Si conclude il progetto della Scuola di Teatro di Strada di Amref a Nairobi

per promuovere un'idea forte di infanzia

Pubblicato il 20/06/2014 / di / ateatro n. 150

Si è conclusa il 20 giugno con una parata per le vie del sobborgo di Dagoretti il progetto della Scuola di Teatro di Strada di Amref realizzata da e con i ragazzi di Nairobi, in Kenya.
Sul palcoscenico della strada i protagonisti saranno ex ragazzi a rischio, che, grazie al progetto, cercheranno di “strappare dalla strada” altri bambini. Lo faranno attraverso l’arte. Importante in questo progetto la collaborazione con alcuni artisti italiani che hanno dato avvio alla Scuola e seguito i laboratori. Il teatro è solo uno dei tanti strumenti di un progetto di protezione e cura comunitaria dei bambini e ragazzi di strada – Children in Need – che dal 2000 ha come obiettivo il ricongiungimento dei minori al loro nucleo familiare, al mondo della scuola o lavorativo. L’organizzazione della parata di strada è arrivata nei giorni in cui si celebra la Giornata Mondiale del Bambino Africano (16 giugno).
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A Nairobi, la più grande città dell’Africa Orientale, si stima ci siano 125mila bambini di strada. Ragazzi abbandonati o con problemi di alcolismo, altri vittime di abusi o con problemi di giustizia. La sfida di Amref è puntare al loro recupero e reinserimento nella società lavorando non solo sulla soddisfazione dei bisogni ma soprattutto sulla valorizzazione delle competenze e potenzialità. Ecco che in modo integrato alle altre attività del Children Village, per diffondere un’idea forte dell’infanzia e dei suoi diritti, dal 2012 è nata la Scuola di Teatro di Strada.

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Ogni anno gli operatori Amref entrano in contatto con circa 400 minori, di essi 150 iniziano uno dei percorsi proposti: scuola, famiglia, lavoro. Dal 2000 il programma ha accolto 2200 bambini di età compresa tra i 7 e i 18 anni. Oltre al recupero l’obiettivo di Amref è l’autonomia degli stessi ragazzi. Da qui nasce l’idea dei dieci laboratori di formazione dei formatori attraverso la Scuola di Teatro di Strada. L’attività dei laboratori si è concentrata sulla preparazione dello staff e nove ex-beneficiari del progetto. Saranno loro, una volta salutati gli artisti italiani, ad attrarre altri ragazzi dalla strada per offrire loro una possibilità e dare forza e visibilità ad un’altra idea di bambino.

“Il teatro mi ha tolto dalla strada” racconta Kevin, uno dei beneficiari che oggi fa il formatore. Prima dell’incontro con Amref nel 2002, Kevin Chege vagabondava nel distretto di Dagoretti. Strappargli di dosso il “bisogno di strada” – fatto di necessità di cibo e di un lavoro – era l’obiettivo. AMREF, a questo ragazzo che oggi ha 26 anni, non ha dato solo una risposta ai suoi bisogni materiali, ha rilanciato, ha puntato più in alto. Ha posto la sua attenzione sulle sue capacità: il teatro è stata la via. Continua Kevin “Il teatro mi ha fatto ritrovare fiducia”, quella che la strada ti fa perdere dietro ad alcool, droga, sfruttamento.

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Il 20 giugno il percorso della Scuola di Teatro di Strada si è conclusa con una parata ed un’azione di strada, cui hanno preso parte una trentina tra bambini e ragazzi. Il tema scelto dai bambini è “Il diritto alla protezione e alla cura”. A simboleggiare questo tema un gigantesco Mtoto (bambino in swahili): la figura costruita insieme ai bambini e “ingigantita” è la portavoce del piccolo, di chi non ha voce o fa fatica a farsi ascoltare, per dare eco alle opinioni che anche il più piccolo di tutti ha il diritto di esprimere. I bimbi lo hanno preparato osservando prima la realtà che li circonda, per questo gli hanno messo un grosso paio di occhiali neri perché, come dicono loro “si vede di più” e “possiamo proteggerci”. La supervisione artistica di quest’ultimo saggio finale è di: Marco Baliani, Maria Maglietta, Letizia Quintavalla, Antonella Talamonti, Alberto Grilli e Morello Rinaldi.

