#BP2018 Verso le Buone Pratiche del Lavoro | Teatro, performance e arti partecipative: un nuovo crocevia disciplinare e professionale

Pubblicato il 02/03/2018 / di / ateatro n. #BP2018 , #BP2018 Lavoro , 164

Associazione Culturale Ateatro

 

 

 

nell’ambito di

BP 2018 Verso le Buone Pratiche del Lavoro
a cura di Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino

presenta

Teatro, performance e arti partecipative: un nuovo crocevia disciplinare e professionale
a cura di Fabrizio Fiaschini

Abbazia di Chiaravalle
Sabato 3 marzo, dalle 14.30 alle 18.30

Segue aperitivo partecipato

La partecipazione e le azioni performative stanno aprendo un nuovo territorio interdisciplinare, dove confluiscono con esiti molto interessanti numerose sperimentazioni contemporanee, provenienti da ambiti diversi, ma di fatto convergenti per finalità e pratiche di lavoro.
In particolare, i settori più coinvolti in questo processo sono le arti visive (con l’arte pubblica e/o partecipativa), il teatro a matrice performativa e il teatro sociale e di comunità, a cui vanno aggiunti alcuni progetti di rigenerazione urbana più legati al mondo dell’architettura e della riqualificazione del paesaggio.

I temi chiave della giornata

Come cambiano il profilo e l’identità degli artisti coinvolti in queste pratiche.
Cosa vuol dire ‘creare’ in una prospettiva partecipata, dove in molti casi il fine ultimo non è esclusivamente estetico, ma anche risocializzante.
Quali sono i punti di affinità e di differenza fra gli artisti implicati in queste pratiche, vale a dire cosa accomuna e cosa separa, in questo territorio ibrido, un performer da un operatore di teatro sociale, un artista che lavora nel campo dell’‘arte di interesse pubblico’ da un architetto che opera creativamente sul paesaggio urbano.
In che modo le diverse competenze e i diversi punti di vista di queste figure possono interagire e cooperare nel processo creativo (ad esempio, ferma restando l’idea comune di sviluppare processi di trasformazione sociale, in che modo i ‘teatranti’, che di solito partono da un lavoro sulle persone, possono collaborare con gli artisti visivi e gli architetti / urbanisti che di solito partono dagli spazi?)

Come cambia il concetto di opera
Dal momento che tutte queste pratiche prevedono la messa in discussione dell’opera come prodotto (come artefatto), a favore dell’idea di processo, ossia di azione in progress che trova significato nel suo stesso farsi, in termini di cambiamento, come si possono descrivere le modalità di formalizzazione dell’arte partecipativa?
Il paradigma della performance può essere uno strumento valido per descrivere gli esiti di tutti questi processi interdisciplinari (ad esempio la realizzazione di arredi urbani, di flash mob e di installazioni, di azioni collettive…).
Ma è proprio vero che il concetto di opera e di rappresentazione è finito? Se ha ancora una valenza positiva, in che modo sopravvive la rappresentazione (l’opera) e come va contestualizzata in questi progetti?

Come cambia il ruolo degli spettatori
Nell’ambito di processi fondati sul principio di co-creazione, qual è il ruolo dei destinatari, in che modo anche loro sono professionisti/artisti?
Cosa si intende con partecipazione e come è cambiato questo concetto rispetto all’idea tradizionale di spettatore partecipante, dal momento che l’idea non è più quella di mettere la comunità al servizio dell’artista (o di coinvolgere lo spettatore nello spettacolo), ma di costruire un rapporto alla pari nella realizzazione del processo.
E’ possibile estendere a questo nuovo ruolo di co-creatori dell’esperienza artistica il concetto di Pro-Am (professionisti amatori) coniato da Leadbeater – Miller (ma si veda anche il concetto di ‘dilettanti di professione di Marrone), ossia di soggetti portatori e garanti di una professionalità non specializzata, strettamente connessa agli obiettivi sociali di cambiamento che il processo artistico innesca.
Come si interfacciano gli artisti con i destinatari dell’intervento nel lavoro creativo: come viene coinvolta la comunità dei residenti, come avviene la mediazione fra artista e pro-am?

