Sansepolcro e non nei sei Comuni limitrofi); la seconda BP, “Vietato Parlare dell’Aurora” si è tenuta con modalità leggermente differenti da quelle descritte (non ci sono stati i “Saldi di inizio stagione”, né sono stati presentati i vincitori di Scenario) ed è comunque l’incontro da cui si è originato CReSCo, fondato l’anno dopo, nel 2010, a Bassano.
Nel primo caso, mi risulta che vari altri abbiano ripreso la nostra suggestione dei Visionari, chi espressamente dichiarandolo (tipo Il Funaro di Pistoia, il festival Mixité di Sesto San Giovanni, lo Spazio Off di Trento), chi facendola propria senza dichiararlo (il Teatro dei Venti a Modena), ma va bene lo stesso, ecco.

Accesso e visibilità: l’evoluzione di Bancone di prova
Antonia Pingitore (Bancone di prova)

Per quel che riguarda Teatro i, con cui ha lavorato per tre anni, la collaborazione è iniziata nel 2006 con una presenza costante agli incontri sulla drammaturgia e dal 2007 al 2010 con la lettura dei testi e ha allargato il numero degli autori coinvolti attraverso il bando “Autore chiama Autore” e dando alla luce 18 testi completi che hanno avuto esiti positivi sia in produzioni (Light e Manuel&Miranda di Magdalena Barile, Il Tiglio di Tommaso Urselli, Tempo Indeterminato di Elisabetta Bocchino), che in pubblicazioni e premi (Il Tiglio  di Tommaso Urselli pubblicato in Sipario n. 727, Canto errante di un uomo flessibile di Tommaso Urselli vincitore del Premio Fersen pubblicato da Editoria&Spettacolo, La casa di carta di Lorenzo Piccolo, Premio Tondelli).

“Teatri di vetro”: visibilità per la scena contemporanea
Roberta Nicolai (Triangolo Scaleno Teatro)

È chiaro che dal 2007 ad oggi molto è cambiato e il progetto si è trasformato di anno in anno fino a diventare una realtà nazionale per la scena (teatro, danza, arti visive, musica, sperimentazioni sonore …) contemporanea. La data dell’intervento è il 2007 (anno della 1° edizione) e aggiungere le evoluzioni, in tre righe, di 7 edizioni successive, dipende da come è impostato il volume.

#BP2008. Lo spettacolo dal vivo ai tempi del grande crac
Milano, 13 dicembre 2008

Reti e in patto per promuovere la presenza femminile
Alina Narciso (Scrittura della differenza), Bruna Braidotti (La scena delle donne), Serena Grandicelli (Teatro Argot)

Dopo quell’incontro a Milano ci sono stati altri incontri fra di noi , ma di fatto le firme raccolte non sono state molte e soprattutto è mancato un centro operativo di divulgazione: ognuna di noi  ha continuato con la propria attività ed era difficile gestire questa operazione “politica” a livello nazionale. Comunque quello che di positivo e costruttivo c’è stato è che è continuata la collaborazione fra di noi con collegamenti e scambi e contatti (nella mia manifestazione “la scena delle donne” per quel che ho potuto  ho cercato di mantenere questi collegamenti ospitando spettacoli del nostro gruppo e comunque non si sono mai fermati i contatti ed i loro sviluppi). Importante è stata la  partecipazione al Women Playwrights International a Stoccolma l’altro anno e gli ulteriori contatti internazionali e nazionali e la scoperta di altre reti che scorrono in Italia e che non comunicano e che erano presenti a Pordenone questo anno. Bruna Braidotti

Teatro Glocale: una risorsa tra cultura e impresa
Roberto Biselli (Teatro di Sacco)

Purtroppo la buona pratica si è interrotta l’anno seguente sia da parte della Confindustria che della Nestlè, per mancanza di specifici interessi locali e perché in genere hanno preferito finanziare direttamente gli enti locali.
L’unica novità in questo senso è venuta dalle industrie di Brunello Cucinelli, che trasformandosi in un soggetto proprio, un magnate della cultura, ospita nel proprio teatro residenze e produzioni teatrali e musicali in base a suggerimenti della Fondazione Teatro Stabile dell’Umbria, di cui è diventato come sapete Presidente.

Fare ricerca teatrale con produttori privati: il teatro-azienda della Compagnia “A bocca aperta”
Daniele Milani (A Bocca Aperta)

La storia del progetto: è nato in sordina nel 2007, nel 2008 visti gli ottimi risultati ottenuti era cresciuto moltissimo (più o meno quando ne parlai alle BP) è stato confermato nello stesso ordine di grandezza nel 2009. Nel 2010 e nel 2011 è stato replicato ma, principalmente causa crisi e taglio dei budget, sono state diminuite in maniera sensibile le edizioni. Nel 2012 doveva essere ripreso ma, per una serie di motivi che non sto a spiegare, alla fine non è partito. Il progetto specifico al momento è fermo (mi arrivano ciclicamente mail di interesse da parte di Telecom a farlo riprendere ma ci credo sempre meno). Il nostro teatro-formazione in generale è in una fase molto interlocutoria. Ci domandiamo in continuazione se valga la pena continuare in questo settore per moltissimi motivi. I budget al momento sono ridotti all’osso e le aziende non sono più disposte a sperimentare discipline come il teatro in un contesto come la formazione, primo perché costa di più e secondo perché la crisi economica lo fa apparire “psicologicamente” come uno spreco di risorse e su questo al momento sono esageratamente cauti. In molti ci dicono che abbiamo messo sul mercato offerte di qualità, ma per riuscire a rimanerci sembra non basti. Il secondo motivo principale è che si tratta di un sistema estremamente caotico e difficile da gestire per una realtà piccola come noi. E’ difficilissima soprattutto la parte “commerciale”, individuare le aziende giuste, trovare il referente adatto al loro interno e convincerle a fare delle prove. Alla nostra compagnia servirebbero persone qualificate interessate a svolgere questo lavoro (figure che molto difficilmente potrebbero venire da un percorso teatrale) ma, principalmente a causa della crisi, è piuttosto difficile trovarle. Una cosa interessante è che la nostra esperienza è diventata un libro pubblicato da Dino Audino, Creare teatro-formazione per le aziende.

Cambio Palco! un circuito distributivo sperimentale
Lisa Bellini e Elisa Noci (AmniO Teatro)

Per quanto riguarda la continuazione, il progetto si è concluso per mancanza di interesse da parte delle altre realtà contattate ed entrate a far parte del gruppo di lavoro allorché abbiamo proposto non più un meccanismo di stretta distribuzione ma un vero e proprio percorso di condivisione artistica e produzione collettiva che, pur nel rispetto delle specificità avrebbe permesso a tante realtà emergenti di mettere insieme i propri saperi e le proprie potenzialità.
Abbiamo concluso che, evidentemente, quel che interessava di più della nostra proposta era l’occasione distributiva nuova e non una vera e propria condivisione artistica e creativa. Ma questo non interessava a noi o, per lo meno, ci sembrava un immiserire molto progetto e non abbiamo più continuato nella proposta.

