Cortona On The Move | La fotografia, ovvero il teatro dello sguardo e la consapevolezza politica

Il report per TourFest 2023

Pubblicato il 31/07/2023 / di / ateatro n. 193 | TourFest 2023

More or Less, ovvero l’immagine delle disuguaglianze

La fotografia “come strumento di narrazione e di indagine” è, nelle parole di Veronica Nicolardi, direttrice di Cortona On The Move, l’obiettivo di un festival internazionale che dal 2011 presenta progetti che sono immersi nella realtà ma non vogliono essere passivi: il racconto attraverso le immagini costruisce consapevolezza e in prospettiva spinge all’azione.
Tema dell’edizione 2023, dal 13 luglio al 10 ottobre, con le sue 26 mostre in diverse location (ma il cuore del progetto si trova a Palazzo Baldelli), è More or Less, ovvero la riflessione sulle disuguaglianze, sulla scia di uno degli obiettivi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “debellare la povertà”.
In molti progetti a illuminare la realtà è uno sguardo obliquo, straniato, a volte ironico e giocoso. La soggettività del fotografo è sempre protagonista, in questo corpo a corpo con la realtà. E in alcune occasioni, non a caso, è uno sguardo autoironico, che presuppone la capacità dell’artista di mettersi in gioco in maniera quasi performativa.

Ci vuole una certa distanza per raccontare i ricchi (e quelli che sognano di esserlo)

© Karen Knorr

Belgravia Karen Knorr è la galleria di alcuni rappresentanti dei ceti più ricchi della Londra all’alba del thatcherismo, alla fine degli anni Settanta. A ogni scatto è accostata una breve frase, in cui il protagonista dell’immagine esprime la sua visione del mondo, o meglio la sua rivendicazione ideologica del privilegio, più o meno consapevole: “Non c’è niente di male nel Privilegio, finché sei disposto a pagartelo”.

© Larry Fink

Class Issues di Larry Fink, figlio di genitori comunisti nell’America di McCarthy, lavora sulla differenza tra ricchi e poveri e sul contrasto tra essere e apparire:

I ricchi si pavoneggiano nei loro abiti eleganti, mettendosi in posa, atteggiandosi. I poveri si agghindano senza fronzoli. Molto probabilmente non potranno permettersi nulla di lussuoso nel loro futuro.

Il giorno dell’odio

In Italia, a incarnare l’ideale della scalata sociale (per le ragazze, naturalmente sempre giovani e belle) sono stati per decenni i fotoromanzi, al centro della ricerca “Ambiziosamente tua”. Amore e classi sociali nel fotoromanzo, curata da Frédérique Deschamps e Paolo Woods in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
I fotoromanzi non piacevano ai cattolici: nel 1959 Giovanni XXIII si scagliò contro “quei libri e giornali che si stampano per irridere la virtù e coonestare il vizio”. Ma non piacevano nemmeno al PCI, che vi vedevano uno strumento di controllo e condizionamento, l’oppio dei popoli in formato romantico.
E se è vero che nei classici fotoromanzi “non ci si ribella mai”, è curioso notare che il genere venne utilizzato con modalità innovative, come dimostrano alcuni fotoromanzi “cult” gay e lesbo esposti in un armadio “segreto”.

Erik B e Rakim, Follow the Leader Photo Shoot, 1988, ph. Drew Carolan

Kendrick Lamarr, Mr Morale & The Big Steppers

Oggi la parabola della scalata sociale dai ghetti delle periferie urbane all’Olimpo del denaro e della fama è incarnata dalle nuove star dell’hip hop, del rap, della trap.
I suoi eroi, nati nei quartieri poveri delle metropoli degli USA, hanno trovato la strada per esprimere la propria identità, per dare una forma alla propria creatività, riuscendo a raggiungere la ricchezza e la fama.
Get Rich or Die Trying, a cura di Lars Lindermann e del direttore artistico di Cortona On The Move Paolo Woods, racconta l’hip hop nel suo aspetto più esibizionistico: catene d’oro, auto di lusso, abiti griffati…
A far scattare il progetto, la fotografia che campeggia sulla copertina del quinto album di Kendrick Lamarr, Mr Morale & The Big Steppers, dove la star indossa una corona di spine con 8.000 diamanti realizzata da Tiffany & Co. del valore di 3 milioni di dollari.
I diamanti sono imprevedibili protagonisti anche di Memory Diamonds di Reiner Riedler, che si è concentrato sui cristalli di carbonio che si possono produrre usando le ceneri dei defunti al termine della cremazione.

© Reiner Riedler

In un toccante teatrino della memoria, alcune foto ricordo del caro defunto (o della cara defunta) circondano l’immagine della preziosa reliquia, magari incastonata su un anello da indossare nelle occasioni speciali e nelle riunioni di famiglia.

Ma ci vuole un colpo di genio per raccontare i poveri

E’ possibile vestirsi con meno di 10 €?
Gli autoritratti raccolti da Hans Eijkelboom in 10-Euro Outfits dimostrano che si può fare.
Tra l’agosto 2005 e il giugno 2006 l’artista ha acquistato 32 completi che compongono un imprevedibile catalogo di possibili identità oltre la moda.

