Up_Nea’14: lo stato dell’arte (ai tempi della crisi)

I vincitori dell'edizione 2014 premiati a Bollate l'11 maggio

Pubblicato il 29/05/2014 / di / ateatro n. 150

foto di @AlessandroBrasile

Domenica 11 maggio 2014 presso la Fabbrica Borroni di Bollate si sono svolte le selezioni finali di Up_nea’14: lo stato dell’arte ai tempi della crisi, il bando di idee promosso da Nudoecrudo Teatro, in collaborazione con Fabbrica Borroni – Centro per la giovane arte italiana, che premia “[…] progetti innovativi, partecipativi e sostenibili per la promozione e produzione artistica e teatrale, con particolare attenzione sulla capacità di soddisfare requisiti di innovazione e sostenibilità”.

Gli otto progetti arrivati alla selezione finale, dopo aver raccolto il più alto numeri di voti nella seconda fase di selezione online, sono stati:

1) I Am Leto di Andrea Bochicchio
2) SenzaTetto di Marina Visentini
3) Pneuma di Claudia Campus
4) Diverged di Giada Negroni e Stephen Boyd
5) Festival Zenobia#03 di LeCittàSottili
6) DiPendenze di Guarino/Santoro
7) Gli Ultimi saranno i primi di Sofia Elena Sita
8) Umanità > Trilogia di Silvia Girardi

Durante la mattinata la giuria, di cui ho avuto il piacere di fare parte (composta da Alessandra Pasi, direttore artistico di nudoecrudo teatro; Annalisa Bergo, curatrice di Fabbrica Borroni; Antonella Cirigliano, docente di performing arts presso NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; 
Marco Liberatore, progetto editoriale Doppiozero;
 Alberto Pessina, Fondazione Comunitaria Nord Milano; Michela Bollini, Ufficio Cultura Comune di Bollate), ha avuto modo di visionare tutti i progetti a porte chiuse e di confrontarsi direttamente con gli artisti, per poi proclamare i vincitori del primo e secondo premio messi in palio (rispettivamente 1.500 e 1.000 €).

I progetti esaminati spaziavano dalle arti visive alle performing arts (nei diversi linguaggi, danza, teatro, arti circensi etc), erano molto disomogenei e differivano tra loro per complessità, linguaggi, dimensioni e stato di avanzamento del progetto; per questo motivo la scelta non è stata semplice ma ha comportato un confronto approfondito tra i membri della giuria.

Nel complesso, rispetto alle finalità del bando, il criterio della sostenibilità è stato declinato sotto l’aspetto produttivo-organizzativo nella direzione di una sobrietà estrema e nel ricorso molto frequente all’autofinanziamento, sotto l’aspetto artistico nell’affrontare in modo più o meno esplicito (a volte suscitando qualche perplessità) il tema della crisi (personale, sociale, politica…).
I risultati – creativi e artistici, ma anche produttivi – non hanno però evidenziato tratti di innovazione (l’altro criterio richiesto dal bando) particolarmente spiccati o rimarchevoli, ma sono sembrati muoversi lungo percorsi già sperimentati.

Nondimeno alcuni progetti mostravano, nella loro ingenuità e inconsapevolezza organizzativa, un tale entusiasmo e chiarezza di intenti verso il gesto creativo da meritarsi comunque un incoraggiamento: questo è stato il motivo che ha spinto ad assegnare a Sofia Elena Sita per il suo “Gli ultimi saranno i primi” (un progetto di pittura e visibilità diffusa) una menzione speciale associata a un tutoraggio da parte di Fabbrica Borroni per accompagnare il percorso dall’idea creativa al progetto realizzativo.

Dopo un lungo dibattimento, ex-aequo sono stati dichiarati vincitori del secondo premio due progetti molto diversi fra loro:
“Umanità > Trilogia” di Silvia Girardi è un progetto multidisciplinare articolato in 3 parti: la prima (che ha già debuttato) è una performance di teatro fisico, la seconda combina un cortometraggio con un laboratorio ecologico sull’estinzione delle lucciole, e il terzo è un workshop sulla Ginnica del segno con relativa performance finale. Il progetto si è segnalato soprattutto per la sua riflessione sul tema della sostenibilità dello sviluppo umano rispetto alle risorse naturali declinato secondo diversi linguaggi.
Umanita_trilogia_02

“I Am Leto” di Andrea Bochicchio è invece un estratto di uno spettacolo – già in distribuzione -pensato da Bochicchio in collaborazione con il collettivo artistico PEM – Habitat Teatrali che raccoglie diversi professionisti del teatro. Lo spettacolo, attraverso la vicenda di Amleto, trova un linguaggio divertente ed efficace (utilizzando tecniche della commedia dell’arte, di clownerie, di teatro comico e di satira) soprattutto rispetto ad un pubblico adolescente per parlare della crisi, del vuoto di poter e del senso di precarietà che coinvolge soprattutto le giovani generazioni.
IAmLeto_01

Progetto vincitore è stato invece proclamato “Zenobia#03” de Le città sottili, collettivo artistico-organizzativo che ormai da tre edizioni organizza in maniera completamente autogestita il festival Zenobia in alcuni spazi sociali milanesi: il progetto (che si occupa di diverse discipline dal teatro alla musica alla danza all’arte culinaria) è stato premiato per la coerenza nell’individuazione di spazi, pubblico, artisti, intrecciati in un programma di qualità e partecipazione. L’edizione #03 è in programma a fine giugno.(http://lecittasottili.noblogs.org/festival-zenobia/)
Zenobia_03

Infine al termine del pomeriggio – durante il quale gli estratti di tutti i progetti sono stati presentati agli spettatori – è stato assegnato anche il Premio del pubblico (pari a € 500) a “I Am Leto” di Andrea Bochicchio, che ha confermato la sua efficace capacità comica e comunicativa.

Qui il link alla pagina di Up_Nea’14 con la pubblicazione dei vincitori e le motivazioni della giuria http://www.nudoecrudoteatro.org/upnea/i-vincitori-di-up_nea14




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