Progetto Vicaria: una casa per il teatro contemporaneo a Palermo
Daniela Gusmano (Ass. Culturale La Vicaria)

La Vicaria continua ad essere uno spazio autogestito e autonomo, dove prendono forma le creazioni artistiche della Compagnia Sud Costa Occidentale diretta da Emma Dante. Luogo di ricerca, di studio, e luogo aperto al pubblico per piccole rassegne teatrali.

ZTL-PRO: un esperimento di produzione per la scena contemporanea
Elena Lamberti

Per quanto mi riguarda l’ultima edizione di ztl risale al dicembre 2010. Credo che il progetto, dopo un’edizione molto ridotta nel 2011, sia stato definitivamente chiuso nel maggio 2012.

SPAM! Un nuovo spazio per le arti performative contemporanee nella Piana di Lucca
Roberto Castello (ALDES)

Il testo che mi avete inviato è la fotografia esatta di ciò che eravamo nel 2008 e rimane una foto molto precisa anche dell’oggi, salvo alcuni dettagli. Sono infatti passati 5 anni e alcune cose sono cambiate.
Il progetto pilota della toscana è diventato legge, la nostra disponibilità economica è passata da 50.000 euro del 2008 a 136.000 odierni. Contrariamente a quanto appare però, non si tratta di un più che raddoppio del contributo, in quanto nei 136.000 confluiscono (riducendosi) contributi alla produzione che la regione erogava storicamente e somme che la Regione negli anni passati dedicava a progetti di programmazione in rete fra le residenze. L’incremento reale è di non
più di 20.000 euro e i compiti da assolvere si sono moltiplicati, ma resta a mio avviso ancora molto interessante la prospettiva che questo modus operandi apre per il futuro. Attualmente stiamo lavorando in convenzione con il Comune di Porcari e con quello di Lucca. Complessivamente circa 95.000 abitanti. Il nostro bacino di utenza potenziale include però anche Capannori con altri 40.000 abitanti circa. Con la stagione 2013/14 si apre il primo triennio di residenza nel quadro della nuova legge. Stiamo quindi lavorando proprio in queste settimane a gettare le basi operative per l’azione triennale che ci attende.

Napoli: teatri e legalità
Mario Gelardi (Teatri della legalità)

Qui il link ad un riepilogo di Teatri della Legalità 2008 – 2010: http://www.iteatrini.it/progetti/17-teatri-della-legalita-2008-2010.html
Anche questo progetto è morto dopo la terza edizione, la Regione Campania, che lo finanziava interamente, con la nuova giunta di centro destra ha ritenuto non più opportuno offrire alla scuola napoletana spunti di riflessione sulla legalità attraverso il teatro e l’espressione artistica. Sic! L’impegno comunque di Gelardi continua oggi con la direzione del Nuovo Teatro Sanità nel rione Sanità di Napoli, un esperimento teatrale di completa autogestione di una chiesa in uno dei quartieri simbolo della Napoli popolare.

#BP2010. Teatro pubblico, teatro commerciale, teatro indipendente
San Lazzaro (Bologna), 13 febbraio 2010

La responsabilità di impresa e il bilancio sociale
Roberto Calari (Legacoop Bologna)

Per le Buone pratiche ulteriori non ne ho traccia diretta per imprese strutturate e relazionate al Fus o ai contributi regionali: ho, invece, l’evoluzione dell’esperienza di Itc di SANLAZZARO – COOPERATIVA COMPAGNIA DELL’ARGINE e una nuova scadenza che sto costruendo con loro sul tema della funzione sociale del Teatro e del Teatro di Comunità  su cui ti vorrei coinvolgere a breve.

Cultura e agricoltura
Stefano Pasquini (Teatro delle Ariette)

La nostra pratica prosegue e non si arrende, sapere se sia buona o cattiva chissà. E’ comunque la nostra, quella che sappiamo fare meglio. Non sappiamo se altri abbiano ripreso qualche nostra suggestione, anche perché la nostra pratica è emozionante, ma molto molto faticosa.

Ravenna viso-in aria e CISIM: una casa del popolo a Lido Adriano
Luigi Dadina (Ravenna Teatro) e Marco Cavalcoli (Fanny e Alexander)
 

Evoluzione: sia l’apertura del CISIM che più tardi la nascita della cooperativa E hanno dato una risposta al problema della proliferazione di gruppi in un contesto non espandibile infinitamente. Ravenna viso-in-aria è diventato il nome della stagione di teatro contemporaneo, tripartita da Ravenna Teatro tra sé, il CISIM e la E, con tre programmazioni parallele. Il CISIM svolge anche una importante funzione di sportello sociale che affianca l’attività culturale ed artistica. L’intuizione della necessità di elaborare per tempo strumenti di aggregazione e messa in rete con i quali dare un riferimento alle nuove generazioni di artisti si è dunque sviluppata e il processo è ancora in corso. Marco Cavalcoli

Alla ricerca di un’armonia: la città come luogo d’incontro
Maria Grazia Panigada (Teatro Donizetti-Altri Percorsi)

Ci farebbe anche piacere sapere sinteticamente:
1) se ci sono stati seguiti ai progetti ormai conclusi che hai raccontato
2) se ti risulta che altri abbiano colto suggestioni e sviluppato in altro modo quelle esperienze.
Sì, e in vario modo, due esempi in particolare mi sembrano significativi.
Il gruppo teatrale No-made, nato con dei ragazzi stranieri appena arrivati in Italia nel 2006, esiste ancora: Albino Bignamini e il Pandemonium Teatro hanno continuato a seguirli, anche senza finanziamenti comunali. A febbraio del 2012 l’Università di Bergamo ha dedicato al gruppo un convegno (seguitissimo dai giovani e dagli studenti). Nel novembre dello stesso anno è stato presentato con successo a Next in forma di studio, I racconti di Giufà, prima esperienza professionale del gruppo. Dopo alcune anteprime lo spettacolo debutterà ad ottobre 2013.
Il progetto dei mediatori museali promosso con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC), ha dato i suoi frutti: oggi i mediatori continuano a condurre visite guidate in italiano e nelle loro lingue d’origine, ma propongono anche workshop a bambini e giovani; realizzano percorsi di performance artistica nel museo; creano percorsi tematici specifici legati al tema dell’intercultura. Questo progetto è stato preso ad esempio da altri musei, dove sono nati progetti sperimentali di valorizzazione delle opere in chiave interculturale. In particolare alla Pinacoteca di Brera, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel 2012 è nato il progetto Brera: Un’altra storia. Progetto in cui, con un gruppo di mediatori provenienti da varie parti del mondo, si è sperimentata l’efficacia della dimensione narrativa nel contesto museale.

