Dalla Toscana. Una collaborazione fra Università (Pisa, Bologna, Torino, Genova) e Enti locali (il Comune di Livorno)

Al Teatro delle Commedie di Livorno

Pubblicato il 01/11/2004 / di / ateatro n. #BP2004 , 075

Da quattro anni si svolge a Livorno, presso un piccolo teatro da poco restaurato – Teatro delle Commedie – un’’iniziativa che, avviata nel 2000 da Fernando Mastropasqua, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’’Università di Pisa, nella bozza del progetto elaborato, nacque con “l’’intenzione di costituire […] degli spazi destinati alla elaborazione di nuove forme dei linguaggi dello spettacolo, di assicurare a quanti lavorano nel settore una visibilità delle loro produzioni, di permettere l’incontro tra cittadini, studenti, insegnanti, operatori, artisti e studiosi per una promozione dell’evento spettacolare, di riportare il teatro, il cinema e la musica, ad essere anche occasione di incontro, di divertimento collettivo, di memoria e di riflessione sul presente. Insomma un teatro che sia Scuola e anche Servizio per la città”.
L’’iniziativa, che ha ricevuto l’’appoggio di amministratori illuminati, è finanziata per intero dal Comune di Livorno. Funziona inoltre come seminario che dà diritto al riconoscimento di crediti per studenti universitari pisani che vi si siano iscritti.
Nel progetto sono coinvolte le Università di Pisa (Corso di Laurea in Cinema Musica Teatro), di Bologna e Torino (i rispettivi Dams) e, da quest’anno, di Genova.

In concreto, nel corso dell’anno, si svolgono quattro seminari, ognuno gestito da un professore che appartiene a una delle università partecipanti che cura la parte teorica servendosi non di lezioni cattedratiche ma d’incontri, che propone un interscambio attivo con i partecipanti. Il docente si sceglie, “per affinità”, un artista di teatro (attore, regista, mimo, drammaturgo…), il quale, in diverse forme, spiegherà e dimostrerà la proposta avanzata dal professore.
I quattro seminari si svolgono in totale autonomia, rispettando un tema comune. Per il 2005 sarà “Il racconto comico a teatro: dalla Commedia dell’Arte al Teatro di Narrazione”.
In qualche caso è successo che, alla fine dei singoli seminari, si siano tenute delle performances aperte a un pubblico più ampio, numeroso e fervido. Dal prossimo anno l’idea degli organizzatori è di istituzionalizzare quest’ultima prassi (a Fernando Mastropasqua, trasferitosi a Torino, è subentrata Concetta D’Angeli dell’Università di Pisa).
Ogni serie di lezioni dovrebbe perciò concludersi con almeno uno spettacolo teatrale che esplicita le caratteristiche e l’interesse portante della serie, sia sul piano tematico, sia su quello formale.
Attenzione: non si tratta del “saggio finale” realizzato dai partecipanti a scopo dimostrativo, lo spettacolo è affidato agli artisti che fiancheggiano l’intervento universitario, è una sorta di esemplificazione “magistrale” del valore e del contenuto che gli incontri hanno trasmesso (ad esempio: Laura Curino, l’artista attiva nel seminario che aveva per tema conduttore “Il teatro e la storia”, concluse con il noto monologo Olivetti).
Il vantaggio della novità che si vuole introdurre nella formula sperimentata “lezioni teoriche-esemplificazione pratica”, consiste nel fatto che il livornese e piccolo Teatro delle Commedie (80/90 posti), si garantirebbe una sorta di “stagione” basata su un progetto culturale coerente: gli spettacoli ospitati, senza richiedere grandi apparecchiature tecniche o il concorso di numerosi attori (non lo consentirebbe lo spazio ridotto del teatro), sono non costosi e di buona qualità se sarà stata sagace la scelta dei docenti nell’affiancarsi l’artista al quale, poi, competerà la performance. Un vantaggio rilevante per gli amministratori locali che con limitato impegno economico valorizzano uno spazio non facile da gestire senza rischiare eccessi di provincialismo, eleggendo così un teatro a sede d’iniziative “d’essais”. Soprattutto, si rafforzerà la linea progettuale più importante, cioè quella che propone un’accezione morale e rinnovatrice dello spettacolo.
Occasioni teatrali meno casuali, meno affidate alle sole ragioni finanziarie, meno determinate dall’ovvietà pubblicitaria; qua saranno invece suggerite dallo studio e dalla riflessione culturale, pensate sulla base di un percorso di ricerca reale. Lo stesso che, in parallelo, avrà ispirato gli incontri dei seminari.

Concetta_D’Angeli

2004-11-01T00:00:00




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