Speciale Torino: cultura ad alta velocità

Dopo le Olimpiadi

Pubblicato il 30/03/2006 / di / ateatro n. 097

Non è vero che – tagli governativi a parte, di cui ora del resto come abbiamo visto dallo Speciale Elezioni 2006 sembrano tutti pentiti – non succede niente nel teatro italiano.
A scale diverse, in diverse città, si stanno tentando esperimenti: uno dei laboratori più significativi, prima, durante e dopo le Olimpiadi e il Progetto Domani, si sta rivelando Torino.
Cosa sta succedendo? Gli amministratori della Comune, sostenuti dalla Regione e dalla Provincia, hanno scelto e pianificato da alcuni anni un ripensamento e una ristrutturazione della città postindustriale che vede nella cultura – e nel teatro – un punto di forza, forse anzi IL settore strategico. Così, seguendo l’esempio di altre capitali europee, come Barcellona e Manchester, gli investimenti pubblici per la cultura sono cresciuti progressivamente (in controtendenza rispetto all’andamento nazionale), fino a quasi raddoppiare negli ultimi 5 anni; la Regione Piemonte ha raggiunto la spesa pro capite più alta fra quelle a statuto ordinario. Gli amministratori torinesi – forse unici in Italia – hanno fatto una scommessa importante, che non possiamo che augurarci vincente.
In questo le Olimpiadi senso costituiscono la più esplicita occasione per concretizzare e manifestare questa politica, ma non sono che un inizio. La scommessa – che i torinesi, usciti dal letargo e dall’abituale understatment per godersi in pieno inverno le notti bianche, sembrano condividere – è fatta di tante specifiche scelte che riteniamo utile analizzare nel dettaglio: non tutte ci sembrano condivisibili, e molte sono forse ancora in fase di elaborazione.
Già in altre occasioni abbiamo criticato ad esempio l’eccessiva concentrazione di funzioni nelle mani del Teatro Stabile e l’eutanasia praticata su formazioni storiche come il Gruppo della Rocca o Teatro Settimo.
Il forum di ateatro è entrato in fibrillazione per Progetto Domani: il kolossal ronconiano ha stimolato giudizi contrastanti e suscitato polemiche, come era giusto. E’ tuttavia opportuno collocare questa esperienza in una prospettiva corretta e interpretarla alla luce della strategia complessiva in cui si colloca (almeno così ci sembra).
In questo numero proponiamo alcune prime schede informative: la base per uno “speciale Torino” a puntate (e aperto ad ulteriori contributi).
Una sintesi della politica della giunta Chiamparino (assessore per la Cultura Fiorenzo Alfieri) ci offre un quadro d’insieme, che approfondiremo nel prossimo atearo anche analizzando gli studi economici che hanno confortato queste scelte.
Va inoltre sottolineato che il rapporto fra Olimpiadi e spettacolo non si è esaurito con Progetto domani: in ateatro 97 troverete una sintesi del programma culturale di Torino 2006. Tra le novità già in dirittura d’arrivo c’è la Casa del Teatro Ragazzi, su cui troverete ampuia documentazione.
Ma stiamo lavorando a più mani su alcuni nodi strategici:
– innanzitutto il FUTURO (artistico e organizzativo) del TEATRO STABILE DI TORINO;
– tempi e i modi del progetto di FUSIONE fra Stabile e Regio (sarebbe la prima volta in Italia che una fondazione lirico-sinfonica e un teatro stabile si unificano sul piano giuridico e gestionale);
– il panorama delle sale – vecchie, nuove, ristrutturate e in ristrutturazione – e della loro gestione
– in questo quadro, la possibile strategia delle compagnie e la funzione di qull’anomalo organismo (in quanto unico) che è il Sistema Teatrale Torino;
– il ruolo dei festival: quelli che si stabilizzano e quelli che crescono;
– la funzione metropolitana e quella regionale, il CIRCUITO, da poco reso autonomo dal Tetro Stabile e già in grave crisi (perché?);
– le residenze, che in Piemonte costituiscono un “sistema” più articolato avanzato e coordinato che altrove.

Redazione_ateatro

2006-03-30T00:00:00




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