Playing Identities: migrazione, creolizzazione, creazione
Gianni Berardino (Scuola Superiore Santa Chiara dell’Università di Siena)

La pratica è ancora in corso in quanto dal 2012 è stata attivata presso l’Università di Siena, grazie ad un nuovo progetto europeo, una Summer School dal titolo Playing Identities frutto proprio di quella precedente esperienza. Nello scorso luglio si è conclusa la seconda edizione, che si ripeterà nel 2014. La rete che supporta questa nuova esperienza che composta oltre che dall’Università di Siena, dalle Accademie Drammatiche di Londra (UK), Vilnius (LT), Budapest (HU), Wroclaw (PL), Barcellona (ES) e Cluj-Napoca (RO). Infine stiamo lavorando di nuovo ad un altro progetto europeo produttivo e di ricerca scientifica che prosegua e rilanci sia quest’ultima esperienza che la precedente.

La fusione Teatro Nuova Edizione/Teatro delle Moline e Nuova Scena-Arena del Sole-Teatro Stabile di Bologna
Marinella Manicardi (Teatro delle Moline)

Che cosa è successo dopo: la collaborazione c’è stata ed è tuttora in corso, quindi è stato un buon accordo. Ogni anno si decide una produzione “Moline”, con libertà di scelta all’interno di un budget dato. I laboratori “Moline” sono entrati a far parte della programmazione Arena, prima non c’erano. Nessuna collaborazione invece sulla programmazione, ogni decisione è stata accentrata in Arena. Vari suggerimenti di attività collaterali agli spettacoli, convegni sulla drammaturgia (che Moline aveva organizzato per 5 anni), incontri con autori, letture, sono stati scoraggiati e ignorati. Manifestazioni come “Face à face”, mal tollerata. Quindi: bene per una continuità di produzione artistica “Moline” che è rimasta ben individuabile nella programmazione generale, ma estrema rigidità della struttura nell’accogliere qualunque suggerimento, idea, iniziativa che rompesse uno schema consolidato. E’ stata accolta la pratica Moline di un prezzo stracciato per i giovani un giorno alla settimana sulle produzioni. Delle attuali difficoltà di Arena saprete immagino. L’operazione prevista è una cessione di ramo d’azienda a ERT. La storia si ripete.

Punta Corsara: verso il secondo triennio di teatro a Scampia
Emanuele Valenti (Fondazione Campania dei Festival)

A conclusione del primo triennio, Punta Corsara è diventata un’associazione culturale indipendente, di cui fanno parte i giovani attori e tecnici protagonisti del percorso di formazione, sempre guidati da Emanuele Valenti e Marina Dammacco.
Dal 2010 al 2013, la compagnia ha prodotto nuovi spettacoli, stabilendo di volta in volta diverse collaborazioni produttive, lavorando spesso fuori Napoli, sia in termini di debutto che di circuitazione: PETITOBLOK Il baraccone della morte ciarlatana, MolièrePetitoBlok, Il Convegno, La solitudine delle ombre, Hamlet Travestie – primo studio.
Per il lavoro svolto, la buona pratica corsara ha avuto riconoscimenti nazionali: PREMIO IN-BOX 2013 con Il Convegno, Premio Ubu Nuovo Attore Under 30 2012, Premio Speciale Ubu e Premio Hystrio – Altre Muse 2010.
Assieme alle attività di scrittura e produzione, la compagnia porta avanti il lavoro di formazione teatrale con adolescenti, in continuità con la non-scuola del Teatro delle Albe di Ravenna, esperienza generatrice del fare corsaro.
Dal 2011, con la collaborazione di Ricrii Scenari Visibili e l’Associazione La Strada, Punta Corsara conduce Capusutta, laboratorio annuale rivolto agli adolescenti di Lamezia Terme sostenuto dall’Assessorato alla Cultura del comune lametino, per la direzione artistica di Marco Martinelli. Il primo anno si è concluso con la riscrittura di Donne al Parlamento, commedia di Artistofane con cui il gruppo, dopo aver debuttato a Lamezia, ha energicamente invaso il Teatro Valle Occupato a Roma, durante una tre giorni dedicata al Teatro delle Albe e a Punta Corsara. Nel 2013, in un ideale attraversamento della scrittura aristofanesca, il gruppo lametino ha lavorato su Uccelli.
Sempre dal 2011, Punta Corsara partecipa anche alla scuola di formazione estiva per adolescenti del Festival Teatro della Cittadinanza Democratica di San Marino e dal 2012, alla non-scuola milanese, nata dall’esperienza e dalla collaborazione tra Teatro delle Albe e Olinda, negli spazi dell’ex. O.P. Paolo Pini.
Sul fronte Auditorium di Scampia, invece, le cose non sono migliorate. I lavori di ristrutturazione dello spazio sono terminati nel 2012. Del progetto originale, nulla o quasi è stato mantenuto; al territorio non è stato restituito nient’altro che un ennesimo spazio vuoto, fatto di strutture non collaudate e, soprattutto, ancora senza agibilità.
Nel 2013 la struttura è stata resa finalmente agibile, ma non si è fatto nulla per renderla utilizzabile come teatro. Al momento, è gestita dalla municipalità di Scampia come un contenitore vuoto da richiedere e attrezzare ogni qual volta ci si voglia organizzare qualcosa; la compagnia ne richiede l’utilizzo occasionalmente per provare, rigorosamente entro gli orari di ufficio e senza poter lasciare nessun materiale. Gli eventi sono saltuari e gestiti dalla lenta macchina organizzativa della municipalità.
In rete con altre associazioni del territorio, Punta Corsara ha richiesto al Comune di Napoli l’affidamento dello spazio e si sta impegnando nella ricerca di fondi che possano servire ad attrezzarlo e farlo diventare un luogo di produzione e promozione artistica.
Non ci sono, ad oggi, altre esperienze nate sulla base delle suggestioni del percorso della compagnia o con cui ci si è confrontati direttamente. Tante, però, sono le realtà conosciute in questi anni per affinità, che portano avanti percorsi simili con i quali c’è scambio reciproco, prossimità di visioni e obiettivi.

In Umbria: l’apporto di un gruppo indipendente a una produzione dello stabile
Gli Omini con Massimiliano Civica

Purtroppo quella nostra esperienza non ha avuto seguito e, a mia conoscenza, non mi sembra che sia stata ripetuta da qualche altro ente o istituzione. Massimiliano Civica

Verso gli “Stati Generali dei Teatri della Contemporaneità”
Davide D’Antonio e Agostino Riitano (Teatri della Contemporaneità)

Il progetto si è evoluto ed è diventato C.Re.S.Co. con estrema velocità – anche più velocemente di quello che pensavo – per cui vive e cresce bene. Conta 120 iscritti ed ogni anno presenta progetti specifici come la ricerca dell’anno scorso o la fondazione di smart-it. So che dopo C.Re.S.Co. sono nati altri comitati che hanno le stesse finalità come la rete Sharewood, ma non so se sono state ispirate da quel incontro.