Come cambia il mercato del lavoro
L’arte pubblica o partecipativa, così come alcune pratiche di arte performativa, di teatro sociale e di comunità stanno modificando il mercato del lavoro, nel senso che questo tipo di esperienze stanno attraendo sempre di più l’interesse pubblico e di conseguenza anche gli investimenti economici. Si tratta di un vero e proprio nuovo mercato?
Quali sono i nuovi stakeholders di questi progetti di arte partecipativa, e come i vecchi stakeholders hanno modificato i loro assetti in questa direzione? Come si stanno comportando gli enti pubblici e privati (a partire dalle Fondazioni) nell’investire su queste azioni?
Il mondo della formazione (sia quello pubblico che quello privato) si è adeguato a questi sviluppi? E’ possibile prevedere un profilo integrato di ‘artista’ che metta insieme i vari profili di chi opera in questi contesti?
Come si può inquadrare (a livello professionale e formativo) la figura fondamentale del mediatore, ossia di colui che progetta insieme all’artista gli interventi e si occupa della mediazione con la comunità di riferimento? Questa figura può essere direttamente un Pro-Am che vive e opera nella comunità stessa?

 

Il programma

Ore 14:30 Presentazione

Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino: Verso le Buone Pratiche del Teatro l Obiettivo Lavoro

Ore 14:45 Relazione introduttiva

Fabrizio Fiaschini

Ore 15:00 Interventi

Brevi focus introduttivi sul tema della partecipazione nell’ampio spettro delle arti e della cultura: dall’arte pubblica, alla performance, al teatro sociale, alle politiche culturali di inclusione sociale e rigenerazione urbana.

Martina Angelotti (curatrice e critica d’arte, Careof, Milano l ON, Bologna)

Claudio Bernardi ( CIT – Centro di Ricerca e Iniziative Teatrali “Mario Apollonio”)

Claudio Calvaresi (Avanzi-Sostenibilità per Azioni, Milano)

Francesca Guida (Eccom, Roma)

Paolo Dalla Sega (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

Beppe Boron (musicista, Presidente FNAS – Federazione Nazionale Arti in Strada)

Claudio Longhi (Emilia Romagna Teatro Fondazione)

Anna Bandettini (la Repubblica)

Ore 17:00 Esperienze

Chiara Bartolozzi (Fondazione Cariplo, Milano)

Gabriele Vacis (Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, Torino)

Beatrice Catanzaro (artista e ricercatrice, Oxford Brookes University)

Luca Borriello (Inward, Napoli)

Antonio Catalano (Casa degli Alfieri – Universi sensibili, Asti)

Marcello Chiarenza (artista visivo, drammaturgo e regista)

Mimmo Sorrentino (Teatroincontro)

Gigi Gherzi (Teatro degli Incontri, Milano)

Andrea Perini (Terzo Paesaggio, Milano)

Marta Meroni (Dynamoscopio, Milano)

Laura Valli (Qui e Ora, residenza teatrale)

Enrico Giannini, Miriam Pichierri, Martina Raggini, Simone Silvestri, Sara Succi (Wash Up, Santarcangelo Festival)

 

Per informazioni: segreteria@ateatro.org / 389 6308310

 

Azione di

 

 

Lacittàintorno è il programma triennale intersettoriale di Fondazione Cariplo, dedicato alla rigenerazione urbana

#lacittàintorno @lacittaintorno

 

Con il supporto di:

      

 