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Coordinamento didattico
Il programma di “formazione dei formatori” è stato curato da Marco Baliani, Letizia Quintavalla e Maria Maglietta. Ogni Laboratorio è stato condotto da un esperto/artista italiano. La Scuola di Teatro di Strada infatti si avvale della collaborazione di professionisti legati a molti teatri italiani: Morello Rinaldi (Teatro delle Briciole di Parma), Giorgio Galimberti (Teatro Animarte di Lecco), Mandiaye N’diaye (Teatro delle Albe di Ravenna), Alberto Grilli (Teatro dei Due Mondi di Faenza), Maurizio Bervini e Donatello Galloni (Associazione Ca’ luogo d’Arte di Colorno), Mimma Gallina e Michele Bottini (Scuola Paolo Grassi di Milano), Antonio Catalano e Luigi D’Elia (Universi Sensibili di Monferrato), Francesca Bizzarri (Teatro Vivo), Antonella Talamonti, Teodoro Bonci Del Bene e il pittore Abel Herreo. Più stretta la partnership con la Fondazione Solares delle Arti e la Scuola Paolo Grassi. Preziosa e trasversale la collaborazione con la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi.

Alcuni Post degli Artisti
Marco Baliani – Facebook 16 giugno.
Sono giunto a Nairobi e ho incontrato il gruppo degli operatori con cui costruiremo una festa parata spettacolo finale il 21 giugno. La foto che vedete è l’occhio disegnato sulla schiena del bambino gigante che starà seduto in groppa al bus di Amref, muoverà testa e braccia e sarà il portavoce dei diritti dei bambini, che è il tema dell’evento spettacolare. L’occhio lo hanno messo per dire che non bisogna dimenticare da dove si viene. Sul davanti del corpo sono disegnate piante verdi, le stesse che crescono ovunque in questa stagione di pioggia, un’abbondanza della natura che fa stridore con la miseria umana tutt’intorno, ma che danno speranza, sono così verdi e rigogliose che ti fanno immaginare quello che potrebbe essere questa terra se non l’avessero ridotta così. Abbiamo provato i pezzi che Maria Maglietta aveva preparato in un precedente stage, faceva freddo nel teatro del centro Amref, è la stagione delle piogge, e ci siamo scaldati muovendoci.

Marco Baliani – Facebook 11 giugno 2014.
Mentre risistemo gli appunti di lavoro che mi serviranno per il mio prossimo lavoro in Africa , rifletto che tra gli operatori che hanno partecipato al progetto formativo c’è anche Kevin. Era, insieme a Onesmus, uno dei primi 20 ragazzi di strada con cui ho iniziato. In Pinocchio Nero faceva il direttore del circo che butta Pinocchio-asinello in mare perchè si era azzoppato. Lo interpretava da vero bastardo, ispirandosi ai tanti poco di buono di cui è pieno lo slum, pronti a fotterti appena possono. E pensare che Kevin, dopo la prima settimana di lavoro nell’agosto del 2002, lo stavo per mandare via, era una spina nel fianco, sempre pronto alla rissa o alla battuta fuorviante, incapace di concentrarsi, provato dalla colla sniffata, insomma un disastro. E invece ho resistito e anche lui ha resistito, e ce l’ha fatta alla grande. Ora è un provetto danzatore ma soprattutto ci sa fare con i bambini del centro di accoglienza a cui insegna passi di danza, tecniche teatrali e spirito di gruppo. Ha un talento pedagogico incredibile.

Marco Baliani – Facebook 2 giugno
Dal 13 al 24 giugno andrò a Nairobi per l’ultima volta. Dopo dodici anni di lavoro, mio e di tutti gli altri artisti e pedagogisti coinvolti saluterò lo slum di Dagoretti. In questi ultimi tre anni abbiamo costruito un percorso di formazione per operatori teatrali con appuntamenti costanti, con maestri di varie discipline e linguaggi che andavano già a trasmettere pratiche esercizi coscienza. Tra gli operatori c’erano sette ex ragazzi e ragazze di strada che avevano scelto di provare questa strada, aiutati da Amref, in questi giorni costruiremo una grande festa parata finale che mette insieme le tecniche e le idee, sul tema dei diritti dell’infanzia e che sarà presentata nel quartiere e in altri luoghi. Finisce un percorso, ora tocca a loro, ci hanno già sostituiti e sono bravi, e con l’energia giusta per andare avanti.

Antonella Talamonti – Facebook 7 giugno.
Così comincia l’avventura; sono all’areoporto di Amsterdam, in attesta dell’aereo per Nairobi. Rivedrò Dagoretti, rivedrò il gruppo di tutors che si è nel frattempo trasformato in un gruppo vero. Gli ex ragazzi in difficoltà, che vengono definiti dal progetto di AMREF “beneficiari” ora sono diventati “operatori comunitari”. Qualunque cosa voglia dire in quel contesto, sembra bello, suona bene, sa di crescita, di competenze acquisite, di consapevolezza di essere persone con diritti e possibilità. Sa di mettersi al centro della propria vita, e di voler lavorare nel proprio mondo. C’è una quantità inverosimile di difficoltà, ma è un bel sapore. Di che colore sarà questa terzo incontro ?




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