Il progetto “Cambio Palco!” da rete distributiva a rete di residenze
David Spagnesi (AmniO) e Teatro Moderno di Agliana (PT)

Per quanto riguarda la continuazione, il progetto si è concluso per mancanza di interesse da parte delle altre realtà contattate ed entrate a far parte del gruppo di lavoro allorché abbiamo proposto non più un meccanismo di stretta distribuzione ma un vero e proprio percorso di condivisione artistica e produzione collettiva che, pur nel rispetto delle specificità avrebbe permesso a tante realtà emergenti di mettere insieme i propri saperi e le proprie potenzialità.
Abbiamo concluso che, evidentemente, quel che interessava di più della nostra proposta era l’occasione distributiva nuova e non una vera e propria condivisione artistica e creativa. Ma questo non interessava a noi o, per lo meno, ci sembrava un immiserire molto progetto e non abbiamo più continuato nella proposta. David Spagnesi.

Dalla distribuzione alle residenze teatrali in rete
Rosaria Fasiolo (Teatronet)

Vi informo che Teatronet è ancora in corso, ci sono stati vari cambiamenti nel corso degli anni come per esempio l’introduzione del minimo garantito come compenso per le compagnie, l’attivazione di una vetrina annuale che si tiene ogni anno in uno spazio diverso,  di un Festival e di un bando di concorso a Siena nel mese di marzo. Quest’anno abbiamo introdotto una nuova BP: tutte le compagnie socie hanno partecipato ad una settimana di residenza collettiva ospiti di un comune delle alpi carniche (Arta Terme).  In questa settimana sono stati offerti alla popolazione 4 laboratori diversi, un appuntamento quotidiano di letture sceniche, concerti serali e una giornata conclusiva con spettacoli itineranti costruiti sul luogo (site specific). Non mi risulta che esistano altre reti nazionali dedicate al giovane teatro di innovazione.

Educare all’arte scenica contemporanea ragazzi e giovani
Cristina Palumbo (Fondazione Venezia)

Giovani a Teatro dal 2012-13 esiste sono nella facilitazione a 2,50 e quindi ne Il teatro in tasca secondo il sistema delle card gratuite. La sezione “esperienze”, percorsi di conoscenza di tipo esperienziale, è stata cancellata a fine della stagione 12-13. Per il 13-14 si sta rimettendo insieme questa stessa sezione allargata alle arti materiali, oltre che immateriali. Io farò la selezione del cartellone per una piccola collaborazione.

Risorse video per la promozione del teatro e delle arti performative: un progetto di portale web
Riccardo Carbutti

Il progetto non è andato avanti, ho ricevuto parecchi feedback positivi da parte di molte compagnie e addirittura anche agenzie teatrali. Poi, la crisi, un po’ di pigrizia, ha messo al primo posto altre emergenze.
Si, ci sono delle realtà che hanno condotto delle attività similari al progetto presentato. Sono quasi tutte attività di realizzazione video per conto delle compagnie,  solo in un caso (theblobvideo con il progetto ciackteatro) posso affermare che questo progetto si avvicina molto alle linee fondamentali del progetto.
Esempi:
archiviazione  e realizzazione video: sardegna digital library, liberliber.it, videoomnia, the blobvideo.
Sto lavorando a più progetti in collaborazione con altri soggetti privati (teatri, società di formazione), Dalla regione continuo ad avere sostegno per quanto riguardo i due festival di cui mi occupo, dal TPP silenzio assoluto. E’ una macchina da guerra ben orchestrata. Quando ci sono, bandi e manifestazioni di interesse ineccepibili formalmente, opacissimi nei risultati. Ci sono dei conflitti di interesse grandi quanto un grattacielo, ma che vengono resi invisibili. Sulle consulenze sono senza vergogna. Quando vai per obiettare qualcosa si nota subito un senso di fastidio e un rimando a qualcos’altro (sembra di assistere al gioco delle tre carte). E’ un finale di gestione regionale abbastanza desolante. Non oso pensare cosa accadrà quando la regione firmerà nei prossimi giorni un APQ con il MiBac  di 150.000.000 per la filiera spettacolo dal vivo e valorizzazione beni culturali e storico-artistici

Il Premio Nico Garrone assegnato dagli artisti a critici e maestri
Valeria Ottolenghi (Associazione Nazionale Critici di Teatro)

Il Premio Garrone prosegue così come è nato, con un’eccellente attenzione/ partecipazione. Unica differenza: il premio al Maestro resta tutti gli anni mentre quello relativo alla critica si alterna con quello dedicato a un progetto capace di favorire la crescita la cultura teatrale.

Un progetto di accompagnamento per giovani compagnie
Elena Lamberti (Festival Voci di Fonte e Premio Lia Lapini)

BP terminata nel 2012.

A Veglia: teatro col baratto
Elena Guerrini (Teatro a veglia)

Il festival continua, è arrivato alla 7° edizione e si è allargato anche alla musica, concerti a baratto; molti artisti han seguito questo esempio ed hanno iniziato ad esibirsi a baratto.

#BP2011. Risorgimento!
Torino, 26 febbraio 2011

Insorgere per risorgere, pratiche di resistenza
Alessandro Riceci (ZeroPuntoTre)

Nei due anni successivi dal 2009 al 2011, zeropuntotre ha allargato la sua azione, cambiato e trasformato le forme di protesta fino a realizzare una soggettività più ampia, quella delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, che ha poi dato vita all’occupazione del Teatro Valle (14-6-2011). Rispetto alle questioni per cui abbiamo incominciato la nostra azione dobbiamo constatare come  la politica, le istituzioni, la rappresentanza sindacale e datoriale non abbiano fatto passi in avanti. Nello specifico: niente legge quadro, una riforma del lavoro “La Fornero”, che non è certo una riforma a favore dei lavoratori dello spettacolo e la direttiva  europea “Statuto sociale europeo degli artisti” che è rimasta lettera morta. In questo senso l’occupazione del Valle ha creato uno spazio fisico che rende visibile e  manifesta la critica al sistema teatrale, alle politiche culturali e a quello della rappresentanza.
Ha permesso di soggettivizzare una categoria (quella dei lavoratori dello spettacolo) ma soprattutto, nel pieno di una fase costituente verso la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, si è trasformata in un aperto spazio di elaborazione artistica e politica. Ad oggi diversi sono i teatri e gli spazi occupati in Italia: dal Teatro Rossi di Pisa al Teatro Coppola di Catania, da Macao a Milano al Teatro Pinelli di Messina e molti altri. Queste esperienze, benché felicemente diverse fra loro, esplicitano la volontà di rivendicazione di uno spazio pubblico, luogo di confronto di una cittadinanza attiva che performa la cultura come bene comune.

