Chiude il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards

La lettera aperta di Thomas Richards

Pubblicato il 01/02/2022 / di / ateatro n. 180

Il Novecento teatrale è davvero finito. Una lettera aperta di Thomas Richards annuncia la chiusura del Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards. Il maestro polacco aveva trovato una casa al Pontedera, grazie all’ospitalità e alla visionaria generosità di Roberto Bacci.
Dopo la morte di Grotowski nel 1999 l’attività del Workcenter era proseguita sotto la direzione di Thomas Richards e Mario Biagini (che di recente aveva abbandonato il Workcenter).
La riforma del FUS del 2014 aveva portato alla fusione tra il Teatro della Pergola di Firenze e del Piccolo Teatro di Pontedera. La fine del Workcenter è in parte la conseguenza di quella scelta, come spiega pacatamante lo stesso Richards. Del resto le prospettive dei due enti fondatori, dopo questa “fusione a freddo”, erano da sempre divergenti e difficilmente conciliabili.
La decisione pare irrevocabile e inevitabile. Resta da capire che cosa sarà del patromonio di esperienze (e dell’archivio) di quel progetto che ha segnato le carriere di molti artisti.
Qui sotto, il testo della newsletter in cui Thomas Richards – l’erede designato dallo stesso Grotowski – dà la motizia.

Chiusura del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards

A causa della pandemia di covid-19 è arrivato un momento di crisi internazionale. Il Teatro Nazionale della Toscana, primario finanziatore del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, non è immune da questa crisi. Da tempo sono consapevole che il Teatro Nazionale ha dovuto fare aggiustamenti finanziari. Con grande rispetto per i programmi di arti performative del Workcenter, negli ultimi due anni hanno resistito a modificare il loro rapporto finanziario con noi. La direzione del Teatro Nazionale mi ha appena informato che nel 2022 intendono continuare a finanziare il percorso di arti performative che conduco, anche se non potranno più finanziare le spese del nostro storico spazio di lavoro a “Le Vallicelle” né provvedere al sostegno finanziario continuo con le stesse modalità di prima. Hanno proposto che il loro finanziamento fluisca progetto per progetto, per il quale sono profondamente grato.
L’appello del Teatro Nazionale a trasformare la nostra relazione inizialmente sembrava un inconveniente, poiché un risultato sarà che il Workcenter non sarà più in grado di sostenere una grande squadra di partecipanti impegnati nella formazione durante tutto l’anno. Con ulteriori riflessioni, mi sono reso conto che questo invito a una nuova direzione, trova un accordo con alcune necessità che esistono dentro di me. Compirò 60 anni quest’anno e sto entrando in una nuova fase della vita. Mentre mi sforzo di capire le chiamate interiori di questa fase, incontro il bisogno di riflettere sulla pratica in cui sono stato impegnato negli ultimi 35 anni, per avere la possibilità di scoprire i suoi prossimi passi.

Thomas Richards e Jerzy Grotowski

In considerazione di ciò, desidero prendere atto anche della decisione del mio collega di lunga data, Mario Biagini, di disconnettersi dal Workcenter e iniziare un processo di lavoro che ne sia indipendente. Appoggio pienamente la sua decisione. In un suo recente testo, ha evidenziato che nel 2007 si è verificata una sorta di biforcazione del fiume all’interno del Workcenter; il fiume si divideva in due rami, uno condotto da lui e uno da me. Da allora, con la decisione di riconoscere i suoi anni di esperienza e autonomia creativa, non ho più avuto contatti diretti nella pratica con il lavoro da lui condotto, essendo spettatore principalmente di eventi pubblici e semipubblici, dopodiché occasionalmente gli davo “feedback”. Questi rami si sono via via allontanati l’uno dall’altro, e la sua affermazione che i nostri lavori si stanno sviluppando in direzioni divergenti e sono orientati con obiettivi diversi, credo sia corretta.
Per molti anni una domanda mi ha occupato: come sostenere e sviluppare quella che può essere vista come una sorta di tradizione/ricerca – un luogo di investigazione dove le scoperte nascono dalla pratica continua, e l’indagine si arricchisce da una distillazione di conoscenze pratiche – e allo stesso tempo, adattarsi ai cambiamenti incessanti nella propria vita e nella società che si verificano a così tanti livelli? Come farlo, e allo stesso tempo rimanere costante di fronte agli obiettivi e ai processi della pratica? È passato molto tempo dalla scomparsa di Jerzy Grotowski, il mio “teacher” e fondatore del Workcenter. Negli ultimi anni, in alcune occasioni, ho sentito che forse era giunto il momento di prendere le distanze dal suo nome, come riconoscimento naturale del passare del tempo. Tuttavia, in me è sempre esistito un conflitto riguardo a questa potenziale linea di condotta. Ho sentito, e sento tuttora, non solo un enorme debito nei suoi confronti, ma un collegamento diretto tra ciò che mi ha “trasmesso” e il lavoro che ho condotto fino ad oggi. Inoltre, con il passare degli anni e poiché il Workcenter si è evoluto in un fenomeno artistico piuttosto ampio, che ha preso slancio grazie ai suoi successi a diversi livelli, una rottura drastica non è mai sembrata saggia o pertinente, nonostante le innegabili e crescenti complessità legate alla gestione della sua leadership; il Workcenter è diventato un’entità artistica che per me aveva iniziato, a volte, a sembrare un pò troppo vasta. Il momento storico attuale di crisi internazionale multidimensionale, il tumulto e lo sconvolgimento che sta causando, così come i fattori che ho menzionato sopra, hanno portato il lavoro a un punto di inevitabile trasformazione. Suppongo che senza un cambiamento fondamentale a questo punto, non ci sarà scoperta del percorso necessario da seguire.
Queste considerazioni mi hanno portato alla conclusione che un ciclo del mio lavoro è giunto al termine, ed è con queste riflessioni che sono giunto alla decisione di chiudere il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards.

Vorrei estendere la mia immensa gratitudine a tutti gli artisti che hanno partecipato al Workcenter negli ultimi 35 anni, a Roberto Bacci, Carla Pollastrelli e Luca Dini per la loro perseveranza e dedizione in tanti anni, alla Fondazione Pontedera Teatro e al Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale per il loro prezioso sostegno, a Gül Gürses per i suoi sforzi straordinari in un periodo determinante della nostra storia, a Massimo Carotti che con tanto impegno ha portato avanti la nostra amministrazione, a Marco Giorgetti e Pier Paolo Pacini del Teatro Nazionale della Toscana che hanno mostrato sincero interesse per il nostro progetto sulle arti performative sin dalla fondazione del Teatro Nazionale nel 2015, a tutti gli studiosi che hanno prestato così viva e costante attenzione al nostro lavoro, a Mario Biagini, al quale auguro ogni bene per il suo nuovo percorso, a tutte le innumerevoli persone che in tanti modi hanno aiutato a far prosperare il Workcenter anche nei momenti di difficoltà, a tutti nostri amici, e al pubblico di tutto il mondo che ci ha così gentilmente prestato la sua attenzione e il suo sostegno.

Thomas Richards
Firenze, il 31.01.2022




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