© Michael Zumstein-Agence VU Press

Tra i simboli della cultura globalizzata ci sono le magliette delle star del calcio, con il numero e i nomi di Messi, Ronaldo, Neymar, Rooney…
In Aka Zidane, Michaël Zumstein ha ritratto diversi giovani africani che indossavano questi gadget in diverse situazioni: mentre rovistavano in una discarica, quando imbracciavano il fucile automatico in un’azione di guerriglia, mentre vagavano nei vicoli affollati di uno slum, chiusi in un campo di prigionia, andando al lavoro…

© Marco Tiberio

Ancora più ironicamente provocatorio il progetto Invisible Cities Calais, reportage realizzato da Marco Tiberio e Maria Ghetti.
Siamo uno dei campi profughi più grandi d’Europa, noto come “La Giungla”, affacciato sulla Manica e dunque tappa obbligata di molti viaggi della speranza verso la Gran Bretagna.
Le 101 immagini delle baracche, tende, capanne fortunosamente costruite dai rifugiati vengono impaginate come il catalogo di un’agenzia immobiliare, come se questo insediamento, cresciuto negli ultimi vent’anni, fosse una metropoli.
Oggi quelle immagini costituiscono un importante documento storico: attiva tra il gennaio 2015 e l’ottobre 2016, “La Giungla” è stata successivamente smantellata.
Un documento di Human Rights Watch, Like Living in Hell (Come vivere all’inferno) documenta gli abusi sui diritti umani della polizia contro i migranti, sia bambini sia adulti.

Chauncey Hare © The Bancroft Library

Commoventi i ritratti dei Working Class Heroes scattati nell’intimità domestica da Chauncey Hare, fotografo di grande successo che ha deciso di abbandonare la professione, vietando che le sue opere potessero essere presentate o vendute come “arte”. Quando vengono esposte, l’autore richiede che siano accompagnate da un’avvertenza:

Queste fotografie sono state realizzate da Chauncey Hare a scopo di protesta e come monito contro la crescente dominazione sui lavoratori da parte delle multinazionali e delle élite che le dirigono e le posseggono.

Lara (29) lavora come consulente per il trucco in una profumeria, dove è anche delegata sindacale. Nell’immagine, Lara, il suo stipendio di un mese, con qualche guadagno extra come modella. © Irina Werning

“Ti accorgi che è arrivata l’iperinflazione quando ai bambini dai banconote vere per giocare”: il dramma dell’Argentina al collasso economico è il tema del coloratissimo Lessons on How To Survive Inflation from a Pro di Irina Werning. Inutile precisare che in queste situazioni “i ricchi diventano più ricchi e le masse diventano più povere, aumentando così la disuguaglianza”.

Uomo e natura

© Zed Nelson

Il vincitore del Cortona On The Move Award 2022, Zed Nelson, con The Anthropocene Illusion mette a nudo l’ipocrisia del nostro rapporto con la natura. Mentre la stiamo distruggendo, causando l’estinzione di centinaia di specie di piante e animali, continuiamo a costruire ambienti dove ci illudiamo di ritrovare il contatto diretto con l’ambiente e i suoi abitanti: i diorami dei musei di storia naturale con i bufali impagliati e lo zoo con il malinconico scimpanzé, ma anche i resort con le piante (che sembrano) di plastica, l’affollata zattera tra i vortici della cascata del Niagara, la neve artificiale sparata sotto le vette alpine…

© Sebastián Montalvo Gray

Tra gli infiniti attentati all’integrità della foresta amazzonica, Sebastián Montalvo Gray ne ha scelto uno tra i più curiosi, o forse folli: Detonate immortala le esplosioni che rendono inutilizzabili le piste d’atterraggio costruite dai trafficanti di coca (ovvero gli ultimi guerriglieri di Sendero Luminoso) nella giungla peruviana.
E’ l’ennesimo episodio della guerra globale contro la droga lanciata dal presidente degli USA Richard Nixon nel 1971.

L’analisi dell’impatto del turismo sui territori è al centro dell’analisi di Marina Planas in Warlike Approaches to Tourism: All Inclusive, sostenuto dall’Istitut d’Estudits Baleàrics. Intrecci immagini d’archivio, dati e analisi economiche per rendere evidenti gli effetti economici, sociale e ambientali del sovraffollamento turistico.

La vertigine della lista

Quanti oggetti popolano le nostre case? Barbara Iweins, all’undicesimo trasloco con i suoi tre figli, da Amsterdam a Bruxelles, ha deciso di fotografare, uno per uno, i 12.795 oggetti della sua casa, indicizzandoli e classificandoli, per scoprire che

solo l’1% degli oggetti ha un vero valore sentimentale per me e per i miei figli. (…) Ho anche scoperto che i nostri oggetti preferiti non sono di certo più costosi o i più nuovi. Al contrario, quelli a cui teniamo di più sono spesso rotti o semplicemente brutti. L’importante è che ci connettano a specifici ricordi e ad alcune persone in particolare..

C’è anche molta ironia, in un’artista che ammette la propria natura di collezionista ossessiva e che annota che “il 90% dei guanti viene perso entro due settimane dall’acquisto” e che “il 37% dei Playmobil presenti in casa sono calvi”.

Teatrini dello sguardo e della coscienza

Le mostre di Cortona On The Move sono spesso piccoli teatri dello sguardo, con un’ambientazione scenografica che focalizza l’attenzione e crea la temperatura emotiva adatta, in una costante dialettica tra l’impatto dell’immagine, che cattura grazie alla perfezione di forme, colori, inquadratura, con la didascalia.
L’obiettivo è documentare la realtà per stimolare lo spirito critico, anche attraverso il filtro dell’ironia. La bellezza delle immagini è la trappola con cui raccontare il degrado ambientale e morale in cui stiamo sprofondando. E per cogliere una scintilla di verità umana prima che politica.