Partecipano

Martina Angelotti (curatrice e critica d’arte, Careof, Milano l ON, Bologna).  La sua ricerca si concentra sulla relazione fra arte e spazio pubblico e sull’analisi di temi, linguaggi e attitudini di progetti artistici complessi e partecipativi, spesso attraverso performance, cinema sperimentale e workshop. E’ direttrice artistica di Careof, Milano (careof.org) e dal 2007 è curatrice e co-fondatrice di ON (onpublic.it), progetto nato a Bologna che realizza eventi pubblici e interventi artistici in spazio urbano. Attualmente cura un progetto triennale nell’ambito del network europeo in-situ dedicato allo spazio pubblico, con un progetto di ricerca sul tema del “valore”. Suoi progetti recenti includono TEU. Logistics, labour, measures, cities, su Genova città di porto, in collaborazione con il DISFOR, dipartimento di sociologia dell’Università di Genova (onpublic.it/teu); Prossimità di spazi e tempi, convegno e mostra sul futuro delle istituzioni no profit (Careof, Milano) e CINEMODERNO, un festival dedicato alla relazione fra cinema e performance (Careof, Milano). E’ nel board curatoriale di Visible Award, un premio internazionale della Fondazione Pistoletto dedicato alle pratiche social engaged. Insegna Storia dell’Arte Contemporanea presso il master MEC all’Università Cattolica di Milano e scrive regolarmente per “Domus”.

Anna Bandettini (“la Repubblica”) laureata in filosofia alla Statale di Milano, è giornalista di “La Repubblica”, dove è stata vicecaporedattore della redazione Spettacoli.

Chiara Bartolozzi (Fondazione Cariplo). Lavora in Fondazione Cariplo, area Arte e Cultura. Collabora al programma intersettoriale Lacittàintorno, dedicato alla rigenerazione delle aree urbane periferiche. Precedentemente è stata responsabile del Progetto LAIV – Laboratorio delle Arti Interpretative dal Vivo, volto a diffondere la pratica delle arti performative nelle scuole secondarie di secondo grado, e di alcuni bandi finalizzati a estendere la partecipazione culturale e valorizzare il ruolo sociale delle istituzioni culturali, con particolare attenzione alle biblioteche di pubblica lettura.

Claudio Bernardi (CIT – Centro di Ricerca e Iniziative Teatrali “Mario Apollonio”). Docente di Drammaturgie performative all’Università Cattolica di Milano, promuove da anni processi partecipativi e generativi di territori e comunità attraverso il teatro sociale.

Giuseppe Boron (FNAS). Musicista, attore, autore. Pratica arte di strada da 25 anni, da 3 è presidente di FNAS – Federazione Nazionale delle Arti in Strada.

Luca Borriello (Inward, Napoli). Lavora come direttore, ricercatore e manager per varie organizzazioni nazionali nei settori creativo, culturale e sociale. Ha fondato INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana, il cui programma di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale è il cosiddetto Parco dei Murales, a Napoli.

Claudio Calvaresi (Avanzi-Sostenibilità per Azioni, Milano) dottore di ricerca in Urbanistica, senior consultant di Avanzi e docente a contratto di Urban Conflicts Analysis presso il Politecnico di Milano. Lavora su politiche di sviluppo nei quartieri difficili e nelle aree interne.

Beatrice Catanzaro (Oxford Brookes University). Artista e ricercatrice, con il suo lavoro sviluppa riflessioni su temi di egemonia socio-politica ed economica, attraverso l’attivazione di partecipazione pubblica e collaborazioni interdisciplinari.

Antonio Catalano (Casa degli Alfieri – Universi Sensibili, Asti). Attore, autore, pittore, scultore, musicista, vanta collaborazioni con festival e teatri italiani e internazionali, oltre all’organizzazione di eventi artistici basati sul coinvolgimento delle comunità e alla pubblicazione libri e cd. Da due anni promuove in tutto il mondo il movimento poetico della Pedagogia Povera, attraverso incontri formativi, laboratoriali, seminariali, narrativi e spettacolistici.