Tre per uno: la rete dei festival di Parma
Alessandra Belledi e Lisa Gilardino (Teatro Due, Teatro delle Briciole e Lenz Rifrazioni)

Mi sono confrontata anche con le colleghe del Teatro Due e Teatro Lenz e le nostre buone pratiche fino alla scorsa edizione di InContemporanea sono rimaste “buone pratiche”. L’unica variabile su cui non possiamo esporci per l’edizione prossima (novembre/dicembre 2013) non dipende di certo da noi ma dall’incertezza della nostra situazione politica locale riferita al Comune di Parma che ancora non ci ha dato risposte certe sul prossimo futuro. E’ chiaro che questa cosa non può essere scritta perciò ti direi di lasciare pur invariato il testo da voi redatto. (Alessandra Belledi)

Orizzonti e visioni: Santarcangelo 2009/2011
Silvia Bottiroli (Festival di Santarcangelo)

La pratica era allora in corso ed è stata realizzata, compiendosi nel 2011 e quindi concludendosi, come era previsto, ma lasciando a Santarcangelo una questione aperta su di una direzione “plurale”, che si è declinata all’interno del triennio 2012-2014, sotto la mia direzione artistica, nella condirezione di Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci nel 2012 (insieme avevamo composto il coordinamento critico-organizzativo nel triennio precedente) e quindi, con un’apertura esplicitamente internazionale, nella condirezione di Rodolfo Sacchettini e nella collaborazione al programma di Matthieu Goeury nel 2013, e adesso nel dialogo curatoriale con alcuni partner di progetti europei per il 2014;
– mi pare che una direzione artistica pensata come “plurale” (al di là delle forme che prende) resti un’eccezione nel teatro italiano, mentre esempi di collaborazione nella programmazione o nella cura di programmi sono nati negli ultimi anni in altri contesti europei (penso in particolare al network FIT/Festival in Transition), mentre non conosco altri esempi – né si è continuato in questa direzione a Santarcangelo – di relazione, alla direzione artistica di un’istituzione culturale, tra artisti e teorici, curatori o organizzatori.

Anticorpi XL e Les Reperages: due network per la giovane danza d’autore
Natalia Casorati (MosaicoDanza – Festival Interplay)

La Buona Pratica è ancora in corso… anzi si è sviluppata e ampliata in una nuova azione: la Collaboraction, cioè una coproduzione rivolta ad un giovane coreografo, condivisa da più partner del network Anticorpi XL >> maggiori info al link :http://www.mosaicodanza.it/mosaico_collaboraction.htm

Il Burlesque e le pratiche di autofinanziamento del Teatro i
Federica Fracassi (Teatro i)

Dai un peso alla cultura continua e, seppur pochi, ha dei sostenitori. E poi abbiamo inventato “diventa amico di i”, una forma di tesseramento low budget a soli 5 euro da diffondere a macchia d’olio anche per fare conoscere il teatro i ad amici e parenti. L’iniziativa burlesque invece non l’ho ripetuta, anche se ci sono sempre grandi richieste. Ha avuto molto successo e me ne parlano sempre tutti….vedremo…

Un business model per il teatro civile? Tra teatro di narrazione e musica
Daniele Biacchessi

La mia esperienza che ho proposto alle Buone pratiche non solo è andata avanti ed è stata seguita, ma è convogliata da un anno e mezzo nella costituzione dell’Associazione Ponti di memoria che riunisce tutti i musicisti e i narratori che lavorano sulla memoria e sull’impegno civile (Vacis, Cavalli, Pesce, Di Masi, Gang, Modena City Ramblers, Cisco, Yo yo Mundi, Liguori, Priviero, Fariselli, Pollina, Tenca, Treves, e centinaia di altri)
In un anno e mezzo abbiamo realizzato un numero notevole di rassegne che vanno sotto il nome del format “La città dei narratori” (una è in corso con successo a Milano, auditorium di via Valvassori Peroni 56, altre sono andate in scena al Teatro della Cooperativa, Carpineti e in molti altri comuni e luoghi italiani). Abbiamo pubblicato il primo libro di una collana “I narratori della memoria” che comprende varie storie scritte da me, Massimo priviero, marino Severini dei Gang, Ezio Guaitamacchi, Tiziana Di Masi, Paolo Bolognesi, Stefano Paolocci, Elena Invernizzi. Direi quindi che quello che avevi chiamato “Un business model per il teatro civile? Tra narrazione e musica” si è ampiamente realizzato, sviluppato in forma associativa con grande interesse di pubblico e di format, nonostante la crisi economica e la diminuzione di fondi da parte delle istituzioni. Aggiungo che, specie nelle grandi città, lavoriamo in spazi periferici e questo trova un ottimo riscontro anche economico nelle istituzioni. Daniele Biacchessi

Rigenerazione culturale e resistenza per una decrescita serena
Elena Cometti (Rete dei Teatri di Resilienza)

La nostra esperienza va avanti e si sta configurando sempre più come movimento piuttosto che come rete. Alle iniziative in forma di festival, rassegne, convegni, tante realtà si sono aggregate e riconosciute nell’idea di resilienza divenuta nel frattempo prioritaria nelle politiche dell’UE e dell’OMS. Elena Cometti

Per una Carta dei diritti e dei doveri del critico
Claudia Cannella (“Hystrio”)

La buona pratica è stata realizzata ed è stata pubblicata su Hystrio n. 2.2011 all’interno del dossier “Lo stato della critica”, poi ne abbiamo fatto anche dei video che potete trovare sul nostro canale Youtube (Il decalogo dei diritti e dei doveri del critico). Non so se altri del settore abbiano ripreso la cosa… di sicuro tante pacche sulle spalle e complimenti, ma poi il solito silenzio omertoso.

Postop: le linee programmatiche
Alessio Bergamo (Postop)

1. Dopo l’esperienza con la Provincia di Roma abbiamo fatto altri tre progetti. Uno in quattro tappe su Goldoni fatto in coproduzione con il teatro “Scuola d’Arte Drammatica” di Mosca (l’ex teatro di Vasil’ev) una tappa del quale è stata finanziata dal MiBAC all’interno del progetto di scambi con la Russia.
2. Uno totalmente autoprodotto e senza finanziamenti sulla “Passione secondo Matteo di J.S.Bach.”
3. Al momento attuale è in corso di creazione un progetto su un testo di Pasolini
Non ci risulta, ma, al tempo stesso, vediamo che si sta espandendo a velocità esponenziale la pratica di offrire spazi in residenza alle compagnie, che è, sostanzialmente, il principio base su cui opera e ha operato POSTOP: quello di lavorare in residenza, di andare su un posto e produrre quello che si può sinché si sta in quel posto e precipuamente per quel posto.

