Le notizie

di ateatro32

Pubblicato il 29/03/2002 / di / ateatro n. 032

(ma intanto andate a cercarle anche nei forum…)
 
Subway Letteratura sta ottenendo un successo superiore alle aspettative. Sono arrivati oltre 600 racconti, 13 di essi sono stati selezionati e verranno pubblicati in 12 libriccini, distribuiti dal 18 aprile al 30 maggio attraverso 21 Juke Box Letterari nelle stazioni della Metropolitana Milanese – tiratura complessiva oltre 200.000 copie. Se volete saperne di più (e magari inviare qualche altro racconto), è attivo il sito internet.
 
Joel-Peter Witkin, Pernicious ideology or Redemption
Torino * Galleria Infinito * via Carlo Alberto 5 * 10123 * Torino * 4 aprile – 25 maggio (la mostra inaugurerà giovedì 4 aprile 2002 ore 18.30)
“Considero ogni personaggio nella sua parte meno valorizzata fino a trasfigurarla. La immagino come una redenzione”. (J.P.W.)
Dopo l’ultima importante personale al Castello di Rivoli nel ’95 ritorna in Italia alla galleria infinito Ltd: Joel – Peter Witkin. Una mostra curata da Patrick Amine che raccoglie un vasto periodo della sua produzione, dalle fotografie realizzate all’inizio degli anni ’80 fino ad oggi, insieme ad alcuni disegni inediti.
Joel-Peter Witkin (nato nel 1939 a Brooklyn, New York. Vive e lavora ad Albuquerque, Nuovo Messico) artista di fama internazionale, ha un dono: quello di riuscire a fotografare la bellezza dell¹incontro tra la vita e la morte. Celebrare il diverso, il bizzarro, il dolore, le umanità alterate e i freaks fino al raggiungimento di una bellezza classica e di un concetto estetico.
Le sue fotografie, che stampa personalmente, sono omaggi quasi religiosi a mondi alterati nei quali viene ribaltata la percezione che abbiamo del sesso, come della degradazione e di tutto ciò che nella storia dell’arte chiamiamo bellezza. In un dialogo costante tra Fleurs du Mal et fleurs de Morale Witkin crea mondi a metà strada tra nature morte e nature vive, in bilico tra realtà e sogno, affascinadoci ed inquietandoci.
 
Orario: dal martedì al sabato mattina su appuntamento
Catalogo: con un testo e un’intervista di Patrick Amine, sarà pronto in occasione di Miart (2-6 maggio)
 
Le très édifiant destin de Silvio Berlusconi
C’’è, a Montmartre, un piccolo teatro italiano, che dal 1974 sotto la direzione di Attilio Maggiulli prova a resuscitare i fasti dei comici italiani a Parigi. In queste settimane le Théâtre de la Comédie Italienne ha portato in scena uno spettacolo italianissimo (ma in francese e per i francesi): Le très édifiant destin de Silvio Berlusconi, ovvero una sarabande tragi-comique et cauchemaresque, testo di Iago Migatti Lulli e regia di Fabio Fabi, che racconta fasti e gesta del Cavaliere. La politica italiana ha – soprattutto agli occhi degli stranieri – diverse analogie con la Commedia dell’Arte (peraltro proprio alla Commedia dell’Arte rimandavano i titoli di ““Libè”” e ““Le Monde”” in occasione degli show diplomatici di Sgarbi al Salon du Livre). Lo spettacolo si diverte a divagare sul tema.
A proposito di demonizzazione, Iago e Fabio non vanno per il sottile: s’immaginano che dopo essere stato colpito in testa da un vaso da notte lanciato da un no-global, il Cavaliere finisca dritto all’’inferno. Il testo è una farsa alla Dario Fo, ma con l’’intento didascalico di far conoscere ai parigini la resistibile ascesa del Miliardario Ridens: nella locandina disegnata dal perfido Wolinski, sotto al Cavaliere c’è un monitor dove una annunciatrice snocciola “Mafia, Opus Dei, Milano 2, Mani Pulite, Loge P2, Forza Italia, pots de vin (ovvero mazzette)…”, mentre dietro di lui si erge il Duce che fa il saluto romano. In scena ci sono due diavoli che sparano lazzi e battutacce, e un Berlusconi che vorrebbe mettere ordine, a modo suo, persino nell’aldilà. Il Grande Comunicatore (Candido Temperini) riuscirà quasi ad ammaliare Lucifero (Margherita Bertoni) e il suo assistente (Guillaume Collignon). Il finale è un omaggio vagamente kitsch a quello che i francesi amano dell’Italia, e che il berlusconismo sta cancellando. Migatti Lulli cita Gelsomina e Zampanò, anche se forse sarebbe stato filologicamente corretto rimandare al profetico (e all’epoca incompreso) Ginger e Fred.
 
