Ciao Silvia!

Un ricordo di SIlvia Accardi, amica del nuovo teatro milanese

Pubblicato il 29/05/2019 / di / ateatro n. 168

Nei giorni scorsi Milano ha perso una grande donna, Silvia Accardi, anima del quartiere della Kasbah, orgogliosa cittadina della Darsena, abitava di fronte al Teatro i di cui era assidua frequentatrice. Silvia era una ottima traduttrice e interprete, una francesista. Aveva vissuto e conosciuto in prima persona la Milano degli anni Settanta, amica Dario Fo e Franca Rame, aveva pubblicato anche una raccolta di poesie Coltrane ispirata dalla generazione beat americana. Ha vissuto a Parigi e a Venezia ma la sua casa è sempre stata su Navigli. A animare la processione laica per la Rosetta prostituta uccisa dalla polizia, a seguire i concerti di Camilla Barbarito e le serate de La Gaudenzia al Circolo ARCI Cicco Simonetta.
Si era molto appassionata ultimamente al teatro contemporaneo, era in scena con i portoghesi Atlas ad Olinda-Teatro La Cucina, seguiva drammaturghi emergenti, amava moltissimo tradurre il nuovo teatro. La ricorderemo così. Accanita lettrice, curiosa, leggera, effervescente, eclettica. Una donna libera, autentica sempre pronta a parlare d’amore e d’altre avventure.
E chissà se in una serata fresca d’autunno o in una mattina d’estate, Silvia tornerà in giro per i suoi amati locali del quartiere a raccontare storie, a bere un bianco a condividere una sigaretta, noi tutti la immaginiamo sempre così.