Marcello Chiarenza (artista visivo, drammaturgo e regista). Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, da decenni opera nel campo della figurazione simbolica e della drammaturgia della festa, nei diversi ruoli di scultore, pittore, scenografo, conduttore di laboratori, autore e regista teatrale. Si è occupato di istallazioni, percorsi figurativi all’aperto e al chiuso, allestimenti teatrali e di piazza. Ha lavorato in molte città italiane e all’estero, nei parchi naturali, in riva ai fiumi e ai laghi, in riva al mare e in montagna, nei centri storici, nelle piazze, nei castelli, nelle chiese.

Fabrizio Fiaschini, è Professore Associato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Pavia, dove insegna Storia del teatro e dello spettacolo e Teoria e tecnica della performance. Fra i sui ambiti di ricerca, un ruolo specifico assumono le analisi sulla scena contemporanea, con particolare attenzione alle pratiche della performance, al teatro sociale e partecipativo e alla drammaterapia. Ai percorsi didattici e di ricerca, affianca un’attività di formazione e di progettazione nel campo dello spettacolo e degli eventi culturali. In questi ultimi anni ha collaborato con l’Associazione Terzo Paesaggio al progetto di arte partecipativa e di performing arts realizzato, con il contributo di Fondazione Cariplo, nell’area urbana di Chiaravalle di Milano, con la comunità degli abitanti del quartiere (progetto Soglia/Monastero), ed è responsabile per l’Università di Pavia del progetto Per-formare il sociale. Cura e inclusione sociale attraverso il teatro co-finanziato dal Miur (Bando PRIN 2015). È inoltre Coordinatore della Scuola di Teatro sociale realizzata dall’Università di Pavia e dal Teatro Fraschini di Pavia, Presidente di Federgat (Federazione Gruppi Attività Teatrali), Direttore artistico dei Teatri del Sacro e membro del Consiglio di Amministrazione di SMart.it – Società Mutualistica per Artisti, finalizzata a offrire servizi e risorse per la nuova creatività.

Gigi Gherzi (Teatro degli Incontri, Milano). Attore, drammaturgo, regista e scrittore, è direttore artistico di Teatro degli Incontri, che nasce a Milano nel 2010, un progetto di teatro d’arte civile che ricerca nuove forme del rito e della festa teatrale, in stretto contatto con la città, i suoi cittadini, le comunità che la abitano, i luoghi dove la città produce e organizza cultura, incontro, riflessione, esperienze di partecipazione, in una visione che pone lo spettatore al centro di ogni proposta e di ogni performance.

Francesca Guida (Eccom, Roma). Sociologa e dottore di ricerca in pianificazione territoriale e urbana. Dal 2005 lavora per Eccom (Centro Europeo per l’Organizzazione e il Management), di cui è vicepresidente. Insegna Progettazione e marketing culturale in diversi corsi post-lauream. I temi su cui lavora: innovazione sociale, processi culturali, sostenibilità, accessibilità culturale.

Claudio Longhi (Emilia Romagna Teatro Fondazione).  E’ professore ordinario in Discipline dello spettacolo presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. All’attività di ricerca essenzialmente dedicata allo studio della drammaturgia contemporanea (Tra romanzo e montaggio. La drammaturgia del Novecento), alla storia della regia (L’“Orlando furioso” di Ariosto-Sanguineti per la regia di Luca Ronconi) e alla storia dell’attore (Marisa Fabbri: lungo viaggio attraverso il teatro di regia) affianca l’attività di regista – con particolare attenzione per le forme di creazione partecipata (progetti: Il ratto d’Europa; Istruzioni per non morire in pace; Un bel dì saremo). Dal gennaio 2017 dirige Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Marta Meroni (Dynamoscopio). Linguista e antropologa di formazione, dal 2015 con Dynamoscopio consolida le proprie competenze nell’ambito della ricerca sociale in contesti urbani e della progettazione per l’innovazione sociale in aree marginali fortemente interculturali, approfondendo le metodologie dell’etnografia partecipata e della ricerca-azione. È parte del collettivo immaginariesplorazioni con cui si occupa di ricerca e produzione audiovisuale.