“Artisti per casa, giardino e cortile”: un progetto di teatralità diffusa in Piemonte
Claudia Allasia

La mia BP vivacchia nelle case degli amici e colleghi. Esiste dal 1997 nelle mie case (di campagna e città) e dal 2010 (ancora a casa mia) come una sorta di vetrina-agenzia di artisti-spettacoli da scegliere per portarli a casa propria. Purtroppo le padrone di casa trovano disdicevole far pagare gli ospiti e staccano loro l’assegno. Dunque succede che non si può fare una stagione annuale ma solo qualche evento, compleanni, Natale, festa delle donne, ecc.
L’ho ripensata non più per le case ma per il condominio da 200 famiglie, specie quelli sui pilotis. Vorremmo coinvolgere gli amministratori e tutto il quartiere. Speriamo bene. Il nuovo debutto è domenica 6 ottobre dalle 15,30 alle 18,30. Avverrà nel Condominio Ideale anni ’70 costruito dalla Lega delle Cooperative: ha un salone per le feste, una patinoire e un anfiteatro e condòmini molto disponibili. E’ in via Ponchielli 26 a Torino.
Molti artisti mi chiedono di entrare a far  parte di Artisti per Casa, Giardino, Cortile. Persino Mariella Fabbris mi ha scritto su Facebook proponendo di fare cose insieme… Su un aereo ho conosciuto il promoter torinese 26enne Stefano Pesca che organizza a Bruxelles (dove vive e lavora) concerti sui balconi in occasione di un importante festival di teatro-musica-danza. Anche lui verrà a vederci domenica al nuovo debutto per fare cose insieme.

15.000 spettatori in un appartamento
Renato Cuocolo (Cuocolo/Bosetti-IRAA Theatre)

Il nostro lavoro continua con le due sedi principali di Melbourne e Vercelli e con tante presentazioni ai festival nazionali e internazionali. So di sicuro che la nostra pratica è stata sviluppata da numerose compagnie in Italia, Australia e Svezia.

#BP2012. Movimenti e istituzioni
Genova, 25 febbraio 2012

Welfare dei lavoratori e sistemi di finanziamento dello spettacolo
Elena Lamberti (C.Re.S.Co.)

C.Re.S.Co. prosegue e aumenta i numeri dei soci, per fortuna.

Andare in Tilt per cambiare le cose: nasce la rete dei teatri in Liguria
Anna Russo (TILT)

Per quanto riguarda le nostre “buone pratiche” si va avanti! Più che altro perché siamo testardi….
Direi che, soprattutto grazie all’intervento all’edizione Buone pratiche di Genova, si sono creati contatti – ad esempio con Simone Pacini di fatti di teatro, Roberto Rinaldi di rumorscena e altri che ci seguono e sono venuti a Genova in occasione della vetrina 2013 – che si sono aggiunti a coloro che sin dall’inizio della nostra “avventura” ci seguono (come Anna Maria Monteverdi). Contatti costanti abbiamo con altre reti che operano in Italia. Siamo riusciti a creare un gruppo di lavoro permanente in Regione, costituito da funzionari di Regione Liguria e Comune di Genova e da rappresentanti di operatori regionali dello spettacolo dal vivo: lo scopo è quello di apportare miglioramenti nella distribuzione delle risorse – non solo economiche – nella nostra Regione. Siamo entrati in C.Re.S.Co. come rete; stiamo pensando alla vetrina 2014 che avrà qualche novità e all’esportazione della vetrina anche in altre regioni italiane. Intanto nel 2014 la vetrina verrà proposta anche a Sarzana (SP).

Un teatro che riprende a respirare, un bene comune restituito alla città
Rita Conti (Associazione Teatro Sociale di Gualtieri)

Mi sento di affermare che la nostra Buona Pratica è stata con passione e larga soddisfazione realizzata. O meglio, è tutt’ora in fase di realizzazione perchè la realtà di Gualtieri è si presenta crescita. Ad oggi, 2013, il Teatro è alla sua 5° stagione teatrale. Questo è il programma.
Il nostro pubblico è sempre più numeroso e variegato e disposto a fare anche molti chilometri per partecipare alle nostre iniziative (Maggiore afflusso dalle principali città limitrofe: Reggio Emilia, Parma, Modena, Bologna, alle volte anche da Milano, Roma, Venezia). Tutta la cittadinanza è maggiormente coinvolta, non solo nella partecipazione agli eventi: in maggio 2013 infatti si è conclusa la prima edizione di CANTIERE APERTO, prima esperienza di restauro collettivo di un bene comune.
“Nell’autunno del 2011 viene il momento di ristrutturare e restaurare la platea in legno, e la necessità di manodopera spinge l’Associazione a coinvolgere la cittadinanza nei lavori: nasce “Cantiere aperto”.
Le serate di “Cantiere aperto”, per la ristrutturazione della platea in legno del Teatro Sociale di Gualtieri, rappresentano un appuntamento settimanale fisso per 8 mesi, sino a quando non vengono drasticamente interrotte nel maggio del 2012 per le scosse di terremoto che sconvolgono le province di Modena, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia. Il Teatro Sociale viene chiuso a data da destinarsi e si affaccia l’ipotesi che tutto il lavoro fatto possa rivelarsi del tutto inutile. Nonostante questo l’Associazione non si dà per vinta, riorganizza una rassegna di emergenza sulla piazza per non abbandonare il teatro sofferente per il sisma: la rassegna porta fortuna, tanto che ad ottobre il teatro torna parzialmente agibile e il “Cantiere aperto” può ripartire. I lavori proseguono per tutto l’autunno e la primavera con numeri da record: decine di lavoratori volontari da tutta la provincia di Reggio Emilia, 250 tonnellate di terra e calcinacci rimossi con badili e carriole, 120 metri quadri di assito storico restaurati centimetro per centimetro.
Esperienza unica in Italia di recupero collettivo di un bene comune, dopo quasi 50 serate di lavoro, il 1° maggio 2013 in occasione della Festa dei Lavoratori, il “Cantiere aperto” porta alla riapertura del primo teatro ristrutturato da quello stesso pubblico che si reca abitualmente a vedere gli spettacoli.”
Ne è stato fatto un film documentario “Teatro Sociale di Gualtieri: Cantiere aperto, lavoro bene comune”, con la regia di Alessandro Bonvini che ha vinto lo scorso 14 settembre il 2° premio al concorso SHORT ON WORK, Fondazione Marco Biagi, Modena. La riapertura del Teatro Sociale di Gualtieri ha dato esempio, instillando in altre persone la volontà di impegnarsi per restituire alla cittadinanza altri piccoli teatri che, come quello di Gualtieri, erano chiusi da decenni. In particolare, il Teatro Comunale di Reggiolo (RE), ha tentato una riapertura con la realizzazione di alcuni eventi e il Teatro Sociale di Luzzara, dopo un lavoro di recupero gestito da volontari (blog), è stato recentemente riaperto al pubblico in data sabato 18 maggio.

