La dolce violenza di Enzo Moscato

Occhi gettati reinventato dopo 36 anni in un nuovo allestimento

Pubblicato il 09/04/2022 / di / ateatro n. 182

È il quotidiano eccezionale di Enzo Moscato a muovere animi e corpi in Occhi gettati, un testo di impareggiabile saggezza e maestria.

“Un vento a trenta gradi sotto zero
incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili
a tratti, come raffiche di mitra
disintegrava i cumuli di neve”

canta Alice mentre gli otto attori recitano i versi di Moscato, anche lui in scena, il Poeta. Otto morti suicidi o ammazzati rabbiosi e freak si misurano con un testo raffinato, di una verità innominabile se non da chi ha avuto la capacità di raccontarla. Napoli e le sue contraddizioni, Napoli dolce e violenta, Napoli rivista dopo 34 anni dal debutto di un testo sempre attualissimo nelle sue parole voraci e vere.

Un’antologia di anime da ascoltare a occhi chiusi, da cogliere nelle visioni di una nave illuminata come un altare, o come le tante edicole delle strade napoletane, come i cuori degli spettatori increduli e adoranti in sala. Angeli e demoni, sirene e pescatori, femminielli e veri machi, ritratti di un’umanità incastrata in ruoli da cui è impossibile sfuggire anche dopo la morte. Un dio troppo presente viene issato al centro della scena e una ferita di luce gli trafigge il costato. Una corona di fiori e veli da sposa per matrimoni impossibili. Corde sollevano la rabbia e scambi di battute continuamente creano ritornelli ancestrali in lingue disparate e idioletti sapientemente imbastiti.
La musica e il canto sono onnipresenti matasse per bandoli raggiungibili solo con umiltà e concretezza. Un poema di inusitata genialità concede al pubblico la trasmissione della mediale sacralità di epitaffi su cumuli di occhi di carta presentati su palmi di mani aperte come il cuore della vita, come il rumore del silenzio impossibile da lasciar tacere.
Pura liturgia è la parola di Moscato, indescrivibile e per questo narrabile solo da una drammaturgia della morte uterina. Come un feto che si divincoli prima di diventare nascituro, e che resta nel buio a respirare.

OCCHI GETTATI
Un de-coupage, 34 anni dopo
testo, ideazione scenica e regia Enzo Moscato
con Benedetto Casillo, Salvatore Chiantone, Raffaele Esposito, Tonia Filomena, Amelia Longobardi, Anita Mosca, Emilio Massa, Enzo Moscato, Antonio Polito
scena e costumi Tata Barbalato
luci Cesare Accetta
selezione musicale Donamos
assistente alla regia Anita Mosca
fonica Teresa di Monaco
organizzazione Claudio Affinito
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Compagnia Teatrale Enzo Moscato / Casa del Contemporaneo




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InformazioniVincenza Di Vita

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