Andrea Perini (Terzo Paesaggio, Milano). Progettista culturale e city-maker. Co-fondatore di Terzo Paesaggio. Durante gli studi in lettere e filosofia e spettacolo, inizia un’intensa collaborazione con il CRT di Milano, che dura per un decennio, permettendo di condurre un’approfondita esperienza sul campo. Dapprima indaga il rovescio del mercato teatrale della scena indipendente, con un progetto di mappatura e di distribuzione in spazi non convenzionali. Successivamente sviluppa un approccio integrato, tra pratiche artistiche e rigenerazione urbana. Con Terzo Paesaggio conduce un progetto pilota che sperimenta il metodo del progetto performativo per la rigenerazione del quartiere di margine di Chiaravalle.

Mimmo Sorrentino (Teatroincontro). Drammaturgo e regista, con il suo Teatro Partecipato, che si ispira a un metodo proprio delle scienze sociali (l’osservazione partecipata), ha coinvolto varie comunità: disabili, tossicodipendenti in recupero, alcolisti, anziani, extracomunitari, abitanti delle periferie del nord Italia, Rom, detenuti, ma anche vigili del fuoco, giudici, magistrati, medici, infermieri, commercianti ambulanti, pendolari, malati terminali, malati di Alzheimer, alpini, persone uscite dal coma…

Laura Valli (Qui e Ora, residenza teatrale). Direttore artistico della compagnia di produzione e residenza teatrale  Qui e Ora, con Francesca Albanese e Silvia Baldini conduce da sei anni Coltivare Cultura, un progetto artistico e culturale che porta il territorio e i cittadini – attraverso performance, laboratori, inchieste, rassegne teatrali – al centro della sperimentazione artistica. Il progetto si sviluppa sul territorio della Bergamasca e ha come partner delleAli Residenza Textura, attiva nel Vimercatese. Il progetto coinvolge 10 comuni bergamaschi, 6 comuni del vimercatese e numerose associazioni dei due territori.

Gabriele Vacis (Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, Torino). Regista ed autore, ha fondato e diretto il Laboratorio Teatro Settimo. I suoi spettacoli sono rappresentati in Italia e nel mondo. Ha promosso e diretto festival quali Torino Spiritualità. E’ stato regista stabile del Teatro Stabile di Torino, direttore del Teatro Regionale Alessandrino e de I Teatri di Reggio Emilia. Ha diretto i corsi attori e regia della scuola “Paolo Grassi” di Milano. Ha pubblicato Il racconto del Vajont, da cui la trasmissione premiata con tre Oscar della televisione. Il suo film Uno scampolo di paradiso ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Annecy. E’ direttore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino e professore di Istituzioni di regia all’Università Cattolica di Milano e al DAMS di Bologna.

Wash UpSantarcangelo Festival è un progetto di coinvolgimento partecipativo delle giovani generazioni: un gruppo volontario di adolescenti locali (dai tredici ai diciannove anni) sono co-curatori del programma annuale promosso dal Festival all’interno del Teatro Il Lavatoio. Dalla riflessione di questi studenti è nato un cartellone di appuntamenti, ora alla seconda edizione. Il format suggerito dai teenager è un incontro pubblico tra star del loro mondo (youtubers, musicisti hip hop, rapper, djs) e artisti vicini a Santarcangelo Festival: un momento di condivisione e confronto su scelte e metodologie artistiche. Un segmento del progetto permette ai giovani del paese di partecipare alla produzione degli eventi: coinvolti in alcuni aspetti pratici dell’organizzazione e della promozione, hanno acquisito competenze utili per il loro futuro professionale.

 




Tag: formazione (34), lavoro (49), teatro sociale e di comunità (97)


Scrivi un commento