Una rete per la distribuzione della danza
Raimondo Arcolai (ADEP) e Gemma Di Tullio (TPP)

Per NID PLATFORM (piattaforma della danza italiana) l’edizione pugliese ha ottenuto un ottimo riscontro per tutto il movimento della danza contemporanea italiana. E’ già stata annunciata la prossima edizione che si svolgerà in Toscana (Pisa, Pontedera) dal 22 al 25 maggio 2014.

Per un teatro delle differenze: un manifesto
Alessandro Garzella

L’esperienza della rete si è evoluta, costituendo a Capannori un CANTIERE DELLE DIFFERENZE che opera concretamente sul territorio.
In Italia non mi pare ci siano altre reti simili, legate alle tematiche della diversità, tranne i Teatri della resilienza coordinati da Vito Minoia. Abbiamo tentato, assieme a Vito, di fare una rete delle reti, cercando di aggregare anche altri soggetti territoriali ma per il momento non ci siamo riusciti.
Da segnalare forse l’idea lanciata su fb di costituire un gruppo autodefinito “teatro irregolare”. Il gruppo si caratterizza per associare compagnie non finanziate ordinariamente dal fus o dalle regioni. Queste compagnie, invece di chiedere un finanziamento ad personam, come consueto, vorrebbero che le risorse pubbliche fossero immesse sul sistema, azzerando gli oneri fiscali e sociali sui giovani attori e tecnici, dimezzando l’enpals per tutti, promuovendo la distribuzione attraverso progetti mirati (giovani, estero, territori disagiati, ambiti d’arte).

Il primo festival nazionale di teatro in carcere
Vito Minoia (Coordinamento nazionale teatro in carcere)

Vi confermo che il Coordinamento, fondato nel gennaio del 2011, dopo la grandiosa esperienza del Primo Festival/Rassegna “Destini Incrociati” (Firenze, 21-24 giugno 2012) sta lavorando a pieno ritmo. Il 5 ottobre prossimo è previsto un incontro significativo nell’ambito del programma partecipato del festival della Rivista “Internazionale” a Ferrara. E’ in cantiere una seconda iniziativa nazionale, sempre in Toscana nei prossimi mesi, e l’auspicio di organizzare altre iniziative in Liguria, Marche, Puglia. Gli aderenti al Coordinamento attualmente sono 39, con nuove richieste di adesione in arrivo”. Vi segnalo però, in particolare, un risultato storico conseguito soltanto mercoledì scorso (18 settembre 2013) a Roma: abbiamo sottoscritto un protocollo d’Intesa con il Ministero di Giustizia-Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Trovate i dettagli al seguente link: http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_16_1.wp?previsiousPage=mg_1&contentId=NEW954097

Un viaggio teatrale per l’Europa: il teatro di comunità nei luoghi di crisi e rinascita
Elena De Pascale (Progetto Caravan)

Confermo il report che mi ha inviato. Solo una nota: qualora NON doveste accompagnarlo alla data di presentazione del progetto, sarebbe opportuno utilizzare i tempi al presente, essendo  oggi il progetto quasi terminato.
A tal fine, in questi giorni il Caravan sta rientrando in Italia per la conclusione del tour europeo, sotto la guida dell’équipe artistica Bulgara del Municipal cultural institute Theatre “Vuzrajdane”.

Un nuovo centro per la drammaturgia contemporanea
Patrizia Monaco (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea)

Il pezzo va bene e certo, noi abbiamo adesso un Centro Drammaturgia funzionante e abbiamo anche una sede a Roma, alla casa dei Teatri a Villa Pamphili (con sportello aperto al pubblico il martedì)
2) a Genova, noi del CENDIC abbiamo realizzato una serie di iniziative alla Biblioteca Berio: seminari di recitazione e drammaturgia gratuiti e aperti specialmente ai giovani utenti della Biblioteca. Patrizia Monaco

Il teatro al tempo del G.A.S.
Elena Guerrini

I G.A.S. dopo Orti insorti mi han comprato anche Bella Tutta! e stanno facendosi promotori di eventi culturali in cui si riconoscono, e alcune compagnie teatrali che lavorano su tematiche civili , si propongono ora ai gas in tutta Italia, l’averne parlato alle buone pratiche è stato accendere un motore anche per altre compagnie e farle muovere  oltre la grande distribuzione teatrale.

Un coordinamento dei lavoratori della cultura nelle Marche
Sonia Antinori (Piattaforma Cultura 3.0)

La nostra “buona pratica” è andata letteralmente in fumo. La mia personale esperienza è stata in definitiva piuttosto amara: dopo una prima fase di entusiasmo, la partecipazione si è ristretta e si è formato un gruppo di una decina di persone (uno zoccolo di sei o sette e il resto fluttuante), molto in disaccordo su obiettivi e strategie. Credo che da padrone abbia fatto il timore di perdere relazioni pregresse con le istituzioni sia pur vacillanti. Fatto sta che dopo il laboratorio organizzato a Fermo nel dicembre 2011 e una sequela di riunioni che si sono protratte per un altro anno almeno, la motivazione dei più era azzerata e con essa la capacità di azioni significative. A questo si sono aggiunte le assenze di alcuni begli elementi, costretti a lavorare fuori zona dalla riduzione delle risorse sul territorio e quindi sottratti anche all’esperienza di sviluppo di “Piattaforma 3.0”. Questo lo stato delle cose.

La rassegna stampa della critica in rete
Il Tamburo di Kattrin

Il progetto è stato avviato nel 2011 ed è ancora in corso.
Le difficoltà nello sviluppare e porre in risalto le caratteristiche di questo strumento – quali l’utilità tanto per gli spettatori quanto per gli operatori e le compagnie, e la possibilità di testimoniare la ricchezza del web, come sottolineato nel corpo del testo – ci portano continuamente a interrogarci sulla forma da dare alla rassegna stampa ma vi è certamente l’intenzione di continuare a fare crescere il progetto.
La suggestione più interessante scaturita dalla presentazione del progetto di Rassegna stampa del web a cura del Tamburo di Kattrin, è stata la messa in relazione delle diverse testate, in cui la rassegna funge da piattaforma di condivisione, stimolo e confronto.
E’ stata inoltre avviata una collaborazione con la webzine Foglio di Sala che cura una rassegna stampa settimanale degli articoli pubblicati sui maggiori quotidiani nazionali, e vi sono stati riscontri positivi dalle webzine interessate, alcune delle quali partecipano attivamente al progetto o segnalano loro stessi il link alla rassegna stampa, nei loro siti.
Un altro esempio, infine, di suggestione e confronto, è rintracciabile nell’aggregatore sviluppato da Krapp’s Last Post.