“Di tanto in tanto, quando si vogliono male, gli italiani si rimettono in mora e decidono di dare ragione ai peggiori luoghi comuni che li identificano: ed ecco la squadra di governo, puntualmente esemplata sull’organico di una compagnia dell’Arte (con i necessari ammodernamenti, ma non poi troppo). Ecco il capocomico, già dal nome identificato con un innamorato di commedia. Come l’’innamorato parla con voce accattivante, sussurra parole che fanno ‘arrossire il pubblico femminile, canta seduzioni da piano bar. Ma è anche molto capitano (nella variante moderna di cavaliere): sbruffone, ‘spagnolesco’, pronto ad accendersi al minimo affronto (e a dimostrare la falsità levandosi le scarpe con i rialzi, come il capitano di commedia tirava fuori la spada spuntata). E’ anche molto zanni, nella versione meno acrobatica (quanto permesso dalla bassa statura) o in quella arlecchinesca (venditore di specifici, cioè piazzista, parlatore di molte lingue tranne l’inglese) ma anche un po’ ’magnifico’ (cioè Balanzone quando pontifica con citazioni latine dalla sintassi incerta etc. (…) Recentemente l’’improvvisazione geniale della foto ricordo con le corna ha fatto avanzare di un altro passo il colto e ben consigliato cavaliere è riuscito ad identificarsi anche con la più popolare delle maschere italiane: quella di Pulcinella (a cui finora non lo apparentava certo la povertà ma una certa qual irrefrenabile ingordigia). E’ dunque riuscito, come neppure ai sovrani più amati, ad identificarsi completamente col suo paese. Una paese che lotta evidentemente senza successo, per non essere considerato, appunto, di Pulcinella”.
Iago Migatti Lulli e Fabio Fabi
 
Una “Giornata per Gadda”
Milano, Teatro Filodrammatici, 15 aprile 2002
Una “Giornata per Gadda” di letture, interventi, immagini e testimonianze per ricordare l’opera del Gran Lombardo in un percorso – insieme biografico e geografico – attraverso le tre grandi città in cui Gadda visse: Milano, Firenze e Roma.
Tre città che hanno segnato profondamente la vita dello scrittore e hanno caratterizzato linguisticamente le sue opere, costituendo di volta in volta la componente dominante del suo straordinario pastiche: dalla “lingua materna” del dialetto milanese, al pianerottolo fiorentino degli anni Trenta, al romanesco che darà vita al Pasticciaccio. Il percorso gaddiano si snoderà attraverso la lettura di brani di romanzi, racconti, articoli di giornale e programmi per la Radio, pagine dei diari e delle lettere e, per la prima volta, degli importanti materiali che in questi ultimi anni sono stati scoperti tra le sue carte – ora per la maggior parte raccolte presso la Biblioteca Trivulziana di Milano – che hanno imposto una nuova rilettura della sua opera.
(Nell’ambito della stagione gaddiana del Teatro Filodrammatici)
 
Lo Straniero n. 22
E’ uscito il nuovo numero della rivista diretta da Goffredo Fofi. Contiene tra l’altro una Lezione di teatro di Carmelo Bene (presentata da Piergiorgio Giacchè) e Il percorso della Raffaello Sanzio di Oliviero Ponte di Pino, che qualcuno di voi aveva forse già letto su “ateatro”.
 
Libri & libri

Il teatro di Trionfo
Nessuno è ancora riuscito a scrivere una storia della regia teatrale in Italia (se non, a suo tempo e in maniera parziale, Claudio Meldolesi con il suo Fondamenti del teatro italiano, Sansoni, 1984). Ma chi oserà l’impresa, non potrà fare a meno di confrontarsi con il libro – bello e ricco – dedicato a Aldo Trionfo recentemente pubblicato da Ubulibri: Il teatro di Trionfo a cura di Franco Quadri, 336 pagine, 29,50 euro.
Per certi aspetti appartato ed eccentrico (o meglio, estraneo agli schemi dominanti) , Trionfo è stato un grande protagonista del teatro del dopoguerra. Attraverso una notevole quantità di materiali (testimonianze e interviste, immagini e ricordi, teatrografia e bibliografia, ma anche i testi dal lui scritti – o riscritti), questo volume disegna con chiarezza una figura di artista e una poetica personale di notevole respiro. Il lavoro registico di Trionfo risulta sempre animato da un punto di vista individuale che affonda forse le sue radici nella biografia e nelle radici ebraiche, e che si porta dietro il sentimento di una adolescenza sfregiata dalla violenza del mondo e dalla sua insensatezza.
Questo taglio “in soggettiva” rappresenta una linea di sviluppo alternativa rispetto a quelle per diversi motivi “oggettive” di Visconti, Strehler, Ronconi o Castri (dove le ossessioni personali sono state o vengono mascherate da postulati estetici o ideologici). In questo, Trionfo indica una delle possibili linee di sviluppo del nostro teatro, se non si fosse isterilito nella falsa dicotomia tra un “teatro di regia” ideologicamente sorvegliato e corretto, e un “teatro di ricerca” formalista perché concentrato sulla modernizzazione e ridefinizione della grammatica teatrale. Ecco, anche nella sua capacità di mescolare genere e distruggere categorie, la lezione di Trionfo mantiene la sua attualità.
Non a caso è stato l’unico regista a “scritturare” Carmelo Bene (per un memorabile Faust-Marlowe Burlesque con Franco Branciaroli. E non a caso, come emerge nella bella intervista di Franco Quadri a Carmelo Bene che compare nel volume, per certi aspetti Trionfo è stato quello che Carmelo avrebbe voluto essere senza poterci riuscire…
 
Poesia: Lombardi-Pasolini e Paolini-Calzavara in CD
Ma ancora non li avete sentiti, i due CD pubblicati da Garzanti Libri? Marco Paolini interpreta Marco Calzavara e Sandro Lombardi interpreta Pier Paolo Pasolini. Intanto potete ascoltare due brani in anteprima: Marco Paolini interpreta l’irresistibile Can, Sandro Lombardi la struggente Supplica a mia madre.
Per altre info, leggete l’intervista sul progetto di “Alice” a Oliviero Ponte di Pino, oppure visitate la pagina del sito Garzanti dedicate al progetto. Potete richiedere i due cofanetti subito subito da internetbookshop: Paolini-Calzavara (prezzo di copertina 27.000 lire) & Lombardi-Pasolini (prezzo di copertina 25.000 lire).

Redazione_ateatro




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