#BP2013. Del buon governo del teatro
Firenze, 9 febbraio 2013

Lo sportello del teatrante in crisi: elementi di gestione teatrale for dummies
Claudio Autelli (LAB121 e AVTurnè)

Abbiamo concluso a giugno la prima edizione dello sportello. A settembre partirà la II edizione in una versione più compatta e intensiva da realizzarsi tra settembre e ottobre. Più che riprendere la suggestione dello Sportello, altre realtà ci stanno contattando per esportare fuori Milano il progetto. Una specie di tournée dello Sportello.

Prosa et Labora Project: assistenza, consulenza e formazione per i lavoratori dello spettacolo in Lombardia
Marta Galli (ArteVOX)

Per quanto riguarda le domande che mi fai, abbiamo presentato il progetto all’interno del bando Funder35 di Fondazione Cariplo scaduto lo scorso 15 luglio, avremo una risposta a dicembre, se dovessero finanziarcelo partirà da gennaio 2014, ma non lo sappiamo. In ogni caso è un progetto a cui teniamo molto, quindi nel caso con Cariplo non andasse in porto cercheremo altre strade per reperire i fondi necessari. Se qualcuno l’ha ripreso sinceramente non ti so dire.

playFestival, una gara di spettacoli di compagnie under 35
Lorenzo Carni (Teatro Ringhiera ATIR con Piccolo Teatro di Milano)

playFestival é stato realizzato a maggio ed è stato una grande festa e un bel successo. La prossima edizione sarà in autunno 2014 con altre importanti collaborazioni di cui è presto per parlare…

Il rilancio del Teatro Comunale Politeama di Lamezia Terme
Angela dal Piaz

Sia pure tra mille difficoltà comuni a molti comuni italiani, l’esperienza prosegue.
Nella stagione che sta iniziando si prevede a gennaio 2014 la riapertura del Teatro Grandinetti, sede storica delle stagioni di prosa, acquistato dal Comune due anni fa dal liquidatore fallimentare dell’ex proprietario privato. La prossima stagione teatrale di Lamezia Terme si muoverà quindi su due Teatri Comunali: il Politeama (anche sede della residenza teatrale finanziata dalla Regione Calabria) e il Grandinetti. Solo il futuro ci dirà quali risultati produrranno questi semi. Per la Calabria, che in questo momento è la regione che teatralmente forse conosco meglio, la presenza di Franco Marzocchi, che collabora alla programmazione della  Residenza Teatrale di Badolato gestita dal Teatro del Carro, credo sia un altro esempio virtuoso di uno “straniero” che si affianca con successo alla creatività e professionalità delle forze locali. Come lui da anni sta ancora facendo in Sardegna a Cagliari con i progetti de La Casa delle Storie.

Un’impresa creativa di servizi in fase di start-up
Andrea Perini (terzo paesaggio)

La BP è in corso di realizzazione, abbiamo avviato la parte di vendita spettacoli nel circuito convenzionale e stiamo sviluppando quella di teatro diffuso. Il viaggio inchiesta “bùxula” è stato condotto con successo ed ora attendiamo l’esito di alcuni bandi per finanziare l’analisi dei dati.
“bùxula” ci ha permesso di intrecciare relazioni in area milanese su progetti specifici legati al rovescio del mercato convenzionale e alla promozione del pubblico con Teatro i, Teatro Verdi e la campagna Borgomondo per Chiaravalle sostenibile.
Più in generale siamo certi che il pensiero di Gilles Clément potrà illuminare il dibattito sul sistema teatrale italiano.

GASP – Galleria dello Spettacolo
Marisa Villa e Valentina Falorni (AV Turné)

La BP è stata realizzata ed è tutt’ora in corso: ha appena ricevuto un finanziamento da Fondazione Cariplo, che sosterrà azioni promozionali rivolte alla diffusione sempre più capillare dell’utilizzo di questo strumento.
Abbiamo trovato molti punti di contatto con le premesse che hanno stimolato l’iniziativa del Premio InBox di realizzare un database di tutte le proposte ricevute.

ProMOVE, un corso di promozione oltre il marketing
Patrizia Coletta (Fondazione Toscana Spettacolo) con Maria Cristina Bertacca

Il progetto prosegue (anche se sono passati pochi mesi da allora) in altre forme… Intanto hanno creato pochi giorni fa un’associazione: “ProMOVErs” che collabora anche con altri soggetti (Es. Estate Fiesolana…piuttosto che singolarmente con Fabbrica Europa o La Versiliana). Pertanto abbiamo fatto da incubatori d’impresa. Inoltre i ragazzi del corso che la scorsa stagione hanno fatto lo stage (retribuito (!) da FTS) presso i comuni associati a FTS sono stati quasi tutti riconfermati dagli stessi Comuni con grande soddisfazione e in questa stagione cominceranno una collaborazione a tutti gli effetti professionale.

Un “incubatore di progetti” in una prospettiva glocal
Lisa Cantini e Elisa Sirianni (Il Funaro)

La “buona pratica” del Funaro è tuttora in corso nel senso che è parte della sua linea di lavoro. Non abbiamo riscontri tangibili di altri soggetti che a noi si siano “ispirati” ma tangibile è la necessità generalizzata di riportare il pubblico, il “dato umano” al centro (come ben evidenzia il dossier “Teatro e pubblico” nell’ultimo numero di Hystrio).

Una Edimburgo off per l’Italia?
Inti Nilam (Torino Fringe Festival)

Il futuro del Fringe a Torino è abbastanza incerto. Non le so dare indicazioni, al momento.

La prima casa editrice digitale italiana di spettacolo
Mattia Visani (Cue Press)

La “buona pratica” è più viva che mail! Anche se stiamo cercando di fare uscire il minor numero di opere possibili prima di gennaio 2014, quando verosimilmente dovrebbe essere pronta la nostra nuova piattaforma. Fare un piano editoriale lavorando su due formati con prezzi diversi è po’ ostico… e onde evitare, poi, di dover ripubblicare tutto per una terza volta nel nuovo formato, temporeggiamo. Ma gennaio è alle porte…
Prima di questa data, uscirà sicuramente qualche drammaturgia e almeno una guida turistica-teatrale (di cui ti allego una cover provvisoria nei contenuti, non nel design).
Per quanto riguarda altri che abbiano “ripreso” la mia suggestione non vorrei ancora esprimermi…




1 Commentoa“Dieci anni di Buone Pratiche del Teatro. Documentazione: i riscontri 2004-2013”

  1. […] Dieci anni di Buone Pratiche del Teatro. Documentazione: i riscontri 2004-2013 […]

Scrivi un commento